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Militaria

La Russia delinea la risposta ai preparativi di guerra della NATO

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L’esercito russo si sta preparando per un possibile attacco da parte dei membri della NATO, ha dichiarato mercoledì il ministro della Difesa Andrey Belousov durante una riunione di governo. Lo riporta la stampa russa.

 

Le azioni dei Paesi della NATO, tra cui l’aumento delle spese militari e della forza dei loro eserciti, nonché l’impiego di sistemi missilistici a medio raggio e la semplificazione della logistica per un rapido spostamento delle truppe verso l’Europa orientale, confermano che il blocco si sta preparando a uno scontro con la Russia, ha affermato Belousov.

 

«I piani dell’Alleanza fissano l’inizio degli anni Trenta come termine ultimo per la preparazione a tali azioni. I funzionari della NATO hanno ripetutamente rilasciato dichiarazioni in tal senso. Non stiamo minacciando, ma siamo minacciati», ha affermato il ministro.

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Il potenziamento delle forze nucleari russe è una priorità fondamentale per garantire una deterrenza credibile contro possibili aggressioni, ha aggiunto Belousov. Quest’anno, la Marina russa ha commissionato un nuovo sottomarino nucleare strategico di classe Borey-A, con altri due battelli dello stesso tipo attualmente in lavorazione.

 

L’Aeronautica Militare ha schierato altri due bombardieri strategici Tu-160M, mentre le Truppe Missilistiche Strategiche stanno riarmando le proprie unità con i sistemi Yars.

 

Inoltre, il sistema missilistico Oreshnik a medio raggio, mobile su strada e di nuova concezione, dovrebbe entrare in servizio quest’anno, ha osservato Belousov, ribadendo un annuncio fatto in precedenza, durante lo stesso evento, dal presidente Vladimiro Putin.

 

Altre misure menzionate da Belousov mirano a migliorare le capacità di combattimento delle forze convenzionali russe e a rendere il servizio militare più prestigioso ed efficace attraverso migliori opportunità di istruzione, servizi sanitari e prestazioni sociali.

 

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Immagine di Dmitry Terekhov via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Militaria

Anche il vertice militare britannico dice: cittadini si preparino a sacrificare «figli e figlie»

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Il capo di stato maggiore della difesa della Gran Bretagna, il maresciallo dell’aeronautica Sir Richard Knighton, ha affermato che le possibilità di uno scontro diretto con le forze russe sul suolo britannico non sono «zero».   Durante una conferenza tenuta lunedì al Royal United Services Institute, Knighton ha riconosciuto che la probabilità di un conflitto diretto con la Russia è «remota», ma ha affermato che ciò «non significa che le possibilità siano pari a zero».   «È essenziale che più persone siano pronte a combattere per il proprio Paese», ha affermato Knighton, aggiungendo che la risposta alle minacce moderne «deve andare oltre il semplice rafforzamento delle nostre forze armate» e coinvolgere ogni parte della società britannica.

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«Figli e figlie. Colleghi. Veterani… tutti avranno un ruolo da svolgere. Per costruire. Per servire. E, se necessario, per combattere. E sempre più famiglie capiranno cosa significa il sacrificio per la nostra nazione».   Le osservazioni di Knighton hanno fatto eco a quelle fatte il mese scorso da Fabien Mandon, capo della difesa francese, il quale ha anche avvertito che i cittadini devono essere preparati a «perdere i figli» in una potenziale guerra con la Russia.   Parlando all’annuale incontro dei sindaci a Parigi settimane fa, il Mandone aveva esortato i funzionari locali a educare i cittadini «ad accettare la sofferenza per proteggere ciò che siamo». «Se non siamo disposti a perdere i nostri figli e a soffrire economicamente», ha aggiunto, «allora siamo a rischio». Il generale – che in passato aveva previsto una possibile guerra Francia-Russia entro il 2028 – ha sostenuto che Parigi dispone della forza economica e demografica per «scoraggiare» Mosca, ma manca di «forza d’animo».   Il discorso giunge mentre una manciata di Stati europei della NATO rilancia la controversa idea di inviare una forza multinazionale in Ucraina in caso di cessate il fuoco, un’idea fortemente avversata da Mosca, secondo cui qualsiasi Paese NATO che inviasse truppe in Ucraina sarebbe trattato come una partecipazione diretta al conflitto. I funzionari russi hanno descritto l’idea come un’escalation sconsiderata che mina gli sforzi di pace e rischia di trascinare l’intero blocco in uno scontro aperto.   Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato all’inizio di quest’anno che i leader dell’Europa occidentale stavano «cercando di preparare l’Europa alla guerra, non a una guerra ibrida, ma a una vera guerra contro la Russia»  

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Militaria

Parlamentare statunitense spinge per il ritiro dalla NATO

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Un parlamentare repubblicano USA ha presentato un disegno di legge per ritirare gli Stati Uniti dalla NATO, sostenendo che il blocco è una «reliquia della Guerra Fredda» che prosciuga «trilioni» di dollari dai contribuenti americani.

 

Il deputato del Kentucky Thomas Massie ha presentato la legge martedì, affermando che il blocco militare è stato creato per contrastare l’ormai scomparsa Unione Sovietica e che il denaro dei contribuenti sarebbe stato speso meglio altrove.

 

«Dovremmo ritirarci dalla NATO e usare quei soldi per difendere il nostro paese, non i Paesi socialisti… La partecipazione degli Stati Uniti è costata ai contribuenti migliaia di miliardi di dollari e continua a mettere a rischio il coinvolgimento degli Stati Uniti in guerre straniere… L’America non dovrebbe essere la coperta di sicurezza del mondo, soprattutto quando i paesi ricchi si rifiutano di pagare per la propria difesa», ha affermato il Massie.

 

Se approvata, la legge ordinerebbe al governo degli Stati Uniti di notificare formalmente alla NATO la sua intenzione di porre fine alla sua adesione e di interrompere l’utilizzo di fondi americani per i bilanci condivisi del blocco.

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La mossa riecheggia una spinta simile avanzata quest’anno dal senatore repubblicano Mike Lee dello Utah, che ha presentato una proposta di legge sostenendo che l’adesione degli Stati Uniti alla NATO non riflette più le esigenze strategiche dell’America. La sua proposta, tuttavia, si è arenata in commissione, e l’iniziativa di Massie probabilmente incontrerà le stesse difficoltà in un Congresso che ha ripetutamente espresso un sostegno bipartisan alla permanenza nell’Unione.

 

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e diversi suoi alleati repubblicani sostengono da tempo che Washington spende molto più del dovuto e hanno criticato i governi dell’UE per la carenza di fondi per la difesa. Trump ad un certo punto ha avvertito che gli Stati Uniti potrebbero scegliere di non difendere i membri «delinquent» (cioè, non adempienti riguardo agli impegni e ai pagamenti) in caso di un potenziale attacco.

 

Con l’intensificarsi della pressione di Trump sul blocco, quest’anno i membri della NATO hanno concordato di aumentare gradualmente la spesa per la difesa al 5% del PIL, ben al di sopra della vecchia soglia del 2%. Questa spinta arriva mentre i membri europei della NATO, in particolare, hanno cercato di dipingere la Russia come una «minaccia», con media e funzionari occidentali che affermano che Mosca potrebbe lanciare un attacco in piena regola al blocco entro diversi anni.

 

Il Massie è un libertario sulla scia di Ron e Rand Paul, con particolare attenzione al debito. Molto inviso a Trump, che lo vuole «primariare» (cioè farlo gareggiare per la nomination repubblicana nel suo distretto), ha guadagnato molta popolarità con il suo racconto delle pressioni dell’AIPAC (la lobby israeliana operante a Washingtone) su tutti i rappresentanti e senatori, che sono seguiti da almeno uno o due agenti AIPAC ciascuno. Il Massie vive in una casa autosufficiente che si è costruito da sé ed è stato molto attivo nella riapertura del caso Epstein, guadagnadosi ulteriori strali da Trump.

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Droni

Soldati francesi attaccano droni attorno ad una base di sottomarini nucleari

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Venerdì è emersa una seria violazione della sicurezza aerea presso un’installazione militare francese, mentre i rappresentanti europei stanno mettendo in evidenza i pericoli della «guerra ibrida» orchestrata dalla Russia, che di recente ha puntato su numerose incursioni «misteriose» di droni nello spazio aereo dell’UE, soprattutto vicino a obiettivi critici come gli scali aeroportuali.   I fanti di marina francesi hanno ingaggiato cinque droni sconosciuti che avevano forzato la zona proibita sopra una fondamentale base per sottomarini nucleari giovedì sera, secondo fonti militari riportate da EuroNews. Un alto funzionario ha tuttavia precisato che si è trattato di un «jammer» attivo, non di proiettili veri e propri.   Intorno alle 19:30 ora locale, i sensori radar presso la base navale di Île Longue, in Bretagna – quartier generale della flotta transalpina di sottomarini balistici armati di testate atomiche –, hanno captato l’ingresso di apparecchi non autorizzati nell’area ad altissima sicurezza.   Il reggimento di fanteria marittima deputato alla difesa del complesso ha prontamente attivato i protocolli anti-droni, aprendo il fuoco con più raffiche contro gli intrusi per neutralizzarli e abbatterli.

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Poiché non è dato sapere se gli UAV siano stati realmente centrati, le unità di sicurezza hanno dispiegato un’ampia perlustrazione sul terreno. Le autorità non hanno ancora verificato se i droni siano stati abbattuti o recuperati.   Sulla base di allusioni generiche da parte di alti gradi francesi, gli apparecchi potrebbero essere stati neutralizzati o deviati mediante interferenze elettroniche, ma i dettagli forniti sono stati scarsi:   La ministra della Difesa Catherine Vautrin ha confermato l’intercettazione di un sorvolo, senza chiarire se siano stati impiegati spari, jammer elettronici o altre contromisure contro gli intrusi aerei. L’identità dei responsabili resta ignota.   «Qualsiasi sorvolo di un sito militare è vietato nel nostro Paese», ha affermato Vautrin. «Voglio elogiare l’intercettazione effettuata dal nostro personale militare presso la base di Île Longue».   Secondo la stampa francese, l’impianto sorge nei pressi di Brest, nella Francia nord-occidentale, ed è custodito da oltre 120 militari marittimi, oltre al contingente di sicurezza della Marina.   Ospita quattro sottomarini balistici nucleari – Le Triomphant, Le Téméraire, Le Vigilant e Le Terrible – e si occupa della manutenzione delle unità che garantiscono il deterrente atomico nazionale. In base alla dottrina ufficiale, almeno un battello nucleare è sempre in missione di ronda.   «Non è stato stabilito alcun collegamento con interferenze straniere», ha dichiarato Frédéric Teillet, procuratore generale di Rennes, citato dall’agenzia AFP, precisandoo che nessun pilota o operatore dei droni è stato fermato o identificato.

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