Nucleare
Uso di bombe nucleari tattiche, un colonello USA contro la follia neocon

Il colonnello americana in pensione Lawrence Wilkerson (in pensione) è andato in onda per denunciare la pericolosa incompetenza dei falchi dei think tank USA, nominando esplicitamente Robert Kagan.
Il Kagan, come noto, è sposato al sottosegretario di Stato USA responsabile delle questioni eurasiatiche e considerata universalmente colei che tira le fila del governo ucraino almeno dal golpe del 2014.
«Ci sono anche persone come il marito di Victoria Nuland, che essenzialmente dice al resto di noi che troppo timidi perché non useremo l’audace minaccia di usare armi nucleari», ha detto il colonnello nel podcast di Paul Jay lo scorso 29 aprile.
La fantasia di Kagan riguardo all’uso di armi nucleari nel poker geopolitico va contro ogni esperienza e realtà militare, sostiene l’ex militare.
Inoltre, la disarmante facilità con cui viene accettato il linguaggio di Kagan sull’utilità delle armi nucleari sul campo di battaglia è di per sé pericolosissima.
Il colonnello cita svariati studi e indagini che negli ultimi 70 anni hanno negato caterocicamente questa fantasia dell’uso di nucleari tattiche.
«Avevamo un detto nell’esercito; se ne usi uno, le userai tutte o abbastanza per distruggere il globo… Ho fatto spesso questa simulazione di guerra, per pensare che l’altra parte non reagirebbe, e reagirebbe in un modo che potresti prevedere, e cioè usarle contro di te (…) Non credo che tu possa controllalo una volta che il genio è fuori dalla borsa».
Il colonnello Wilkerson è stato colto alla sprovvista dal linguaggio del Segretario di Stato Antony Blinken e del Segretario alla Difesa Lloyd Austin dopo il loro viaggio in Ucraina. «Non ha aiutato nessuno (…)Non litigheremo, ma ti daremo più soldi» ha dichiarato il colonnello riguardo agli «aiuti» allo Zelens’kyj.
L’attuale leadership in Occidente è forse la peggiore che abbiamo mai avuto, ritiene l’ex militare.
«Non avresti alcun problema a convincermi che potrebbe esserci una confluenza di leadership che darebbe inizio a un Olocausto mondiale. Nessuna difficoltà a convincermi a tutti. Ci sono stato… Ho visto quanto possono essere egocentrici nel loro processo decisionale. Francamente, Paul, ho visto quanto sono stupidi. Voglio dire… quanto sono stupidi».
Dimenticate tutto ciò che ti viene detto sull’Ucraina, dice lo Wilkerson:
«Penso che la situazione sia resa doppiamente pericolosa dal fatto che abbiamo così tanti interessi che giocano in Ucraina in questo momento in cose che non hanno nulla a che fare con l’Ucraina. … Non è di questo che si tratta. Non si tratta della NATO. Non si tratta di appartenenza alla NATO… Si tratta di interessi che traggono profitto da ciò che sta succedendo, sia politicamente, finanziariamente, economicamente o geopoliticamente. Quest’ultimo è il più pericoloso di tutti».
«Tutto ciò implica abbattere Putin, destabilizzare la Russia e liberare quel fianco per una guerra con la Cina. Questa è la grande cosa strategica che sta guidando questo. Non gliene frega niente di un bambino, di una donna o di una sola persona in Ucraina. Useranno ognuno di loro se possono o devono arrivare a Putin e raggiungere il loro obiettivo finale. Ecco perché è così pericoloso».
Il politologo Robert Kagan, oggetto degli strali del colonnello Wilkerson, rappresenta una delle figure più importanti nel cosiddetto movimento neocon, un gruppo di operativi politici che nei decenni sono riusciti a farsi cooptare sia da amministrazioni democratiche che da amministrazioni repubblicane, in particolare quella fi Bush jr., durante i cui anni dilagarono portando di fatto l’America nelle guerre stupide e sanguinarie d’Iraq e d’Afghanistan.
Tutti i neocon sono discepoli più o meno diretti del controverso filosofo tedesco-americano Leo Strauss, i cui insegnamenti sono stati in parte tenuti segreti.
I neocon hanno quasi tutti un’origine particolare: vengono da famiglie di religione ebraica per lo più fuggite dalla Russia dello Zar, tanto che c’è chi crede che la loro russofobia – che perdura dalla Guerra Fredda ad oggi senza soluzione di continuità – sia imbevuta di questioni famigliari.
Il Kagano, sposato con Victoria Nuland, è altrsì uno dei teorici dello PNAC – il Progetto per un Nuovo Secolo Americano dove, a fine anni Novanta, si parlava della necessità di una «nuova Pearl Harbor» per riallineare il popolo americano sulle questioni di politica estera: tale evento sarebbe poi arrivato sotto forma dell’11 settembre 2001.
Nel numero di maggio 2022 dell’importante rivista Foreign Affairs Kagan si è prodotto in un appello per un conflitto diretto con Mosca, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero e dovrebbero usare armi nucleari contro la Russia
L’articolo, intitolato «Il prezzo dell’egemonia: l’America può imparare a usare il suo potere?» delinea le ragioni per entrare in guerra con la Russia.
«È meglio che gli Stati Uniti rischino il confronto con le potenze belligeranti quando sono nelle prime fasi di ambizione ed espansione, non dopo che hanno già consolidato guadagni sostanziali. La Russia può possedere un temibile arsenale nucleare, ma il rischio che Mosca lo utilizzi non è più alto di quanto sarebbe stato nel 2008 o nel 2014, se l’Occidente fosse intervenuto allora».
L’uso di atomiche in Europa orientale realizzerebbe materialmente l’augurio che sua moglie Victoria Nuland, allora nel Dipartimento di Stato di Obama, fece in una telefonata (poi intercettata e pubblicata) con l’ambasciatore USA a Kiev: «Fuck the EU».
«Fanculo l’Europa». Nel senso termonucleare del termine.
Nucleare
Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina

Il 14 ottobre è stata inaugurata nella megalopoli cinese diChengdu, in Cina, la seconda riunione ministeriale del World Fusion Energy Group dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), con 1.000 partecipanti.
Il Global Times, giornale in lingua inglese del Partito Comunista Cinese, ha titolato: «Il “sole artificiale” di nuova generazione della Cina in fase di aggiornamento per i test al plasma: un esperto», offrendo un riassunto del programma cinese sulla fusione, con particolare attenzione al Tokamak superconduttore sperimentale avanzato (EAST).
Zhong Wulu, vicedirettore del Southwest Institute of Physics della China National Nuclear Corporation (CNNC) e responsabile della Divisione di Scienza della Fusione, ha dichiarato: «Per raggiungere l’energia da fusione commerciale, dobbiamo completare sei fasi, e al momento siamo alla terza». Il Zhong ha elencato le sei fasi come «esplorazione concettuale, esperimenti su larga scala, esperimenti al plasma, reattori sperimentali, reattori dimostrativi e reattori commerciali».
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Huang Mei, capo scienziato del CNNC e responsabile del progetto del ciclotrone elettronico, ha detto al Global Times che, nonostante la tabella di marcia preveda la produzione di energia da fusione entro il 2050 circa, «stiamo lavorando intensamente per anticipare questa scadenza il più possibile». Nella fase 3, il 20 gennaio 2025, il Tokamak EAST ha raggiunto un funzionamento continuo del plasma ad alto confinamento per 1.066 secondi (circa 17 minuti e tre quarti), con temperature superiori a 82 milioni di gradi Celsius.
Tuttavia, questo risultato straordinario non ha ancora raggiunto il punto di pareggio, in cui una reazione di fusione produce più energia di quella usata per riscaldare il plasma, né l’ignizione, in cui la reazione diventa autosostenibile.
Il Global Times sottolinea che gli esperti cinesi evidenziano come «i materiali e l’ingegneria rappresentino ulteriori sfide. È necessario sviluppare materiali strutturali capaci di resistere a temperature estreme e intense radiazioni neutroniche, magneti superconduttori altamente affidabili, sistemi criogenici e sistemi di diagnostica e controllo per monitorare il plasma in tempo reale con feedback rapido».
Questo sta portando a concentrarsi su leghe di tungsteno per componenti strutturali e magneti superconduttori in niobio-stagno, niobio-titanio o materiali superconduttori ad alta temperatura. Un’altra questione cruciale è «l’autosufficienza al trizio». Un obiettivo chiave è il passaggio dell’EAST a un reattore sperimentale, corrispondente alla quarta fase del processo.
Huang Mei del CNNC ha espresso ottimismo, secondo il Global Times, affermando che «il Southwest Institute of Physics, come “squadra nazionale” per la fusione, accelererà i progressi tecnici attraverso diverse piattaforme». Ha aggiunto: «Il momento che attendo con più entusiasmo è quando useremo il primo kilowatt di energia da fusione per accendere una lampadina, sarà l’istante più emozionante».
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa scienziati cinesi avevano introdotto un nuovo dispositivo di prova per la produzione di fusione.
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Lo scorso marzo la Cina aveva fatto sapere che costruirà un reattore ibrido a fusione-fissione entro il 2030, con l’obiettivo di generare 100 megawatt di elettricità continua e connettersi alla rete nazionale entro la fine di questo decennio.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina sta portando avanti le ricerche sulla fusione da anni. La Cina ha accelerato con i suoi studi per la fusione dopo che negli scorsi anni un team di scienziati cinesi aveva affermato di aver trovato un metodo nuovo e più conveniente per il processo.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
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Nucleare
«Non c’è vittoria nella guerra nucleare»: parla l’esperto in armamenti del MIT

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Nucleare
Trump reagisce all’offerta di trattato nucleare di Putin

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha accolto favorevolmente la proposta del presidente russo Vladimir Putin di estendere di un ulteriore anno l’ultimo trattato di controllo degli armamenti tra i due Paesi.
Domenica, mentre conversava con i giornalisti fuori dalla Casa Bianca, a Trump è stato chiesto cosa pensasse dell’offerta di Putin riguardo al New START. «Mi sembra una buona idea», ha risposto.
Le parole di Trump sono state apprezzate da Kirill Dmitriev, consigliere economico di Putin e figura centrale negli sforzi per migliorare le relazioni con Washington.
Dmitriev ha scritto su Telegram che la posizione del presidente statunitense indica che Washington e Mosca sono «abbastanza propense» a prorogare l’accordo.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso Putin aveva espresso la disponibilità di Mosca a estendere di un anno il Trattato sulla riduzione delle armi strategiche del 2010 (New START), a patto che gli Stati Uniti rispondano positivamente e si astengano da azioni che potrebbero alterare l’equilibrio nucleare.
All’inizio di questa settimana, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che Washington non ha ancora fornito una risposta ufficiale alla proposta.
L’ultimo trattato di riduzione degli armamenti tra Stati Uniti e Russia, che limita ciascuna parte a un massimo di 1.550 testate nucleari strategiche e 700 sistemi di lancio schierati, scadrà a febbraio, salvo un’eventuale proroga.
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa, all’apice delle tensioni per la guerra ucraina, il ministero degli Esteri russo aveva accusato la «flagrante» violazione del trattato Start da parte di Washingtone. Nell’agosto 2022 la Russia aveva quindi annunciato la sospensione delle ispezioni nucleari con il nuovo trattato START.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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