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Vescovo messicano «concelebra» la messa con una «sacerdotessa» lesbica anglicana «sposata» che ha ricevuto l’Eucaristia
Una «sacerdotessa» anglicana lesbica che ha «sposato» una donna ha ricevuto la Santa Eucaristia dopo aver immerso l’Ostia nel Sangue di Cristo durante una recente Messa in Messico. Durante la liturgia, la donna è rimasta in piedi accanto a un prelato cattolico e sembrava “concelebrare” la liturgia. Lo riporta LifeSite
La «pastoressa» canadese Emilie Teresa Smith è venuta in Messico per una messa il 26 agosto con il vescovo emerito Raúl Vera López, OP, presso il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Saltillo.
La Smith è coinvolto in attività «ecumeniche» in America Latina e in precedenza era apparsa a marzo con indosso paramenti liturgici, suscitando polemiche ad una celebrazione dedicata al San Oscar Romero. Nel 2018 ha «sposato» un’altra donna, Patti Powell, e pubblica regolarmente contenuti pro-LGBT sui social media.
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La messa, che si può ancora vedere su Facebook, mostra Smith in piedi accanto al prelato per tutta la durata della celebrazione e seduto accanto alla sedia del celebrante.
«Durante la liturgia, la signora Smith, indossando una stola (un paramento liturgico), ha partecipato ad alcune parti della Preghiera Eucaristica, ha sussurrato parole di consacrazione, ha alzato la mano in segno di benedizione ed ha elevato il calice contenente il Preziosissimo Sangue di Cristo», ha riportato il Catholic Herald.
La Smith si è anche presentata per leggere il Vangelo, riservato ai diaconi e ai sacerdoti, e per tenere un’omelia, baciando l’altare alla fine della Messa. Mons. López ha difeso la scelta di includere una «pastora» durante la messa e ha attaccato coloro che hanno criticato le sue azioni.
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«Parlano di sacrilegio, eresia, indecenza, indisciplina, pigrizia. Per favore, è buon senso!! Porta la sua stola ovunque viaggi per il mondo», ha scritto il vescovo, che ha lanciato quindi strali contro «le persone che fingono di essere cristiane», le quali «hanno scritto cose offensive sui diversi social network». Il Lopezzo infine ha citato l’enciclica di papa Francesco sui «cambiamenti climatici» Laudato si’ per giustificare la sua decisione.
Here’s a female Anglican ‘priest’ consuming the Holy Eucharist a recent Mass in Mexico. pic.twitter.com/G7CRrGPqw4
— Matt Lamb (@MattLamb22) August 29, 2025
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«Tutto ciò ha spinto il vescovo titolare della diocesi di Saltillo a chiamarmi» ha scritto monsignor Lopezzo su Facebook. «Sa che la Messa è registrata e gli ho ripetuto il contesto in cui si svolge la visita di Emilie Teresa Smith. Ma a proposito, non solo lavora con i poveri, ha una parrocchia, ha una formazione teologica, è una scrittrice, è qualificata per partecipare a un incontro delle Nazioni Unite e al popolo di Dio, in difesa della nostra Madre Terra, ma oltre a tutto questo la sua omelia di ieri è stata eccellente».
«Spero che la comunità, attraverso la mia omelia e attraverso la mia parola alla stampa, possa comprendere di cosa si tratta. Non si tratta solo di ecumenismo, ma di essere veri fratelli e sorelle, non solo con una narrazione, ma con azioni di amore e inclusione. Non viviamo più in un periodo di caccia alle streghe e roghi. La parola di nostra sorella Emilie ci dona luce, vita e guida, come Laudato si’ chiede a tutti i popoli di questo pianeta.
«Ti ammiro e ti rispetto, Emilie Teresa Smith» ha scritto il prelato in un post successivo. Ti auguro di non avere più cattivi sapori in bocca durante il tuo viaggio. Saremo sempre al tuo servizio quando tornerai nel Nord-Est del Messico».
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La «concelebrazione» della Messa da parte di una «sacerdotessa» anglicana solleva diverse questioni canoniche. Il diritto canonico proibisce ai non cattolici di ricevere la Santa Eucaristia, che i cattolici sanno essere il vero Corpo e Sangue di Cristo.
Il canone 908 afferma: «È vietato ai sacerdoti cattolici concelebrare l’Eucaristia con i sacerdoti o i ministri delle Chiese o delle comunità ecclesiali, che non hanno la piena comunione con la Chiesa cattolica».
La Chiesa cattolica insegna che il comportamento omosessuale è mortalmente peccaminoso e intrinsecamente malvagio e che le inclinazioni omosessuali sono «oggettivamente disordinate», in accordo con la Sacra Scrittura e la costante Tradizione della Chiesa. La Chiesa insegna inoltre in modo definitivo che le donne non possono essere ordinate validamente come sacerdoti.
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Un papa mette, un altro toglie
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Il cardinale Fernandez si sprofonda sempre più nel suo rifiuto del titolo di «corredentrice»
È noto che il Cardinale Victor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF), ha un talento naturale nello spiegare formule difficili, dubbie o addirittura inesatte, o contrarie alla fede o alla disciplina cattolica. Ciò è stato evidente nel suo modo di trattare la Dichiarazione Fiducia supplicans, riguardante la benedizione delle coppie «irregolari».
Dopo la reazione quasi universale e l’aperta ribellione degli episcopati africani, il cardinale Fernández ha infine spiegato che si trattava di una benedizione non rituale o spontanea, che non era rivolta alle coppie, ma agli individui che si univano… che si trattava quindi di benedizioni che non erano benedizioni, e che nemmeno le coppie erano benedizioni.
Grazie alla tenacia della giornalista Diane Montagna, assistiamo a una sorta di ripetizione – un remake , si potrebbe dire nel linguaggio di Shakespeare – di questa deplorevole vicenda riguardante il testo Mater Populi Fidelis sull’attribuzione e la non attribuzione di alcuni titoli mariani, in particolare il titolo di corredentrice e quello di Mediatrice.
Diane Montagna ha pubblicato sul suo blog la breve intervista ricevuta dal Cardinale Fernández su questo argomento. Ha sottolineato una serie di inesattezze che lasciano già un’impressione spiacevole. Il Prefetto della DDF sostiene, ad esempio, che l’espressione «cooperazione unica di Maria nell’opera della redenzione» sia utilizzata circa 200 volte nel documento.
In realtà, l’espressione «cooperazione unica» compare una sola volta; la parola «unica» compare 29 volte, mentre il termine analogo «singolare» compare sei volte, anche nelle note a piè di pagina. Il cardinale sostiene inoltre che nella redazione del documento siano stati consultati «molti» mariologi, nonché specialisti in cristologia.
Tuttavia, don Maurizio Gronchi, consulente del DDF, che ha presentato il documento al cardinale Fernández, ha dichiarato ad ACI Prensa il 19 novembre che «non è stato possibile trovare alcun mariologo collaboratore». E don Salvatore Maria Perrella, OSM, mariologo, ha affermato che la Mater Populi Fidelis «avrebbe dovuto essere preparata da persone competenti nel settore».
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Un «sempre» che non significa «sempre»…
Prendendo di mira l’espressione «sempre inappropriata», che stigmatizza il titolo di Corredentrice, il giornalista interroga l’alto prelato argentino su questo «sempre». Il cardinale Fernández inizia lanciandosi in una spiegazione che incorpora «trent’anni di studio del dicastero», il lavoro del cardinale Joseph Ratzinger e il suo parere comunicato a Giovanni Paolo II, quindi la «chiusura della questione» da parte dello stesso cardinale.
Ma afferma che «stiamo cercando, anche se ci sono aspetti che possono creare confusione, di trovare gli aspetti positivi e di accogliere la pietà dei fedeli. Tuttavia, in questo ambito, dopo trent’anni di lavoro del dicastero, era giunto il momento di renderlo pubblico, ed è ciò che abbiamo fatto».
Senza discostarsi dalla sua domanda fondamentale, Diane Montagna chiede per la terza volta: «Perché ha usato il termine “sempre”? Si riferisce al passato, soprattutto perché è stato utilizzato da santi, dottori e dal magistero ordinario?»
La risposta del cardinale fu all’altezza della reputazione che Fiducia supplicans gli aveva guadagnato : «No, no, no. Si riferisce al momento presente». Da qui la domanda stupita: «Quindi “sempre” significa “da ora in poi”?». E il cardinale continuò: «Da ora in poi, senza dubbio».
Aggiunge: «E questo significa soprattutto che questa espressione [di «Corredentrice»] non sarà usata nella liturgia, cioè nei testi liturgici, né nei documenti ufficiali della Santa Sede». Anzi, ne ammette l’uso privato: «Potete usare questo titolo», se avete compreso il vero significato di questa espressione…
Il giornalista è riuscito a far dire al cardinale prefetto della DDF che «ancora inappropriato» significava dal punto di vista temporale «d’ora in poi», e dal punto di vista dell’estensione «nei testi liturgici e nei documenti ufficiali della Santa Sede».
In altre parole, «corredentrice» non è sempre stato inappropriato, ma lo è diventato, il che significa logicamente che questa valutazione è casuale, legata alla cautela. E questo implica anche che un giorno questo titolo potrebbe non essere più «inappropriato»: un titolo intermittente o tremolante, per così dire.
Questa spiegazione dimostra, in primo luogo, l’incompetenza di chi fornisce la risposta; e in secondo luogo, che il termine «sempre» non ha lo stesso significato nei documenti DDF che nel linguaggio comune. Il che è piuttosto fastidioso. Ma c’è un elemento positivo: il titolo può essere utilizzato liberamente.
Dopo questo ultimo dietrofront che ha nuovamente ridicolizzato il DDF, sembra che la cosa migliore per il cardinale Fernández sarebbe ritirarsi.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Il Vaticano afferma che 4 documenti papali emanati sotto Leone XIV fanno parte del «mandato» di Papa Francesco
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