Politica
Appello per l’abbandono del voto elettronico
I problemi tecnici con le macchine per il voto nella contea di Maricopa in Arizona martedì hanno spinto Donald Trump ad intervenire direttamente con un video e a scrivere sulla sua piattaforma Truth Social: «Ci risiamo?»
Dopo le elezioni presidenziali del 2020, Trump e il suo team avevano affermato che il voto elettronico era stato parte del processo per truccare le elezioni a favore del suo rivale democratico, Joe Biden.
Ora a fare un appello diretto contro il voto elettronico è stato Tucker Carlson, il più popolare giornalista della TV via cavo USA.
Il Carlson è arrivato a dire che «non siamo davvero molto seri riguardo alla democrazia se utilizziamo macchine per il voto elettronico o se non richiediamo un documento d’identità con foto per votare».
Come riportato da Renovatio 21, circa un’ora dopo l’inizio delle votazioni, alcuni dei 223 siti di voto della contea di Maricopa hanno iniziato a riscontrare problemi tecnici con le macchine di voto. Secondo varie stime, tra il 10 e il 30 percento delle macchine elettroniche per la tabulazione dei voti nella contea a un certo punto non funzionavano fino a quando i tecnici non hanno risolto il problema.
«Avremo questi momenti in cui tutti nel paese temono la volatilità perché una parte non crede che il risultato sia reale. Lo vediamo da entrambe le parti», ha detto Carlson nel suo programma. «Non è solo, sai, “la pazza destra”.’ È che tutti stanno perdendo fiducia nel sistema stesso. Quindi spero che ne venga fuori una cosa, e spero che sia bipartisan: niente macchine per il voto elettronico. Richiedi un documento d’identità e poi possiamo dire che è fatta».
Incidenti con le macchine elettorali, «scuotono la fiducia delle persone nel sistema».
Gli attuali malfunzionamenti del sistema di voto elettronico sono stati immediatamente colti dall’ex presidente Donald Trump, che ha scritto sulla sua piattaforma Truth Social: «Dall’Arizona arrivano rapporti secondo cui le macchine per il voto non funzionano correttamente in aree prevalentemente repubblicane / conservatrici. Ci risiamo? La gente non lo tollererà!!»
Subito dopo le elezioni del 2020 Trump e la sua campagna avevano accusato l’uso massiccio di frodi elettorali da parte dei Democratici in diversi stati, parlando della cancellazione di 2,7 milioni di voti che avrebbe ricevuto. L’ex presidente repubblicano aveva anche affermato che la vittoria gli era stata «rubata» tramite manipolazioni che coinvolgevano schede elettorali per corrispondenza in stati chiave come Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.
Tuttavia, nonostante una pletora di irregolarità manifestate durante il processo elettorale nel 2020, tutti gli sforzi per fornire prove solide sono falliti e Trump e il suo team legale non sono riusciti a vincere alcuna causa a sostegno delle accuse nei tribunali.
Come riportato da Renovatio 21, la candidata al ruolo di governatore dell’Arizona Kari Lake ha espresso l’aperta volontà, se eletta, di riaprire la questione del conteggio elettorale 2020. L’Arizona e in particolare la provincia di Maricopa, per coincidenza, è proprio il luogo interessato dai malfunzionamenti del sistema di voto elettronico.
Immagine screenshot da Twitter
Bioetica
Biden fa il segno della croce durante una manifestazione a sostegno dell’aborto
Il presidente americano Joe Biden, ad un evento politico in Florida, si è fatto il segno della croce quando la signora con lui sul palco, la presidente del Partito Democratico della Florida, si è espressa a favore dell’aborto. Lo riporta Modernity News.
La vicenda ha generato sconvolto tra la comunità cristiana internazionale.
La candidata governativa fallita Nikki Fried stava sollecitando la rielezione di Biden quando ha fatto commenti su Ron DeSantis e Donald Trump che spingevano per maggiori restrizioni sull’aborto.
La prossima settimana in Florida entrerà in vigore un divieto di aborto di sei settimane, e questo sarebbe uno dei motivi per cui Biden si è fermato nello Stato. La Fried aveva dichiarato la scorsa settimana che Biden sa che deve trascorrere del tempo in Florida per dimostrare quanto le cose siano diventate «estreme» sotto DeSantis. «Capisci che se dobbiamo combattere contro l’estremismo dei repubblicani MAGA, devi venire al ventre della bestia».
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Mentre Biden era al suo fianco, la Fried ha dichiarato che «Ron DeSantis sentiva di dover candidarsi alla presidenza, quindi quindici settimane non erano sufficienti, dovevamo arrivare a sei settimane», sottolineando la sua opposizione alla legge sull’aborto.
È a questo punto che Biden, sulla carta secondo presidente «cattolico» della storia USA (e forse l’unico, che nonostante gli acciacchi, porterà al termine mandato: il primo è stato JFK e sappiamo come è andata a finire) si è fatto il segno della croce.
Joe Biden made the sign of the cross as the chair of the Florida Democratic Party spoke in favour of abortion yesterday. Apparently he was so horrified at the notion of Ron DeSantis limiting abortions to six weeks that he had to bless himself. Report: https://t.co/m4sOjcWTtI pic.twitter.com/HZ8pC81GCx
— m o d e r n i t y (@ModernityNews) April 24, 2024
La reazione della rete è stata immediata, con commenti che davano del «vile» al vegliardo del Delaware. «Biden, l’autodefinito “cattolico devoto”, fa il segno della croce a sostegno del desiderio di questa donna di uccidere i bambini fino ai 3 mesi di gravidanza» scrive Buck Sexton. «Totalmente malvagio e sacrilego» ha twittato LifeNews. «Davvero da vomitare. Disgustoso. Insulto. Blasfemo» hanno scritto ancora su Twitter. Ancora: «Joe Biden si fa il segno della croce mentre promuove l’aborto! Questo è il male!».
Il fatto è avvenuto a pochi giorni dalla sostituzione della Pasqua della Casa Bianca con la giornata mondiale di visibilità trans.
La Fried, già Commissario per l’Agricoltura della Florida, grande sostenitrice dell’aborto, è anche esplicita riguardo alla sua pratica del giudaismo. Mentre era al liceo, partecipava al B’nai B’rith, la famigerata organizzazione ebraica. La donna ha preso anche attivamente in considerazione l’idea di fare aliya – cioè di andare a vivere in Israele –e di unirsi alle forze di difesa israeliane.
Dopo la sua elezione a commissario per l’agricoltura, Fried ha prestato giuramento utilizzando la prima Bibbia ebraica pubblicata negli Stati Uniti.
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Politica
Elezioni USA 2020, un elettore per corrispondenza su cinque ha ammesso la presenza di frode elettorale: sondaggio
About one in five mail-in ballots in the last election was fraudulent, handing Biden the presidency. We know this because the people who committed the fraud have admitted it in a new poll. pic.twitter.com/fxHL9hT4sw
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) April 26, 2024
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Politica
Mai così tanti deputati cattolici a Seoul: 80 su 300 nel nuovo Parlamento
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Il numero maggiore nel Partito Democratico uscito vincitore dal voto del 10 aprile. Nel Paese i cattolici sono l’11,3% della popolazione. I vescovi avevano esortato i laici a non trascurare le proprie responsabilità rispetto alla cura del bene comune. Un tema emerso anche nelle commemorazioni del decennale della strage del traghetto Sewol rimasta senza colpevoli.
La nuova Assemblea nazionale di Seoul – che si insedierà il prossimo 30 maggio – avrà ben 80 cattolici su un totale di 300 deputati. È il risultato del voto del 10 aprile che ha segnato l’affermazione del Partito Democratico, con la sconfitta del Partito del Potere Popolare del presidente Yoon Suk-yeol.
Si tratta della quota più alta di deputati cattolici mai registrata nel parlamento di Seoul, più del doppio rispetto all’11,3% che secondo i dati diffusi dall’ufficio statistico della Chiesa coreana è la percentuale dei cattolici oggi tra i 52,62 milioni di abitanti.
Va peraltro ricordato che la Corea del Sud ha già avuto nella sua storia anche due presidenti cattolici: Kim Dae-jung tra il 1998 e il 2003 e Moon Jae-in tra il 2017 e il 2022. Tra i cattolici che siederanno nel nuovo parlamento 16 sono stati eletti tra i conservatori del Partito del Potere Popolare, 53 nel Partito Democratico e 11 nel Nuovo Partito Riformista.
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Prima del voto la Conferenza Episcopale Cattolica della Corea aveva inviato a tutti partiti un questionario di 43 domande chiedendo loro di esprimersi sulle principali questioni dell’agenda politica del Paese. Diffondendo le risposte ricevute lo scorso 28 marzo i vescovi avevano ricordato che «la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che i laici non dovrebbero mai rifiutarsi di partecipare alla politica, ma sono chiamati a promuovere in maniera organizzata e nelle istituzioni il bene comune in tenti settori: economico, sociale, legislativo, amministrativo, culturale e altro».
Un’occasione per ricordare che cosa questo significhi è stata anche la recente commemorazione delle vittime del disastro del traghetto Sewol che nel 2014 costò la vita ad oltre 300 persone. In questa occasione i vescovi sudcoreani hanno esortato il governo a porre la vita e la sicurezza dei cittadini coreani come «priorità assoluta», al fine di evitare tragedie come il disastro del traghetto Sewol del 2014, che ha ucciso oltre trecento persone.
«Questo ricordo non può e non deve finire finché non sarà attuata una riforma fondamentale» che affronti davvero le cause della tragedia, hanno dichiarato in una dichiarazione congiunta pubblicata durante una Messa commemorativa tenutasi nella cattedrale di Sanjeong-dong dell’arcidiocesi di Gwangju il 15 aprile.
Come ha ricordato infatti lo stesso governatore della provincia di Gyeonggi Kim Dong-yeon in un’altra commemorazione tenuta allo Hwarang Public Garden di Ansan, nessun funzionario di alto livello sia stato ritenuto responsabile del fallimento della risposta al disastro: «gli alti funzionari hanno preferito insabbiare la verità. Purtroppo la nostra realtà non è cambiata rispetto a 10 anni fa».
Alla commemorazione di Ansan del 16 aprile hanno partecipato anche alti funzionari del PPP al governo e del DP all’opposizione, tra cui il leader del partito al governo Yun Jae-ok e il leader dell’opposizione Hong Ihk-pyo, oltre a leader e funzionari dei partiti minori di opposizione in Corea del Sud.
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Immagine di Dmthoth via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
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