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Intelligenza Artificiale

A Davos si è discusso di di Intelligenza Artificiale per creare rapidamente nuovi vaccini

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

L’incontro annuale del World Economic Forum si è concluso questa settimana con richieste di identità digitali, rapido sviluppo di nuovi vaccini, maggiori collaborazioni con media aziendali come il New York Times e una diffusa accettazione e proliferazione dell’intelligenza artificiale in tutti i settori della società. compresa la sanità e l’istruzione.

 

La minaccia di una nuova pandemia e la cosiddetta «disinformazione». Il futuro della democrazia. L’impatto futuro dell’intelligenza artificiale (AI) nella società. L’«agenda verde».

 

Sono solo alcuni dei temi all’ordine del giorno del meeting annuale del World Economic Forum (WEF) che si è concluso a Davos, in Svizzera.

 

Alcuni dei punti salienti dell’incontro di quest’anno includevano avvertimenti su come una «malattia X» ancora sconosciuta potrebbe causare la prossima pandemia, discussioni su come l’Intelligenza Artificiale potrebbe portare al rapido sviluppo di nuovi vaccini e discorsi su come l’intelligenza artificiale potrebbe cadere vittima di – o filtrare – la cosiddetta «misinformazione» e «disinformazione».

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«Non vogliamo aspettare un anno prima di avere il vaccino»

Gli avvertimenti sono stati accompagnati da prospettive più ottimistiche – dal punto di vista dei partecipanti all’incontro – sul ruolo che l’Intelligenza Artificiale potrebbe svolgere nell’affrontare future pandemie, ad esempio attraverso il rapido sviluppo di nuovi vaccini.

 

Jeremy Hunt, il cancelliere dello Scacchiere del Regno Unito, ha dichiarato durante una tavola rotonda alla quale ha partecipato il CEO di Pfizer Albert Bourla che «quando avremo la prossima pandemia, non vogliamo dover aspettare un anno prima di ottenere il vaccino».

 

«Se l’intelligenza artificiale riuscisse a ridurre il tempo necessario per ottenere il vaccino a un mese, allora si tratterebbe di un enorme passo avanti per l’umanità», ha affermato Hunt.

 

 

Id digitale «molto necessario» per tracciare i non vaccinati

Durante un altro dibattito, la regina Máxima dei Paesi Bassi ha affermato che l’identità digitale è «molto necessaria» per la fornitura di una serie di servizi pubblici – e ha suggerito che può essere utilizzata per tracciare i non vaccinati.

 

L’identità digitale «è molto necessaria per i servizi finanziari, ma non solo. È positivo anche per l’iscrizione scolastica, è positivo anche per la salute – chi ha effettivamente ricevuto o meno la vaccinazione», ha affermato.

 

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Bourla ha approfondito le possibilità che vede per l’intelligenza artificiale nel campo dell’assistenza sanitaria.

 

Rispondendo a una domanda del giornalista della CNN Fareed Zakaria, Bourla ha detto: «il nostro compito è fare scoperte che cambino la vita dei pazienti. Con l’intelligenza artificiale, posso farlo più velocemente e meglio».

 

Un esempio identificato da Bourla è stato il ruolo svolto dall’Intelligenza Artificiale nello sviluppo di Paxlovid, un farmaco orale da prescrizione commercializzato come trattamento per il COVID-19.

 

«È stato sviluppato in quattro mesi», ha detto Bourla, mentre lo sviluppo di un farmaco del genere «di solito richiede quattro anni». Ha detto che l’Intelligenza Artificiale ha contribuito a ridurre significativamente la quantità di tempo necessaria per il processo di «scoperta di farmaci», in cui «si sintetizzi davvero milioni di molecole e poi provi a scoprire al loro interno quale funziona».

 

Ha attribuito a questa svolta il salvataggio di «milioni di vite».

 

«Credo davvero che stiamo per entrare in un rinascimento scientifico nelle scienze della vita grazie a questa coesistenza di progressi nella tecnologia e nella biologia», ha detto Bourla. «L’Intelligenza Artificiale è uno strumento molto potente. Nelle mani di persone cattive [esso] può fare cose cattive per il mondo, ma nelle mani di persone buone [esso] può fare grandi cose per il mondo».

 

Durante la tavola rotonda «Prepararsi per la malattia X», il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha avvertito che il mondo deve prepararsi per una futura pandemia, che potrebbe essere causata da una «malattia X» ancora sconosciuta.

 

I relatori hanno avvertito che la «Malattia X» – che è inclusa nell’elenco delle «malattie prioritarie» dell’OMS – potrebbe «provocare 20 volte più morti della pandemia di coronavirus».

 

 

Oltre alla «Malattia X», Tedros e altri partecipanti al panel hanno discusso anche della necessità di un «accordo sulla pandemia» e dell’urgenza di vederlo approvato all’Assemblea Mondiale della Sanità di quest’anno, che si terrà tra il 27 maggio e il 1 giugno a Ginevra.

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«Avremo medici digitali, persone digitali»

Durante il panel «La tecnologia in un mondo turbolento», i relatori hanno offerto previsioni su altri modi in cui è probabile che l’intelligenza artificiale venga integrata nella vita delle persone.

 

Marc Benioff, presidente e amministratore delegato di Salesforce, ha affermato che, sebbene «l’Intelligenza Artificiale non sia realmente a un punto in cui stiamo sostituendo gli esseri umani, è davvero a un punto in cui li stiamo potenziando».

 

Ha citato, come esempi ipotetici, la possibilità che i partecipanti al WEF possano chiedere a un’applicazione di intelligenza artificiale come ChatGPT «quali sono alcune buone domande che potrei porre» durante il loro panel, o che i radiologi possano usare l’Intelligenza Artificiale «per aiutare a leggere la mia TAC nella mia risonanza magnetica».

 

«Stiamo per arrivare a quella svolta in cui diremo “wow, è quasi come se fosse una persona digitale”», ha detto Benioff. Tuttavia, riflettendo il tema dell’incontro del WEF di quest’anno – «Ricostruire la fiducia» – ha aggiunto: «quando arriveremo a quel punto, ci chiederemo: “ci fidiamo?”»

 

«Avremo medici digitali, persone digitali, queste persone digitali si uniranno e ci dovrà essere un livello di fiducia», ha detto Benioff.

 

Allo stesso modo, Sam Altman, CEO di OpenAI – che mantiene una partnership con Microsoft – ha affermato che l’intelligenza artificiale aiuterà «il lavoro di tutti… a operare a un livello di astrazione un po’ più elevato».

 

«Avremo tutti accesso a molte più capacità e continueremo a prendere decisioni. Nel corso del tempo potrebbero tendere maggiormente verso la cura, ma prenderemo decisioni su cosa dovrebbe accadere nel mondo», ha affermato.

 

Anche Julie Sweet, presidente e CEO di Accenture, ha espresso ottimismo sul ruolo futuro dell’Intelligenza Artificiale, affermando che l’Intelligenza Artificiale «migliorerà enormemente i servizi sociali».

 

Per costruire «fiducia», Benioff ha chiesto una maggiore regolamentazione, alludendo all’ecosistema dei social media e alla «disinformazione» su tali piattaforme.

 

«Dobbiamo rivolgerci anche a questi regolatori e dire: “ehi, se guardate ai social media negli ultimi dieci anni, è stato uno spettacolo dannatamente schifoso”. È piuttosto brutto. Non lo vogliamo nel nostro settore dell’Intelligenza Artificiale. Vogliamo avere una buona e sana partnership con questi moderatori e con questi regolatori».

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Altman ha suggerito che un modo per sviluppare tali «partnership» è addestrare l’intelligenza artificiale a individuare e identificare informazioni da determinate fonti preferite.

 

«Ciò che vogliamo fare con i proprietari di contenuti, come il New York Times e gli accordi che abbiamo stretto con molti altri editori, e faremo di più nel tempo, è quando un utente dice: “Ehi, ChatGPT, cosa è successo a Davos oggi?”, vorremmo visualizzare contenuti, creare collegamenti, mostrare marchi di luoghi come il New York Times o il Wall Street Journal o qualsiasi altra grande pubblicazione e dire: “Ecco cosa è successo oggi. Ecco queste informazioni in tempo reale”» ha dichiarato.

 

Bourla ha anche chiesto una maggiore regolamentazione dell’intelligenza artificiale, affermando che, pur essendo «certo in questo momento che i benefici superano chiaramente i rischi», ritiene che «abbiamo bisogno di una regolamentazione in questo momento».

 

Hunt, tuttavia, ha affermato che una regolamentazione minima è l’approccio migliore in questo momento.

 

«Penso che dobbiamo essere leggeri perché… è una fase davvero emergente. Puoi uccidere la gallina dalle uova d’oro prima che abbia la possibilità di crescere», ha detto.

 

L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere utilizzata per educare gli studenti sulla «disinformazione»

I leader del WEF hanno affrontato anche il ruolo futuro dell’Intelligenza Artificiale nell’istruzione, in particolare durante il panel «L’istruzione incontra l’intelligenza artificiale».

 

 

Secondo Forbes, i relatori, tra cui funzionari governativi della Slovenia e degli Emirati Arabi Uniti, hanno suggerito che l’Intelligenza Artificiale fornirà «nuove opportunità per l’apprendimento e il tutoraggio profondamente personalizzati».

 

Ahmad bin Abdullah Humaid Belhoul Al Falasi, ministro dell’Istruzione degli Emirati Arabi Uniti, ha definito questo «tutoraggio democratico», suggerendo che l’Intelligenza Artificiale fornirebbe un tutoraggio «scalabile» «disponibile a tutti» al di fuori della classe, che integrerà l’insegnamento in classe e che «lascia la parte più difficile – le competenze trasversali – agli insegnanti».

 

Nzinga Qunta, conduttrice della South African Broadcasting Corporation, ha suggerito che tale tutoraggio non sarebbe limitato in termini di età o spazio fisico.

 

I relatori hanno anche rassicurato sul fatto che l’Intelligenza Artificiale non porterà all’eliminazione dei posti di lavoro umani, ma hanno suggerito che le persone non perderanno il lavoro a causa dell’Intelligenza Artificiale «ma a causa di persone che sanno come usare l’Intelligenza Artificiale», ha riferito Forbes.

 

Durante la discussione è stato evidenziato anche il «rischio di cattiva informazione» e i relatori hanno suggerito che il “pensiero critico” può consentire agli studenti di identificare i rischi «pericolosi» di «misinformazione» e «disinformazione».

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La «disinformazione» può portare a «disordini civili»

La «disinformazione» ha infatti avuto un posto di rilievo all’ordine del giorno dell’incontro del WEF di quest’anno. Il Global Risks Report del WEF, pubblicato il 10 gennaio, ha definito la «misinformazione» e la «disinformazione» derivate dall’Intelligenza Artificiale come il rischio principale che il mondo dovrà affrontare nei prossimi due anni e il quinto rischio più alto nel prossimo decennio.

 

Secondo il rapporto, nei prossimi due anni «attori nazionali e stranieri sfrutteranno la disinformazione e la disinformazione per ampliare le divisioni sociali e politiche» nei prossimi due anni, ponendo un rischio per le elezioni in paesi come Stati Uniti, Regno Unito e India e un rischio di «conflitti civili» e «disordini» in tutto il mondo.

 

«Inoltre, le false informazioni e la polarizzazione sociale sono intrinsecamente intrecciate, con il potenziale per amplificarsi a vicenda», secondo Saadia Zahidi, direttore generale del WEF, per cui sono necessari «innovazione e processi decisionali affidabili». Tuttavia, ha affermato che ciò «è possibile solo in un mondo allineato ai fatti».

 

 

«C’è il rischio che vengano eletti i leader sbagliati»

Gli avvertimenti del WEF sulla «minaccia» di «disinformazione» e «disinformazione» sono strettamente in linea con i timori espressi dai partecipanti all’incontro del WEF riguardo al modo in cui l’intelligenza artificiale potrebbe avere un impatto sulla democrazia e sul processo elettorale.

 

Nei giorni scorsi è diventato virale sui social media un video che mostra il cofondatore e presidente del WEF Klaus Schwab mentre discute con Sergey Brin, cofondatore ed ex presidente di Google. Schwab ha suggerito uno scenario ipotetico in cui «non è nemmeno più necessario tenere le elezioni» perché l’intelligenza artificiale «può già prevedere il vincitore» – uno scenario che Brin non ha esplicitamente respinto.

 

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Anche se il video è stato spesso presentato nei post sui social media come proveniente dall’incontro del WEF di quest’anno, in realtà proviene da una discussione tenutasi all’incontro annuale del WEF nel 2017. Tuttavia, anche altre dichiarazioni rilasciate all’incontro di quest’anno hanno fatto riferimento alle elezioni e alla governance.

 

Oggi nel corso di una tavola rotonda sul tema «Rischi globali: cosa c’è nella posta?» Haslinda Amin, principale corrispondente internazionale di Bloomberg News per il Sud-Est asiatico, ha suggerito che «c’è il rischio che vengano eletti i leader sbagliati» nelle elezioni di quest’anno nei Paesi chiave.

 

Rispondendo ad Amin, Douglas L. Peterson, presidente e amministratore delegato di S&P Global, ha affermato che questo «è uno dei rischi principali per quest’anno» e ha aggiunto: «dobbiamo anche assicurarci di rimanere impegnati attraverso le istituzioni globali, come l’ONU, come la NATO».

 

 

E durante il suo discorso speciale alla riunione del WEF, António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto «meccanismi efficaci di governance globale» come parte di «un nuovo ordine globale multipolare».

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Costruire «l’ordine economico internazionale» necessario per affrontare la «crisi climatica»

Numerosi partecipanti all’incontro del WEF hanno anche messo in guardia sui rischi posti dal cambiamento climatico e hanno colto l’occasione per chiedere più soldi e investimenti per iniziative «verdi».

 

Intervenendo all’inizio di questa settimana alla riunione del WEF, John Kerry, inviato speciale presidenziale degli Stati Uniti per il clima, ha affermato che il 2023 «è stato letteralmente l’anno più dirompente, perturbato dal punto di vista climatico, con maggiori conseguenze climatiche e negativo nella storia umana» e che, di conseguenza, non ci sono non c’è più «spazio per il dibattito o, francamente, per la procrastinazione».

 

 

Per rispondere a questa situazione, i partecipanti all’incontro del WEF hanno affermato che sono necessari più soldi. Ad esempio, Tharman Shanmugaratnam, presidente di Singapore, ha affermato che «i governi dovranno investire molto più di quanto hanno investito prima».

 

E secondo Chrystia Freeland, vice primo ministro canadese, l’intervento del governo è necessario come parte della transizione dal carbonio – un processo che, secondo lei, creerà «più posti di lavoro, più crescita, più produzione».

 

 

Il prezzo da pagare per tali interventi, secondo Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, è «non inferiore a 620 miliardi all’anno per portare effettivamente avanti la transizione verde».

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Quando si è confrontata giovedì per le strade di Davos con il giornalista di True North Media Andrew Lawton, Lagarde ha eluso le domande sul fatto se le valute digitali delle banche centrali, come l’euro digitale introdotto da Lagarde, potessero essere utilizzate per controllare le persone.

 

 

«Non parlo perché sono in un periodo tranquillo», è stata la risposta di Lagarde.

 

In un altro scontro nelle strade di Davos, i giornalisti di Rebel News hanno preso di mira Philipp Hildebrand, vicepresidente di BlackRock, una delle più grandi società di investimento del mondo, ponendogli una serie di domande sul sostegno di BlackRock agli «ESG»: governance ambientale, sociale e aziendale.

 

 

Hildebrand non ha risposto a nessuna delle domande dei giornalisti.

 

 

Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha unito diversi fili, suggerendo martedì durante un discorso speciale che «l’ordine economico internazionale» potrebbe essere costruito o aggiornato «in modo da… affrontare la crisi climatica».

 

Tra i 2.800 partecipanti di quest’anno provenienti da 120 paesi c’erano più di 60 capi di stato e 1.600 leader aziendali.

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 19 gennaio 2024, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

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Intelligenza Artificiale

Robocani lanciafiamme in vendita per 9000 euro

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La società statunitense Throwflame ha comunicato il lancio di un robocane lanciafiamme dal costo di circa 10.000 dollari, cioè poco più di 9.000 euro.   Come riportato da Renovatio 21, la messa in vendita del robot-dog sputafuoco era prevista dall’anno passato.   Il quadrupede robotico è stato soprannominato «Thermonator», che al momento è comandabile, come un drone, tramite una interfaccia in prima persona (FPV) per manovre che possono durare per un’ora, cioè l’attuale capacità della batteria.   Sull’automa cinoide è stato montato un lanciafiamme ARC della portata di 10 metri, scrivono le specifiche rilasciate dall’azienda dell’Ohio.   «Thermonator è il primo cane robot armato di lanciafiamme», ha detto la società in un comunicato stampa martedì, giorno in cui ha iniziato a prendere ordini per la macchina incendiaria a quattro zampe.   Il Thermonator sembra essere basato sull’Unitree Go1, una versione più piccola e leggera del famoso robocane «Spot» della Boston Dynamics. La Throwflame ha indicato il suo prezzo al dettaglio di 9.420 dollari, con spedizione gratuita in qualsiasi stato degli Stati Uniti.     Secondo l’azienda, i lanciafiamme sono «non regolamentati a livello federale e nemmeno considerati un’arma da fuoco» (ironia della sorte) dal Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms», l’ente che controlla la vendita delle armi in USA   Solo due Stati hanno restrizioni sui lanciafiamme; La California richiede un permesso, mentre il Maryland li ha completamente messi al bando. È responsabilità dell’acquirente assicurarsi che rispettino le leggi locali, ha affermato la Throwflame.   Convincersi che questi sistemi non verranno impiegati per la sorveglianza e la repressione della popolazione è davvero difficile. Di fatto, essi sono già stati usati per spiare e controllare.   Come visto in immagini scioccanti della scorsa primavera, i robocani abbiano pattugliato le strade di Shanghai durante il colossale lockdown della primavera 2022, dove per sorvegliare e punire i 26 milioni di abitanti usarono, oltre agli androidi quadrupedi, anche droni che volevano tra i palazzi ripetendo frasi come «contieni la sete di libertà del tuo spirito».   Robocani sono utilizzati ai confini con il Messico. Tuttavia vi è polemica: c’è chi ritiene che il loro uso spaventa gli immigrati spingendoli verso sentieri dove poi incontrano la morte.   Come riportato da Renovatio 21, è emerso questo mese che le forze di difesa israeliane stanno utilizzando robocani nella loro operazione a Gaza.   Nel frattempo, le forze dell’ordine di varie città americane da tempo ne fanno incetta.   Come riportato da Renovatio 21Los Angeles, come Nuova York, hanno fornito le loro forze dell’ordine di robodogghi. Anche la vicina San Francisco ha persino preso in considerazione l’idea di consentire al suo dipartimento di polizia di utilizzare i robot dotati di forza letale in caso di emergenza.   Al Forum militare di Mosca dell’anno scorso di due mesi fa erano visibili robocani dotati di bazooka. Roboquadrupedi militari sono in produzione ovunque – pure in versione «telepatica». Lo scorso ottobre un robocane con lanciarazzi è stato testato dai soldati USA.   Mesi fa robocani hanno fatto la loro comparsa anche a Genova, sia pure in quella che sembrava una tranquilla dimostrazione universitaria.     Come riportato Renovatio 21, robocagnoidi sono stati mandati in giro pure per la campagna umbra. Per far cosa? Controllare l’ambiente, ci è stato detto. Almeno, al momento…    
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Droni

I droni israeliani attirano i palestinesi con audio di bambini che piangono e poi gli sparano

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I quadricotteri israeliani starebbe impiegando una nuova, inquietante tattica che consiste nel riprodurre registrazioni audio di bambini e donne che piangono per attirare i palestinesi in luoghi dove possono essere presi di mira. La notizia è riportata dal giornale Middle East Eye.

 

Domenica e lunedì notte, i residenti della parte settentrionale del campo profughi di Nuseirat, a Gaza, si sono svegliati al suono dei pianti dei bambini e delle donne che chiedevano aiuto. Quando sono usciti per individuare la fonte delle grida e fornire aiuti, secondo quanto riferito, i quadricotteri israeliani hanno aperto il fuoco direttamente contro di loro.

 

Samira Abu al-Leil, residente nel campo profughi, ha detto a Middle East Eye di aver sentito i quadricotteri israeliani aprire il fuoco durante e subito dopo la riproduzione dei suoni registrati, che sono durati diversi minuti e si sono ripetuti più volte lunedì notte.

 

«Ho sentito una donna piangere e gridare aiuto, dicendo: “Aiutatemi, mio ​​figlio è stato martirizzato”. I suoni provenivano dalla strada ed erano bizzarri», ha detto il 49enne. «Alcuni uomini sono accorsi in soccorso, solo per essere colpiti dai quadricotteri che hanno continuato a vagare per tutta la notte».

 

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Secondo testimoni oculari, durante la notte almeno 7-10 persone sono rimaste ferite dagli spari del drone, scrive il giornale. «Le ferite erano gravi: alcuni sono stati colpiti direttamente alla testa» ha detto uno dei residenti del campo profughi di Nuiserat.

 

I residenti non sono stati in grado di aiutare le vittime, poiché «i quadricotteri sparavano a qualsiasi cosa si muovesse». Un’ambulanza è però riuscita a raggiungere la zona e a trasportarli in ospedale.

 

«Di notte, le strade sono solitamente vuote e gli uomini sono nelle loro case», ha aggiunto Leil. «Quando i quadricotteri aprono il fuoco, colpiscono solo i tetti e le strade, non trovano persone a cui sparare. Quindi hanno riprodotto questi suoni perché conoscono la natura della nostra società; sanno che gli uomini avrebbero cercato di fornire aiuto. Volevano che uscissero per potergli sparare».

 

«Ieri e la notte prima, i proiettili dei quadricotteri hanno colpito il nostro tetto, la nostra porta e la strada davanti a casa nostra. Ma ieri mattina hanno lanciato delle bombe esplosive con schegge che si sono sparse ovunque nel nostro quartiere, lasciando feriti molti residenti».

 

I quadricotteri sono droni telecomandati che sono stati ampiamente utilizzati contro combattenti e civili palestinesi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre.

 

Questa tecnologia sta gradualmente sostituendo le truppe di terra, aiutando nell’identificazione degli obiettivi, nel targeting individuale e nella sicurezza delle aree in cui sono di stanza i soldati israeliani.

 

I quadricotteri possono esplorare posizioni avanzate, prendere di mira individui all’interno delle residenze e disperdere la folla negli spazi pubblici.

 

Un evento significativo che ha coinvolto l’uso di quadricotteri si è verificato l’11 gennaio, quando una grande folla in attesa di cibo in via al-Rasheed, vicino alla costa di Gaza City, è stata colpita dal fuoco dell’esercito israeliano. Numerosi testimoni hanno raccontato che i quadricotteri hanno sparato su centinaia di persone in attesa dell’arrivo dei camion dei soccorsi.

 

Muhammed Abu Youssef, 19 anni, ha detto a Middle East Eye che lunedì intorno alle 2 di notte ha sentito i pianti dei bambini. Tuttavia, poiché le persone postavano sui social media per aumentare la consapevolezza della fonte di questi suoni, ha scelto di non avventurarsi all’esterno. «Non siamo usciti, perché abbiamo appreso che queste erano solo registrazioni riprodotte dai quadricotteri per indurci ad uscire» ha detto il residente del campo profughi. «C’erano suoni diversi provenienti dai quadricotteri. Facevano rumore; alcune registrazioni erano comprensibili e altre no. Sono durati dai 30 ai 60 minuti, poi i quadricotteri hanno iniziato ad aprire il fuoco e a lanciare bombe nel quartiere».

 

Un video registrato da un residente del campo profughi di Nuseirat e circolante sui social media mostrerebbe suoni di bambini che piangono, mentre il residente spiegava che si trattava di suoni preregistrati riprodotti da quadricotteri israeliani.

 

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«Negli ultimi tre giorni ci sono stati almeno 12 feriti a causa dell’incendio del quadricottero. Solo questa mattina abbiamo soccorso sei persone ferite nel quartiere. Le ferite erano gravi: alcuni sono stati colpiti direttamente alla testa».

 

Secondo i residenti, le registrazioni audio includevano anche canzoni sia in ebraico che in arabo, comprese canzoni per bambini, suoni di scontri e carri armati in movimento, voci di uomini armati palestinesi e voci di venditori ambulanti locali di prodotti per la pulizia familiari ai residenti di Gaza.

 

«Da oltre una settimana, l’esercito israeliano porta avanti un intenso attacco militare nella parte nord-occidentale di Nuseirat, prendendo di mira individui, case e quartieri con artiglieria, bombardamenti aerei e navali, nonché colpi di quadricotteri» scrive Middle East Eye, che è un giornale basato a Londra ma che, è stato riferito, riceve finanziamenti dal governo del Qatar, vicino come noto alla Fratellanza Musulmana da cui proviene Hamas.

 

Quanto riporta il giornale arabo, se vero, risulterebbe davvero sconvolgente – ma fino ad un certo punto. Varie voci, a destra come a sinistra e perfino in USA, stanno parlando apertamente di «genocidio massivo robotizzato» in corso in Palestina.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel conflitto presente Israele starebbe utilizzando anche – una prima volta nella storia – robocani militarizzati, che sarebbero stati dispiegati a Gaza.

 

Il massacro di Gaza si presenta quindi come un grande banco di prova per la guerra antiumana del futuro, la guerra dei veri terminatori: con la caccia e l’eliminazione degli esseri umani affidate alle macchine – droni, Intelligenza Artificiale, automi militarislaughterbots – diviene inevitabile che vedremo, nel futuro prossimo, sempre più «genocidi robotici» in tutto il mondo.

 

Tali tecnologie sono implementabili in qualsiasi contesto, urbano o rurale, del pianeta. Qualsiasi campagna o città – anche italiana – può diventare teatro di una guerra di sterminio macchinale: satelliti, UAV e a robot killer sono pronti ad operarvi, e guardando a Gaza e all’Ucraina non ci deve essere alcun dubbio a riguardo.

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Intelligenza Artificiale

Eliminata la versione AI del comico morto George Carlin dopo una causa legale

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Due podcaster hanno usato l’Intelligenza Artificiale per realizzare un falso speciale del comico americano George Carlin, ma si sono visti costretti a cancellare il video mesi dopo essere stati citati in giudizio dagli eredi del defunto comico.   Lo scorso gennaio, il duo comico noto come «Dudesy» – formato da l’ex star del popolare programma televisivo americano MadTV Will Sasso e il podcaster Chad Kultgen – aveva caricato un video su YouTube intitolato «George Carlin: I’m Glad I’m Dead». Lo speciale è stato realizzato, secondo la figlia di Carlin, Kelly, senza il suo permesso e la coppia di conduttori è stata citata in giudizio.   «Sono lieta che la questione sia stata risolta rapidamente e in modo amichevole», ha dichiarato la Carlin in una dichiarazione al sito Deadline, «e sono grata che gli imputati abbiano agito in modo responsabile rimuovendo rapidamente il video che avevano realizzato».   «Il nostro obiettivo era risolvere questo caso rapidamente e rimuovere i video offensivi da Internet in modo da poter preservare l’eredità del signor Carlin e far luce sulla minaccia alla reputazione e alla proprietà intellettuale causata da questa tecnologia emergente», ha affermato l’avvocato Joshua Schiller. «Il mondo ha iniziato ad apprezzare il potere e i potenziali pericoli inerenti agli strumenti di intelligenza artificiale, che possono imitare le voci, generare fotografie false e alterare i video».   L’audio dello special, tuttavia, sembra circolare ancora abbondantemente su YouTube.    

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Lo Schiller ha giustamente sottolineato che questo tipo di uso improprio di questa nuova tecnologia «non è un problema che scomparirà nel giro di poco tempo (…) Deve essere affrontato con un’azione rapida ed energica nei tribunali», ha proseguito l’avvocato, «e anche le società di software di Intelligenza Artificiale la cui tecnologia viene utilizzata come arma devono assumersi una certa misura di responsabilità».   Sebbene la causa degli eredi Carlin non abbia citato la tecnologia utilizzata da Dudesy per creare lo speciale, altre cause sull’Intelligenza Artificiale lo hanno fatto, tra cui, in particolare, quella del New York Times contro OpenAI per presunta violazione del copyright sulla società che utilizzava gli articoli del giornale come materiale di addestramento per il proprio algoritmo.   Come riportato da Renovatio 21, vi era stato un altro caso inquietante emerso lo scorso anno, quello di una app che usava foto «rubate» di morti per addestrare la propria IA di riconoscimento facciale.   «Spero che questo caso serva da avvertimento sui pericoli posti dalle tecnologie di intelligenza artificiale e sulla necessità di garanzie adeguate non solo per artisti e creativi, ma ogni essere umano sulla terra», ha chiosato la figlia del defunto.   La «resurrezione» dei morti via AI in realtà va avanti da anni.   Come riportato da Renovatio 21, sappiamo che in tanti, compresa Microsoft che ha già ottenuto un brevetto e Amazon che potrebbe implementare la voce dei defunti sui suoi speaker, stanno lavorando a questi macabri prodotti, con sperimentazioni fuori di ogni logica umana, come la «presenza» – via IA – del morto al suo stesso funerale in cui i parenti e gli amici possono «interagire» con una sua replica digitale.   Con l’AI, inoltre, hanno «invecchiato» vari personaggi famosi che sono morti prima di divenire anziani.   L’IA ha permesso ora la ricostruzione della voce di John Lennon, ripulita via algoritmo da un nastro fornito da Yoko Ono e inserita in quella che Paul McCartney ha descritto come «la canzona definitiva dei Beatles». Anche il cantante, ucciso nel 1981 da un personaggio forse legato al progetto di controllo mentale dei servizi americani MK Ultra, non crediamo abbia dato l’assenso, tuttavia la controversa vedova nipponica magari potrebbe anche averlo fatto – chi lo sa.   Il fenomeno di fatto non riguarda il solo Occidente. In Cina, durante la tradizionale festa di primavera nella quale si rende omaggio alle tombe degli antenati, integrando tra loro Big Data e le informazioni rilevanti del defunto in base ai desideri e ai ricordi di parenti e amici, è possibile oggi creare una replica digitale del defunto disponibile solo per i membri della famiglia. Nella grande metropoli di Chongqing, nel sud-ovest della Cina, un’installazione realizzata in un parco ad alcuni parenti è stato possibile «incontrare virtualmente» i propri defunti, grazie a un sistema tecnologicamente avanzato che ne ricrea l’aspetto e la voce.   George Carlin è noto come uno dei più grandi comici americani della storia.         Anni fa il Carlin emerse anche nel discorso politico italiano perché un comico televisivo, finito in questioni politiche di interesse nazionale, fu accusato di aver usato delle sue battute.

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