Immigrazione
Arcivescovo ungherese attacca massoneria, ideologia LGBT e Islam in ascesa in Europa
L ‘arcivescovo emerito di Veszprém Gyula Márfi si è recentemente espresso contro l’ascesa dell’ideologia LGBT, dell’Islam e del sentimento anticristiano in Europa e dell’influenza della massoneria sui leader dell’Unione Europea.
In un’intervista del mese scorso al quotidiano conservatore ungherese Magyar Jelen, il prelato ha avvertito di un attacco su più fronti contro il cristianesimo europeo da parte delle forze di sinistra all’interno dell’UE.
«Uno dei segni più eclatanti dell’anticristianesimo dell’Unione Europea», ha detto il monsignore magiaro, «è che la sua costituzione non commemorava le radici cristiane dell’Europa» dichiara il religioso.
«Scrivono di tradizioni e illuminismo greco-romano, ma non di cristianesimo», ha detto l’arcivescovo Márfi, riferendosi alla Costituzione dell’UE. «Eppure la cultura e l’arte antiche sono sopravvissute proprio grazie ai cristiani: gli scritti di Virgilio, Tacito, Omero e altri sono stati copiati dai monaci nelle profondità delle loro celle».
L’arcivescovo anche citato il feroce anticlericalismo diretto contro Benedetto XVI, che, dice, insisteva sull’importanza del cristianesimo per la civiltà europea.
Monsignor Márfi ha inoltre lamentato la cancellazione del Natale nella pubblica piazza, rilevando la crescente tendenza a sostituire la parola «Natale» con «vacanze», ricordando come la città di Bruxelles, capitale dell’UE, abbia rifiutato di montare un albero di Natale nel 2012 per paura di offendere la sua popolazione musulmana.
Più di recente, nel 2021 la Commissione europea ha dovuto affrontare aspre critiche sulle linee guida per le comunicazioni interne che suggerivano di eliminare il termine «periodo natalizio». La Commissione ha infine ritirato gli orientamenti.
Molto intenso il passaggio dell’intervista con le dichiarazioni dell’arcivescovo sulla Framassoneria, definito come un nemico di lunga data della Chiesa cattolica e come uno dei principali gruppi che lavorano per secolarizzare l’Europa.
«Lo scopo dei massoni è quello di “liberare” l’Europa dal cristianesimo», ha dichiarato il discendente degli Apostoli. «Per raggiungere questo obiettivo, sono disposti a utilizzare tutti i mezzi, approfittando della loro forza di lobbying per infiltrarsi nei leader dell’Unione».
Come ricorda Lifesitenews, lo stesso ex presidente francese Valéry Giscard d’Estaing, che aveva presieduto la stesura della Costituzione europea, era considerato vicino alla massoneria.
L’arcivescovo emerito ha quindi indicato nella migrazione di massa dei musulmani uno dei mezzi principali per indebolire la cultura cristiana dell’Europa.
«Secondo me, anche i musulmani sono chiamati a far uscire Cristo e il cristianesimo dall’Europa», ha detto a Magyar Jelen. «Oggi massoni e musulmani si uniscono per far sparire il cristianesimo dall’Europa(…) Era praticamente lo stesso dell’era del Salvatore, quando gli scribi e i farisei lavorarono con il loro mortale nemico, Ponzio Pilato, per togliere di mezzo Gesù».
«In una società multiculturale e mista», ha continuato, «l’individuo perde la sua identità, il senso dell’identità, la cultura, la fede, la lingua, praticamente tutto», rendendo le persone più facili da manipolare per le potenti multinazionali «che vogliono trasformare l’intera Terra in una grande fattoria collettiva, dove non ci sono identità etniche, nazionali e religiose, solo lavoratori obbedienti e consumatori fabbricati secondo gli standard.
Ma i liberali europei «alla fine si rovineranno» abbracciando la migrazione musulmana su larga scala, ha detto, poiché «l’Islam non accetterà mai i loro principi liberali».
L’arcivescovo Márfi è stato a lungo un critico esplicito delle politiche di immigrazione di sinistra, mettendolo in contrasto con papa Francesco, che ha fatto dell’adesione alla migrazione senza restrizioni un tema centrale del suo pontificato.
«Il Santo Padre ha chiesto ad ogni parrocchia di accogliere una famiglia siriana rifugiata. Ebbene, molte parrocchie non possono sostenersi senza un aiuto esterno», notava il presule ungherese nel 2015.
«I leader delle masse musulmane possono vedere chiaramente che la situazione è matura per occupare il continente apostata», aveva avvertito.
Immigrazione
Il 72% dei condannati per crimini di gruppo in Danimarca ha origini non occidentali
Un rapporto governativo danese ha evidenziato che circa il 72% delle persone condannate in Danimarca ai sensi della «sezione gang» sono immigrati o discendenti di origine non occidentale.
I dati, resi pubblici dal ministero della Giustizia di Copenhagen in risposta a un’interrogazione della deputata conservatrice Mai Mercado, rivelano che tra il 2018 e il 2025, 213 individui sono stati condannati ai sensi dell’articolo 81a del Codice penale, una norma che permette ai tribunali di raddoppiare le pene per reati che rischiano di alimentare la violenza tra bande.
Basandosi sui dati di Statistics Denmark e del Procuratore Generale, Remix News scrive che 54 condannati erano di origine danese, 36 erano immigrati da paesi non occidentali e 117 erano discendenti di immigrati non occidentali. Questo indica che il 72% delle condanne per reati legati alle gang riguarda persone con radici non occidentali.
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Le statistiche, riportate inizialmente da Berlingske, hanno sorpreso Frederik Bloch Münster, portavoce conservatore per l’immigrazione, che ha definito la percentuale «notevolmente alta».
Lars Højsgaard Andersen, ricercatore della Rockwool Foundation, ha osservato che Paesi come Iraq, Turchia, Somalia e Libano emergono con chiarezza nelle statistiche, suggerendo che atteggiamenti culturali verso la legge e l’autorità possano influire.
Significativamente, solo il 15% della popolazione danese è composto da stranieri o persone con background straniero, rendendo ancora più rilevante il fatto che il 72% dei condannati per reati di gang abbia un’origine migratoria.
Secondo Statistics Denmark, il Libano è il Paese di origine più frequente tra i condannati per reati di gang, con 35 casi, seguito da Somalia (29), Iraq (23) e Turchia (17).
Il primo ministro Mette Frederiksen ha più volte indicato l’immigrazione incontrollata come la «minaccia più grande» per la Danimarca. A maggio, ha dichiarato: «Se arrivano troppe persone che commettono crimini, non rispettano i valori democratici e mettono a rischio la nostra società aperta e fiduciosa, questo rappresenta il pericolo maggiore».
I dati emergono mentre il Partito Popolare Danese (DF) promuove uno dei programmi sull’immigrazione più rigidi d’Europa in vista delle elezioni generali del prossimo anno. Nel suo ultimo manifesto, il DF propone rimpatri di massa, revisioni delle cittadinanze e divieti di pratiche islamiche, sostenendo che l’immigrazione di massa dal Medio Oriente e dal Nord Africa abbia portato «criminalità, società parallele e cambiamenti culturali».
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Il partito avverte che l’immigrazione da Paesi come Turchia, Siria, Iraq, Libano, Pakistan, Afghanistan e Somalia ha causato «il più grande cambiamento demografico nella storia danese» e insiste affinché «le condizioni mediorientali siano ridimensionate per permettere a tutti nel paese di sentirsi a casa».
A differenza di paesi come Germania e Francia, la Danimarca raccoglie dati sulla criminalità legati al background migratorio. Questi dati consentono di monitorare meglio gli sforzi di integrazione di chi ha ottenuto la cittadinanza danese ma ha genitori stranieri.
I risultati sono sorprendenti: i migranti di seconda generazione presentano tassi di criminalità più elevati rispetto a quelli di prima generazione, che già superano di gran lunga quelli dei danesi etnici.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate era emerso un rapporto del governo tedesco che rivelava tassi di criminalità astronomici tra i giovani stranieri rispetto ai giovani autoctoni.
Nel frattempo, in Francia è stata proposto un emendamento per censurare gli articoli sui crimini degli immigrati. In Italia i discorsi sulla stampa sugli immigrati da diversi anni sono limitati dalla Carta di Roma, il «Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti» oggi parte integrante del «Testo unico dei doveri del giornalista», e implementata sugli iscritti all’Ordine dei Giornalisti con corsi deontologici obbligatori.
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Immigrazione
La Svizzera vieta agli stranieri di fare avanti e indietro dai loro Paesi
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Immigrazione
Dublino ancora in rivolta dopo che un immigrato è stato accusato di aver violentato una bambina di dieci anni
Martedì è scoppiata una rivolta fuori da un centro per immigrati in un sobborgo di Dublino, scatenata dal presunto stupro di una bambina di dieci anni.
Sebbene le autorità non abbiano rivelato l’identità del sospettato, l’Irish Times ha riferito che si tratta di un richiedente asilo respinto, arrivato da un paese africano circa sei anni fa. Diverse migliaia di manifestanti si sono radunati a Saggart, dove alcuni hanno lanciato proiettili contro gli agenti, sparato fuochi d’artificio e dato fuoco ad almeno un furgone della polizia. La polizia ha schierato rinforzi e un cannone ad acqua per contenere i disordini.
Secondo la Child and Family Agency (TUSLA), l’aggressione è avvenuta nel fine settimana nei pressi dell’ex Citywest Hotel, trasformato in un rifugio permanente per migranti. La vittima, che era sotto tutela statale, è stata aggredita dopo essere «fuggita dal personale durante una gita ricreativa programmata con il personale nel centro città», ha dichiarato l’agenzia.
The racists who are attacking Gardai tonight in Dublin are once again disgracing themselves.#Dublin #citywest pic.twitter.com/SCx1LVn8NH
— SaddamShah (@SaddaM_Shah92) October 21, 2025
🚨BREAKING: Garda vehicles were torched amid violent clashes between Garda protecting the migrant centre and local residents in Citywest, Dublin, Ireland. pic.twitter.com/gMIl2UqRdx
— World Source News (@Worldsource24) October 21, 2025
🔥 Dublin Erupts, Thousands Rage Outside Citywest Hotel, Chanting “GET THEM OUT!”
After a 10yo girl who was in Tusla care dissappears and brutally assaulted (r@ped) by a already deported predator, housed in the city west hotel nearby!
Fireworks fly, Garda vans burn, her… pic.twitter.com/AGsxxyhXZv
— KiiNGZ Bronson (@KiingzB) October 21, 2025
In Dublin, police cars are on fire outside a hotel housing fake asylum seekers. The Irish aren’t joking. pic.twitter.com/Y537TkG47B
— RadioGenoa (@RadioGenoa) October 21, 2025
Irish patriots on horseback with screams of “this is OUR land” as thousands hit the streets of Dublin following a sex attack on a 10yr old child by an invader!
pic.twitter.com/1gx65QYMpo— Tommy Robinson 🇬🇧 (@TRobinsonNewEra) October 21, 2025
“Shame on you, dirty f**n bastards. She was 10 years old!”: Chaotic scenes erupt outside a Dublin migrant housing facility tonight, after an African migrant in his twenties was accused of raping a 10 year old child. pic.twitter.com/m7raI7AxSW
— Rebel News (@RebelNewsOnline) October 21, 2025
Chants of “get them out” as thousands hit the CityWest hotel in Dublin.
An illegal immigrant, who was supposed to be deported in March, sexually attacked a 10yr old girl!
pic.twitter.com/2zF4h0MQwP— Tommy Robinson 🇬🇧 (@TRobinsonNewEra) October 21, 2025
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La TUSLA ha aggiunto che la vittima era stata affidata alle sue cure all’inizio di quest’anno a causa di «gravi problemi comportamentali». La polizia ha dichiarato che il sospettato è stato fermato per essere interrogato. Gli agenti hanno 24 ore di tempo per incriminarlo o rilasciarlo.
Il Taoiseach (Primo Ministro) Micheal Martin ha affermato che le autorità hanno deluso la vittima. «È dovere fondamentale dello Stato proteggere i figli dello Stato e, indipendentemente dalla complessità o dalla gravità di ogni caso, tale dovere deve essere adempiuto», ha dichiarato. Il vice primo ministro Simon Harris ha definito il caso «orribile», ma ha esortato l’opinione pubblica alla moderazione.
«È importante che abbiamo l’opportunità di stabilire i fatti e che anche le agenzie abbiano l’opportunità di presentarli», ha affermato. Il ministro della Giustizia Jim O’Callaghan ha condannato gli attacchi alla polizia, affermando: «La protesta pacifica è un pilastro della nostra democrazia. La violenza non lo è».
Le proteste anti-immigrati in Irlanda, Paese dove interi paesini sono stati soppiantati dall’invasione programmatica di stranieri, continuano da mesi, coinvolgendo anche l’Irlanda del Nord. Un attacco con coltello al grido «Allah akbar» si è avuto a Dublino anche tre mesi fa.
Il caso scatenante si registrò nel novembre 2023 quando nella capitale un immigrato aveva accoltellato una donna e dei bambini. Seguirono rivolte massive e violente.
Come riportato da Renovatio 21, l’episodio aveva portato alla possibilità che il lottatore MMA Conor McGregor, critico vocale della situazione, venisse attaccato con un’indagine delle autorità per discorso d’odio. Lui ha risposto ventilando la possibilità di candidarsi a Taoiseach, cioè primo ministro del Paese.
Immagine screenshot da Twitter
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