Nucleare
La Russia revoca la ratifica del Trattato sul divieto totale degli esperimenti nucleari
Con un voto di 156-0 ottenuto il 25 ottobre, i senatori del Consiglio della Federazione dell’Assemblea russa hanno revocato la ratifica da parte della Russia del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), ha riferito la TASS.
Sebbene il trattato sia in vigore tra Stati Uniti e Russia da decenni, gli stessi Stati Uniti non hanno mai ratificato il CTBT, e si prevedeva che la mossa della Russia avrebbe «livellato il campo di gioco» nelle attuali condizioni di estrema tensione tra i due Paesi.
Vale la pena notare che l’annuncio del Cremlino sulla supervisione personale di Putin sulle esercitazioni annuali di addestramento nucleare del Paese è stato fatto lo stesso giorno in cui è stato votato il CTBT.
La portavoce del Consiglio della Federazione, Valentina Matvienko, ha sottolineato il punto, denunciando la «pura ipocrisia» di Washington: «la Russia ha sostenuto e sostiene la creazione di un vero sistema di sicurezza internazionale efficace, unificato, indivisibile per tutti e basato su principi nuovi ed equi. Ratificando il trattato a tempo debito abbiamo naturalmente dimostrato la nostra buona volontà. Abbiamo espresso il nostro desiderio di contribuire alla sicurezza globale. Naturalmente speravamo di vedere azioni responsabili innanzitutto da parte degli Stati Uniti, ma Washington per tanti anni – sono trascorsi 23 anni – non ha ratificato il trattato e ha persistentemente trattato con indifferenza le preoccupazioni comuni».
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Ora che la Russia ha revocato la ratifica, ha continuato la senatrice Matvienko, questo «ha improvvisamente reso gli Stati Uniti molto preoccupati».
«È pura ipocrisia. Se gli Stati Uniti continueranno a non fare nulla in termini di adempimento dei propri obblighi, questo accordo rimarrà una pura facciata e non avrebbe senso che la Russia partecipasse a questa parodia», la senatrice. «Dobbiamo eliminare le disuguaglianze, in questo caso nel quadro di un documento unico, per riequilibrare il sistema, eliminare le distorsioni e ripristinare la giustizia».
«Penso che se l’Occidente, compresi gli Stati Uniti, fosse seriamente interessato alla stabilità internazionale, ascolterebbe questo messaggio e intraprenderebbe le azioni necessarie», ha concluso la Matvienko.
Come riportato da Renovatio 21, tale sviluppo segue un esperimento di esplosione sotterranea effettuato dagli USA in un poligono di test nucleari in Nevada, svolto poche ore dopo che la Duma di Stato, la camera bassa del Parlamento russo, aveva approvato il disegno di legge sul ritiro della ratifica del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) del 1996.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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Nucleare
La Svezia è disposta ad ospitare testate nucleari USA
La Svezia potrebbe potenzialmente consentire agli Stati Uniti di posizionare armi nucleari sul suo territorio, ma solo se il paese fosse coinvolto in un conflitto militare, ha detto il primo ministro Ulf Kristersson.
Lunedì in un’intervista con Sveriges Radio, il Kristersson ha sottolineato che da quando ha aderito alla NATO, il governo ha presentato due proposte al Parlamento, affermando che Stoccolma non ospiterà truppe straniere permanenti o armi nucleari in tempo di pace.
Tuttavia, ha affermato che tali divieti verrebbero revocati se la Svezia, che non è in guerra dal 1814, dovesse diventare parte di un conflitto militare attivo.
«In una situazione di guerra, la questione è completamente diversa», ha detto il primo ministro di Stoccolma, aggiungendo che «tutta la NATO beneficia dell’ombrello nucleare che deve essere in vigore negli stati democratici finché la Russia avrà le sue armi nucleari».
Il Kristersson ha anche sottolineato che spetta alla Svezia decidere quali armi straniere – se ce ne sono – saranno stazionate sul suo territorio.
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I commenti del premier arrivano prima del voto parlamentare di giugno su un accordo di cooperazione in materia di difesa con gli Stati Uniti, che darebbe a Washington l’accesso alle basi militari di Stoccolma.
A differenza dei suoi vicini nordici Finlandia e Norvegia, la Svezia non ha un divieto esplicito di accettare armi nucleari, ma mantiene una politica di lunga data contro l’ospitare tali armi in tempo di pace.
I critici hanno esortato Stoccolma a cambiare la sua posizione sulla questione, avvertendo che la mancanza di una legislazione su un divieto totale delle armi nucleari potrebbe creare problemi in una situazione critica, data l’adesione della Svezia alla NATO.
Gli Stati Uniti attualmente detengono armi nucleari in cinque paesi della NATO – Germania, Paesi Bassi, Belgio, Italia e Turchia – come parte del programma di condivisione nucleare del blocco.
La Svezia, insieme alla Finlandia, ha chiesto di aderire all’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti poco dopo l’inizio del conflitto in Ucraina. Mentre la Finlandia è diventata uno Stato membro lo scorso anno, la Svezia non ha aderito ufficialmente fino a marzo, con i progressi ostacolati da Ungheria e Turchia, che hanno espresso rimostranze nelle relazioni bilaterali.
Come noto, il programma NATO consente il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi sul territorio di altre nazioni NATO non nucleari. L’utilizzo di una simile strategia di condivisione transnazionale delle testate programmata ora dalla Russia con la Bielorussia, tuttavia, suscita le ire del Patto Atlantico, e le richieste allucinanti di Paesi come la Polonia, che sull’argomento in realtà insiste da tempo.
Secondo un rapporto del direttore Nuclear Information Project della Federation of American Scientists Hans Kristensen, gli Stati Uniti hanno circa 100 bombe nucleari a gravità B61 situate presso la base aerea di Kleine Brogel in Belgio, la base aerea di Buchel in Germania, la base aerea di Volkel nei Paesi Bassi, la base aerea di Incirlik in Turchia e, naturalmente, le basi aeree italiane di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia).
Le potenze nucleari stanno attivamente modernizzando ed espandendo i loro arsenali tra le crescenti tensioni geopolitiche, secondo un rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) pubblicato l’anno passato.
Come riportato da Renovatio 21, la Svezia aveva reagito immediatamente alla guerra Ucraina, rimilitarizzando subitamente l’isola Gotland.
Come riportato da Renovatio 21, nemmeno troppo sottotraccia, sta continuando la frizione tra Stoccolma e la Repubblica Popolare Cinese, con un caso di giornalista cinese espulsa il mese scorso.
Il segretario NATO, il norvegese Jens Stoltenberg, ha più volte dichiarato che per l’Alleanza il nemico del futuro è Pechino, con il Dragone considerato, con la Russia, come minaccia ai valori degli alleati occidentali, qualsiasi cosa ciò possa voler dire. La Cina contraccambia la simpatia per la NATO, come quando ha dichiarato gli atlantici responsabili delle tensioni in Kosovo.
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Immagine di NATO North Atlantic Threaty via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic
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