Connettiti con Renovato 21

Immigrazione

Bergoglio: opporsi alle migrazioni è «un peccato grave». Ecco lo spot per la gestione episcopale dell’invasione

Pubblicato

il

Bergoglio ha condannato gli sforzi per regolamentare l’immigrazione, affermando che coloro che «sistematicamente» lavorano per «respingere i migranti» stanno commettendo un «peccato grave».

 

Molti commentatori si sono concentrati sulla difformità delle parole del pontefice regnante dalla dottrina o la loro astrusità, tuttavia quasi tutti hanno mancato il fine pragmatico: il rilancio, duro e puro, del ruolo della Chiesa nella gestione materiale della migrazione di massa, con tanto di barche disposte sul canale di Sicilia.

 

Per operare la sua ennesima, inesausta propaganda dell’invasione migratoria – che pare addirittura superare ideologicamente le posizioni precedenti, già estremiste – Francesco ha utilizzato l’udienza del mercoledì, di fatto monopolizzata dall’infuocata agiografia dell’invasione straniera in Italia, in Europa ed oltre.

 

«Oggi rimando la consueta catechesi e desidero fermarmi con voi a pensare alle persone che – anche in questo momento – stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza», ha esordito il gesuita argentino.

Iscriviti al canale Telegram

Utilizzando i temi di «mari e deserti», Francesco ha affermato che sia i mari che i deserti stanno diventando «cimiteri di migranti». «E la tragedia è che molti, la maggior parte di questi morti, potevano essere salvati» ha dichiarato il Bergoglio, in un impeto di retorica immigrazionista che è sembrato perfino più roboante del solito.

 

«Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti – per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave» ha tuonato il gesuita sudamericano.

 

Elaborando la sua descrizione dell’opposizione alla migrazione come un «peccato», il Bergoglio ha voluto attingere alla Sacra Scrittura: «non dimentichiamo ciò che dice la Bibbia: “Non molesterai il forestiero né lo opprimerai” (Es 22,20). L’orfano, la vedova e lo straniero sono i poveri per eccellenza che Dio sempre difende e chiede di difendere».

 

Verrebbe da rispondere al papa che di orfani e vedovi, nei barconi carichi solo di giovani sani e forti in età militare, ve ne è pochi – e la cosa è oramai nota a chiunque che non sia cieco o in malafede totale. Né, va detto, possiamo definirli poveri, visto che godono di vitto alloggio, vestiti e cellulari nuovi, tutte cose che molti italiani non riescono a permettersi.

 

L’occupante del Soglio ha quindi sottolineato una disparità tra la ricchezza delle diverse società, commentando che «nell’epoca dei satelliti e dei droni, ci sono uomini, donne e bambini migranti che nessuno deve vedere: li nascondono. Solo Dio li vede e ascolta il loro grido. E questa è una crudeltà della nostra civiltà».

 

La retorica è alle stelle, e non vorremmo che fosse per il possibile nervosismo di chi scrive i discorsi papali riguardo l’arrivo del vaiolo delle scimmie.

 

Ma non è finita: rivolgendosi ancora una volta alla Scrittura, Francesco ha paragonato l’attuale immigrazione – un fenomeno particolarmente concentrato in Europa dall’Africa e negli Stati Uniti dal confine meridionale – alla «grande migrazione» del popolo ebraico che fu guidato da Mosè fuori dalla schiavitù in Egitto.

 

«Ci farà bene, oggi pensare: il Signore è con i nostri migranti nel mare nostrum, il Signore è con loro, non con quelli che li respingono», ha commentato Francesco, ad un passo dal dire, magari proprio in lingua tedesca, Gott mit uns, espressione utilizzata in un precedente progetto di pulizia etnica e ridefinizione della popolazione europea.

 

Come da pensiero della sinistra radicale di cui si attornia, Bergoglio non ha fatto distinzioni tra immigrazione legale e illegale durante il suo discorso in udienza, o sul modo in cui gli immigrati dovrebbero essere accolti ed integrati nella cultura locale, un aspetto sul quale la Chiesa avrebbe pure un insegnamento chiaro.

Sostieni Renovatio 21

L’insegnamento della Chiesa cattolica in materia di immigrazione è un attento mix di carità verso i cittadini di una nazione e coloro che cercano di entrare in quella nazione per giuste ragioni. Il Catechismo al punto 2241 scrive che «Le autorità politiche, in vista del bene comune, di cui sono responsabili, possono subordinare l’esercizio del diritto di immigrazione a diverse condizioni giuridiche, in particolare al rispetto dei doveri dei migranti nei confronti del paese che li accoglie».

 

Inoltre, allo stesso punto, il Catechismo sottolinea che «l’immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che lo ospita, ad obbedire alle sue leggi, a contribuire ai suoi oneri».

 

Un simile insegnamento era stato esposto nel 2011 da Papa Benedetto XVI nel suo messaggio per la 97ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Mentre citava Papa Giovanni Paolo II per difendere la «possibilità» per le persone «di entrare in un altro Paese per cercare migliori condizioni di vita», Benedetto aveva anche difeso i diritti delle nazioni di origine a limitare tali ingressi.

 

In precedenza Giovanni Paolo II, nella stessa occasione del 2001, aveva scritto che l’esercizio del «diritto di emigrare … va regolamentato, perché esercitarlo indiscriminatamente può arrecare danno e recare pregiudizio al bene comune della comunità che accoglie il migrante».

 

Invece, le recenti parole del Bergoglio «sembrerebbero essere un invito generale a un aumento dell’immigrazione di qualsiasi tipo» nota LifeSite.

 

«Non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato» ha continuato il pontefice pro-invasione. «Lo otterremo invece ampliando le vie di accesso sicure e le vie di accesso regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, dalle violenze, dalle persecuzioni e dalle tante calamità; lo otterremo favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui».

 

In pratica, il vecchio discorso antiproibizionista (rendere libera la droga per colpire la mafia che la traffica) ora applicato all’immigrazione – da un papa.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Concludendo l’udienza del mercoledì, Papa Francesco ha elogiato gli «uomini e donne coraggiosi» che «si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti».

 

Come hanno notato in molti, si tratta di una svolta all’interno dello stesso pensiero bergogliano sull’immigrazione. Nel 2016, tornando in volo da Ginevra, dichiarò ai giornalisti che «il migrante deve essere tratto con certe regole perché migrare è un diritto, ma è un diritto molto regolato». Nel giugno 2018, parlando in aereo di ritorno da Ginevra, disse che, riguardo l’integrazione dei migranti, «ogni Paese deve fare questo con la virtù propria del governo, cioè con la prudenza».

 

Insomma: qualcosa, negli ultimi giorni deve essere successo: la sterzata con accelerazione a tavoletta qualcosa deve pure avere dietro.

 

Ecco che infine Bergoglio ha nominato l’organizzazione Mediterranea Saving Humans (MSH), l’ente dell’ex capo no-global Luca Casarini, descrivendola come «in prima linea» nella «lotta per la civiltà». Nei giorni scorsi, l’organizzazione, al centro di scandali e polemiche sui giornali nei mesi scorsi, ha intrapreso un altro viaggio per portare extracomunitari in Italia, e per la prima volta lo ha fatto in collaborazione diretta con la Conferenza Episcopale Italiana.

 

Papa Francesco ha inviato una nota scritta a mano elogiando l’iniziativa.

 

La nave «Mare Jonio» della MSH era stata precedentemente sequestrata e multata per controversie con le autorità locali in merito all’ingresso di rifugiati illegali nei porti italiani.

 

Lo scandalo era scoppiato lo scorso dicembre quando è stato riferito che l’attivista Luca Casarini, invitato personalmente per qualche ragione da Francesco al Sinodo sulla sinodalità, già indagato l’anno scorso per immigrazione clandestina. I finanziamenti elargiti dalla CEI (il vostro 8 per mille…) furono al centro di polemiche nazionali, con – addirittura – agguatini dei giornalisti mainstream che sbucavano davanti al cardinale arcivescovo di Bologna e presidente CEI Matteo Zuppi (l’amico della Murgia, il porporato del tortellino proislamico de-suinizzato, il papabile che, sussurrava il compianto cardinale Pell, potrebbe finire a fare il papa in vece del capo di Sant’Egidio, l’ex ministro del governo Monti Andrea Riccardi).

Aiuta Renovatio 21

Insomma, la storia del danaro cattolico alle ONG che trasportano nelle nostre città le masse afroislamiche era salita di livello, era un imbarazzo del quale forse non si poteva far finta di niente.

 

Serviva, quindi, una parola forte, un discorso infuocato del papa re, anzi, per quanto ringhiosa, una vera benedizione dal vertice del Sacro Palazzo. L’invasione ci sarà – e i vescovi daranno una concretamente mano. Roma locuta, causa finita.

 

Il papato di Bergoglio rivendica apertis verbis, quindi, il suo ruolo, anche fisico, nel processo di ridefinizione integrale della nostra società – della nostra civiltà.

 

Il lettore può quindi aver compreso, se non lo ha già fatto negli ultimi dieci anni, che versare alla CEI l’8 per 1000 corrisponde tecnicamente a contribuire alla rovina della propria vita, alla distruzione di un futuro per i propri figli che non sia l’anarco-tirannia etnocriminale, con mafie cannibali ed integralisti islamici fuori dalla porta di casa, o, ad un certo punto, anche dentro.

 

La comprensione ulteriore che bisogna generare nella propria mente, per quanto ardua ed incredibile, è quella della necessità di rimuovere il potere dell’attuale papato dalla società e dalle nostre esistenza, pena la morte delle nostre comunità.

 

Il Vaticano è divenuto fattore centrale nel programma di disgregazione della civiltà cristiana, e di devastazione della vita delle nostre città, delle nostre famiglie.

 

E se ne vanta pure.

 

Roberto Dal Bosco

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine originaria da Lula Oficial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic; immagine modificata.

 

 

 

 

Immigrazione

«Allahu akbar» e investe i pedoni nell’isola francese

Pubblicato

il

Da

Cinque persone sono rimaste ferite, due in modo grave, dopo che mercoledì un uomo ha travolto con la propria auto pedoni e ciclisti sull’isola francese di Oléron, hanno comunicato le autorità locali. L’autista avrebbe urlato «Allahu Akbar» al momento dell’arresto.   L’aggressione, protrattasi per 35 minuti, si è consumata lungo le strade che uniscono i comuni di Dolus-d’Oléron e Saint-Pierre-d’Oléron, capoluogo dell’isola atlantica. Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha confermato che cinque pedoni e ciclisti sono stati investiti prima che il conducente venisse fermato.   La polizia ha neutralizzato il sospettato con un taser dopo che questi aveva dato fuoco al veicolo. All’interno dell’auto sono state rinvenute diverse bombole di gas, ha reso noto la procura di La Rochelle, precisando che l’uomo aveva ripetutamente gridato «Allahu Akbar» durante l’arresto.   La procura antiterrorismo francese non è coinvolta nell’indagine per tentato omicidio. Stando a quanto riportato dal quotidiano Le Parisien, il sospettato è un 35enne del villaggio di pescatori di La Cotinière, con precedenti per reati minori e legati alla droga, ma privo di collegamenti noti a gruppi terroristici organizzati. Avrebbe riferito agli inquirenti di essersi «auto-radicalizzato online» circa un mese fa – dichiarazione che gli investigatori stanno al momento verificando.   Secondo recenti notizie trapelate, sarebbe un francese europeo anarchico convertitosi all’islam

Iscriviti al canale Telegram

Negli ultimi anni la Francia è stata teatro di numerosi attacchi con veicoli a motore. Il più letale risale al 2016, quando un estremista islamista ha falciato con un camion la folla in festa per la Bastiglia a Nizza, causando 86 morti e oltre 450 feriti prima di essere abbattuto dalla polizia.   Gli attacchi a base di grida «Allahu Akbar» sono oramai una costante in Europa e oltre.   Come riportato da Renovatio 21, solo tre mesi fa a Dublino si è avuto un accoltellatore allahukbarista. L’anno scorso un uomo ha fatto irruzione con machete in una stazione di polizia di Linz am Rhein, in Germania, col il trito grido islamista. Tre anni fa in Francia un marocchino ha decapitato il padre urlando «Allahu Akbar». Sempre in Francia, sempre tre anni fa, un allahuakbarista ha abbattuto un albero di natale.   Il grido allahuakbarico è stato udito, ovviamente, anche durante la rivolta delle banlieue del 2023.   Più significativo quando l’anno passato masse di immigrati siriani invasero i mercatini di Natale tedeschi gridando «Allahu akbar», in celebrazione della presa di Damasco da parte degli islamisti anti-Assad. Non è chiaro perché, se sono felici di questo esito politico, non tornino nel loro Paese (scherziamo, è a noi chiarissimo)   Al contempo, non è chiaro come gli europei riescano a farsi sputare in faccia in questo modo, persino a Natale. Scherziamo anche qui: sappiamo benissimo perché.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Cobber17 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported 
Continua a leggere

Immigrazione

Trump: «La gente di Nuova York fuggirà dal comunismo»

Pubblicato

il

Da

I neoeboraceni presto abbandoneranno la loro città «comunista», ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in seguito all’elezione a sindaco del democratico progressista Zohran Mamdani.

 

Mercoledì, parlando ai suoi sostenitori a Miami, Trump ha affermato che i democratici avevano «insediato un comunista» al comando della metropoli più grande del Paese e ha aggiunto che il cosiddetto Sunshine State «diventerà presto il rifugio per chi fugge dal comunismo newyorkese».

 

Mamdani, che si definisce socialista democratico ed è stato eletto martedì, promuove l’edilizia popolare, la proprietà pubblica dei servizi essenziali e la tassazione sul patrimonio. Il suo programma ha suscitato critiche da moderati e repubblicani, che lo accusano di spingere idee «radicali», «comuniste» e populiste, mentre i suoi sostenitori ritengono che le proposte affrontino la crisi abitativa in atto e le disuguaglianze crescenti di Nuova York.

Iscriviti al canale Telegram

La scelta di Trump di rilasciare tale dichiarazione proprio a Miami è apparsa intenzionale. La città ospita da decenni vaste comunità cubane e venezuelane, che ne hanno forgiato l’immagine di approdo per chi scappa da regimi socialisti e comunisti.

 

Lungi dall’essere un uomo del popolo, il Mamdani è un immigrato di lusso figlio di papà. Suo padre è un professore di «studi post-coloniali» di origine ugandese-gujarati e di famiglia sciita, la madre è la regista indiana nota internazionalmente (in particolare, per il film 2001 Monsoon Wedding – Matrimonio indiano), premiata anche al Festival di Venezia nel 1991, Mira Nair. Il secondo nome dato al pargolo, Kwame, fu un omaggio a Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana.

 

Come riportato da Renovatio 21, Mamdani è è affiliato con organizzazioni che perorano apertis verbis la distruzione della famiglia e progetta addirittura aborti eseguiti in chiesa.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di Bingjiefu He via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

Continua a leggere

Immigrazione

Accoltellamento di massa in un treno inglese. Silenzio sulle origini immigrate dei massacratori

Pubblicato

il

Da

Secondo quanto riferito dalla polizia, sabato diverse persone sono state accoltellate su un treno vicino a Cambridge, nell’Inghilterra centrale. Due sospettati sono stati arrestati. I responsabili sarebbero un caraibico e un nero di 32 e 35 anni, ma per ore le autorità non hanno rivelato l’identità dei presunti massacratori.   Le ambulanze e le unità armate sono giunte sul posto intorno alle 19:40 ora locale.   «Sono intervenuti agenti armati e il treno è stato fermato a Huntingdon, dove due uomini sono stati arrestati. Diverse persone sono state trasportate in ospedale», ha dichiarato la polizia del Cambridgeshire.   In seguito la polizia ha dichiarato che dieci persone sono state ricoverate in ospedale, tutte tranne una con ferite gravi in pericolo di vita.  

Iscriviti al canale Telegram

La polizia dei trasporti britannica ha dichiarato che a un certo punto era stato dichiarato un allarme terrorismo, ma che poi è stato revocato. Il sovrintendente capo Chris Casey ha affermato che «non sarebbe appropriato» fare congetture sul movente in questa fase.   I video pubblicati sui social media mostrano una massiccia presenza della polizia alla stazione ferroviaria.  

Aiuta Renovatio 21

Un testimone ha dichiarato a Sky News di aver visto passeggeri «estremamente insanguinati» fuggire dagli aggressori. Il testimone ha aggiunto che un passeggero ha gridato: «Hanno un coltello».   Il primo ministro britannico Keir Starmer ha condannato il «terribile incidente» e ha ringraziato i servizi di emergenza per la loro risposta. «I miei pensieri sono con tutte le persone colpite», ha scritto su X.   Il ministro degli Interni Shabana Mahmood ha dichiarato di essere «profondamente rattristata» e ha esortato il pubblico a «evitare commenti e speculazioni in questa fase iniziale».   Polemiche ora montano sul fatto che le autorità hanno per ore mancato di rivelare le origini immigrate dei presunti massacratori ferroviari.  

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
Continua a leggere

Più popolari