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Bergoglio nel 2015 aveva negato ai trans di fare i padrini

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Prima dell’«apertura» vaticana all’omotransessualismo segnata dal recente documento di risposta del capo del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) cardinale Victor Manue «Tucho» Fernandez ai dubia espressi dall’arcivescovo brasiliano José Negri, la Santa Sede si era espressa contro il permesso a transessuali ed omosessuali di fare da padrini durante le cerimonie religiose.

 

Agendo sotto la direzione di Papa Francesco nel 2015, il comitato di vigilanza della dottrina del Vaticano si era pronunciato contro i transessuali che fungono da padrini per i battesimi, affermando che le persone che si identificano come transgender «non possono essere ammesse alla posizione di madrina o padrino». Lo riporta il sito cattolico statunitense Church Militant.

 

Nel luglio 2015, mons. Rafael Zornoza, vescovo di Cadice e Ceuta in Spagna, ha respinto la richiesta di tale Alex Salinas, una donna biologica che aveva iniziato a portare con sé una carta d’identità maschile ed era in attesa di un intervento chirurgico di cambio di sesso, di diventare padrino dei suoi due nipoti.

 

La ventenne Salinas si era registrato per diventare padrino della chiesa di San José Artesano, ma il prete gli disse che non poteva «cambiare 2.000 anni di storia della Chiesa” e che la transizione di genere «non era consentita dalla moralità cristiana».

 

Un’associazione transessuale andalusa aveva quindi presentato una denuncia alla commissione per l’uguaglianza del governo spagnolo, etichettando la decisione della chiesa come un crimine d’odio. Salinas aveva lanciato anche una petizione online, che ha raccolto più di 35.000 firme.

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La nota dottrinale del cardinale Fernandez è quindi un ribaltamento di 180 gradi di una decisione del 2015 dello stesso dicastero.

 

Sotto intensa pressione, monsignor Zornoza aveva revocato la sua precedente decisione e approvato la richiesta di Salinas in agosto, scrivendo tuttavia al DDF per chiedere chiarimenti sulla controversia.

 

Salinas, che aveva descritto il rifiuto iniziale come un «calcio nello stomaco», aveva detto ai giornalisti: «Sono molto felice per quello che questo significa per me, ma soprattutto perché ciò che è bene per me è bene anche per gli altri transessuali cattolici che vogliono far parte della Chiesa».

 

Nel settembre 2015 Zornoza aveva rilasciato un comunicato in cui annunciava che, in base a una decisione del DDF, non poteva permettere che i transessuali diventassero padrini poiché non potevano svolgere i compiti richiesti dal ruolo.

 

Monsignor Zornoza aveva spiegato che il DDF ha respinto la richiesta di Salinas di diventare padrino, sulla base di «un’oggettiva mancanza dei requisiti che per loro natura sono necessari per assumere la responsabilità ecclesiale di essere padrino».

 

Salinas aveva confermato il secondo rifiuto ai media spagnoli, dicendo che il vescovo lo aveva chiamato proprio il giorno in cui si sarebbero recati in parrocchia per confermare la data e l’ora del battesimo.

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Salinas si è detta triste per la notizia e si è lamentata di sentirsi «usata e delusa dalla mia stessa Chiesa», dichiarando ai giornali che sua sorella non aveva quindi più intenzione di battezzare suo figlio.

 

«Lo stesso comportamento transessuale rivela pubblicamente un atteggiamento contrario all’esigenza morale di risolvere il proprio problema di identità sessuale secondo la verità del proprio sesso», affermava il DDF nella sua risposta al vescovo Zornoza.

 

«È dunque evidente che questa persona non ha l’esigenza di condurre una vita secondo la fede e l’incarico di padrino (CIC, can 874 §1,3), e quindi non può essere ammessa all’incarico né di madrina né padrino», ha chiarito il DDF.

 

Church Militant scrive di aver visto un comunicato pubblicato sul sito diocesano dove monsignor Zornoza osservava che «Papa Francesco ha affermato in più occasioni, in continuità con il Magistero della Chiesa, che questo comportamento è contrario alla natura dell’uomo».

 

Zornoza citava l’enciclica Laudato si’ di Bergoglio, sottolineando che «l’ecologia umana implica anche qualcosa di molto profondo: il rapporto necessario della vita degli esseri umani con la legge morale scritta nella loro stessa natura, necessaria per poter creare un ambiente più dignitoso».

 

Continuando a citare la Laudato si’, lo Zornoza aggiungeva che «pertanto, un atteggiamento che cerca di “annullare la differenza sessuale perché non sa più come affrontarla” non è sano».

 

«C’è una “ecologia dell’uomo “perché “anche l’uomo ha una natura che deve rispettare e che non può manipolare a suo piacimento”», osservava il vescovo spagnuolo citando Papa Benedetto XVI. «L’accoglienza del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune, mentre una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile del dominio sulla creazione».

 

Il vescovo chiariva che la consultazione del DDF era necessaria a causa della cosiddetta confusione dei fedeli riguardo alle sue stesse parole e dell’attenzione dei media sul caso di Salinas.

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Mercoledì scorso papa Francesco ha autorizzato le risposte pubblicate dal prefetto del DDF cardinal Fernández ai sei dubia riguardanti la partecipazione delle persone LGBT ai sacramenti del battesimo e del matrimonio.

 

«La nota dottrinale è un ribaltamento di 180 gradi di una decisione del 2015 dello stesso dicastero che ha impedito a un uomo transgender in Spagna di servire come padrino, nonostante il sostegno del vescovo locale al coinvolgimento dell’uomo», ha detto trionfante Francis DeBernardo, attivista cattolico LGBT. «Questa affermazione, di per sé un ribaltamento di una precedente decisione vaticana, contrasta in modo sorprendente con le restrizioni che alcuni vescovi statunitensi hanno imposto alle persone LGBTQ+ negli ultimi anni», ha sottolineato il DeBernardo, cofondatore del ministero dissidente pro-LGBT New Ways.

 

«Significativamente, non solo questa nota dottrinale», ha affermato, «rimuove le barriere alla partecipazione delle persone transgender, ma dimostra che la Chiesa cattolica può – e cambia – idea su determinate pratiche e politiche».

 

Va ricordato che il DeBernardo ha incontrato Papa Francesco a Santa Marta il 17 ottobre con la sua collega attivista LGBT suor Jeannine Gramick mentre era in corso il Sinodo sulla sinodalità.

 

«L’incontro con Papa Francesco è un grande incoraggiamento per Suor Jeannine e New Ways Ministry a continuare il nostro lavoro nella Chiesa cattolica», aveva affermato DeBernardo.

 

A nome della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti (USCCB), l’allora presidente cardinale Francis George ha avvertito che New Ways Ministry ha «criticato gli sforzi della Chiesa per difendere la definizione tradizionale di matrimonio tra un uomo e una donna e ha esortato i cattolici a sostenere le iniziative elettorali per stabilire il ‘matrimonio’ ​​tra persone dello stesso sesso».

 

«Nessuno dovrebbe lasciarsi fuorviare dall’affermazione che New Ways Ministry fornisce un’autentica interpretazione dell’insegnamento cattolico e un’autentica pratica pastorale cattolica», sottolineava la dichiarazione dell’USCCB, scrivendo che il gruppo «non ha alcuna approvazione o riconoscimento da parte della Chiesa cattolica».

 

Tuttavia, in apparente contrasto con i suoi vescovi americani, il 10 dicembre 2022, Bergoglio ha inviato una lettera scritta a mano su carta intestata ufficiale del Vaticano a suor Gramick, riconoscendo di sapere «quanto ha sofferto» e descrivendo la religiosa come «una donna valorosa che prende le sue decisioni in preghiera».

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Svizzero preferisce il carcere alla multa per un post «transfobico»

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Un uomo in Isvizzera rischia la prigione per essersi rifiutato di pagare una multa inflitta per un commento ritenuto discriminatorio verso la comunità LGBT dai tribunali, al termine di una battaglia legale durata tre anni.   Emanuel Brunisholz, riparatore svizzero di strumenti a fiato, è stato condannato in base alle leggi antidiscriminazione del Paese per un commento pubblicato su Facebook nel 2022.   Nel post, il Brunisholz aveva evidenziato che le differenze biologiche tra uomini e donne sono evidenti nella struttura scheletrica, scrivendo: «Se si scava nella storia delle persone LGBTQI dopo 200 anni, si trovano solo uomini e donne basandosi sui loro scheletri. Tutto il resto è una malattia mentale promossa attraverso i programmi scolastici».

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Il post è stato segnalato alla polizia, e alcuni mesi dopo Brunisholz è stato interrogato. Un tribunale di Berna lo ha ritenuto colpevole di discriminazione e incitamento all’odio.   Nel 2023, Brunisholz ha presentato ricorso presso il tribunale regionale, ma è stato nuovamente dichiarato colpevole e condannato a pagare 600 franchi svizzeri (641 euro) di spese processuali.   Il tribunale ha commutato una pena detentiva di dieci giorni in una multa di 500 franchi svizzeri, ma Brunisholz ha rifiutato di pagarla, scegliendo invece la detenzione. All’inizio di questo mese, ha pubblicato la sua citazione in giudizio su X, annunciando che inizierà a scontare la pena il 2 dicembre.   Il caso ha generato un’ondata di indignazione online, attirando l’attenzione del CEO di Tesla, Elon Musk.   Un utente su X ha scritto sabato: «Per questo andrà in prigione», riferendosi al post di Brunisholz.   Al che Elon Musk ha semplicemente risposto: “!!”  

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Il magnate della tecnologia ha criticato aspramente il «virus della mente woke», affermando che abbia metaforicamente «ucciso» suo figlio Xavier, che è transgender. Musk ha inoltre denunciato a più riprese le restrizioni alla libertà di espressione e l’eccessiva ingerenza governativa in Europa.   La Confederazione Elvetica non è nuova a notizie di genderismo istituzionale estremista.   A dicembra era emerso il caso in cui l’Alta Corte svizzera aveva stabilito che i genitori separati dalla figlia per essersi rifiutati di sostenere la sua «transizione» di genere devono consentire il «cambio di sesso» legale della figlia o affrontare la possibilità di accuse penali.   Come riportato da Renovatio 21, in base ad una nuova legge proposta nel 2022 i cittadini della Repubblica Federale Tedesca potranno cambiare legalmente sesso una volta l’anno.   La Svizzera tuttavia aveva già segnalato un grande atto di resistenza alla dittatura genderista globale: si tratta del 64enne cittadino della città svizzera di Lucerna si è dichiarato donna per incassare la pensione un anno prima. Nel suo cantone le donne possono andare in pensione un anno prima degli uomini, cioè a 64 anni invece che a 65, con pensioni piuttosto alte: dipendentemente da fattori come età e genere, possono variare dai 13 mila ai 24 mila euro.   L’uomo ha quindi investito 75 franchi svizzeri (circa 72 euro) in burocrazia anagrafica, sfruttando una nuova legge svizzera che permette ai cittadini elvetici di cambiare sesso senza dover procurare alle autorità alcuna documentazione medica. In pratica, se ti alzi al mattino e decidi che vuoi essere donna, basta andare all’ufficio pubblico preposto, e sei «ufficialmente» una donna.   Così ha fatto il signore – o signora – in questione. Il quale, raggiunti i 66 anni, potrà semplicemente andare all’anagrafe e cambiare di nuovo sesso e continuare magari a godere di una pensione più elevata.   Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa tuttavia il Consiglio Federale Svizzero aveva respinto due proposte del parlamento per introdurre un’opzione di terzo genere o un’opzione senza genere per i documenti ufficiali.

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Kennedy: gli USA respingono la dichiarazione dell’OMS per linguaggio pro-aborto e «ideologia gender radicale»

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Il Segretario della Salute e dei Servizi Umani Robert F. Kennedy Jr. ha dichiarato alle Nazioni Unite che gli Stati Uniti non appoggeranno le politiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che promuovono l’aborto e un’ideologia gender radicale.

 

Kennedy ha sottolineato con forza la crisi globale delle malattie croniche, difendendo la sovranità nazionale degli Stati Uniti e denunciando il tentativo delle Nazioni Unite di imporre un consenso in modo insidioso.

 

Parlando a una riunione dell’ONU sulla prevenzione e il contrasto delle malattie croniche, Kennedy ha annunciato che gli Stati Uniti rifiuteranno una proposta di dichiarazione dell’ONU, ritenendola un’ingerenza oltre i suoi limiti.

 

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«Esorto la comunità internazionale a unirsi per affrontare questa piaga. Non possiamo combattere l’epidemia da soli, ma l’approccio delle Nazioni Unite è errato: fa troppo poco e, al contempo, troppo», ha dichiarato Kennedy.

 

La dichiarazione «supera i limiti del ruolo delle Nazioni Unite, trascurando le priorità sanitarie più urgenti», ha aggiunto Kennedy. «Per questo gli Stati Uniti la respingeranno».

 

«Non possiamo accettare un linguaggio che promuova un’ideologia di genere distruttiva», ha chiarito il principale funzionario sanitario dell’amministrazione Trump. «Né possiamo accettare pretese di un diritto costituzionale o internazionale all’aborto».

 

«L’OMS non può rivendicare credibilità o leadership senza una riforma radicale», ha affermato Kennedy, definendo la dichiarazione dell’ONU come di natura «politica».

 

«Il documento è carico di controversie, con disposizioni che spaziano dalle tasse a una gestione oppressiva delle malattie trasmissibili da parte di enti internazionali», ha proseguito. «Gli Stati Uniti ritireranno la dichiarazione, pur mantenendo il loro impegno globale per combattere le malattie croniche».

 

«All’inizio dell’anno, gli Stati membri hanno deciso che questa riunione avrebbe dovuto approvare una dichiarazione per consenso, per evitare controversie. Tuttavia, il documento è pieno di elementi divisivi», ha sottolineato Kennedy. «La bozza presentata oggi non avrebbe dovuto essere inclusa nell’agenda».

 

Le implicazioni trascendono la politica sanitaria. La posizione di Kennedy indica che gli Stati Uniti non subordineranno più la loro Costituzione, i processi democratici o i diritti dei cittadini a organismi internazionali non eletti, indipendentemente dal linguaggio umanitario usato per giustificare tale subordinazione.

 

In un videomessaggio sui social media, Kennedy è stato ancora più diretto: «Una politica globale efficace deve rispettare famiglie, culture e comunità, essere pratica, economica e attenta alle esigenze locali».

 

«In particolare, non possiamo accettare un linguaggio che promuova un’ideologia di genere radicale. Crediamo nella realtà biologica del sesso. Le donne meritano dignità, sicurezza e spazi dedicati», ha sostenuto.

 

«Non riconosciamo un diritto costituzionale o internazionale all’aborto. Come ha detto il presidente Trump, ‘i burocrati globali non hanno alcun diritto di minare la sovranità delle nazioni che proteggono la vita innocente’», ha ribadito Kennedy.

 

«Non possiamo delegare autorità all’OMS», ha aggiunto. «Il fallimento dell’OMS durante il COVID è costato tempo prezioso e innumerevoli vite. Senza una riforma significativa, l’OMS non può pretendere credibilità o leadership».

 


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Come riportato da Renovatio 21, Kennedy e Trump sono reduci dalla pubblicazione di uno storico piano per fermare l’ascesa dell’autismo in USA, dove entrambi hanno parlato apertis verbis di possibili danni di paracetamolo in gravidanza e vaccinazioni pediatriche.

 

Nel frattempo, i Democratici USA, e non solo, stanno operando per ottenere l’impeachment del figlio di Bob Kennedy. Dopo la rimozione di tutti i membri del comitato consultivo sui vaccini dell’ente epidemico CDC, Kennedy ha visto tutte le sue nomine pesantemente attaccate dagli avversari politici.

 

Il mese scorso Kennedy ha attaccato i pediatri americani che hanno raccomandato ai loro pazienti vaccini prodotti dalle stesse aziende che fanno loro donazioni. Inoltre, ha revocato l’autorizzazione all’uso di emergenza dei sieri COVID, annullando contratti da mezzo miliardo di dollari per i vaccini mRNA, ed esprimendo la sua contrarietà alla raccomandazione dei vaccini genici sperimentali ai bambini.

 

Il segretario alla Salute USA ha inoltre ordinato che tutti i nuovi vaccini siano sottoposti a test di controllo con il placebo – un pratica che per i vaccini, unico farmaco al mondo, non era necessaria. A inizio mandato aveva fermato un progetto miliardario per i nuovi vaccini orali COVID, e si pera opposto alla vaccinazione per epatite B dei neonati, per la quale dice non esservi alcuna giustificazione medica.

 

Sotto la sua supervisione, la sanità USA, ha detto Kennedy, vedrà rivoluzionato il sistema di risarcimenti per i danni da vaccino, per i quali sei mesi fa ha promesso la creazione di una sottoagenzia CDC specifica. Ha inoltre promesso una «revisione completa» della pillola abortiva dopo aver ricevuto un rapporto «allarmante» sui suoi pericoli.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate Kennedy aveva spiegato perché gli USA respingevano le nuove regole dell’OMS sulla pandemia, cercando quindi creare un’alternativa al controverso ente sanitario transnazionale.

 

A febbraio la Sanità diretta da Kennedy ha dichiarato ufficialmente l’esistenza di solo due sessi: «torniamo alla scienza e al buon senso», ha detto.

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La Slovacchia modifica la Costituzione per riconoscere solo due sessi e vietare maternità surrogata e adozione omosessuale

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La Slovacchia ha respinto la legislazione dell’Unione Europea modificando la propria Costituzione per sancire il riconoscimento di soli due sessi, vietare la pratica della maternità surrogata e limitare l’adozione alle coppie sposate eterosessuali.   Il Paese, che conta 5,4 milioni di abitanti, ha così affermato il primato delle proprie leggi su quelle dell’UE e ha preso una ferma posizione in difesa della famiglia e della morale cristiana. L’emendamento stabilisce che la Slovacchia mantiene la sovranità in materia di «identità nazionale», in particolare per quanto riguarda «questioni etico-culturali fondamentali».   «La Repubblica slovacca riconosce solo due generi, maschile e femminile, determinati biologicamente», si legge nell’emendamento approvato venerdì dal parlamento nazionale.   L’emendamento stabilisce inoltre che solo le coppie sposate possono adottare legalmente bambini, rendendo impossibile l’adozione per gli omosessuali. Un emendamento slovacco approvato nel 2014 definisce il matrimonio esclusivamente come l’unione tra un uomo e una donna.

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L’emendamento, che gli osservatori politici avevano previsto sarebbe stato bocciato, è stato approvato di misura con la maggioranza richiesta dei tre quinti (90 voti dei 150 seggi del consiglio) dopo che 12 legislatori dell’opposizione conservatrice si sono uniti alla coalizione di governo.   Ora è necessario anche il consenso dei genitori per consentire agli studenti di partecipare a corsi di educazione sessuale.   Quando l’emendamento è stato pubblicato per la prima volta a fine gennaio, il primo ministro slovacco Robert Fico ha ripreso il discorso inaugurale del presidente Donald Trump: «Esistono due sessi, maschile e femminile», definiti alla nascita.   Il Fico ha inoltre affermato l’imperativo di difendere «le tradizioni, il patrimonio culturale e spirituale dei nostri antenati», di costruire una «diga costituzionale contro la politica progressista» e di ripristinare il «buon senso».   Il presidente Peter Pellegrini ha dichiarato che avrebbe firmato l’emendamento. «In un momento di enorme divisione all’interno della società slovacca, una maggioranza costituzionale è un segnale importante che indica che c’è un accordo su una questione specifica nell’intero spettro politico, e deve essere rispettato», ha affermato Pellegrini dopo il voto.   In un discorso infuocato tenutosi a maggio al CPAC Ungheria 2025 , il P Fico ha sottolineato che avrebbe continuato a sostenere i tradizionali valori familiari cristiani del Paese.   Nel discorso del 29 maggio, Fico ha sottolineato che l’essenza della Slovacchia si fonda su centinaia di anni di valori familiari cristiani tradizionali, in particolare sull’idea che il matrimonio sia tra un uomo e una donna e che ci siano solo due sessi, e che si impegnerà a sostenere questi valori sacri. Il primo ministro ha una lunga storia di affermazione dei valori familiari cristiani e di opposizione al globalismo.   Dopo aver sottolineato di non voler che l’identità nazionale della Slovacchia «si dissolva» a favore dei valori liberali promossi dall’Unione Europea (UE), Fico ha evidenziato i valori cristiani che costituiscono l’identità nazionale del Paese.   «Certamente non intendo sacrificare l’essenza della Slovacchia, che si basa su più di mille anni di tradizione cristiana, (con) la famiglia tradizionale come componente fondamentale della nostra società», ha affermato il primo ministro.

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Immagine di Aerra Carnicom via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 
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