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Bioetica

Genetica e superbambini OGM

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Riflessioni sull’editing genetico, ovvero perché il taglia e cuci del DNA non è moralmente lecito (come qualcuno vorrebbe farci credere).
La distinzione tra enhancement e terapia è stata il criterio guida dei bioeticisti cattolici per la valutazione etica della biotecnologia CRISPR, (forbici molecolari in grado di tagliare il DNA per rimuovere geni indesiderati e inserirne di nuovi a piacimento).

Non la pensa così Padre Nicanor che, a differenza di altri autori della rivista The National Catholic Bioethics Quarterly, ci propone una distinzione terapia vs non-terapia, per convincerci del fine terapeutico dello stesso enhancement! Contraddizione in termini che nasconde un’opinabile morale del tipo «Il fine giustifica i mezzi». Peccato che qui, nemmeno il fine si salva! Volerci ri-creare superuomini é forse moralmente lecito?

 

Perfettamente sani, perfettamente buoni

di Dr.ssa Martina Collotta (Medico)

 

C’era una volta l’imperfezione.
C’era una volta la malattia.
C’era una volta chi credeva che l’umano soffrire fosse parte della nostra vita di esseri finiti e limitati e che l’imperfezione fosse parte della nostra creaturalità.

 

A qualcuno deve davvero sembrare tutta una favola questa invenzione dell’accettazione della sofferenza umana e della ricerca di una perfezione non solo fisica, anche attraverso la via della Croce.

 

Ma c’è stato una volta anche chi voleva essere come Dio.
E questa volta non è una favola!
C’è stato e c’è ancora chi vuole essere come Dio… certo i mezzi sono cambiati, sono diventati raffinati, si nascondono sotto la presunzione di essere scienza che migliora le nostre vite, ma altro non sono che ambizioni serpentesche.

Non è difficile individuare quali siano questi mezzi attraverso cui l’uomo crea l’uomo a immagine e somiglianza del suo sogno di onnipotenza.

 

Non è difficile individuare quali siano questi mezzi attraverso cui l’uomo crea l’uomo a immagine e somiglianza del suo sogno di onnipotenza.
Pensiamo alle tecniche di diagnosi prenatale ai fini dell’aborto selettivo, di fecondazione artificiale, di selezione embrionaria.
Pensiamo all’eugenetica negativa che elimina gli imperfetti.

Ma pensiamo anche all’eugenetica positiva che i perfetti li crea su misura, migliorandoli fino a fare dell’uomo un superuomo.
Eugenetica ed enhancement sono due facce della stessa medaglia, entrambi nichilistici desideri di mettersi al posto di Dio, mascherando tutto questo con giustificazioni umanitarie ed umanitaristiche.

Pensiamo anche all’eugenetica positiva che i perfetti li crea su misura, migliorandoli fino a fare dell’uomo un superuomo.

 

Purtroppo, tra chi giustifica tutto questo, non mancano i cattolici… un Sacerdote cattolico in particolare, Sacerdote domenicano, microbiologo e bioeticista, il cui articolo sul gene editing mi ha spinto a queste riflessioni.

 

Sono rimasta a bocca aperta di fronte alle parole del Rev. P. Nicanor Austriaco, che afferma che, in fin dei conti, «Gene editing to make patients healtier than healty should be allowed», ovvero, la manipolazione del genoma umano per rendere i pazienti «più sani del sano» dovrebbe essere permessa (nel senso di moralmente lecita).

Qualcosa in questa affermazione non mi convinceva… Innanzitutto, perché parliamo di paziente sano? Mi sembra una contraddizione di termini!

Oppure la salute che non ha conosciuto enhancement, la salute dei «comuni mortali» è da considerarsi malattia? E allora paziente, ovvero malato bisognoso di cure, lo è chiunque non abbia ancora fatto il «salto di qualità» verso il miglioramento delle sue prestazioni, delle sue performance, fisiche o cognitive?

 

Mi vorrei soffermare sull’esempio che Padre Nicanor ha fatto: l’uso dei farmaci per ridurre il colesterolo. A suo dire abbassare il colesterolo «cattivo» (LDL) a livelli al di sotto di quelli della specie umana (sotto il 70 mg/dL contro i valori normali di 70-130 mg/dL), costituirebbe un beneficio per la nostra salute, riducendo significativamente il rischio di malattie cardiovascolari.

Apparentemente, nulla da dire. Se non che, allora, potrei desiderare non solo di avere i livelli di colesterolo di un babbuino (già, perché i valori da Padre Nicanor raccomandati sono quelli di un babbuino, per sua stessa ammissione), ma di anche nutrirmi solo di erba come un bovino (con buona pace degli ecologisti!), perché, alla fine, non importa che la mia natura sia quella umana, se posso prendere qualcosa dalle altre specie e farlo mio, a mio uso e consumo. Mi sembrava che queste cose si chiamassero chimere… ma se sono farmacologiche poco importa, a quanto pare… E poi, se il fine è quello di migliorare la nostra salute, importa ancora meno…

 

Padre Nicanor, infatti, giustifica la sua posizione dicendo che dovrebbe essere moralmente lecito migliorare le nostre capacità biologiche a scopo terapeutico.

Padre Nicanor pensi alla salute alla maniera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: salute non è semplice assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale. È il soggettivismo relativista della salute.

Anche qui qualcosa non torna… La terapia ha a che fare con il trattamento di una situazione patologica, non con il presunto miglioramento di una normale condizione di salute! Mi sembra di intuire che Padre Nicanor pensi alla salute alla maniera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: salute non è semplice assenza di malattia, ma uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.

È il soggettivismo relativista della salute.

 

Le affermazioni di Padre Nicanor tradiscono, nemmeno troppo velatamente, una morale dell’intenzione in cui il fine giustifica i mezzi.

La cosa che mi sconcerta non è tanto l’idea che il mio colesterolo cattivo, artificiosamente abbassato ai livelli di un babbuino possa essere un beneficio per la mia salute, ma è il fatto che questo esempio è portato a giustificazioni degli interventi sul genoma umano che dovrebbero avere lo scopo terapeutico di «migliorarmi»!

E, ancora una volta, ci troviamo di fronte a parole che stridono. Terapia allo scopo di migliorare… Terapia per migliorare le mie condizioni di salute…

 

Sarò banale, ma ridurre il colesterolo e manipolare il DNA non mi sembrano la stessa cosa…
Vediamo di fare chiarezza.

 

Prima di tutto è necessario capire cosa sia il gene editing, ovvero la tecnica che permette di manipolare il DNA per «migliorarci».

Il gene editing (di cui è un esempio la tecnica CRISPR di cui molti avranno sentito ultimamente parlare) consiste nella rimozione di un gene malato o nella sua sostituzione con un gene sano, attraverso l’uso di «forbici molecolari» capaci di andare a tagliare in un punto preciso del DNA.

La tecnica è stata elogiata proprio per la sua precisione, perché le nuove “forbici” che abbiamo a disposizione ora (come la citata CRISPR), sono capaci di tagliare il genoma solo là dove serve, non casualmente.

 

Padre Nicanor riporta due esempi di applicazioni terapeutiche del gene editing a mezzo CRISPR: quello della «cura» dell’anemia falciforme mediante la riparazione del gene malato, e quella della «cura» dell’HIV mediante l’introduzione di una modifica nel gene che codifica per il recettore dei virus per rendere le cellule impenetrabili al virus.

Chi di noi, di fronte a questo, non esclamerebbe: Ottima cosa questo gene editing!

Rischiamo di inseguire un’illusione di perfezione che non fa che renderci meno umani.
Rischiamo di credere nell’uomo a una dimensione (e Marcuse ringrazia!), quella fisica, quella del riduzionismo genetico.
Rischiamo di inseguire il “gene della felicità” e l’illusione che l’uomo fisicamente perfetto possa anche essere moralmente perfetto.
Rischiamo di cadere nel materialismo.

 

Peccato che, come sempre, esiste l’altra faccia della medaglia, prima di tutto il rischio che le nostre precisissime forbici (che precise al 100% non lo sono affatto!) taglino qua e là il genoma, magari causando malattie ancora più gravi di quella da curare per cui sono state disegnate. Non è così improbabile danneggiare il DNA trasformando la cellula sana in una cellula tumorale…

 

Un altro problema, non da poco, è che i geni tra loro interagiscono.
Se io vado a «toccare» un gene, rimuovendolo, cambiandolo, alterandone l’espressione, tutti gli altri geni che interagiscono con lui saranno influenzati a loro volta da questo cambiamento in una sorta di effetto domino che sconvolge l’intera cellula.

Si può certo obiettare che, dato che il mio intervento mira a togliere o riparare il gene malato, questo non potrà che portare ad interazioni positive, ma non è così!

Un gene che causa una patologia può avere anche i suoi lati positivi! Pensiamo proprio all’esempio di Padre Nicanor riguardo all’anemia falciforme.
Rispondiamogli pure alla Darwin, giusto per non sembrare retrogradi antievoluzionisti…
Perché mai quel gene si è conservato nel tempo e la selezione naturale non lo ha eliminato dato che era causa di malattia? Risposta elementare: perché è un’arma di difesa naturale contro la malaria.

Conosciamo tutti il l’anemia mediterranea, diffusa proprio in quelle aree geografiche, spesso paludose, dove la malaria imperversava. Avere il tratto falciforme, in quelle zone, preservava dal contagio.

Conosciamo tutti il l’anemia mediterranea, diffusa proprio in quelle aree geografiche, spesso paludose, dove la malaria imperversava. Avere il tratto falciforme, in quelle zone, preservava dal contagio.

 

Ammettiamo anche di poter creare delle forbici precisissime, ammettiamo anche che l’uso sia strettamente regolamentato, prendiamo per dato che, in linea con il Magistero della Chiesa Cattolica e perfino in linea con il parere degli scienziati “laici” non si debbano toccare le cellule della linea germinale, i gameti e gli embrioni…

Ammettiamo pure tutto questo per soffermarci solo sul punto: è lecito o meno tagliuzzare il DNA, rimuovere e sostituire geni, manipolare il genoma per curare… e per migliorare?

Ma soprattutto, perché mai dovremmo essere più sani del sano?

Non stiamo facendo altro che parlare di transumanesimo, di human enhancement, mascherato sotto una falsa dizione di terapia.

Non stiamo facendo altro che parlare di transumanesimo, di human enhancement, mascherato sotto una falsa dizione di terapia.
Curare il sano per renderlo più sano ancora non significa forse migliorarlo, potenziarlo, renderlo un super-sano?
E il super-sano, non sarà forse un superuomo?

Siamo di fronte al superuomo nietzscheano, geneticamente editato, manipolato per essere più sano, più forte, più intelligente.
Siamo di fronte ad un uomo che può decidere di farsi migliore attraverso gli strumenti della scienza e della tecnica, agendo proprio in quell’angolo della sua biologia in cui è scritta la sua identità (certo quella biologica e non antropologica, ma pur sempre identità): il DNA.

Siamo di fronte alla libertà di autodeterminarsi come migliori, alla ricerca di una perfezione fisica in cui non ha spazio né la malattia né il più piccolo dei difetti.

Siamo di fronte alla libertà di autodeterminarsi come migliori, alla ricerca di una perfezione fisica in cui non ha spazio né la malattia né il più piccolo dei difetti.

 

Sappiamo bene che superuomo e volontà di potenza hanno a che fare con il fatto che Dio sia morto… o sbaglio?

L’immagine che mi viene in mente è quella della torre di Babele.
Salire sempre più in alto, fino a toccare il cielo, fino a toccare le vette della perfezione, per poi crollare sotto il peso delle macerie dei danni fatti alla natura stessa dell’uomo. Errori nell’uso delle forbici, cellule che crescono impazzite, nuove e imprevedibili malattie genetiche… ma soprattutto l’intolleranza e l’incapacità di accettare la propria limitatezza.

L’immagine che mi viene in mente è quella della torre di Babele.
Salire sempre più in alto, fino a toccare il cielo, fino a toccare le vette della perfezione, per poi crollare sotto il peso delle macerie dei danni fatti alla natura stessa dell’uomo. Errori nell’uso delle forbici, cellule che crescono impazzite, nuove e imprevedibili malattie genetiche… ma soprattutto l’intolleranza e l’incapacità di accettare la propria limitatezza.

È il sogno della società dei perfetti, una società intollerante nei confronti della più piccola imperfezione, una società che insegue senza sosta il miraggio di una meta che sposta sempre un poco più avanti, discriminando quelli che prima erano i perfetti, ma ora sono “solo” i migliori di fronte ad una nuova classe di più perfetti che si è affermata e che, a sua volta, è destinata a perdere la sua supremazia quando nuovi più perfetti dei più perfetti faranno la loro comparsa.

 

Rischiamo di inseguire un’illusione di perfezione che non fa che renderci meno umani.
Rischiamo di credere nell’uomo a una dimensione (e Marcuse ringrazia!), quella fisica, quella del riduzionismo genetico.
Rischiamo di inseguire il “gene della felicità” e l’illusione che l’uomo fisicamente perfetto possa anche essere moralmente perfetto.
Rischiamo di cadere nel materialismo.

 

Non posso essere d’accordo con Padre Nicanor nel sostenere che la suddivisione che lui propone, quella tra terapia e non-terapia, è migliore di quella tra terapia ed enhancement, perché il suo concetto di terapia ingloba anche quello dell’enhancement!

Se la terapia smette di essere solo cura, se quella che Padre Nicanor chiama prevenzione – e per questo, a suo dire, terapia – è in realtà miglioramento dato dall’introduzione nell’uomo di caratteri estranei alla sua propria natura solo perché capaci di portare benefici… siamo di fronte all’enhancement.
A mio parere, questo concetto di terapia è alquanto utilitarista.

È il sogno della società dei perfetti, una società intollerante nei confronti della più piccola imperfezione, una società che insegue senza sosta il miraggio di una meta che sposta sempre un poco più avanti, discriminando quelli che prima erano i perfetti, ma ora sono “solo” i migliori di fronte ad una nuova classe di più perfetti che si è affermata e che, a sua volta, è destinata a perdere la sua supremazia quando nuovi più perfetti dei più perfetti faranno la loro comparsa.

 

 

Non serve nascondersi dietro il principio di proporzionalità tra rischi e benefici, caro Padre Nicanor!
Non può dirci che, in fin dei conti, vale la pena modificare le nostre caratteristiche, anche genetiche, se questo porta dei vantaggi!
Non può citare le parole di Dignitas personae, dimenticando Veritatis splendor!
Non ci nascondiamo dietro la morale dell’intenzione. Il fine non giustifica mai i mezzi!

 

E, lasciatemi dire, nemmeno il fine, qui, è realmente buono!
La perfezione che inseguono i sostenitori dello human enhancement non ha nulla a che vedere con la perfezione dell’uomo, creatura di Dio. La perfezione del transumanesimo è prometeica tentazione di essere padroni del destino dell’umanità.
Stiamo dimenticando che la perfezione a cui è chiamato l’uomo è un’altra!
Non cadiamo nel materialistico inganno che l’uomo fisicamente perfetto è anche buono. Saremmo nel determinismo più assoluto!
Saremmo di fronte a una «fisiognomica del genoma» sulla scia di Lombroso: se il tuo genoma è senza errori, sei buono; ma se il tuo genoma è «malato» o anche solo imperfetto, delinquente sei e delinquente resterai.

 

Ricostruirmi un genoma perfetto, farà di me una donna più sana dei sani, una donna felice e, perfino, una donna santa! Perché fisicamente a posto, significa moralmente a posto.

Triste conclusione, ma il parallelo con il presente Magistero è per me inevitabile. Risolvere i mali sociali delle disuguaglianze economiche e della discriminazione, renderà l’umanità santa e perfetta!
Editiamo la società allora.

Fermiamoci all’illusione che cambiare la materia, cambierà lo spirito. Ma, mi sembra, che sul rapporto tra atto e potenza, forma e materia, Aristotele e San Tommaso la pensassero diversamente.

 

Mi dispiace, P. Nicanor, ma io scelgo di stare con un altro domenicano.

 

 

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Bioetica

Anche la Spagna vuole l’aborto in Costituzione

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Il governo spagnolo di sinistra si è impegnato a sancire il diritto all’aborto nella Costituzione del Paese. La decisione segue una controversia sulla scelta del consiglio comunale di Madrid di promuovere informazioni sulla «sindrome post-aborto» per le donne che intendono interrompere la gravidanza.

 

Venerdì, il primo ministro Pedro Sanchez ha annunciato che la sua coalizione, formata da socialisti ed estremisti di sinistra, presenterà al parlamento una proposta di riforma costituzionale, sottolineando che i diritti delle donne non saranno compromessi dai partiti di opposizione.

 

Il Sanchez accusato il Partito Popolare (PP) conservatore di «fondersi con l’estrema destra» dopo che i consiglieri del PP a Madrid hanno sostenuto un’iniziativa del partito Vox, che obbliga i centri sanitari a fornire informazioni alle donne che stanno valutando l’aborto.

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«Con questo governo, non ci saranno passi indietro sui diritti sociali», ha scritto Sánchez su X, specificando che la riforma modificherà le leggi esistenti per impedire alle donne incinte di ricevere «informazioni fuorvianti o antiscientifiche sull’aborto». La modifica costituzionale in Spagna richiede una maggioranza di tre quinti, il che implica che la coalizione guidata dai socialisti avrà bisogno del supporto dell’opposizione.

 

Il consiglio comunale di Madrid, guidato dal Partito Popolare, ha approvato martedì una misura che obbliga i servizi sanitari ad avvertire le donne del trauma post-aborto. Vox ha sostenuto che questa condizione può portare a dipendenza da droghe, pensieri suicidi o cancro. La proposta ha suscitato critiche, con esperti medici che hanno evidenziato l’assenza di consenso scientifico. Giovedì, il sindaco di Madrid, José Luis Martínez-Almeida, ha riconosciuto che la sindrome non è una categoria scientifica riconosciuta e ha chiarito che le donne non saranno obbligate a ricevere tali informazioni.

 

In Spagna, l’aborto è stato depenalizzato nel 1985 in casi specifici, mentre una riforma del 2010 lo ha permesso fino alla 14ª settimana.

 

Il dibattito si inserisce in un contesto di crescenti preoccupazioni per il futuro demografico dell’Europa, con Elon Musk che ha recentemente avvertito che l’Europa potrebbe «scomparire» se il tasso di natalità non tornerà al livello di sostituzione di 2,1 figli per donna. Alcuni studi suggeriscono che la soglia di sopravvivenza a lungo termine sia più vicina a 2,7 figli.

 

Secondo dati recenti, il tasso di fertilità della Spagna è attualmente di 1,41 nascite per donna, tra i più bassi dell’UE. Anche l’Europa nel suo complesso registra un forte calo, con quasi tutti i Paesi che segnalano un tasso di fecondità al di sotto del parametro di sostituzione.

 

Come riportato da Renovatio 21, il primo Paese a inserire l’aborto in Costituzione è stato la Francia di Emanuele Macron. Il quale, a quanto sembra, non intende fermarsi lì: l’eutanasia è dietro l’angolo.

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Un anno fa a Brusselle è stato approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta Europea. L’anno precedente gli eurodeputati avevano chiesto che il feticidio divenisse «diritto fondamentale».

 

Altri Paesi non marciano nella stessa direzione, Cinque giorni fa il Parlamento Olandese ha respinto una risoluzione che dichiarava l’aborto come «diritto umano», idea alla base di tanti progetti di enti transnazionali

 

Due mesi fa la Repubblica Domenicana ha riconfermato il divieto totale di aborto.

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Immagine di Ministry of the Presidency. Government of Spain via Wikimedia pubblicata secondo indicazioni.

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Bioetica

Il Parlamento olandese respinge la risoluzione che dichiara l’aborto un «diritto umano»

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Il 23 settembre, il Parlamento olandese ha respinto una proposta che intendeva riconoscere l’aborto come «diritto umano». Lo riporta il Christian Network Europe News.   La mozione, presentata da membri privati, esortava il governo a promuovere presso un «gruppo di paesi affini» l’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e nel Patto internazionale sui diritti civili e politici.   La proposta ha ricevuto il sostegno del governo e di diversi partiti, tra cui D66, il Partito Socialista SP, il Partito Liberale VVD e altri, che insieme rappresentano 68 dei 150 seggi. Il Reformatorisch Dagblad ha riportato che il partito riformato SGP, insieme all’Unione Cristiana e al Forum per la Democrazia, ha avanzato una contromozione per opporsi agli sforzi dell’UE di includere l’aborto come «diritto umano» nei trattati europei; tale contromozione sarà votata successivamente.   PVV, SGP e l’Unione Cristiana (CU) si sono opposti a una mozione che proponeva di includere l’assistenza all’aborto come «parte standard dell’assistenza di base d’emergenza» in casi di violenza sessuale; questa mozione è stata invece approvata. SGP e CU hanno anche presentato una mozione per fare della riduzione degli aborti un obiettivo esplicito della politica estera olandese, ma è stata respinta.

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In concomitanza con il voto sulla mozione per dichiarare l’aborto un diritto umano, il Centro Olandese per la Riforma Bioetica (DCBR) ha distribuito volantini pro-life fuori dal parlamento, accompagnati da cartelli con immagini di vittime di aborto.   «In vista del voto parlamentare sulla mozione per riconoscere l’aborto come diritto umano, abbiamo inviato a ogni parlamentare una panoramica obiettiva delle procedure di aborto, inclusi fermo immagine di video di aborti in tempo reale, per chiarire cosa avrebbero sostenuto o contrastato con il loro voto», ha dichiarato Irmgard Averesch del DCBR. «Chris Stoffer dell’SGP e Gideon van Meijeren dell’FvD hanno difeso con forza la causa della vita, sottolineando l’umanità del nascituro e la gravità dell’aborto.   Entrambi hanno espresso compassione per le situazioni difficili, evidenziando però che l’aborto coinvolge due vite, inclusa quella del nascituro. Van Meijeren è persino riuscito a mostrare le immagini delle vittime di aborto».   Il risultato rappresenta una vittoria per i movimenti antiabortisti. «Siamo grati a Dio che, indipendentemente dall’influenza del nostro lavoro o di altre organizzazioni pro-life, la proposta sia stata respinta», ha commentato Averesch. «Tuttavia, è stata una decisione sofferta, e non dobbiamo abbassare la guardia. C’è ancora molto da fare, poiché la voce pro-choice sta tornando a farsi sentire».   In Europa, gli attivisti abortisti  stanno spingendo per il riconoscimento del feticidio come diritto umano sia a livello nazionale che continentale. Come riportato da Renovatio 21, la Francia lo ha già sancito a livello costituzionale, e la Camera dei Comuni del Regno Unito ha recentemente depenalizzato l’aborto fino al momento della nascita.   Nei Paesi Bassi, per ora, questi tentativi sono stati bloccati; all’inizio di questo mese, un tribunale olandese ha anche revocato il divieto per i pro-life di parlare con le donne che accedono alle cliniche per l’aborto.

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Immagine di Tweede Kamer der Staten-Generaal via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
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Bioetica

L’OMS aggiunge la pillola abortiva alla lista dei «medicinali essenziali»

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha aggiunto la pillola abortiva alla sua lista di «medicinali essenziali» poche settimane dopo la morte di un’adolescente canadese in seguito a un aborto chimico.

 

Il 5 settembre l’OMS ha pubblicato la 24a edizione del suo Elenco modello dei farmaci essenziali, che ora include una sezione sui farmaci abortivi, tra cui il mifepristone e il misoprostolo, utilizzati per porre fine chimicamente alla vita dei bambini nel grembo materno.

 

«I farmaci essenziali sono quelli che soddisfano i bisogni sanitari prioritari di una popolazione», ha scritto l’OMS nell’introduzione al nuovo elenco. «Sono selezionati tenendo in debita considerazione la prevalenza della malattia e la rilevanza per la salute pubblica, le prove di efficacia e sicurezza e il rapporto costo-efficacia comparativo».

 

L’elenco modello dei farmaci essenziali è stato istituito nel 1977 e comprende un lungo elenco di analgesici, vaccini e farmaci antimalarici. Ora, l’elenco include due farmaci pericolosi che pongono fine alla vita dei feti: il mifepristone (che va anche sotto il nome di RU486) e il misoprostolo.

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In un aborto chimico, la prima pillola, il mifepristone, tenta di far morire di fame il bambino che si sta sviluppando nell’utero bloccando l’ormone della gravidanza, il progesterone. Tuttavia, dopo aver assunto la prima pillola, una donna può ancora cambiare idea. Può sottoporsi a procedure d’urgenza per invertire gli effetti della prima pillola. A condizione che non abbia assunto la seconda pillola, il suo bambino può spesso essere salvato attraverso questo processo, noto come inversione della pillola abortiva.

 

Il secondo farmaco richiesto in un aborto chimico è il misoprostolo, che viene assunto 24-48 ore dopo, solitamente a casa. Il misoprostolo provoca la contrazione dell’utero, espellendo il bambino. Questo può causare crampi, sanguinamento e spesso richiede cure mediche. Il bambino poi, di solito viene espulso nel water di casa, quindi dopo lo sciacquone il piccolo si troverà nelle fogne dove verrà divorato da ratti, pesci, insetti, anfibi ed altre creature infime.

 

Gli aborti chimici, letali per i feti quando hanno successo, sono spesso dolorosi per le madri e possono causare infezioni o emorragie che possono richiedere cure d’urgenza. Tra il 2000 e il 2011, 14 donne negli Stati Uniti sono morte per complicazioni successive ad aborti chimici.

 

L’aggiunta dei farmaci da parte dell’OMS arriva poche settimane dopo la morte di una diciannovenne canadese a causa di un’infezione in seguito a un aborto chimico. Casi di donne morte dopo l’aborto chimico sono comuni in tutto il mondo, compresa l’Italia. Nel 2014 una donna incinta morì in un ospedale di Torino dopo la somministrazione. I parlamentari sedicenti cattolici, una pattuglia in teoria all’epoca nutrita in tutti gli schieramenti, non dissero una parola, forse mezza.

 

La menzogna della pillola feticida come «sicura ed efficace» (ricordate questo slogan?) è stata dimostrata in uno studio pubblicato mesi fa. Cinque anni fa in Gran Bretagna erano trapelate sconvolgenti email sui suoi esiti letali.

 

Attualmente diversi Stati americani hanno vietato questi farmaci pericolosi. Ben 22 procuratori generali statali americani chiedono una revisione dei pericoli del mifepristone e sollecitano l’amministrazione Trump a ripristinare le restrizioni sulla pillola abortiva. A inizio anno il segretario alla salute USA Roberto F. Kennedy aveva confermato che lo stesso presidente Donaldo Trump gli aveva chiesto di studiare i pericoli della pillola abortiva.

 

Come riportato da Renovatio 21, specularmente, due anni fa emerse una lettera pro-pillola figlicida firmata da 200 dirigenti delle multinazionali farmaceutiche, tra cui il CEO di Pfizer Albert Bourla.

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In Italia invece, ai tempi del governo pandemico, il ministro della Salute Roberto Speranza aveva iniziato l’iter per rendere sempre più facile l’uso della pillola abortiva. La cultura degli aborti fai-da-te si sta moltiplicando ovunque, con immenso inquinamento delle riserve idriche. Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano». È noto che anche la pillola anticoncenzionale, che è uno steroide sintetico, ha un effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica, e in particolare starebbe facendo diventare i pesci transessuali.

Se il fine dell’OMS fosse davvero la salute umana, allora dovrebbero essere considerati farmaci salvavita quei farmaci come il progesterone che, se presi in tempo, possono neutralizzare l’effetto feticida dell’aborto chimico, salvando il bambino.

 

Ma sappiamo che il fine dell’OMS non è la vita. È, incontrovertibilmente, la morte.

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