Militaria
Misteriose manovre di caccia militari sconvolgono il cielo sopra il Trentino e il Veneto
Caccia militari sono stati visti e ripresi da cittadini sui cieli del Trentino e del Veneto nella giornata di sabato 15 ottobre. I testimoni parlano di «un rumore assordante».
I due velivoli di attacco sarebbero stati sentiti sulle Dolomiti, nel Vicentino e nella zona dell’Altopiano di Asiago. Un utente avrebbe realizzato anche delle foto, e comunicato che uno dei due caccia avrebbe eseguito un loop, cioè un giro della morte, sopra cima Bocche, riporta Il Dolomiti.
Una gruppo chiamato «Giù le mani dal Lagorai», fatto di appassionati della montagna, ha segnalato il fenomeno, peraltro non inedito in quell’area.: nel 2021, aerei da guerra avevano sorvolato a bassa quota la Val di Fiemme e la Val di Fassa, allarmando i cittadini ancora memori dell’orrenda e impunita tragedia del Cermis. All’epoca il presidente della provincia autonoma Fugatti chiese spiegazioni al ministero della Difesa.
Il quale ministero della Difesa stavolta ha parlato poche ore dopo: l’ufficio stampa dell’Aeronautica militare ha confermato che si trattava di due velivoli militari appartenenti al 51° stormo di Istrana. E, dettaglio inquietante assai, il loro decollo rapido – scramble in gergo – era motivato da « task per la “tutela e difesa dei cieli nazionali”», che tuttavia fa parte di «un’attività e segnalazioni di routine», scrive il comunicato.
In pratica, lo scramble era stato effettuato per intercettare un eventuale pericolo, cioè un velivolo di piccole dimensione non identificato dai radar. «Si trattava di un aereo di piccole dimensioni che stava volando molto basso nella zona di Vicenza intorno alle 14:30, direzione da sud a nord verso le Alpi», dichiara il comunicato dell’Aeronautica militare.
Vi sarebbe conferma che, come ipotizzato dai primi osservatori, si trattava di una coppia di Eurofighter.
Tre settimane fa la stessa Aeronautica aveva fatto sapere che due Eurofighter italiani erano decollati dalla base di Malbork in Polonia per intercettare due caccia della Federazione Russa che parevano dirigersi verso lo spazio aereo NATO, probabilmente in una delle provocazioni à la Top Gun di cui Renovatio 21 ha scritto in passato, e che si vedono sul Baltico e nel Mare del Nord come pure nel Mar Cinese fuori Taiwan.
Quello delle manovre degli Eurofighter sopra il Triveneto non è il primo mistero aereo visto in Europa in queste settimane.
Un velivolo non identificato aveva allarmato le aeronautiche del continente a inizio settembre, un caso chiamato «mistero del jet fantasma».
Un Cessna 551, decollato dall’aeroporto spagnuolo di Jerez de la Frontera, aveva volato attraverso lo spazio Europeo per poi perdere ogni contatto con le torri di controllo, facendo scattare l’allerta in 4 Paesi europei. L’aereo, secondo i piani di volo avrebbe dovuto raggiungere Colonia, in Germania, con registrati a bordo quattro passegeri.
Piloti di caccia si erano quindi avvicinati al Cessna per stabilire un contatto visivo, ma avevano riportato che nella cabina di pilotaggio non vi era nessuno…
Dopo aver provocato lo scramble di Rafale francesi, di Eurofighter tedeschi, di F-16 danesi, il piccolo velivolo era arrivato nello spazio aereo svedese nel totale silenzio radio. Qui ha cominciato una spirale discendente che lo ha fatto schiantare sulle acque del Baltico.
I giornali che hanno tentato di ricostruire il caso parlano di una «tragica fatalità»: l’aereo avrebbe perso la presurizzazione della cabina, e quindi i passeggeri, che dovrebbero essere tutti famigli del pilota Karl-Peter Griesemann, imprenditore del settore che possedeva una compagnia di Charter di Colonia, la Quick Air.
Ogni altra ipotesi, compresa quella che potesse trattarsi di un trucco per mettere in subbuglio le aviazioni UE e studiarne le reazioni, sono quindi messe da parte.
Nessun mistero, insomma. Tuttavia, poche settimane dopo, proprio sul Baltico, non lontanissimo da dove si è schiantato il piccolo Cessna, si è materializzato un mistero più grande: l’epocale sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2.
Ora, sopra i nostri cieli ecco un altro scramble per velivolo misterioso, nel momento di massimo pericolo di nuova guerra mondale, magari termonucleare.
Ma non c’è niente da vedere. Circolare…
Immagine di pyntofmyld via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Militaria
L’Ucraina sostiene che decine di renitenti alla leva sono morti mentre fuggivano dal Paese
Circa 30 uomini ucraini sono morti mentre cercavano di attraversare illegalmente il confine per evitare il servizio militare dallo scoppio del conflitto con la Russia nel 2022, ha detto all’agenzia di stampa Ukrinform Andrey Demchenko, portavoce del servizio di frontiera ucraino, in un’intervista pubblicata lunedì riportata dal sito governativo russo RT.
Secondo il portavoce, gli uomini sono morti mentre cercavano di attraversare a piedi il confine attraverso la natura selvaggia.
Demchenko ha osservato che le persone che tentano di lasciare illegalmente il Paese raramente lo fanno da sole e spesso si avvalgono dei servizi di organizzazioni criminali che offrono aiuto per attraversare il confine. Tuttavia, la maggior parte di questi gruppi non fornisce un’assistenza reale, ha affermato, lasciando i renitenti alla leva in balia della natura e degli animali selvatici.
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«Ricevono alcune istruzioni, trasferiscono fondi da qualche parte… e quando raggiungono il confine, scoprono che avrebbero dovuto attraversare un fiume di montagna… Molti perdono la vita cercando di attraversare fiumi o scalare crinali. In totale, dall’inizio della [guerra], circa 30 persone sono morte nel tentativo di attraversare illegalmente il confine», ha dichiarato il portavoce.
Secondo Demchenko, le autorità ucraine hanno smascherato circa 450 gruppi criminali che hanno tentato di far passare clandestinamente persone oltre confine dal febbraio 2022.
Demchenko ha osservato che ogni giorno continuano a verificarsi tentativi di fuga dal Paese, la maggior parte dei quali si registra al confine con la Moldavia e la Romania.
«Ogni giorno rifiutiamo l’attraversamento della frontiera a circa 120 persone, il più delle volte… quando una persona non può confermare lo scopo del suo viaggio», ha dichiarato il portavoce, aggiungendo che il numero di tentativi di attraversamento illegale non è diminuito rispetto allo scorso anno.
È noto che gli uomini che cercano di evitare il servizio militare lasciando il paese si trasformano in abiti femminili, si nascondono in scatole e persino nelle nicchie per le ruote di scorta nelle auto, avrebbe aggiunto il Demchenko secondo RT.
Quello degli imboscati è diventato un problema sempre più urgente per Kiev. Secondo la legge marziale, gli uomini tra i 18 e i 60 anni non possono lasciare il Paese se hanno i requisiti per essere arruolati, con solo poche eccezioni. Alla fine di dicembre, la guardia di frontiera ha riferito che solo nel 2023 quasi 11.000 uomini erano stati catturati mentre cercavano di fuggire dal paese.
La BBC ha recentemente riferito che dal febbraio 2022 al settembre 2023, quasi 20.000 uomini sono fuggiti dall’Ucraina per evitare di essere arruolati. Un’altra stima effettuata dal quotidiano austriaco Express con riferimento ai dati Eurostat suggerisce che il numero potrebbe arrivare fino a 650.000.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio, per la prima volta dall’inizio del conflitto, il ministero della Difesa ha acquistato 50.000 uniformi femminili. Mesi fa era emerso che tutte le donne in Ucraina che hanno una formazione medica o farmaceutica sarebbero state obbligate a registrarsi presso l’esercito.
Più di 45.000 donne prestano attualmente servizio nelle forze armate ucraine, ha affermato il mese scorso il Ministero della Difesa. L’anno scorso tutte le donne ucraine che avevano una formazione medica o farmaceutica erano obbligate a registrarsi nell’esercito.
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Al momento, la leva ucraina è risparmiati ai circensi, ma riguardo all’esclusione dei sacerdoti cattolici è in discussione.
Ai primi di marzo 2022, a guerra appena scoppiata, la Cassazione aveva accolto la richiesta di asilo di un ucraino fuggito dal Donbass per evitare l’arruolamento. Il 20enne era arrivato in Italia nel 2017 e aveva richiesto l’asilo politico per obiezione di coscienza in quanto si era rifiutato di arruolarsi nell’esercito del suo Paese. Nel 2020 il tribunale di Torino gli aveva rifiutato la protezione. Successivamente la Cassazione gli ha invece conferito lo status di rifugiato politico.
Notizie degli scorsi mesi avevano rivelato che dozzine di uomini ucraini erano annegati mentre cercavano di attraversare a nuoto il fiume Tibisco, al confine con la Romania, per sfuggire all’arruolamento.
😭❕ Dopo che Kiev ha annunciato la mobilitazione totale, 22 persone sono già annegate nel fiume Tibisco mentre cercavano di fuggire dall’Ucraina alla Romania pic.twitter.com/RdH4hUOzBZ
— Valentina 🇧🇬🇷🇺🇮🇹🧱 (@ValentinaMihay5) March 18, 2024
Molta attenzione internazionale è stata posta anche su un episodio in cui un gruppo di soldati ucraini avrebbe arrestato sotto la minaccia delle armi e aggredito un orfano di 14 anni come parte della spinta di Kiev a mobilitare più persone in prima linea nel conflitto, hanno riferito i media locali.
Video di arruolamento forzato da parte dell’esercito ucraino, con veri e propri rapimenti in strada in tutto il Paese, circolano dall’inizio del conflitto.
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Geopolitica
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Militaria
Gli Stati Uniti considerano «basi mobili» per la guerra nel Pacifico
Un appaltatore militare americano vuole riutilizzare le piattaforme petrolifere inutilizzate come basi mobili che aiuterebbero a rifornire le navi della Marina americana nel Pacifico e ad ospitare lanciatori di missili. Lo riporta RT.
Gibbs & Cox, una filiale di architettura navale di Leidos, ha presentato il concetto di Mobile Defense/Depot Platform (MODEP) alla mostra Sea Air Space 2024 a Washington, DC all’inizio di questo mese.
«Il nostro obiettivo qui è trovare una soluzione per risolvere il difficile problema dei problemi di capacità nel Pacifico occidentale. Perché non abbastanza cellule, non abbastanza missili, non abbastanza possono mantenere quelle navi in posizione avanzata», ha detto a Naval News Dave Zook, architetto di soluzioni e responsabile del dipartimento dei sistemi di combattimento di Gibbs & Cox.
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Il concetto MODEP si riferisce a «una grande base isola galleggiante» in grado di posizionarsi «a una distanza ideale dalla riva» e di operare in modo indipendente per quasi sei mesi. Sarebbe configurato per una funzione di rifornimento o per il lancio di missili.
La Marina americana attualmente non ha la capacità di ricaricare i suoi lanciamissili in mare. La fornitura MODEP risolverebbe questo problema disponendo di due gru capaci di sollevare 100 tonnellate ciascuna.
La versione della base missilistica potrebbe contenere fino a 512 celle missilistiche del sistema di lancio verticale (VLS) o fino a 100 nuovi lanciamissili di grandi dimensioni (LML). Il concetto inoltre «riduce i rischi e i costi associati ai sistemi di difesa terrestre», hanno affermato anche Leidos e Gibbs & Cox. Il Giappone ha preso in considerazione l’utilizzo di piattaforme petrolifere convertite come alternativa al suo programma di difesa missilistico Aegis Ashore cancellato.
Entrambe le varianti potrebbero viaggiare a velocità di 5-8 nodi per coprire circa 200 miglia nautiche al giorno e mantenere la stabilità anche in onde alte fino a 20 metri.
Il concetto prevede che il MODEP abbia un’autonomia di 4.000 miglia nautiche senza rifornimento, generi tra 6 e 20 megawatt di potenza, contenga fino a 8,7 milioni di litri di carburante e ospiti un’officina di manutenzione e riparazione per navi da guerra.
La parte migliore, secondo Gibbs & Cox, è che ci sono fino a sei piattaforme petrolifere commerciali che potrebbero essere convertite ad uso militare a un costo relativamente basso a causa di un “eccesso di offerta nel mercato petrolifero”. Le piattaforme potrebbero essere pronte entro appena due anni, ha affermato la società.
Né il Pentagono né la Marina hanno commentato ufficialmente la proposta.
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