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Geopolitica
Gli Stati Uniti dichiarano guerra a Russia, Germania, Olanda e Francia

Renovatio 21 pubblica questo articolo di Réseau Voltaire. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
La stampa internazionale affronta il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream come fatto di cronaca, noi invece lo analizziamo come atto di guerra contro Germania, Olanda, e Francia. Le tre vie di approvvigionamento di gas dell’Europa Occidentale sono state interrotte simultaneamente ed è stato contemporaneamente inaugurato un nuovo gasdotto con terminali in Polonia. Come già Mikhail Gorbaciov vide nella catastrofe di Cernobyl l’inevitabile smembramento dell’Unione Sovietica, noi riteniamo che il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream segni l’inizio della rovina economica dell’Unione Europea.
La lotta degli Stati Uniti per conservare l’egemonia mondiale è entrata nella terza fase.
– L’allargamento della NATO a Est, in violazione degli impegni occidentali di non installazione di armi statunitensi in Europa centrale, è una minaccia diretta alla Russia, che non può difendere i suoi immensi confini.
– Violando gli impegni assunti dopo la Seconda Guerra Mondiale, Washington ha portato al potere a Kiev i nazionalisti integralisti («nazisti» secondo la terminologia del Cremlino), che hanno vietato ai compatrioti russofoni di parlare la loro lingua madre, li hanno privati di servizi pubblici e infine hanno bombardato i compatrioti del Donbass. La Russia non ha avuto scelta ed è intervenuta militarmente per mettere fine al loro calvario.
– La terza fase è il cambiamento autoritario dell’approvvigionamento energetico dell’Europa occidentale e centrale. Il giorno stesso in cui il gasdotto del Baltico, Baltic Pipe, è diventato operativo, i due gasdotti Nord Stream sono stati messi fuori uso, nonché interrotta la manutenzione del Turkish Stream.
È il più importante sabotaggio della storia. Un atto di guerra contro Russia (51%) e Germania (30%), comproprietarie di questi colossali investimenti, ma anche contro Olanda (9%) e Francia (9%). Al momento nessuna delle vittime ha reagito pubblicamente.
Per compiere distruzioni di tale portata occorreva disporre di sottomarini in zona, che le potenze della regione hanno identificato. Ufficialmente non ci sono indizi, nel senso poliziesco del termine, ma le «telecamere di sorveglianza» (i sonar) hanno parlato. Gli Stati interessati sanno con certezza chi è il colpevole, ma, o non intendono reagire, nel qual caso saranno radiati dalla mappa politica, o stanno segretamente preparando una replica a quest’operazione clandestina, sicché quando la realizzassero diventerebbero veri protagonisti politici.
Rammentiamoci del colpo di Stato di Algeri del 1961 e degli attentati alla vita del presidente della Repubblica francese Charles De Gaulle che seguirono.
De Gaulle finse di credere che fossero opera dell’Organizzazione dell’Armata Segreta (OAS), formata dai francesi che si opponevano all’indipendenza dell’Algeria. Ma il ministro degli Esteri dell’epoca, Maurice Couve de Murville, menzionò pubblicamente il ruolo dell’Opus Dei spagnola e della CIA nell’organizzazione e nel finanziamento degli attentati.
De Gaulle cercò e identificò i traditori, riorganizzò la polizia e le forze armate e cinque anni dopo improvvisamente annunciò il ritiro della Francia dal comando integrato della NATO, cui diede due settimane per chiudere la sede di Parigi-Dauphine e migrare in Belgio; concesse un po’ più di tempo per chiudere le 29 basi militari dell’Alleanza. Iniziò in seguito a viaggiare all’estero per denunciare l’ipocrisia statunitense, soprattutto la guerra del Vietnam. La Francia riprese all’istante il ruolo di potenza di riferimento nelle relazioni internazionali. Sono fatti mai pubblicamente spiegati, ma che tutti i dirigenti politici dell’epoca possono confermare (1).
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno progettato una mappa che sconvolge le relazioni internazionali e li ha indotti a rovesciare governi e muovere guerre, al fine di realizzare vie di trasporto delle fonti di energia. Questa è stata per otto anni la principale attività del vicepresidente Al Gore, nonché ora quella del consigliere speciale Amos Hochstein. Rammentiamoci della guerra di Transnistria, finalizzata a mettere le mani su un hub di gasdotti (2), nonché della guerra del Kosovo, per costruire una via di comunicazione attraverso i Balcani, l’“VIII corridoio”. Ora si palesano i restanti tasselli del puzzle.
È particolarmente difficoltoso capire il danno che l’Unione Europea ha appena subito e che, molto probabilmente, ne provocherà il crollo economico, perché l’UE stessa ha preso decisioni essenziali per il proprio fallimento.
Fino al 26 settembre 2022 i rifornimenti di gas dell’Unione arrivavano principalmente dalla Russia, tramite il gasdotto Brotherhood, che attraversa l’Ucraina, poi tramite il gasdotto Nord Stream, nonché il Turkisch Stream. Gli Stati Uniti, i garanti della sicurezza dell’Unione, hanno interrotto in sequenza queste vie. Il gasdotto Brotherhood è certamente ancora parzialmente funzionante, ma può essere chiuso definitivamente per volontà di Kiev; i Nord Stream sono stati sabotati; e al Turkish Stream non può essere fatta la manutenzione a causa delle sanzioni adottate dalla UE su richiesta degli Stati Uniti.
Fino al 26 settembre l’economia dell’Unione si fondava principalmente sulla produzione dell’industria tedesca, cui gli Stati Uniti, interrompendo il Nord Stream, hanno tagliato le gambe. Secondo la formula di lord Ismay, il primo segretario generale della Nato, la «grande strategia» degli anglosassoni è: «Mantenere gli americani dentro, i russi fuori e i tedeschi sotto tutela».
Una politica perseguita ininterrottamente dagli anni Cinquanta da tutte le amministrazioni USA. Nord Stream è stato costruito da nove Stati, quattro ne sono proprietari. È entrato in funzione nel 2011. A partire dal mandato di Donald Trump, iniziato nel 2017, il Congresso statunitense ha minacciato sanzioni contro le società che collaboravano al funzionamento del Nord Stream 1 e quelle coinvolte nel progetto Nord Stream 2.
Lo stesso presidente Trump ha dileggiato la sudditanza dei tedeschi, che si abbeveravano con il gas russo. Gli Stati Uniti, nonché la Polonia, hanno dispiegato un arsenale di ostacoli giuridici finalizzati a inceppare il rifornimento di gas russo all’Europa occidentale. Da questo punto di vista, con la nuova amministrazione USA non è cambiato nulla. La Germania ha sbagliato giudicandola più benevola.
Vero è che a luglio 2021 si trovò un accordo per sostituire il Nord Stream 2, ma con l’idrogeno prodotto… in Ucraina e che dal 2024, scaduti i termini del contratto russo-ucraino, sarà trasportato tramite il vecchio gasdotto Brotherhood riconvertito.
Eletto a dicembre 2021, in pochi mesi il cancelliere Olaf Scholz ha commesso due gravi errori.
– Subito dopo l’elezione del 7 dicembre, si è recato alla Casa Bianca per tentare di resistere agli Stati Uniti che gli chiedevano di non acquistare più gas russo. Rientrato in Germania, ha deciso di mantenere Nord Stream e al tempo stesso di cercare fonti di energia rinnovabile, nonché di bloccare Nord Stream 2 e applicare l’accordo di luglio 2021. Sbagliando, Scholz pensava di contemperare il carattere bellicista del pensiero strategico USA con le esigenze dell’industria tedesca, nonché con la dottrina dei Verdi, che fanno parte della Coalizione governativa.
Durante la conferenza stampa congiunta con il presidente USA, il cancelliere ha sudato freddo: Joe Biden ha dichiarato che gli Stati Uniti erano in grado di distruggere il Nord Stream 2 e che lo avrebbero fatto se la Russia avesse invaso l’Ucraina. Per Scholz era agghiacciante ascoltare il proprio sovrano sbattergli in faccia di avere il potere di distruggere un investimento della Germania di decine di miliardi di dollari se un Paese terzo avesse agito senza tener conto dei diktat americani.
Non sappiano se durante le discussioni a porte chiuse il presidente Biden abbia minacciato la distruzione anche di Nord Stream 1: non è da escludere. In ogni caso, secondo i giornalisti al seguito di Scholz, il cancelliere è rientrato in patria sconvolto.
– Il secondo errore Scholz l’ha commesso il 16 settembre 2022. La Germania desidera sottrarsi alla tutela anglosassone e garantire direttamente sia la propria sicurezza sia quella dell’Unione Europea. Quindi il cancelliere ha dichiarato: «in quanto nazione più popolosa, più potente economicamente, nonché collocata geograficamente al centro del continente, le sue forze armate devono diventare il pilastro della difesa convenzionale in Europa».
Precisando che stava parlando solo di «difesa convenzionale», intendeva aver riguardo per la suscettibilità della vicina Francia, unica potenza nucleare dell’Unione. Scholz non si è reso conto che, immaginando di sottrarsi al protettorato militare Usa, stava infrangendo la dottrina degli Straussiani. Nel 1992 Paul Wolfowitz firmò il Defense Policy Guidance, di cui il New York Times pubblicò alcuni estratti: vi si dichiarava che gli Stati Uniti avrebbero considerato ogni proposito di emancipazione europea casus belli. (3)
Poche ore dopo il sabotaggio, veniva inaugurato in pompa magna il gasdotto Baltic Pipe dal presidente polacco, dal primo ministro danese e dal ministro norvegese per l’Energia. Il nuovo gasdotto non ha certamente la stessa portata del Nord Stream, ma basterà a causare mutamenti radicali.
L’Unione Europea, prima dominata dall’industria tedesca alimentata dal gas russo, ora, grazie al gas norvegese, sarà sottomessa alla Polonia. Durante la cerimonia di inaugurazione, il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha trionfalmente esplicitato tutto il suo livore: «L’èra del dominio russo nel settore gas sta finendo; un’èra caratterizzata da ricatti, minacce ed estorsioni».
L’atto di guerra contro Russia, Germania, Olanda e Francia ci obbliga a riconsiderare gli avvenimenti in Ucraina. È un attacco molto più grave dei precedenti perché gli Stati Uniti hanno colpito gli alleati. In altri articoli ho diffusamente spiegato a cosa gli Straussiani miravano con le provocazioni in Ucraina. I recenti accadimenti spiegano perché Washington, in quanto Stato, sostiene il progetto degli Straussiani, nonché mostrano come dagli anni Cinquanta la «grande strategia» non sia mutata.
In pratica, se non ci saranno reazioni a questo atto di guerra, l’Unione Europea precipiterà economicamente, fatta eccezione per la Polonia e i suoi dodici alleati dell’Europa centrale, i membri dell’Iniziativa dei Tre Mari (Intermarium) (4). Il vento gira, ora Varsavia corre in testa.
I grandi perdenti saranno l’Europa occidentale e la Russia, nonché l’Ucraina, distrutta per permettere questo gioco al massacro.
Thierry Meyssan
NOTE
1) «Quando lo stay-behind voleva sostituire De Gaulle», di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 10 settembre 2001.
2) «Au cœur de la “Guerre du gaz”, la petite République de Transnistrie», par Arthur Lepic, Réseau Voltaire, 3 luglio 2007; e «En 1992, les États-Unis tentèrent d’écraser militairement la Transnistrie », di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 17 luglio 2007.
3) «US Strategy Plan Calls For Insuring No Rivals Develop» Patrick E. Tyler e «Excerpts from Pentagon’s Plan: “Prevent the Re-Emergence of a New Rival“», New York Times, 8 marzo 1992. «Keeping the US First, Pentagon Would preclude a Rival Superpower» Barton Gellman, The Washington Post, 11 marzo, 1992.
4) «Il sabotaggio della pace in Europa», di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 28 giugno 2022.
Fonte: «Gli Stati Uniti dichiarano guerra a Russia, Germania, Olanda e Francia», Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 4 ottobre 2022.
Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.
Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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Geopolitica
Lavrov: la Russia non ha voglia di vendetta

La Russia non ha intenzione di vendicarsi dei paesi occidentali che hanno interrotto i rapporti e fatto pressioni su Mosca a causa del conflitto in Ucraina, ha affermato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.
Intervenendo lunedì all’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca, Lavrov ha sottolineato che la Russia non intende «vendicarsi o sfogare la propria rabbia» sulle aziende che hanno deciso di sostenere i governi occidentali nel loro tentativo di sostenere Kiev e imporre sanzioni economiche a Mosca, aggiungendo che l’ostilità è generalmente «una cattiva consigliera».
«Quando i nostri ex partner occidentali torneranno in sé… non li respingeremo. Ma… terremo conto che, essendo fuggiti su ordine dei loro leader politici, si sono dimostrati inaffidabili», ha affermato il ministro.
Secondo Lavrov, qualsiasi futuro accesso al mercato dipenderà anche dalla possibilità che le aziende rappresentino un rischio per i settori vitali per l’economia e la sicurezza della Russia.
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Il ministro ha sottolineato che la Russia è aperta alla cooperazione e non ha alcuna intenzione di isolarsi. «Viviamo su un piccolo pianeta. Costruire i muri di Berlino è stato in stile occidentale… Non vogliamo costruire alcun muro», ha affermato, riferendosi al simbolo della Guerra Fredda che ha diviso la capitale tedesca dal 1961 al 1989.
«Vogliamo lavorare onestamente e se i nostri partner sono pronti a fare lo stesso sulla base dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, siamo aperti al dialogo con tutti», ha affermato, indicando il vertice in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense, Donald Trump, come esempio di impegno costruttivo.
Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha dichiarato sabato che le aziende occidentali sarebbero state benvenute se non avessero sostenuto l’esercito ucraino e avessero rispettato gli obblighi nei confronti dello Stato e del personale russo, tra cui il pagamento degli stipendi dovuti.
Questo mese Putin ha anche respinto l’isolazionismo, sottolineando che la Russia vorrebbe evitare di chiudersi in un «guscio nazionale», poiché ciò danneggerebbe la competitività. «Non abbiamo mai respinto o espulso nessuno. Chi vuole rientrare è il benvenuto», ha aggiunto.
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