Politica
Sanna Marin ha perso le elezioni

La premier finlandese Sanna Marin, idolo della sinistra mondiale perché giovane, bella, politicamente correttissima e soprattutto antirussa fino al parossismo, ha perso le elezioni.
Il leader conservatore finlandese Petteri Orpo, leader del Partito della Coalizione Nazionale dal 2016, ha vinto la tornata corsa elettorale mandando a casa la principessa NATO Sanna. Orpo, 53 anni, è già stato vicepremier dal 2017 al 2019. Il suo partito ha ottenuto il primo posto con il 20.8% dei suffragi.
«Abbiamo ottenuto il mandato più grande», ha dichiarato Orpo, dopo una notte drammatica in cui il suo partito si distanziava gradualmente dai socialdemocratici della Marin, che non sono finiti terzi dopo il Perussuomalaiset, il partito «Veri Finlandesi» arrivato alla percentuale monstre del 20,1%, in pratica ad una incollatura da Orpo.
La Marin, 36 anni, ha spinto con successo la Finlandia ad aderire alla NATO, con l’adesione che dovrebbe essere ratificata a giorni dopo l’OK della Turchia, che ancora pone il veto però sulla Svezia. Anche Orpo, è pro-NATO, e lo sono pure i Veri Finlandesi, un partito che in passato era stato critico nei confronti della NATO e dell’UE, ma ha ceduto a marzo dopo l’operazione militare speciale russa in Ucraina.
L’adesione della Finlandia alla NATO ha irritato i vertici di Mosca.
La Marin può essere ricordata per quando al World Economic Forum di Davos – è, per quanto abbia cercato di minimizzare in Parlamento, una Young Global Leader di Klaus Schwab – disse che il suo «unico messaggio» era che l’Ucraina fosse sostenuta per 15 anni o anche di più qualora necessario.
Prime Minister of Finland tells Davos that her "only message" is that the Ukraine war must be supported for 15 years or longer if needed. This kind of "perpetual war" rhetoric used to be associated with John McCain-style war fever, now it's associated with the slayyyyyy Girl Boss pic.twitter.com/92w3A2n3Lh
— Michael Tracey (@mtracey) January 18, 2023
Come riportato da Renovatio 21, secondo le autorità finniche la criminalità locale sta ricevendo grandi quantità di armi fornite all’Ucraina ma poi dirottate sul mercato nero verso gangster e terroristi,
La Marin è stata celebrata per essere gradevole di aspetto, giovanissima e figlia di una coppia omogenitoriale.
Tuttavia, è incappata in una serie di scandali che riguardavano il suo comportamento, con serate fino alle ore piccole nei locali, con strusci extraconiugali inclusi, festicciole con amici improbabili in cui si agitava come un’adolescente.
A new video of Prime Minister Sanna Marin’s “party scandal” appeared in Finland today.
— Worldupdates ( Breaking ) (@itswpceo) August 19, 2022
Finland’s Prime Minister @MarinSanna is in the headlines after a video of her partying was leaked today.
She has previously been criticized for attending too many music festivals & spending too much on partying instead of ruling.
The critics say it’s not fitting for a PM. pic.twitter.com/FbOhdTeEGw
— Visegrád 24 (@visegrad24) August 17, 2022
A seguito di varie illazioni – dovute forse a certi canti dei suoi amici registrati in video mente sembrano inneggiare ad una non ben precisata «banda della farina» – si è sottoposta anche ad un test antidroga.
La Marin, come molte starlette televisive nostrane, è sposata ad un calciatore ed ha un figlio.
Immagine di Foundations World Economic Forum via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Politica
Orban dice che l’UE potrebbe andare al «collasso» e chiede accordi con Mosca

L’UE è sull’orlo del collasso e non sopravvivrà oltre il prossimo decennio senza una «revisione strutturale fondamentale» e un distacco dal conflitto ucraino, ha avvertito il primo ministro ungherese Viktor Orban.
Intervenendo domenica al picnic civico annuale a Kotcse, Orban ha affermato che l’UE non è riuscita a realizzare la sua ambizione fondante di diventare una potenza globale e non è in grado di gestire le sfide attuali a causa dell’assenza di una politica fiscale comune. Ha descritto l’Unione come entrata in una fase di «disintegrazione caotica e costosa» e ha avvertito che il bilancio UE 2028-2035 «potrebbe essere l’ultimo se non cambia nulla».
«L’UE è attualmente sull’orlo del collasso ed è entrata in uno stato di frammentazione. E se continua così… passerà alla storia come il deprimente risultato finale di un esperimento un tempo nobile», ha dichiarato Orban, proponendo di trasformare l’UE in «cerchi concentrici».
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L’anello esterno includerebbe i paesi che cooperano in materia di sicurezza militare ed energetica, il secondo cerchio comprenderebbe i membri del mercato comune, il terzo quelli che condividono una moneta, mentre il più interno includerebbe i membri che cercano un allineamento politico più profondo. Secondo Orbán, questo amplierebbe la cooperazione senza limitare lo sviluppo.
«Ciò significa che siamo sulla stessa macchina, abbiamo un cambio, ma vogliamo muoverci a ritmi diversi… Se riusciamo a passare a questo sistema, la grande idea della cooperazione europea… potrebbe sopravvivere», ha affermato.
Orban ha accusato Brusselle di fare eccessivo affidamento sul debito comune e di usare il conflitto in Ucraina come pretesto per proseguire con questa politica. Finché durerà il conflitto, l’UE rimarrà una «anatra zoppa», dipendente dagli Stati Uniti per la sicurezza e incapace di agire in modo indipendente in ambito economico, ha affermato.
Il premier magiaro ha anche suggerito che, invece di «fare lobbying a Washington», l’UE dovrebbe «andare a Mosca» per perseguire un accordo di sicurezza con la Russia, seguito da un accordo economico.
Il primo ministro di Budapest non è il solo a nutrire queste preoccupazioni. Gli analisti del Fondo Monetario Internazionale e di altre istituzioni hanno lanciato l’allarme: l’UE rischia la stagnazione e persino il collasso a causa di sfide strutturali, crescita debole, scarsi investimenti, elevati costi energetici e tensioni geopolitiche.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Politica
Il passo indietro di Ishiba: nuovo capitolo nella lunga crisi del centro-destra giapponese

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Politica
Il governo francese collassa

Il governo francese è collassato dopo che il Primo Ministro François Bayrou ha perso un cruciale voto di fiducia in Parlamento lunedì. Bayrou è il secondo primo ministro consecutivo sotto Emmanuel Macron a essere destituito, precipitando la Francia in una crisi politica ed economica.
Per approvare una mozione di sfiducia all’Assemblea Nazionale servono almeno 288 voti. Quella di lunedì ne ha ottenuti 364, con il Nuovo Fronte Popolare di sinistra e il Raggruppamento Nazionale di destra coalizzati per superare lo stallo sul bilancio di austerità di Bayrou.
Dopo aver resistito a otto mozioni di sfiducia, Bayrou ha convocato questo voto per ottenere supporto alle sue proposte, che prevedevano tagli per circa 44 miliardi di euro per ridurre il debito francese in vista del bilancio di ottobre.
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Bayrou, che aveva definito il debito pubblico un «pericolo mortale», sembra aver accettato la sconfitta. Domenica, ha criticato aspramente i partiti rivali, che, pur «odiandosi a vicenda», si sono uniti per far cadere il governo.
Bayrou è il secondo primo ministro deposto dopo Michel Barnier, rimosso a dicembre dopo soli tre mesi, e il sesto sotto Macron dal 2017.
La caduta di Bayrou lascia Macron di fronte a un dilemma: nominare un Primo Ministro socialista, cedendo il controllo della politica interna, o indire elezioni anticipate, che i sondaggi indicano favorirebbero il Rassemblement National di Marine Le Pen.
Con la popolarità di Macron al minimo storico, entrambe le opzioni potrebbero indebolire ulteriormente la sua presidenza. Gli analisti temono che una perdita di fiducia dei mercati nella gestione del deficit e del debito francese possa portare a una crisi simile a quella vissuta dal Regno Unito sotto Liz Truss, il cui governo durò meno della via di un cavolo prima della marcescenza.
Il malcontento verso Macron è in crescita: un recente sondaggio di Le Figaro rivela che quasi l’80% dei francesi non ha più fiducia in lui.
Come riportato da Renovatio 21, migliaia di persone hanno protestato a Parigi nel fine settimana, chiedendo le dimissioni di Macron con slogan come «Fermiamo Macron» e «Frexit».
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Immagine di © European Union, 1998 – 2025 via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni
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