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Geopolitica

Biden dà semaforo verde a Zelens’kyj per attacchi missilistici in profondità nel territorio russo: reazioni in America, in Europa e a Mosca

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbe autorizzato l’Ucraina a utilizzare missili americani a lungo raggio per colpire obiettivi all’interno dei confini russi precedenti al 2014. Lo riporta un articolo del New York Times di ieri, che cita funzionari americani anonimi.

 

Se la testata neoeboracena riportasse il vero, la decisione segna un cambiamento radicale nella politica di Washington e aumenterà la posta in gioco nel conflitto tra Mosca e Kiev.

 

L’Ucraina ha in programma di condurre i suoi primi attacchi a lungo raggio nei prossimi giorni, ha riferito l’agenzia Reuters, citando «due funzionari statunitensi e una fonte a conoscenza della decisione».

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La Casa Bianca non ha ancora rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla questione.

 

L’articolo del NYT afferma che l’Ucraina dovrebbe schierare i sistemi missilistici tattici dell’esercito (ATACMS) contro le forze russe e le presunte truppe nordcoreane nella regione russa di Kursk, dove sono in corso combattimenti tra le fazioni.

 

La presunta presenza di forze nordcoreane è stata usata come parte della giustificazione per il cambiamento di politica, sebbene i russi dicano che non vi siano prove verificate che le truppe di Pyongyang operino in Russia. Né la Russia né la Corea del Nord hanno confermato o smentito il dispiegamento segnalato. Questo mese, i due Paesi hanno ratificato un accordo bilaterale, che include disposizioni per fornire assistenza in caso di invasione straniera.

 

I missili ATACMS possono essere lanciati dai lanciatori HIMARS, che l’Ucraina ha nel suo arsenale dal 2022. Le forze di Kiev hanno missili ATACMS da aprile, ma finora si sono limitate a usarli su terreni considerati ucraini da Washington. I missili ATACMS, che erano già stati segnalati come spediti segretamente a inizio anno, viaggiano a velocità supersonica e hanno una gittata di 300 chilometri.

 

«La mossa è un’escalation significativa e potrebbe provocare una risposta diretta da parte di Mosca», nota l’articolo del NYT.

 

Il presidente russo Vladimir Putin ha ripetutamente avvertito che qualsiasi attacco al territorio internazionalmente riconosciuto della Russia con armi fornite dagli americani sarebbe visto come un ingresso diretto della NATO nel conflitto. Tali azioni, ha suggerito, potrebbero portare a gravi ripercussioni, tra cui rappresaglie contro gli interessi occidentali.

 

Il presunto cambiamento di politica statunitense ha anche diviso i consiglieri di Biden, sostiene il quotidiano neoeboraceno. Mentre alcuni sostengono che il cambiamento è necessario per contrastare le presunte mosse militari di Mosca, altri temono che potrebbe aumentare ulteriormente le tensioni e rischiare un conflitto più ampio.

 

I sostenitori di un rafforzamento delle armi nell’Ucraina ritengono che le precedenti esitazioni degli Stati Uniti abbiano incoraggiato Mosca, mentre i critici mettono in guardia da possibili ritorsioni russe contro le risorse americane e dell’Europa occidentale.

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L’articolo del NYT sottolinea inoltre che, sebbene l’esercito ucraino potrebbe colpire inizialmente le forze russe e presunte nordcoreane a Kursk, gli attacchi potrebbero potenzialmente essere estesi ad altre regioni.

 

Le capacità a lungo raggio dell’ATACMS consentirebbero all’Ucraina di colpire in profondità nel territorio russo, interrompendo potenzialmente le linee di rifornimento e le concentrazioni di truppe.

 

Il desiderio di Kiev di capacità a lungo raggio è una richiesta di vecchia data, scrive una testata di Stato russa. Con l’autorizzazione segnalata da Biden, le dinamiche geopolitiche del conflitto potrebbero ora cambiare radicalmente.

 

La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca Maria Zakharova ha dichiarato che presidente russo Vladimir Putin ha già espresso il suo pensiero sulla possibile approvazione occidentale all’esecuzione da parte dell’Ucraina di attacchi a lungo raggio nel profondo del territorio russo.

 

«Il presidente ha espresso la sua opinione su questa questione», ha detto domenica Zakharova all’agenzia di stampa RBK.

 

A settembre, Putin ha dichiarato che le forze ucraine non hanno la capacità di effettuare attacchi con missili a lungo raggio forniti dall’Occidente senza assistenza esterna. «Non è una questione di permettere o meno al regime ucraino di colpire la Russia con queste armi. Si tratta di decidere se i Paesi della NATO saranno direttamente coinvolti nel conflitto militare o meno», aveva affermato Putin.

 

Putin ha aggiunto che se venisse presa la decisione di autorizzare gli attacchi, Mosca prenderebbe «decisioni appropriate in risposta alle minacce che ci saranno poste».

 

Il CEO di SpaceX, Elon Musk, ora apparentemente stretto confidente del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, è intervenuto sull’apparente decisione del presidente Joe Biden di autorizzare ufficialmente l’uso di missili americani su obiettivi nel profondo del territorio russo, concordando con un post del senatore dello Utah Mike Lee in cui si afferma che «i liberal amano la guerra. La guerra facilita un l’espansione di governo».

 

 

«Vero», ha risposto Musk.

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Mentre SpaceX ha fornito all’esercito ucraino terminali Internet Starlink, Musk sostiene da tempo che Kiev non può sperare di sconfiggere le forze russe sul campo di battaglia e che il conflitto deve concludersi con un accordo negoziato.

 

Musk avrebbe raggiunto Trump in una telefonata con Zelens’kyj la scorsa settimana, parlando direttamente con il leader ucraino a un certo punto, secondo quanto riportato dai media statunitensi.

 

Musk non ha ammesso di aver preso parte alla chiamata, ma ha scritto su X poco dopo che «l’uccisione insensata finirà presto. Il tempo è scaduto per i guerrafondai profittatori».

 

 

Musk non è l’unica figura nell’orbita di Trump a condannare la decisione di Biden. Richard Grenell, stretto consigliere del presidente eletto che ha ricoperto il ruolo di direttore ad interim dell’Intelligence nazionale nel 2020, ha accusato Biden di «intensificare le guerre prima di lasciare l’incarico».

 


È arrivata quindi anche di quello che è forse il più acceso falco anti-ucraino del clan Trump, il primogenito Don jr.

 

 

«Il complesso militare-industriale sembra volersi assicurare di far partire la Terza Guerra Mondiale prima che mio padre abbia la possibilità di creare la pace e salvare vite», ha scritto il figlio di Trump, Donald Jr., su X. «Bisogna bloccare quei trilioni di dollari. La vita sia dannata!!! Imbecilli!»

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La rappresentante repubblicana dello Stato americano della Georgia Marjorie Taylor Greene ha dichiarato a ruota che il presidente Biden sta «pericolosamente tentando di scatenare una Terza Guerra Mondiale».

 

Secondo MTG, la presunta decisione va contro il desiderio del popolo americano di non «finanziare o combattere guerre straniere», ha scritto Greene su X, riferendosi all’elezione di Donald Trump come prossimo presidente degli Stati Uniti all’inizio di questo mese.

 

Come noto, Trump ha fatto campagna elettorale su una piattaforma «America First» e ha affermato che avrebbe potuto porre fine al conflitto in Ucraina in 24 ore, se eletto. Trump ha vinto, assicurandosi una maggioranza popolare.

 

Il Venture Capitalist, già socio di Musk ai tempi in cui PayPal era una startup, David Sacks (ora aperto fiancheggiatore di Trump) ha dichiarato che Biden sta «intensificando inutilmente le cose a due mesi dalla fine» perché il suo team sa che «il Blob» – cioè il Deep State, la comunità permanente per la sicurezza nazionale e la politica estera negli Stati Uniti – è scontento del fatto che «non abbiano fatto abbastanza per armare l’Ucraina».

 


Nelle scorse ore è arrivata anche la prima reazione di un capo di Stato UE, il presidente lituano Gitanas Nauseda, il quale ha elogiato la decisione degli Stati Uniti di consentire all’Ucraina di effettuare attacchi a lungo raggio nel profondo del territorio russo, descrivendola come un «momento decisivo».

 

«Il giorno è arrivato!» ha scritto Nauseda, che è stato un convinto sostenitore dell’Ucraina durante il conflitto, in un post su X domenica. «L’Ucraina può ora colpire siti militari in Russia usando missili a lungo raggio».

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Vilnius sollecita da tempo la NATO ad autorizzare attacchi contro obiettivi nel profondo della Russia utilizzando armi fornite dall’Occidente, una mossa che alcuni osservatori temono possa aumentare ulteriormente le tensioni e rischiare un conflitto più ampio.

 

«Questo è un momento decisivo nella lotta contro l’aggressore Russia», ha affermato il Nauseda, aggiungendo che «la pace non può essere raggiunta attraverso la debolezza».

 

Da quando il conflitto in Ucraina si è intensificato nel 2022, la Lituania ha chiesto agli altri paesi della NATO di dare «tutto ciò che abbiamo» alle forze di Kiev. All’inizio di quest’anno, il paese baltico ha aderito a un’iniziativa sulle munizioni guidata dalla Repubblica Ceca per procurarsi proiettili di artiglieria per l’Ucraina utilizzando parte degli interessi maturati su circa 300 miliardi di dollari in asset russi congelati nell’UE.

 

A giugno, il Nauseda si è impegnato a spendere lo 0,25% del PIL della Lituania entro la fine del 2024 in aiuti militari, umanitari ed economici all’Ucraina.

 

Poche ore è stata registrata anche la reazione di Zelens’kyj, che ha accolto con favore le rivelazioni del NYT.

 

«Il piano per rafforzare l’Ucraina è il Piano per la Vittoria, che ho presentato ai nostri partner. Uno dei suoi punti chiave sono le capacità a lungo raggio del nostro esercito. Oggi, sui media si parla molto del fatto che riceviamo il permesso per le rispettive azioni», ha detto lo Zelens’kyj alla fine del suo discorso video pubblicato domenica sera.

 

«Ma gli attacchi non si fanno con le parole. Tali cose non si annunciano. I missili parleranno da soli. Di sicuro lo faranno», ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.

 

Dopo stragi a Donetsk, l’anno scorso gli USA avevano ammesso che gli ATACMS non avrebbero cambiato le sorti della guerra.

 

Come riportato da Renovatio 21, nelle scorse ore Mosca ha effettuato attacchi missilistici su vasta scala in tutto il territorio ucraino, colpendo obiettivi militari ed energetici.

 

Un articolo del Times di Londra della scorsa settimana parlava dell’«opzione nucleare ucraina».

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Geopolitica

Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

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L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.   Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.   Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.   Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».    

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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.   «Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».   La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.   Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».

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Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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La Russia ha condannato l’attacco israeliano alla capitale del Qatar, Doha, definendolo una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite, affermando che l’attacco mina gli sforzi per raggiungere un accordo pacifico tra Israele e Hamas, ha affermato mercoledì il Ministero degli Esteri di Mosca.

 

Martedì Israele ha colpito un edificio residenziale a Doha in un’operazione che ha coinvolto circa 15 aerei da guerra e almeno dieci missili. Il raid, che avrebbe causato la morte di diversi membri di Hamas, tra cui il figlio dell’alto funzionario Khalil al-Hayya, aveva come obiettivo quello di eliminare l’ala politica del gruppo, secondo le IDF.

 

Hamas ha affermato che i suoi vertici sono sopravvissuti a quello che ha definito un tentativo di assassinio dei negoziatori coinvolti nei colloqui per un accordo.

 

Il ministero degli Esteri russo ha affermato che l’attacco al Qatar, «un Paese che svolge un ruolo chiave di mediazione nei colloqui indiretti tra Hamas e Israele per porre fine alla guerra di Gaza, che dura da quasi due anni, e garantire il rilascio degli ostaggi», non può che essere visto come un tentativo di indebolire gli sforzi di pace internazionali. Mosca ha esortato tutte le parti ad agire responsabilmente e ad astenersi da azioni che potrebbero aggravare ulteriormente il conflitto.

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Mosca ha ribadito la sua posizione, chiedendo un «cessate il fuoco immediato a Gaza» e sollecitando una risoluzione globale della questione palestinese. Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che «tali metodi di lotta contro coloro che Israele considera suoi nemici e oppositori meritano la più ferma condanna».

 

Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito dei suoi sforzi di mediazione, ha affermato che tra le sei persone uccise nell’attacco c’era anche un agente di sicurezza locale.

 

Il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, ha condannato l’attacco definendolo un atto di «terrorismo di Stato» e ha avvertito che il suo Paese si riserva il diritto di rispondere. Ha accusato il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu di minare la stabilità regionale e ha affermato che l’incidente ha vanificato gli sforzi di mediazione promossi dagli Stati Uniti.

 

Israele, che incolpa Hamas per il mortale attacco dell’ottobre 2023 nel sud di Israele, ha promesso di dare la caccia ai leader del gruppo «ovunque si trovino».

 

Le autorità di Gaza affermano che gli attacchi sferrati da Israele dal 7 ottobre 2023 hanno causato la morte di almeno 64.000 persone. Gli osservatori per i diritti umani hanno accusato Israele di aver commesso un genocidio rendendo l’enclave inabitabile e peggiorando le condizioni di carestia attraverso restrizioni agli aiuti.

 

Il rapporto tra Russia e Qatar, nato negli anni ’90 da interessi energetici condivisi, è un’alleanza pragmatica tra giganti del gas, con Mosca che vede Doha come partner contro la dominanza USA nel mercato globale. Collaborano in forum come OPEC+ e BRICS+, con scambi per miliardi in LNG e armamenti.

 

Il 29 novembre 2011, l’ambasciatore russo in Qatar, Vladimir Titorenko, sarebbe stato aggredito dagli ufficiali di sicurezza e doganali dell’aeroporto del Qatar quando si è rifiutato di sottoporsi alla scansione della sua valigia in aeroporto.

 

Le relazioni si inasprirono il 7 febbraio 2012, quando, secondo quanto riferito, dopo che un diplomatico del Qatar aveva avvertito la Russia di perdere il sostegno della Lega Araba in merito all’imminente risoluzione sulla rivolta siriana, a cui Russia e Cina avevano poi posto il veto, la risposta arrivò dura dall’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin, che affermò: “Se mi parli in questo modo, oggi non ci sarà nessun Qatar” e si vantò della superiorità militare russa sul Qatar. In seguito, la Russia negò tutte queste accuse.

 

 

Il culmine si era avuto nel 2004: l’autobomba che uccise Zelimkhan Yandarbiyev, ex presidente ceceno in esilio a Doha. La Russia negò coinvolgimento, ma due agenti FSB furono arrestati; uno morì in custodia, l’altro estradato. Il Qatar condannò l’attentato come «terrorismo di Stato», sospendendo legami per mesi, ma pragmatismo prevalse: accordi energetici ripresero presto.

 

Oggi, nonostante frizioni, il sodalizio resiste, bilanciato da interessi economici.

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Geopolitica

«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

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Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.   In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.   «Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.   L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.   Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.   Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.   L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».   Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.

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