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Gender

Continua l’opposizione globale alle benedizioni gay di Bergoglio e Fernandez

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Vescovi, sacerdoti e laici stanno continuando un’opposizione totale al documento vaticano Fiducia Supplicans, che ordina ai preti di procedere con benedizioni alle coppie gay in chiesa.

 

La resistenza a questo stravolgimento della dottrina cattolica operato da papa Bergoglio e dal cardinale Fernandez sembra aver attecchito in tutto il mondo.

 

Il vescovo peruviano Rafael Escudero Lopez-Brea ha respinto un recente documento approvato dal papa, affermando che «danneggia la comunione della Chiesa» e vietando ai suoi sacerdoti di benedire le unioni irregolari o tra persone dello stesso sesso.

 

Monsignor Brea, 61enne ordinario della diocesi peruviana di Mayobamba, ha pubblicato una lettera ai suoi sacerdoti, religiosi e laici per offrire orientamento «di fronte alla confusione senza precedenti causata dal Documento Fiducia supplicans», spiegando il danno che il documento, secondo il quale le relazioni peccaminose, come quelle tra persone legate da matrimoni irregolari o unioni omosessuali, possono essere benedette, pone la Chiesa cattolica.

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«Questo documento nuoce alla comunione della Chiesa, poiché tali benedizioni contraddicono direttamente e gravemente la rivelazione divina e la dottrina e la pratica ininterrotta della Chiesa cattolica, compreso il recente magistero di Papa Francesco, motivo per cui non ci sono citazioni in tutta la Dichiarazione che sostengano la magistero precedente» scrive la lettera del prelato peruviano. «Nel suo Responsum del 2021, la Congregazione per la Dottrina della Fede ci ha detto, con la firma del Santo Padre, che “La Chiesa non ha, né può avere, il potere di benedire le unioni di persone dello stesso sesso”».

 

Il vescovo ha definito la benedizione delle coppie irregolari e delle coppie dello stesso sesso «un grave abuso del Santissimo Nome di Dio, che viene invocato su un’unione oggettivamente peccaminosa di fornicazione, adulterio o, peggio ancora, attività omosessuale», sottolineando che il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che «gli atti omosessuali sono disordinati e, soprattutto, contrari alla legge naturale» (CCC 2357).

 

«Dio non benedice mai il peccato», ha aggiunto Lopez-Brea. «Dio non si contraddice. Dio non ci mente. Dio, che ama sempre incondizionatamente il peccatore, per questo cerca che si penta, si converta e viva. Dio desidera il bene per tutti noi».

 

Come molti altri commentatori, il vescovo di Moyobamba ha notato che il documento dice in modo confuso che possono essere benedette le coppie, ma non le unioni.

 

«Questa distinzione ci lascia perplessi e confusi, perché l’atto di benedire […] resta una benedizione della stessa natura», ha scritto. «Benedire una coppia è benedire l’unione che esiste tra loro. Non esiste un modo logico e reale per separare una cosa da un’altra. Altrimenti perché avrebbero chiesto una benedizione insieme e non due separatamente?»

 

Il vescovo è ancora più preoccupato dal fatto che altri vescovi e sacerdoti si siano impegnati nell’«orrendo sacrilegio» della «benedizione indiscriminata» delle unioni peccaminose.

 

«Il problema di fondo è molto più grave, e cioè che non pochi fratelli nell’episcopato e nei sacerdoti, contravvenendo alla moralità oggettiva della Sacra Scrittura e della Sacra Tradizione, hanno per lungo tempo confuso il Popolo di Dio con la benedizione indiscriminata di queste unioni oggettivamente disordinate e quindi peccaminose, incorrendo in un orrendo sacrilegio», scrive monsignor Lopez-Brea, concludendo che, «data la poca chiarezza del documento», i sacerdoti della sua diocesi «devono seguire la prassi ininterrotta fino ad oggi della Chiesa, che è quella di benedire ogni persona che chiede la benedizione, e non le coppie dello stesso sesso o irregolari».

 

«Eviteremo ogni scandalo, confusione, induzione al peccato, e allo stesso tempo continueremo a manifestare la misericordia che la Chiesa ha sempre dimostrato verso ogni peccatore che si avvicina a Lei, soprattutto offrendogli la conversione, il perdono, la vita di Grazia e vita eterna (…) La Chiesa benedice i peccatori, ma mai il loro peccato o la loro relazione peccaminosa» scrive ancora il vescovo, che ha condannato apertis verbis gli sforzi dei prelati eterodossi di legittimare le unioni irregolari e omosessuali come distruttive e ha suggerito che alcuni stiano intenzionalmente cercando di distruggere la dottrina.

 

«Cari sacerdoti e fedeli laici, non minimizziamo le conseguenze distruttive e miopi derivanti da questo sforzo compiuto da alcuni gerarchi della Chiesa per legittimare tali benedizioni, in alcuni casi con buone intenzioni e in altri, come molti hanno affermato, con l’intenzione di distruggere il Sacro Deposito della Tradizione della Chiesa (…) Nel giorno della mia ordinazione episcopale, ho giurato solennemente “di conservare il deposito della fede nella purezza e nell’integrità, secondo la Tradizione osservata sempre e dovunque nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli” (…) Per questo motivo ammonisco i sacerdoti della Prelatura di Moyobamba a non effettuare alcuna forma di benedizione delle coppie in situazione irregolare o delle coppie dello stesso sesso».

 

Dall’altra parte del mondo, i vescovi del Togo hanno reso pubblica una dichiarazione in cui esortano i sacerdoti del Paese a non impartire benedizioni alle «coppie» omosessuali.

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Nella loro dichiarazione, i vescovi del Togo hanno citato le stesse parole di Papa Francesco dello scorso luglio come motivo per cui non possono benedire le «coppie» omosessuali, il che implica una contraddizione tra ciò che Francesco ha detto a luglio e ciò che il Vaticano di Francesco ha dichiarato il 18 dicembre con la sua pubblicazione di Fiducia Supplicans.

 

«Nella sua risposta ai Dubia di due cardinali dell’11 luglio 2023, Papa Francesco ha scritto: “Sono inammissibili riti e preghiere che possano creare confusione tra ciò che costituisce il matrimonio”, cioè “un’unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una la donna, naturalmente aperta alla procreazione dei figli” e ciò che la contraddice. Per questo motivo, per quanto riguarda la benedizione delle coppie omosessuali, i vescovi del Togo ordinano ai sacerdoti di astenersi dal farlo», hanno scritto i prelati africani in ​​un comunicato del 20 dicembre.

 

Stessa situazione in Costa d’Avorio, dove i vescovi hanno rilasciato una nota in cui esortano i sacerdoti del Paese a non benedire «coppie» omosessuali o qualsiasi altra «situazione irregolare».

 

«Noi vostri Arcivescovi e Vescovi, vostre guide spirituali della Chiesa cattolica in Costa d’Avorio, riaffermiamo il nostro attaccamento ai valori della famiglia, del sacramento del matrimonio tra un uomo e una donna, come Dio ha voluto fin dai tempi inizio. Chiediamo pertanto ai ministri ordinati di astenersi dal benedire le coppie dello stesso sesso e le coppie in situazione irregolare», ha affermato monsignor Marcellin Yao Kouadio, presidente della Conferenza Episcopale della Costa d’Avorio, in una dichiarazione del 27 dicembre.

 

Dopo la dichiarazione del loro presidente, i vescovi scrivono: «Secondo monsignor Marcellin Yao Kouadio, questa decisione del papa rischia di creare confusione e scandalo che la benedizione delle coppie dello stesso sesso potrebbe generare all’interno della Chiesa locale. Proseguendo, ha spiegato che ciò è tanto più giustificato in quanto, secondo il costante insegnamento della Chiesa, “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati» (cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Persona Humana, n. 8), e sono contrari alla legge naturale”. Essi chiudono l’atto sessuale al dono della vita e non procedono da una vera complementarità affettiva e sessuale. Non possono in nessun caso ricevere l’approvazione (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2357). Questo insegnamento della Chiesa si basa sulla Scrittura che considera le unioni omosessuali come depravazioni gravi e abominevoli (Gen 1,1-29; Rm 1,24-27; 1Co 6,10; 1Tm 1)».

 

Secondo il presidente della conferenza episcopale della Chiesa cattolica della Costa d’Avorio, conoscendo la cultura del «nostro popolo fortemente attaccato ai valori derivanti dalla legge naturale in materia di matrimonio e famiglia, constatiamo che l’accoglienza questa possibilità data dalla Dichiarazione Fiducia Supplicans di benedire le coppie dello stesso sesso è problematica nel nostro contesto ecclesiale». E ha aggiunto che «ciò offende i nostri valori ancestrali e culturali, e dà l’impressione che la nostra Chiesa approvi e incoraggi una realtà intrinsecamente cattiva, innaturale e contraria alle nostre abitudini e consuetudini».

 

Anche la Congregazione dei Figli del Santissimo Redentore ha espresso la sua ferma opposizione alla dichiarazione vaticana, pubblicando una dichiarazione in cui lamenta come la Fiducia Supplicans sia in contraddizione con l’immutabile insegnamento della Chiesa cattolica.

 

«La Congregazione dei Figli del Santissimo Redentore sta accanto al Cardinale Müller, ai vescovi del Malawi, del Kazakistan, dello Zambia e della Nigeria, all’Arcivescovo Viganò, al Vescovo Strickland e a tutti i vescovi, sacerdoti e fedeli che riconoscono che la benedizione sacerdotale delle coppie è in “relazioni irregolari” e la benedizione delle “coppie omosessuali” è contraria alla Fede e alla Morale cattolica; contrario all’insegnamento della Chiesa degli ultimi duemila anni; e deve essere osteggiato da noi e da tutti i cattolici», ha scritto la congregazione il 22 dicembre in seguito alla pubblicazione da parte del Vaticano del 18 dicembre di Fiducia Supplicans.

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«Dobbiamo amare il peccatore, e amiamo i peccatori con la massima sincerità, ma dobbiamo odiare il peccato e dobbiamo sostenere l’insegnamento costante e immutabile della Chiesa sia nella fede che nella morale. C’è spazio per tutti nella Chiesa. Gesù ci unisce tutti a Sé, lavandoci nel Suo Preziosissimo Sangue, attraverso il Sacramento della Confessione. Questo è il Sacramento in cui riceviamo la benedizione della verità e della misericordia, della pace e del vero amore», ha aggiunto la congregazione.

 

Anche fuori dal mondo ecclesiastico arrivano reazioni significative.

 

Il segretario del gabinetto dei servizi pubblici del Kenya, Moses Kuria, ha sostenuto la decisione dell’arcivescovo di Nairobi Philip Anyolo di vietare al clero di «benedire» le «coppie» dello stesso sesso in seguito all’approvazione di tali «benedizioni» da parte di Papa Francesco.

 

«La decisione dell’arcivescovo Anyolo sulla benedizione delle coppie dello stesso sesso è la posizione di tutti noi della Chiesa cattolica romana in Kenya. Non accetteremo mai coppie dello stesso sesso nella Chiesa keniota, con massimo e profondo rispetto e riverenza nei confronti del Papa», ha detto Kuria, che è stato definito un «peso massimo» nella politica keniota.

 

In una lettera pubblica pubblicata il 23 dicembre in risposta a Fiducia Supplicans, Anyolo ha affermato che il clero della sua arcidiocesi non può «benedire» «rapporti, unioni o coppie omosessuali irregolari», per sostenere gli «insegnamenti perenni della Chiesa sulla matrimonio». Come riportato da Renovatio 21, i vescovi kenyoti nel 2023 avevano chiesto ai politici locali una protezione costituzionale dei «valori culturali» attaccati dall’attivismo LGBT.

 

La fronda al documento vaticano filo-omosessualista Fiducia Supplicans è montata in Africa e non solo, in un crescendo di opposizioni pubbliche di cui non si ricordano precedenti.

 

vescovi del Camerun hanno dichiarato che «l’omosessualità mette l’umanità contro se stessa e la distrugge» arrivando a proibire «formalmente ogni benedizione alle coppie omosessuali». Il documento Fiducia Supplicans ha scatenato l’immediata reazione ufficiale, con tanto di divieti, di vescovi in KazakistanMalawiZambiaUcraina, anche nel rito greco-cattolico. Un netto rifiuto è arrivato anche da centinaia di sacerdoti appartenenti alla Confraternita Britannica del Clero Cattolico (BCCC).

 

Sono arrivate anche le reazioni del cardinale Mueller, che parla di «blasfermia» e di monsignor Carlo Maria Viganò, che ha detto che con questa nuova mossa pro-Sodoma la chiesa bergogliana si rivela una volta di più come «concubina del Nuovo Ordine Mondiale».

 

Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Fernandez ha pubblicato un comunicato che dovrebbe servire da «rattoppo» in seguito alla veemente opposizione alla Fiducia Supplicans, in ispecie da parte dell’Africa. Tuttavia, il comunicato chiarifica che i vescovi non possono permettersi di vietare ai sacerdoti delle proprie diocesi di procedere con le benedizioni omosessuali. Si tratta, sembra suggerire il Fernandez, di un vero e proprio ordine che i vescovi africani e di altre parti del mondo stanno disattendendo.

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Arte

Attrici giapponesi che si vestono da uomini bullizzano collega fino a spingerla al suicidio

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Dal Giappone arriva l’eco di un episodio di bullismo e violenza sistematica sfociati in un suicidio all’interno di una struttura esclusivamente femminile. Una sorta di suicidio femminicida, ma ad opera di femmine.   Teatro della vicenda è per il corpo teatrale Takarazuka, un’istituzione più che secolare nel mondo dello spettacolo giapponese. Il concetto alla base del corpo teatrale è che sono soltanto attrici a salire in scena, interpretando anche i ruoli maschili. Tale idea, di per sé spiazzante, inverte completamente la tradizione del teatro tradizionale Kabuki, dove sono gli attori maschi a ricoprire tutti i ruoli.   Gli spettacoli del Takarazuka sono tuttavia distanti anni luce dal rigido formalismo del Kabuki: qui si tratta di musical che attingono dalle fonti più disparate, da West Side Story all’Evgenij Onegin, spesso spingendo a tavoletta su elementi che qualche anno fa si definivano camp o kitsch, in italiano lo si potrebbe semplicemente chiamare «pacchianeria», benché estremamente professionale e ben fatta.    

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Il seguito che hanno questi spettacoli nel contesto nipponico è impressionante, ancora di più perché per la grandissima maggioranza femminile: lo scrivente ricorda di essersi imbattuto in una lunghissima coda in attesa di entrare nel teatro di Tokyo – in zona centralissima, vicino al palazzo imperiale – dove si esibisce la compagnia. Si poteva constatare che gli uomini tra la folla erano appena una manciata.   Un ambiente quindi quasi completamente femminile, al sicuro da patriarcato e maschilismo tossico.   E allora, come si spiegano allora vessazioni di gruppo, ustioni procurate con le piastre per i capelli, carichi di lavoro insostenibili assegnati al solo scopo di umiliare e di lasciare soltanto tre ore di sonno al giorno? È questa l’ordalia che ha portato la 25enne Aria Kii a gettarsi nel vuoto per porre fine alla sua vita nel settembre del 2023.   La vicenda era stata prontamente insabbiata dall’azienda che gestisce la compagnia teatrale ma è stata riportata a galla dall’ineffabile Shuukan Bunshun, testata con una lunga e gloriosa tradizione di caccia agli scheletri negli armadi. Nella primavera di quest’anno i dirigenti dell’azienda in questione hanno pubblicamente ammesso la loro responsabilità nel non essere stati in grado di vigilare adeguatamente l’ambiente lavorativo delle attrici.   Duole dire che per la società giapponese uno scenario così è tutto fuorché inconsueto: il proverbio «il chiodo che sporge verrà martellato» illustra ancora con una certa fedeltà le dinamiche sociali che si formano all’interno delle istituzioni giapponesi – siano esse scuole, aziende, partiti.   Negli ultimi tempi c’è un evidente cambiamento in atto soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro, ma il bullismo allo scopo di creare coesione all’interno di un gruppo è una pratica a cui i giapponesi ricorrono abitualmente e che non sembra soffrire di particolare disapprovazione sociale.   Dal Giappone ci chiediamo con sincerità come un giornalista italiano – di area woke, ma anche solo attento a seguire i dettami del politicamente corretto elargiti ai corsi di deontologia dell’Ordine – potrebbe riportare la notizia della triste morte di Aria, con lo stuolo di angherie subite in un contesto esclusivamente femminile.   Taro Negishi Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo

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Gender

Celebrato in chiesa un «quasi matrimonio» omosessuale

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Il sito della Catholic News Agency, ripreso dal National Catholic Register e da altri media, riporta una cerimonia celebrata da un sacerdote dell’arcidiocesi di Chicago, padre Joseph Williams, responsabile della parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli, amministrata dai sacerdoti della Congregazione della Missione (CM) o Lazzaristi.

 

I fatti

Un video, disponibile su un account Instagram, mostra una cerimonia che sembra un matrimonio, ma le due persone coinvolte sono donne: K. B. e M. K., quest’ultima per 14 anni pastore delle comunità metodiste unite intorno a Chicago.

 

Contattato da OSV News, il sacerdote ha ammesso di essere il celebrante visibile nel video e che la benedizione, che ha detto di aver impartito su richiesta delle interessate, si è svolta nella parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli. La scena è stata girata utilizzando un cellulare. La chiesa sembra vuota, ma il sacerdote indossa camice e stola.

 

Il sacerdote si rivolge alle due donne e chiede loro: «vi impegnate di nuovo liberamente ad amarvi come santi sposi e a vivere insieme in pace e concordia per sempre?» – «Noi lo facciamo, io lo faccio», rispondono. Padre Williams continua: «Dio d’amore, aumenta e consacra l’amore che Kelli e Myah nutrono l’una per l’altra».

 

Anche se non c’è scambio di anelli, il sacerdote dice: «Possano gli anelli che si sono scambiati essere un segno della loro lealtà e del loro impegno. Possano continuare a prosperare nella tua grazia e benedizione. Questo te lo chiediamo per Cristo nostro Signore». Conclude facendo il segno della croce, dicendo: «Scenda su di voi la benedizione di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo».

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Spiegazioni confuse e contraddittorie

Nella sua risposta a OSV News, padre Williams ha giustificato l’uso del camice e della stola: «Io lo faccio così. Quando vado a casa di qualcuno per benedire la sua casa, indosso il camice e la stola. (…) Questo è quello che faccio come prete. Fa parte del mio abbigliamento».

 

Quanto a Fiducia Supplicans, ha spiegato che il suo agire derivava dalla sua «comprensione del testo». Aggiunge che «il Santo Padre ha detto che le coppie dello stesso sesso possono essere benedette purché non rifletta una situazione matrimoniale (…) purché sia ​​chiaro che non si tratta di un matrimonio».

 

Si difende in ogni caso. Quando la signora K. aveva chiesto la benedizione, padre Williams le aveva detto: «Per favore, capisca che questo non è in alcun modo un matrimonio, un matrimonio vero e proprio, o qualcosa del genere. È semplicemente una benedizione delle persone».

 

Tuttavia, ha spiegato ulteriormente a OSV News che l’uso del termine «santi sposi» nella benedizione da lui scritta intendeva significare «coppia». – Deve essere uno scherzo… «santi sposi» per persone in situazione di peccato oggettivamente grave!

 

OSV News è stata piuttosto aggressiva nell’inviare un collegamento al video all’arcidiocesi di Chicago per un commento; nonché al cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) che ha prodotto Fiducia supplicans, per un parere su questo atto.

 

Una deriva prevedibile e inevitabile

Non c’era bisogno di essere profeti per dire che questa situazione si sarebbe verificata prima o poi, una volta pubblicata Fiducia supplicans. E questa probabilmente è solo la punta dell’iceberg. La situazione continuerà a peggiorare e le cerimonie diventeranno esplicitamente «matrimoni».

 

Non esistono trentasei modi per fermare questa deriva mostruosa: eliminare la deriva iniziale, cioè la dichiarazione stessa. Intanto il responsabile in primis di questa cerimonia di Chicago è il prefetto del DDF. È lui che dovrà rispondere innanzitutto a Dio.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Immagine di Richie D. via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

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Gender

Papa Francesco dice alla suora pro-LGBT che i transessuali «devono essere integrati nella società»

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Papa Francesco ha detto alla suor Jeannine Gramick, eterodossa e censurata dal Vaticano, che «le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società». Lo riporta LifeSiteNews.   I commenti del romano pontefice sono arrivati ​​in risposta a una lettera inviata da suor Gramick, in cui la religiosa pro-LGBT esprimeva la sua «tristezza e il mio disappunto per l’uso del concetto di “ideologia di genere”» nel documento recentemente pubblicato Dignitas infinita.   Pubblicata l’8 aprile, la dichiarazione vaticana Dignitas infinita critica la «teoria del gender». Citando la controversa enciclica Amoris Laetitia, l’autore della dichiarazione, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez – noto alle cronache, oltre che per encicliche contestate come la omosessualista Fiducia Supplicans, anche per libri di carattere erotico-spirituale come quelli sul bacio e sull’orgasmo – ha scritto che l’ideologia di genere «prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia».

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«La teoria del gender è che essa vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale», scrive la dichiarazione, aggiungendo che sono «da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna».   Significativamente, tuttavia, il documento non fa menzione dell’omosessualità.   Rivelando i dettagli della comunicazione del Papa con lei, suor Gramick ha sottolineato di aver scritto al pontefice per la prima volta dopo la pubblicazione di Dignitas Infinita. Affermando di essere stata «molto triste» fin dalla sua pubblicazione, Gramick ha affermato che la «sezione del documento sulla teoria del genere, che condanna “l’ideologia di genere”, sta danneggiando» le persone con confusione di genere.   La suora filo-omotransessualista ha rivelato quindi di aver scritto a Francis «per raccontargli la mia tristezza e la mia delusione per l’uso del concetto di «ideologia di genere».   «Ho scritto di nuovo al nostro amato papa, dicendogli che, sfortunatamente negli Stati Uniti (e in altre parti del mondo), “ideologia di genere” ha un significato diverso» scrive la religiosa. «Non significa annullare o non rispettare le differenze. È vero il contrario: chi usa quel termine non considera né rispetta la storia e l’esperienza di genere di una persona. Credo che le persone che usano il termine “ideologia di genere” molto probabilmente non hanno mai accompagnato persone transgender».   Secondo suor Gramick, cofondatrice del gruppo catto-LGBT «New Ways Ministry», il papa avrebbe risposto che «l’ideologia di genere è qualcosa di diverso dalle persone omosessuali o transessuali. L’ideologia di genere rende tutti uguali senza rispetto per la storia personale. Capisco la preoccupazione per quel paragrafo di Dignitas Infinita, ma non si riferisce alle persone transgender ma all’ideologia di genere, che annulla le differenze. Le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società».   Suor Gramick ha portato avanti la tesi, ritenuta da alcuni blasfema, secondo la quale Dio crea le persone con una differenza fondamentale nella loro identità fisica e in quella della loro anima, sostenendo che una persona confusa dal genere «si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».   «Le persone transgender non cancellano né negano le differenze sessuali o di genere. È proprio perché una persona transgender sa che esistono differenze di genere che si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima».

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Suor Gramick, scrive LifeSite, «ha una lunga storia di dissenso dall’insegnamento cattolico sull’omosessualità e l’aborto ed è stato ufficialmente censurata da papa Giovanni Paolo II e dal cardinale Joseph Ratzinger nel 1999 ma ha ignorato l’ordine». Recentemente la suora «ha sostenuto che la Chiesa dovrebbe aiutare ad affermare gli individui che si identificano come transgender nella le loro identità sbagliate, suggerendo che Dio “intende” che tali persone abbraccino le loro tendenze disordinate e si presentino falsamente come il sesso opposto», secondo il sito prolife canadese.   «La Chiesa dovrebbe aiutare a rimuovere il dolore in modo che la persona possa diventare una cosa sola nella mente e nel corpo come Dio intende», ha detto la suora, accusando la Chiesa di imporre un «serio fardello» alle persone che hanno confusione riguardo al proprio sesso affermando la realtà della loro natura sessuata.   Nonostante la sua lunga storia di eterodossia e di sostegno a posizioni che contravvengono all’insegnamento cattolico, Gramick ha trovato negli ultimi anni il favore di Papa Francesco, ricevendo numerose lettere da lui a sostegno del suo gruppo pro-LGBT e del suo attivismo personale.   Durante l’incontro del Sinodo sulla sinodalità del 2023, è stata ricevuta dal Papa in un’udienza privata concessa a lei e ai suoi colleghi della New Ways Ministry, il gruppo che ha co-fondato nel 1977 con il sacerdote dissidente Robert Nugent. L’udienza papale è stata descritta come l’occasione per evidenziare una «nuova apertura» al lavoro della Gramick.   Nel 1999 il Prefetto della Congregazione della Fede cardinale Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, firmava la notifica sul caso di suor Gramick e di padre Nugent.   «La diffusione di errori ed ambiguità non è coerente con un atteggiamento cristiano di vero rispetto e compassione: le persone che stanno combattendo con l’omosessualità hanno, non meno di altre, il diritto di ricevere l’autentico insegnamento della Chiesa da coloro che li seguono pastoralmente», scriveva il documento co-firmato dall’allore Segretario della CDF Tarcisio Bertone.   «Le ambiguità e gli errori della posizione di padre Nugent e di suor Gramick hanno causato confusione fra i Cattolici ed hanno danneggiato la comunità della Chiesa. Per questi motivi a Suor Jeannine Gramick, SSND, ed a Padre Robert Nugent, SDS, è permanentemente vietata ogni attività pastorale in favore delle persone omosessuali ed essi non sono eleggibili, per un periodo indeterminato, ad alcun ufficio nei loro rispettivi Istituti religiosi.   «Penso che nel lungo termine… Papa Francesco stia gettando le basi per un cambiamento nella sessualità», aveva detto Gramick lo scorso autunno, in risposta a una domanda sulla possibilità di «un cambiamento sostanziale nell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità».

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I segni del favore di Bergoglio nei confronti dei transessuali si sono moltiplicati negli anni del suo enigmatico papato.   Come riportato da Renovatio 21, nel 2015 il Dicastero aveva risposto negativamente alla stessa richiesta.   I segni di avvicinamento al transgenderismo, in effetti, si sono moltiplicati lungo tutto il papato bergogliano.   A fine gennaio 2015, un «uomo transgender» – nato in Ispagna come donna – dichiarò di aver avuto un’udienza privata con il papa, dove, secondo alcuni articoli di giornale, Bergoglio avrebbe «abbracciato» il 48enne transessuale.   A Napoli, sempre nel 2015, il romano pontefice, fu riportato dai media globali mangiò con «carcerati gay e transessuali».   Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso il pontefice ha incontrato dei trans in «pellegrinaggio» in Vaticano. «Gli ho baciato la mano, lui ha baciato la mia» avrebbe detto il trans paraguagio Laura. Nel 2020 invece aveva devoluto un obolo una tantum a dei trans sudamericani del litorale romano che a causa del lockdown si erano dovuto rivolgere in parrocchia. Arrivò l’elemosiniere, il polacco cardinale Krajewski, già noto per aver ridato la corrente ad un centro sociale, per saldare bollette e affitti e procurare generi di prima necessità. Nel 2015 papa Francesco aveva invece ricevuto in Vaticano un transessuale spagnuolo.   Come riportato da Renovatio 21l’ambasciata USA presso la Santa Sede sei mesi fa ha celebrato il «Transgender Day of Remembrance», il «giorno del ricordo transgender che offre un omaggio «a quelli della comunità transgender che sono stati assassinati a causa dell’odio». Durante il mese di giugno, l’ambasciata statunitense issò una grande bandiera omotransessualista – e immaginiamo abbiano fatto lo stesso anche all’ambasciata di Riyadh o di Islamabad. Ad ogni modo, non è noto se la Santa Sede abbia protestato.   Lo scorso novembre, in un segno ulteriore e sempre più definitivo, papa Francesco ha presieduto un pasto in Aula Paolo VI dove erano presenti anche «quarantaquattro individui transgender e quattro volontari» provenienti dalla parrocchia di Torvajanica (Roma), che da alcuni anni si dedica all’accoglienza e all’instaurazione di amicizia con queste persone.     L’agenzia Associated Press ha pubblicato un video dell’evento che seguiva i trans sin da quando sono saliti in pulmino. Il filmato si chiude con un’immagine della Basilica di San Pietro vista da via della Conciliazione e la scritta «Papa Francesco ha fatto dell’apertura alla comunità LGBTQ+ uno dei segni principali del suo papato».   Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Fernandez aveva fatto un’ulteriore «apertura» magisteriale nei confronti dell’omotransessualismo firmando per Dicastero della Dottrina della Fede, assieme al pontefice un documento in cui apriva per i transgender la possibilità di fare da padrini (madrine, o quello che è) ai battesimi.  

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