Immigrazione
Capodanno di Milano: guerriglia nella San Siro islamica, solo «stranieri» in Piazza Duomo
Il capodanno a Milano sprofonda anche quest’anno nel degrado e nella violenza.
Innanzitutto, va considerata la folla in Piazza Duomo, dove sarebbero convenute circa 25 mila persona.
«Nonostante l’assenza di eventi in Duomo sono state migliaia le persone, soprattutto giovani stranieri, che si sono date appuntamento in centro e nelle vie intorno alla cattedrale per festeggiare l’arrivo del nuovo anno» scrive il Corriere della Sera. «Una notte di San Silvestro ad alta tensione con centinaia di agenti della polizia e operatori dei carabinieri impegnati nei controlli».
Al quotidiano di via Solferino scappa il fatto che i festeggianti sono «stranieri» (e che la festa è oramai divenuta motivo di tensione pure per le Forze dell’Ordine).
La realtà, mostrata da alcuni video in rete, indica che gli «stranieri» erano in realtà nordafricani, che hanno invaso la piazza dove, praticamente, non sembra essere rimasta una sola persona di etnia europea.
This is Milan last night. Zero Italians, zero women and zero tourists. Only male Muslim immigrants. We are speechless. pic.twitter.com/eg6nO1kksQ
— RadioGenoa (@RadioGenoa) January 1, 2024
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Su Twitter circola pure una traduzione non verificata di quello che viene detto in un video: «Quando gli egiziani si riuniscono in Italia, devono devastare il mondo, rovinare il mondo», dice una voce mentre riprende l’orda berciante.
“When Egyptians gather in Italy, they must devastate world, ruin world", say Muslim immigrants in Milan. After these threats there were r@pes of Italian women, devastation, fires and attacks on the police with stones. pic.twitter.com/l8orB9XomB
— RadioGenoa (@RadioGenoa) January 2, 2024
A fronte della splendente meraviglia gotica del Duomo di Milano, opera della cristianità costata secoli di devoto lavoro ai milanesi, un’orda brulicante si inerpica sul monumento del Re Savoia, forse dandone compimento definitivo: la statua sta lì per ricordare la contrapposizione dei rei massonici alla chiesa cattolica, e il Piano Kalergi che ha sbarcato le migliaia di musulmani è pure uno schema massonico preciso di distruzione della cristianesimo.
This was #Milan (Italy) last night.
Not a single Italian can be seen among the crowd. Just an ocean of immigrants.
Most Italian women in big cities stayed at home to avoid being raped.
Milan and Rome alone reported over 20 sexual assaults and rapes last night.#HappyNewYear pic.twitter.com/Ic0kqsprln
— Klaus Arminius (@Klaus_Arminius) January 1, 2024
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L’anarco-tirannia calergista ha raggiunto il suo apice a San Siro, candidata a divenire ufficialmente la prima no-go zone islamica d’Italia.
Citiamo sempre le vellutate parole del Corriere: «le tensioni maggiori si sono verificate nel quartiere di San Siro, in particolare nella zona di via Zamagna dove intorno allo scoccare della mezzanotte alcuni giovani residenti hanno accatastato rifiuti e masserizie in strada per poi cercare di dargli fuoco».
«Gli agenti del reparto mobile (…) sono intervenuti insieme ai tecnici dell’AMSA per liberare la carreggiata. Successivamente c’è stato un nuovo intervento quando alcuni giovani hanno iniziato a lanciare sassi in direzione degli agenti. In quest’occasione è stato danneggiato il vetro di un furgone della polizia ma non ci sono stati scontri con gli agenti».
L’AMSA, per chi non lo sapesse, è l’azienda municipale milanese che si occupa dei rifiuti. In pratica, contro quelle sembrano essere barricate (termine da guerra, da guerriglia: infatti il quotidiano preferisce parlare di «rifiuti e masserizie accatastati in strada») Milano scatena i netturbini.
Guerriglia a San Siro della solita gang multietnica che infesta da tempo il quartiere.
L’Italia non è riuscita a integrarli @karimamoual? pic.twitter.com/ENx4a1fq79
— Francesca Totolo (@fratotolo2) January 1, 2024
Il Giornale, che pure parla di «guerriglia urbana», scrive che rifiuti e masserizie al centro della strada servivano per fare «un falò a mezzanotte ma gli uomini del servizio predisposto dal questore sono intervenuti tempestivamente per liberare il piano stradale insieme agli uomini dell’AMSA». Insomma, polizia di Stato ed operatori ecologici ancora una volta hanno sventato il peggio.
Ma la serata di San Silvestro non era ancora finita: «successivamente c’è stato un nuovo intervento quando alcuni giovani hanno iniziato a lanciare sassi in direzione degli agenti. In quest’occasione è stato danneggiato il vetro di un furgone della polizia ma non ci sono stati scontri con gli agenti» continua il Corriere. Insomma, solo una rivolta etnica con attacco agli agenti dello Stato, ma senza troppi danni, dai su, e anche gli stessi poliziotti non hanno dovuto faticare troppo: ci stanno davvero dicendo così.
«I protagonisti stessi paragonano quella violenza e quello spettacolo a scenari di guerra con scritte come “Milano come Baghdad”. San Siro da tempo sembra fuori controllo, con sempre più stranieri e giovani di seconda generazione ostili alle forze dell’ordine e che fanno della delinquenza il proprio mestiere» ha scritto sui social il consigliere di opposizione Silvia Sardone.
Sì, Milano come Baghdad, Fallujah, o come Raqqa: sappiamo pure dalle cronache che i fan dell’ISIS in zona non mancano. Questa è la realtà delle cose nella Milano di Sala e della Ferragni – due figure che possono essere considerate come parallele. Dopo la tahurrush gamea (la tradizione orientale della «molestia collettiva») del capodanno 2022 – in linea con quanto successo dinanzi ad un altro Duomo, quello di Colonia – si pensava che qualcosa sarebbe stato fatto, anche solo cosmeticamente, così, come un pandoro filantropico per i bambini che stanno male.
Non pare essere andata così: e la città, tra disordini etnici immotivati (tipo: se il Marocco vince una partita ai mondiali…), studenti incapaci di attraversare il parco, baby gang, degrado sanguinario in Stazione Centrale, e pure il simpatico fenomeno crescente degli uomini ignudi urbani ambulanti (mettiamoci anche quello, e chiediamoci: sono italiani?) prima o poi si dovrà svegliare – non in una pozza di sangue, speriamo.
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Le ciabatte degli immigrati e l’anarco-tirannia
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Immigrazione
Austria, vietato l’uso dell’hijab per le ragazze sotto i 14 anni
Il governo austriaco annuncia che a partire dall’anno scolastico 2026 verrà posto un veto legale all’uso dell’hijab e di altri veli islamici nelle scuole pubbliche e private per le ragazze di età inferiore ai 14 anni, accompagnato da sanzioni pecuniarie per i genitori.
Il progetto non è nuovo. Già nel 2019, il 15 maggio, il parlamento aveva approvato un disegno di legge proposto dalla coalizione di governo che vietava l’uso del velo islamico nelle scuole primarie. Tuttavia, a seguito di un reclamo da parte dei genitori, la Corte costituzionale austriaca aveva stabilito che la legge era discriminatoria. In precedenza, in Austria era stata approvata una legge contro l’uso del velo integrale nei luoghi pubblici, entrata in vigore il 1° ottobre 2017.
Il 21 novembre 2025, il governo austriaco ha deciso di rilanciare il disegno di legge respinto dalla Corte Costituzionale. Tale legge vieterebbe l’uso dell’hijab e di altri veli islamici, incluso il burqa, a tutte le ragazze di età inferiore ai 14 anni nelle scuole del Paese. Questa misura, applicabile sia alle scuole pubbliche che a quelle private, entrerebbe in vigore all’inizio dell’anno scolastico 2026.
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Presentata dal ministro per l’Integrazione, Claudia Plakolm, questa misura include anche multe per i genitori in caso di recidiva. Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del 2019, la coalizione di governo ritiene di disporre ora di un quadro giuridico più solido, giustificando la proposta con il crescente numero di giovani studenti musulmani nelle scuole austriache.
Secondo il governo, l’obiettivo principale di questa legge è quello di fungere da «protezione per le ragazze, al fine di garantire il loro sviluppo indipendente». La norma si presenta quindi come uno strumento volto a impedire che pressioni culturali o religiose influenzino la vita scolastica delle ragazze minorenni.
La legge prevede multe fino a 800 euro per i genitori che non rispettano il divieto. Le autorità hanno chiarito che si tratta di sanzioni pecuniarie applicabili in caso di inosservanza ripetuta o deliberata.
Prima che la legge entri in vigore, il governo condurrà una campagna informativa rivolta alle famiglie e alle comunità scolastiche per spiegare la portata del divieto e le ragioni alla base di questa decisione legislativa.
Sebbene la legge si concentri specificamente sulla tutela delle ragazze di età inferiore ai 14 anni, questa misura si inserisce anche nel dibattito europeo sul ruolo della religione e delle espressioni culturali nelle scuole.
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L’FPÖ ritiene che la misura sia insufficiente.
Il Partito della Libertà (FPÖ), principale gruppo parlamentare con il 28,8% dei voti, chiede un divieto generale di indossare il velo in tutte le scuole, ritenendo insufficiente il piano del governo di coalizione di limitare tale divieto alle ragazze di età inferiore ai 14 anni.
In un comunicato stampa diffuso giovedì, il partito di opposizione ha inoltre esortato i parlamentari ad approvare una legge che vieti l’Islam politico e ha chiesto l’immediata cessazione dell’immigrazione illegale di massa.
«Il velo è un simbolo dell’Islam politico, dell’oppressione e del paternalismo delle donne e pertanto non ha posto nelle nostre scuole. In primo luogo, questa nuova ondata di immigrazione di massa deve essere fermata immediatamente e, in secondo luogo, l’Islam politico deve essere chiaramente vietato per legge», ha affermato il partito.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine generata artificialmente
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Le stazioni ferroviarie tedesche sono oramai no-go zone
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