Arte
David Lynch dice ad un falso Zelens’kyj di prendere una birra con Putin e fare la pace
Il famoso regista intellettuale americano David Lynch è stato oggetto di una burla da parte di qualcuno che fingeva di essere Volodymyr Zelens’kyj.
Nella conversazione il creatore di Twin Peaks ha detto allo Zelens’kyj che è giunto il momento di sedersi con la sua controparte russa per un paio di birre per risolvere la sanguinosa crisi in Ucraina.
«È un piacere, signor Zelens’kyj. Sono molto felice di parlare con lei», aveva esordito il Lyncho in una videochiamata con cui credeva fosse il presidente ucraino. Si trattava in realtà di Vladimir «Vovan» Kuznetsov e Alexei «Lexus» Stolyarov, un duo di burloni russi che si sono fatti un nome trollando alla grandissima politici e altri personaggi pubblici.
In un appassionato appello al falso Zelen’skyj, il leggendario cineasta scapigliato ha affermato che era suo «lavoro» informare il leader ucraino sulle «tecnologie» che esistono per raggiungere una pace duratura nell’interesse dell’Ucraina, aggiungendo che queste erano molto più efficaci di quelle di «guerra e omicidio». Ha quindi fatto riferimento ad alcune lettere che aveva scritto a Zelensky sull’argomento.
È probabile che qui il Lynch stesse alludendo alla meditazione trascendentale, di cui egli è affezionato adepto e proselitista da decenni. Il regista gira spesso il mondo con conferenze in cui asserisce che la pace mondiale possa arrivare tramite il suo tipo di meditazione.
The famous Hollywood director gave “Zelensky” an interesting idea
David Lynch, in a conversation with Russian pranksters Vovan and Lexus, suggested “Zelensky” to “drink a beer with Putin and start negotiations”. pic.twitter.com/d2LeXRc3AR
— Spriteer (@spriteer_774400) July 28, 2022
Alla domanda del falso Zelens’kj se dovesse parlare direttamente con Putin nell’interesse del raggiungimento della pace, Lynch ha risposto con enfasi: «sì!»
Il Lince ha allora sottolineato che ci sarebbero diversi modi per farlo, da una normale conversazione telefonica a una cena virtuale. Alla domanda se la conversazione potesse includere i presidenti che bevono birra, Lynch ha riso e ha risposto di nuovo «sì… e anche un paio di birre».
Lynch ha osservato che durante la conversazione, davanti a una birra o a una cena, i due presidenti potevano discutere i problemi tra i due Paesi e arrivare alla reciproca realizzazione che erano entrambi esseri umani.
Il regista ha esortato il suo interlocutore a «fermare» la crisi attuale, a parlare con Putin e a «pensare alla pace, pensare all’amicizia» e pensare a come andare d’accordo e «aiutarsi a vicenda».
Lynch in precedenza si era pronunciato pubblicamente sulla crisi ucraina a febbraio, rimproverando Vladimir Putin per l’intervento militare russo in Ucraina e dicendo che «non c’è spazio» per l’«assurdità» del conflitto militare nel mondo moderno.
La conversazione di Vovan e Lexus con Lynch arriva una settimana dopo la loro intervista con Stephen King, parimenti indotto con l’inganno a pensare di star parlando con il presidente- comico ucraino Volodymyr Zelens’kyj.
Il Kingo nella conversazione ha elogiato il collaboratore nazista e criminale di guerra dell’era della Seconda Guerra Mondiale Stepan Bandera definendolo un «grande uomo» e averlo paragonato ai padri fondatori degli Stati Uniti, dicendo agli scrittori russi di «tacere».
Come scrive Sputnik, «i burloni russi hanno passato più di un decennio a trollare politici, celebrità, reali e altri personaggi pubblici. Le loro interviste spesso forniscono informazioni su ciò che i funzionari si dicono a porte chiuse e su ciò che le celebrità pensano in privato quando pensano che nessuno stia ascoltando. Vovan e Lexus hanno chiuso il loro canale YouTube a marzo dopo aver pubblicato un paio di interviste sincere con il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace e il ministro dell’Interno Priti Patel».
Il Lynch nell’episodio 9 dell’ultima stagione di Twin Peaks aveva dato una visionaria e convincente sua visione cosmogonica del Male, che sarebbe entrato nel mondo moderno con gli esperimenti atomici americani degli anni Cinquanta, per poi riprodursi sottoforma di cicale-rane che si infilano nelle bambine nel sonno determinando possessioni demoniache assassine e fatti inspiegabili.
Quello che avete appena letto ha molto più senso del consiglio a Zelens’kyj di bersi una birra con Putin.
Immagine di Thiago Piccoli via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
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Installazione artistica che collega in video Nuova York e Dublino chiusa dopo che una tizia Onlyfans vi mostra il seno ignudo
Un’installazione artistica che trasmetteva video in live streaming tra Dublino e Nuova York è stata chiusa a seguito di diversi incidenti tabù, tra cui un’influencer che ha esibito il suo petto nudo dinanzi cittadini irlandesi.
«The Portal», un grande schermo circolare con una telecamera collegata, è stato inaugurato l’8 maggio scorso e aveva lo scopo di unire le persone oltreoceano consentendo ai cittadini statunitensi e irlandesi di interagire tra loro.
Tuttavia, la situazione è presto sfuggita di mano poiché i passanti hanno iniziato a comportarsi in modo inappropriato. Su Internet hanno cominciato a circolare video che mostrano persone che esibire nudità, tirare fuori video pornografici e prendere in giro le tragedie americane. In un caso una torma di irlandesi presumibilmente ebbri hanno finto di sniffare cocaina, mentre altri hanno mostrato dai loro telefonini video erotici o immagini delle Torri gemelle che fumano.
A video portal was installed between New York City and Dublin, allowing people from both countries to interact in real time pic.twitter.com/z03yp5dqMt
— Historic Vids (@historyinmemes) May 12, 2024
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Vi sono stati casi inoltre di mooning, ossia come in lingua inglese si chiama l’usanza antica di mostrare le terga nude al prossimo in segno di scherno.
And this is why you don’t have a portal from Dublin to New York 😂😂
— LADbible (@ladbible) May 9, 2024
L’«opera d’arte» è stata poi chiusa quando una «creatrice di contenuti» di OnlyFans, Ava Louise, si è messa davanti alla telecamera transoceanica e, davanti a dublinesi e neoeboraceni, ha tirato fuori le mammelle, facendole pure rimbalzare vistosamente.
Dublin-New York livestream portal temporarily shuts down after OF girl flashes
— Clown World ™ 🤡 (@ClownWorld_) May 14, 2024
«Quindi ho appena chiuso il portale da New York a Dublino», ha detto Louise in un video di TikTok. «Pensavo che la gente di Dublino meritasse di vedere le mie due patate coltivate in casa a New York» ha aggiunto, usando uno stereotipo tacciato di insensibilità rispetto alla storia dell’isola di San Patrizio.
NEW: New York City to Dublin portal reportedly shuts down after an OnlyF*ns girl flashes her boobs, an Irishman sniffs an unknown substance, and another man shows his *ss pic.twitter.com/awgus0vZtK
— Unlimited L’s (@unlimited_ls) May 13, 2024
La fanciulla ha difeso il suo operato nella trasmissione del giornalista britannico Piers Morgan. «Chi non ama le tette? Sono sicuro che anche tu le ami, Piers» ha detto la ragazza, accusando chi ha trovato i suoi commenti sulle patate irlandesi inappropriati di non aver mai probabilmente fatto sesso.
«Non ho nessuna vergogna. Ho fatto 100 mila dollari alla settimana» ha dichiarato la ragazza, facendoci davvero temere per la sua generazione.
“Who doesn’t love boobs? I’m sure you love boobs, Piers.”
Piers Morgan speaks to the OnlyFans model who flashed her breasts to Dublin from New York via the Portal… and her mum 👇
Live now: 📺 https://t.co/v7us45zo5H@piersmorgan pic.twitter.com/24XXuN2gjn
— Piers Morgan Uncensored (@PiersUncensored) May 24, 2024
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La chiusura dell’installazione di videoarte ha provocato anche il commento di Elone Musk: «inevitabile».
Inevitable 😂
— Elon Musk (@elonmusk) May 13, 2024
Il Consiglio comunale di Dublino ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna il comportamento inappropriato, sottolineando che la maggior parte delle interazioni sono state positive.
«La stragrande maggioranza delle interazioni sono positive», ha scritto il consiglio comunale in una dichiarazione la scorsa settimana.
«Il Portale offre una finestra su altre città e collega persone e culture in un modo unico: ciò che stiamo vedendo tra Dublino e New York riflette una narrazione più ampia di comportamento culturale. Sfortunatamente, abbiamo assistito anche a una piccolissima minoranza di persone coinvolte in comportamenti inappropriati, che sono stati amplificati attraverso i social media».
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«Anche se non possiamo controllare tutte queste azioni, stiamo implementando alcune soluzioni tecniche per risolvere questo problema e queste saranno attive nelle prossime 24 ore».
Il portale sarebbe stato da poco riaperto: con transenne e guardie di sicurezza. Un’altra immagine eloquente dei nostri tempi.
New York – Dublin portal is BACK OPEN… With security guards? 🤔 pic.twitter.com/z5tHUQaz8j
— Daily Mail Online (@MailOnline) May 22, 2024
Il tema delle oscenità trasmesse da un capo all’altro del mondo in videocollegamenti pubblici era preconizzato in accenno in un romanzo del 1999 scritto dallo scrittore di fantascienza William Gibson, All Tomorrow’s Parties, tradotto in Italia come American Acropolis.
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Sedicente «strega» non binaria arriva in finale all’Eurovision. Il suo scopo: «far aderire tutti alla stregoneria»
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Attrici giapponesi che si vestono da uomini bullizzano collega fino a spingerla al suicidio
Dal Giappone arriva l’eco di un episodio di bullismo e violenza sistematica sfociati in un suicidio all’interno di una struttura esclusivamente femminile. Una sorta di suicidio femminicida, ma ad opera di femmine.
Teatro della vicenda è per il corpo teatrale Takarazuka, un’istituzione più che secolare nel mondo dello spettacolo giapponese. Il concetto alla base del corpo teatrale è che sono soltanto attrici a salire in scena, interpretando anche i ruoli maschili. Tale idea, di per sé spiazzante, inverte completamente la tradizione del teatro tradizionale Kabuki, dove sono gli attori maschi a ricoprire tutti i ruoli.
Gli spettacoli del Takarazuka sono tuttavia distanti anni luce dal rigido formalismo del Kabuki: qui si tratta di musical che attingono dalle fonti più disparate, da West Side Story all’Evgenij Onegin, spesso spingendo a tavoletta su elementi che qualche anno fa si definivano camp o kitsch, in italiano lo si potrebbe semplicemente chiamare «pacchianeria», benché estremamente professionale e ben fatta.
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Il seguito che hanno questi spettacoli nel contesto nipponico è impressionante, ancora di più perché per la grandissima maggioranza femminile: lo scrivente ricorda di essersi imbattuto in una lunghissima coda in attesa di entrare nel teatro di Tokyo – in zona centralissima, vicino al palazzo imperiale – dove si esibisce la compagnia. Si poteva constatare che gli uomini tra la folla erano appena una manciata.
Un ambiente quindi quasi completamente femminile, al sicuro da patriarcato e maschilismo tossico.
E allora, come si spiegano allora vessazioni di gruppo, ustioni procurate con le piastre per i capelli, carichi di lavoro insostenibili assegnati al solo scopo di umiliare e di lasciare soltanto tre ore di sonno al giorno? È questa l’ordalia che ha portato la 25enne Aria Kii a gettarsi nel vuoto per porre fine alla sua vita nel settembre del 2023.
La vicenda era stata prontamente insabbiata dall’azienda che gestisce la compagnia teatrale ma è stata riportata a galla dall’ineffabile Shuukan Bunshun, testata con una lunga e gloriosa tradizione di caccia agli scheletri negli armadi. Nella primavera di quest’anno i dirigenti dell’azienda in questione hanno pubblicamente ammesso la loro responsabilità nel non essere stati in grado di vigilare adeguatamente l’ambiente lavorativo delle attrici.
Duole dire che per la società giapponese uno scenario così è tutto fuorché inconsueto: il proverbio «il chiodo che sporge verrà martellato» illustra ancora con una certa fedeltà le dinamiche sociali che si formano all’interno delle istituzioni giapponesi – siano esse scuole, aziende, partiti.
Negli ultimi tempi c’è un evidente cambiamento in atto soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro, ma il bullismo allo scopo di creare coesione all’interno di un gruppo è una pratica a cui i giapponesi ricorrono abitualmente e che non sembra soffrire di particolare disapprovazione sociale.
Dal Giappone ci chiediamo con sincerità come un giornalista italiano – di area woke, ma anche solo attento a seguire i dettami del politicamente corretto elargiti ai corsi di deontologia dell’Ordine – potrebbe riportare la notizia della triste morte di Aria, con lo stuolo di angherie subite in un contesto esclusivamente femminile.
Taro Negishi
Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo
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