Ambiente
Il Vaticano aderisce all’Accordo di Parigi sul clima nonostante aborto e programmi di controllo della popolazione
Il Vaticano ha annunciato oggi di aver aderito formalmente all’Accordo di Parigi sul clima, noto per la sua agenda di fondo riguardo l’aborto e il controllo della popolazione.
In un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede si legge che l’arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, Osservatore Permanente all’ONU, il 6 giugno ha depositato davanti al Segretario Generale delle Nazioni Unite lo Strumento di Adesione della Santa Sede, il documento formale con cui il Vaticano ha aderito l’accordo di Parigi sul clima.
«La Santa Sede», si legge nel comunicato, «in nome e per conto dello Stato della Città del Vaticano, intende contribuire e dare il suo sostegno morale agli sforzi di tutti gli Stati per cooperare… in una risposta efficace e adeguata alle sfide poste dal cambiamento climatico all’umanità e alla nostra casa comune».
Come noto ai sinceri osservatori, l’accordo climatico del 2015 include un’agenda sottostante per promuovere l’aborto, la contraccezione e la sterilizzazione come mezzi necessari per controllare la popolazione e ridurre al minimo il consumo umano e l’uso del risorse della terra.
«Le parti dovrebbero, quando intraprendono azioni per affrontare il cambiamento climatico, rispettare, promuovere e considerare i rispettivi obblighi in materia di diritti umani, diritto alla salute, diritti delle popolazioni indigene, delle comunità locali, dei migranti, dei bambini, delle persone con disabilità e delle persone in situazioni vulnerabili e il diritto allo sviluppo, nonché l’uguaglianza di genere, l’emancipazione delle donne e l’equità intergenerazionale» scrive il testo dell’accordo.
Chi conosce il linguagio di ONU, ONG e mondo dirittoumanista sa che dietro espressioni come «diritto alla salute», «uguaglianza di genere» e «emancipazione delle donne» si nasconde il controllo della popolazione, come evidente degli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Developement Goals – SDG) delle Nazioni Unite.
L’ obiettivo cinque degli SDG consiste nel «raggiungere l’uguaglianza di genere e conferire potere a tutte le donne e le ragazze» e include un ulteriore obiettivo, da raggiungere entro il 2030: «garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi».
Si tratta, come sa il lettore di Renovatio 21, di eufemismi orwelliani per descrivere il feticidio e la contraccezione.
L’UNPFA, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, scrive sul suo sito che «una buona salute sessuale e riproduttiva è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale in tutte le questioni relative al sistema riproduttivo. Implica che le persone siano in grado di avere una vita sessuale soddisfacente e sicura, la capacità di riprodursi e la libertà di decidere se, quando e con quale frequenza farlo». Se non lo avete capito, stanno proprio parlando dell’aborto a comando.
«Per mantenere la propria salute sessuale e riproduttiva, le persone hanno bisogno di accedere a informazioni accurate e al metodo contraccettivo sicuro, efficace, conveniente e accettabile di loro scelta». Il che significa, ogni possibile pillola, comprese quelle (del giorno dopo, dei 5 giorni dopo, per finire con la RU486) che sono logicamente abortive, ma non vengono considerate tali da politici e giornali, che insistono irrazionalmente sul fatto che tali pillole «di emergenza» sono contraccettivi.
Sempre in un sito dell’UNPFA, è possibile leggere che «Laddove l’aborto è legale, i sistemi sanitari nazionali dovrebbero renderlo sicuro e accessibile, come concordato dai membri delle Nazioni Unite».
La trasformazione del Vaticano in una ONG della Necrocultura mondialista è oramai completa. Il Vaticano è ora un veicolo di morte – di Cultura della Morte.
Il lettore deve sapere che non è stato così, almeno fino a poco fa: basta leggere i libri del recentemente scomparso Monsignor Schooyans (per esempio, Il complotto dell’ONU contro la vita) per vedere come ogni conferenza delle Nazioni Unite alla fine si risolveva in un tiro a segno contro la Santa Sede sul tema della vita nascente – cioè del controllo della popolazione.
All’epoca, nelle imboscate ONU, il papato veniva difeso appena da qualche Paese africano e poco più. Ora, invece, esso ha raggiunto i suoi persecutori, con cui si è alleato.
Sulla pelle di milione di non nati. Sulla pelle della Verità, e del sacrificio del Dio della vita.
Fino a quando il Signore tollererà il suo tempio invasi da mercanti di morte?
Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche
I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.
Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.
La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.
«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»
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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».
Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.
La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.
Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».
«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».
A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.
«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».
Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».
Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.
Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».
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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.
Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.
Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.
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Ambiente
Donna afferma che il datacenter AI di Zuckerberg le ha inquinato l’acqua del rubinetto
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Ambiente
Cringe vaticano ai limiti: papa benedice un pezzo di ghiaccio tra Schwarzenegger e hawaiani a caso
In un momento di grottesco vaticano spinto, papa Leone XIV ha benedetto un blocco di ghiaccio durante una conferenza sui «cambiamenti climatici» ospitata dalla Santa Sede. Uno spettacolo che di gatto tocca vette di cringe conciliare mai viste.
La conferenza tenutasi in questi giorni a Castel Gandolfo ha nome «Raising Hope for Climate Justice» – in inglese nel testo anche italiano diffuso dal Sacro Palazzo. In effetti, l’intera conferenza, tenutasi in Italia, è stata svolta nella lingua globalista per antonomasia, il latino del mondo neoliberale, cioè la lingua inglese.
L’evento, trasmesso in diretta streaminga, è stato caratterizzato da una «Benedizione delle Acque», iniziata con papa Leone che ha posato silenziosamente la mano su un blocco di ghiaccio. È stato detto che il blocco di ghiaccio sia venuto dalla Groenlandia, ma non è noto quanta energia a combustibile fossile sia stata impiegata, inquinando il mondo, per far giungere il pezzone sino a Roma senza che si sciogliesse.
.@Pontifex blesses a block of ice at Vatican CLIMATE CHANGE event. pic.twitter.com/gk9J2OVmVf
— Sign of the Cross (@CatholicSOTC) October 1, 2025
NEW: Pope Leo XIV blesses a block of ice before a blue tarp is rolled out and waved by people, including Arnold Schwarzenegger, at the Raising Hope for Climate Justice conference.
“We will raise hope by demanding that leaders act with courage, not delay.”
“Will you join with… pic.twitter.com/PSVVwTB79V
— Collin Rugg (@CollinRugg) October 1, 2025
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Durante un evento stampa prima della conferenza, è apparso d’improvviso l’ex culturista cinque volte Mister Olympia, superdivo hollywoodiano d governatore della California Arnoldo Schwarzenegger, il quale ha invitato tutti i cattolici del mondo a «diventare crociati per l’ambiente». Lo Schwarzenegger si era convertito ai temi climatici ai tempi della campagna elettorale per restare in sella come governatore della California – Stato largamente a tendenza democratica – e lui stesso afferma nel suo documentario autobiografico su Netflix che a dargli una mano in questo senso fu Robert F. Kennedy jr., suo parente, visto il matrimonio che Arnoldo ha contratto con Maria Shriver (un altro ramo del casato, ma assolutamente centrale per quella che è la supposta famiglia reale USA, dove ha appeso il cappello un’altra cosa che ad Arnoldo è riuscita nella vita).
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Oltre a Terminator, accanto al papa ad una certa sono apparsi anche degli hawaiani a caso, che si sono prodotti in un momento musicale pachamamesco. Presentato come i «Pacific Artist for Climate Justice», i figuri, in pantalocini, camicia hawaiana, collanone e ukulele d’ordinanza, hanno avuto l’onore di introdurre musicalmente l’ingresso del papa.
Una schiera di cardinali presenti in prima fila si sono prestati al gioco, dandosi da fare con coreografici teli e cose bellissime così.
Tutto questo mentre un altro americano, il presidente USA Donaldo Trump, va all’ONU è parla della «truffa del Cambiamento climatico», e beccandosi da certuni i giustissimi, sacri 92 minuti di applausi.
Lo spettacolo offerto dall’ostinazione della chiesa climatista è persino più imbarazzante di quelli, blasfemi e occultistici, a cui ci aveva abituato Bergoglio. È innegabile come Leone stia aggiungendo, per quanto possa sembrare impossibile, una quota ulteriore di cringio post-conciliare al disastro dell’ultima papato.
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Immagine screenshot da YouTube
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