Geopolitica
Ancora video allucinanti dall’Afghanistan
Continuano a fioccare in rete video incredibili sul caos in Afghanistan.
È emerso poche ore fa un video girato presumibilmente da un soldato USA in un blindato MRAP che mostra elicotteri d’attacco Apache AH-64 venir utilizzati dalle forze statunitensi e per liberare la pista per gli aerei cargo C-17 che evacuano gli afgani mentre i talebani si avvicinavano alla zona.
Nel frattempo pare sia scoppiata una rivolta anti-talabana nella città di Jalalabad, al confine con il Pakistan. Anche Khost e Asadabad avrebbero visto tumulti. I combattenti talebani hanno represso con la violenza la prima protesta contro il loro potere appena installatosi.
A Jalalabad; i manifestanti hanno tolto la bandiera dei talebani e l’hanno sostituita con la bandiera della Repubblica afgana. I combattenti talebani hanno risposto sparando sulla folla. Almeno due sono stati uccisi e quasi una dozzina sono rimasti feriti dagli spari.
Residents in Jalalabad took down the Taliban flag and replaced it with red, black and green flag. pic.twitter.com/AEQA8gjG3u
— BILAL SARWARY (@bsarwary) August 18, 2021
Taliban soldiers did fire to disperse the crowds in Jalalabad city. There are repairs or injuries. pic.twitter.com/8ABTmuaind
— BILAL SARWARY (@bsarwary) August 18, 2021
La violenza dei talebani «si è scontrata con l’immagine di benevola tolleranza che i talebani hanno tentato di proiettare da quando hanno conquistato la capitale afghana domenica», ha scritto il Wall Street Journal.
This is Asadabad , city the capital of Kunar province. pic.twitter.com/HSohtXK00h
— BILAL SARWARY (@bsarwary) August 18, 2021
Emergono altresì video di violenza, incluso uno che mostra i talebani che arrestano cittadini presi dalle loro case, qualcosa che avevano promesso non avrebbero fatto.
Nel video è possibile vedere un talebano che punta su un uomo al muro un missile RPG
To those who believe what Taliban spokesman Zabihullah Mujahid claimed yesterday about respecting human rights watch this is happened on Wednesday August 17. They are attacking people’s homes and arresting them.Many people in Afghanistan who worked for government live in fear now pic.twitter.com/qT5AQ3wDJm
— Masih Alinejad ????️ (@AlinejadMasih) August 18, 2021
Sono in arrivo 7.000 soldati americani promessi da Biden, e altri Paesi NATO dovrebbero inviare qualche centinaio di uomini.
I voli civili e militari sarebbero ripresim e 700 persone sarebbero state trasferite a Nuova York nelle ultime 24 ore.
Nel frattempo l’informazione di regime compie capolavori mai visti. Un’inviata della CNN (quella che in 24 ore è passata dalla folta chioma TV all’hijab) dice che la folla talebana che canta «Morte all’America» in realtà «sembra amichevole».
CNN reporter outside Kabul embassy:
“They’re just chanting ‘Death to America’ but they seem friendly at the same time.”
pic.twitter.com/xiaj1GjcKJ— Daily Caller (@DailyCaller) August 16, 2021
Come nota unn utente Twitter: «Il 6 gennaio è stata una “insurrezione”. Ieri a Kabul c’è stato un “trasferimento di potere”. La CNN oggi ha affermato che le persone che cantavano “morte all’America” sembravano “amichevoli”».
Il tutto mentre il portavoce dei talibani comunica su Twitter, mentre il Presidente Trump è bannato a vita dai social.
Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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Geopolitica
Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump rappresenta l’unico leader occidentale in grado di cogliere le vere motivazioni alla base del conflitto ucraino.
Parlando mercoledì al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Lavrov ha spiegato che, mentre gli Stati Uniti manifestano una «crescente impazienza» verso il percorso diplomatico mirato a cessare le ostilità, Trump è tra i pochissimi esponenti occidentali a comprendere le dinamiche che hanno originato la crisi.
«Il presidente Trump… è l’unico tra tutti i leader occidentali che, subito dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno, ha iniziato a dimostrare di aver compreso le ragioni per cui la guerra in Ucraina era stata inevitabile», ha dichiarato.
Lavrov ha proseguito sottolineando che Trump possiede una «chiara comprensione» delle dinamiche che hanno forgiato le politiche ostili nei confronti della Russia da parte dell’Occidente e dell’ex presidente statunitense Joe Biden, strategie che, a suo dire, «erano state coltivate per molti anni».
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Il ministro ha indicato che «si sta avvicinando il culmine dell’intera saga» ucraina, affermando che Trump ha sostanzialmente ammesso che «le cause profonde identificate dalla Russia devono essere eliminate».
Il vertice della diplomazia russa ha menzionato in modo specifico le storiche riserve di Mosca sull’aspirazione ucraina all’adesione alla NATO e la persistente violazione dei diritti della popolazione locale.
Lavrov ha poi precisato che Trump resta «l’unico leader occidentale a cui stanno a cuore i diritti umani in questa situazione», contrapposto ai governi dell’UE che, secondo Mosca, evadono il tema. Ha svelato che la roadmap statunitense per un’intesa includeva esplicitamente la tutela dei diritti delle minoranze etniche e delle libertà religiose in Ucraina, «in linea con gli obblighi internazionali».
Tuttavia, sempre secondo Lavrov, tali clausole sono state indebolite nel momento in cui il documento è stato sottoposto all’UE: il testo è stato modificato per indicare che l’Ucraina dovrebbe attenersi agli standard «adottati nell’Unione Europea».
Da tempo Mosca denuncia la soppressione della lingua e della cultura russa da parte di Kiev, oltre ai sforzi per limitare i diritti delle altre minoranze nazionali, e al contempo accusa i leader ucraini di fomentare apertamente il neonazismo nel paese.
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Immagine dell’Ufficio stampa della Duma di Stato della Federazione Russa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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