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Spirito

Un vescovo chiede ai cattolici di rifiutare i vaccini contro il C-19

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Il vescovo di Fresno (California) Mons. Joseph V. Brennan ha pubblicato un video sul sito web diocesano dal titolo «Un messaggio sul vaccino COVID-19».

 

Il vescovo ha asserito che la Chiesa non è contraria ai vaccini in sé (e fa pure una una lista di vaccini appena fatti), ma ha dichiarato «dobbiamo cercare sempre e solo vaccini etici e moralmente accettabili».

 

I cattolici hanno il dovere di rifiutarsi di utilizzare questo «materiale biologico», ha affermato mons. Brennan.

Il vescovo Brennan dice che non farà il vaccino COVID, e invita i fedeli a non farlo.

Il vescovo Brennan, che si dichiara a favore delle vaccinazione pediatriche e confessa di aver appena fatto l’antinfluenzale, dice che non farà il vaccino COVID, e invita i fedeli a non farlo.

 

Secondo l’organizzazione Children of God for Life, – con cui Renovatio 21 ha lavorato per il convegno di Roma «Fede, Scienza, Coscienza» (2019), il vaccino Pfizer ha passato la sperimentazione utilizzando la linea cellulare HEK 293, che deriva dal tessuto renale prelevato da un bambino sano che è stato abortito nei Paesi Bassi negli anni 1970.

 

Children of God for Life afferma che il vaccino Moderna è stato testato anche su una linea cellulare di un bambino abortito.

 

Il vaccino Pfizer ha passato la sperimentazione utilizzando la linea cellulare HEK 293, che deriva dal tessuto renale prelevato da un bambino sano che è stato abortito nei Paesi Bassi negli anni 1970

I vaccini COVID-19 recentemente annunciati da Pfizer e Moderna utilizzano l’RNA messaggero (mRNA), una tecnologia così nuova che mai era stata approvata prima

 

HEK293 – è una linea cellulare sviluppata nel 1973 da un embrione abortito volontariamente. Come sanno i lettori di Renovatio 21, non si tratta dell’unico vaccino sperimentale per il COVID-19 creato su linee cellulari di feto abortito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Spirito

Decine di migliaia di cattolici tradizionalisti alla processione da Parigi a Chartres: le immagini

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Si è tenuta anche quest’anno la usuale processione che a Pentecoste porta migliaia di pellegrini legati alla Santa Messa Tradizionale da Parigi a Chartres, un percorso di una sessantina di chilometri percorso a piedi.

 

Il pellegrinaggio prevede la celebrazione della Messa antica (detta talvolta anche, un po’ impropriamente, «Messa in latino») in ogni giornata del percorso, più una Santa Messa vetus ordo celebrata nel finale nella famosa Cattedrale di Nostra Signora di Chartres, capolavoro del gotico.

 

Quest’anno pare vi siano stati numeri semplicemente incredibili: c’è chi parla di almeno 20 mila pellegrini da tutto il mondo.

 

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Secondo l’Associazione «Notre-Dame de Chrétienté» («Nostra Signora della Cristianità»), che organizza l’evento, il pellegrinaggio ha origine nel XII secolo, interrotto occasionalmente dalle guerre. Quest’anno siamo giunti al 42° anno da quando la tradizione è stata ripresa stabilmente.

 

 

 

La scorsa settimana Jean De Tauriers, il presidente dell’associazione, ha dichiarato alla testata americana Detroit Catholic che l’attuale pellegrinaggio è stato creato come «parte di un desiderio di resistenza culturale e religiosa» dopo che la Chiesa cattolica ha subito una trasformazione radicale in seguito al Concilio Vaticano II.

 

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Il De Tauriers ha parlato di un’esplosione dei numeri in questa edizione, con pellegrini provenienti dalla Gran Bretagna, USA e Germania. Un numero considerevole di pellegrini non frequenta regolarmente la Messa antica, e secondo de Tauriers quest’anno poco più della metà sono partecipanti regolari delle cerimonie in rito antico. «I nostri pellegrini includono anche un numero crescente di persone non praticanti o di coloro che ritornano alla fede», ha detto al Detroit Catholic. «Vengono, grazie agli amici, perché hanno delle domande. Vogliono vedere un prete, parlare», ha detto.

 

 

De Tauriers ha sottolineato che dopo l’attuazione del Novus Ordo Missae, la nuova Messa in lingua volgare di Papa Paolo VI, dopo il Concilio Vaticano II, «molti segni concreti (…) ​​tutte quelle abitudini di pratica religiosa che sostenevano la fede, sono state trascurate». «Ciò ha contribuito al collasso della pratica religiosa e della frequenza del catechismo, i cui contenuti erano stati notevolmente ridotti», ha aggiunto. Al contrario, vede la Santa Messa tradizionale offerta durante il pellegrinaggio come un lavoro di «missione», definendola il «carisma» del pellegrinaggio.

 

Tradizionalmente, i pellegrini partivano dalla Cattedrale di Notre Dame, finché un incendio dai contorni ancora poco chiari non ha distrutto la guglia centrale medievale. Ora, il viaggio di tre giorni inizia presso la Chiesa di Saint Sulpice, la chiesa più grande di Parigi, a pochi isolati dalla Cattedrale di Notre Dame.

 

 

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Tra i presenti, è stata notata Marion Maréchal-Le Pen, la figura politica francese che ha per zia Marine Le Pen e per nonno Jean-Marie Le Pen. Marion è nota da sempre per le sue posizioni vicine al tradizionalismo cattolico d’Oltralpe.

 

 

Su Twitter circolano inoltre foto di Luigi XX di Borbone, che alcuni vogliono ritenere essere l’attuale re di Francia.

 

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Tuttavia, l’attenzione del pubblico internazionale sembra essere stata rapita da Candace Owens, la commentatrice di colore americana convertitasi poche settimane fa al cattolicesimo con una cerimonia a Londra.

 


Candace, notissima in Francia per aver recentemente portato all’attenzione l’incredibile storia secondo cui la consorte di Macron sarebbe un’altra persona, aveva postato su Twitter un video dell’evento scrivendo «Siamo davvero tornati. Christus Rex est».

 

 

Nella sua conversione alla fede cattolica, Owens ha seguito le orme di suo marito, George Farmer, anch’egli convertito cattolico, figlio di un Lord inglese miliardario. Il Farmer, che è vicino al tradizionalismo, è stato CEO del defunto social media Parler, censurato da governo e Big Tech all’indomani dei moti del 6 gennaio 2021 al Campidoglio di Washington.

 

 

«Vedere le guglie della cattedrale, i cittadini francesi di questa piccola città in fila sui loro prati sventolando le loro bandiere, applaudendo per salutarci, tenendo in braccio i loro figli e unendosi alla preghiera latina è qualcosa che non dimenticherò mai», ha scritto la Owens su X martedì mattina.

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La Santa Messa in Cattedrale è stata officiata dal cardinale Gerardo Mueller.

 

 

 

 

Nella sua omelia nella cattedrale di Chartres, il cardinale Müller ha detto ai pellegrini cattolici: «gli eroi del cristianesimo non sono, come nella storia secolare, imperatori e generali, ma guerrieri per la verità e per la fede».

 

Una traduzione della predica del porporato sarà pubblicata a breve da Renovatio 21.

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Immagine screenshot da Twitter

 

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Geopolitica

Un conclave al tempo della geopolitica

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Il prossimo conclave sarà probabilmente diverso da tutti gli altri, fatta eccezione per i riti immutabili. Ma al di là delle consuete previsioni sui papabili citate dalla stampa, quale peso potrà esercitare la geopolitica globale sull’elezione del prossimo papa?   Non si tratta di seppellire prematuramente François, che rivela un’attività insolita per un uomo di 87 anni, e che intende esercitare il suo ufficio per quanto la Provvidenza gli permetterà.   Ma non è privo di interesse discutere del prossimo conclave dal punto di vista delle considerazioni geopolitiche, che sembrano pesare in un mondo economicamente globalizzato, ma culturalmente e religiosamente frammentato.   I vaticanisti propongono diversi cardinali che potrebbero succedere a Francesco. I nomi proposti spesso riguardano la Curia e i problemi interni alla vita della Chiesa. Ma altri dati possono essere utilizzati per valutare queste valutazioni. Va ricordato che all’inizio di maggio 2024 il Sacré-Collège contava 128 membri votanti, di età inferiore a 80 anni.   «93 sono stati nominati da Francesco, 27 da Benedetto XVI e 8 da Giovanni Paolo II. 52 sono europei (di cui 14 italiani), 21 provengono dall’Asia, 17 dall’Africa, 16 dal Nord America, 15 dal Sud America, 4 dal Centro America, 3 dall’Oceania. 25 sono o sono stati in carica nella Curia romana» nota La Croix.   Uno di questi nuovi elettori spiega: «sarà molto difficile quando dovremo eleggere un nuovo papa. Siamo in tutto il mondo. Non ci conosciamo», osserva La Croix. Questi risultati suggeriscono che la geopolitica potrebbe svolgere un ruolo più importante del solito nella scelta del successore di Pietro.

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Una tesi geopolitica interessante

Questa tesi rileva che sei stati svolgono un ruolo crescente sulla scena mondiale, come scrive il politologo Cliff Kupchan in un articolo su Foreign Policy: Turchia, Indonesia, Sud Africa, Brasile, Arabia Saudita e India. Un articolo su Crux, la rivista online patrocinata dai Cavalieri di Colombo, tenta un collegamento con la possibile influenza di questi Paesi su un futuro conclave.   Il Brasile, il più grande paese cattolico per demografia, ha una grande influenza nel cattolicesimo mondiale. «La polarizzazione politica è certamente profonda tra cattolici pro-Lula e pro-Bolsonaro» nota Crux, ma l’attuale presidente mantiene un rapporto privilegiato con il Papa.   La Turchia musulmana è attentamente monitorata in Vaticano: «la Santa Sede condivide con essa la stessa preoccupazione politica: quella di non isolare la Russia a causa della guerra in Ucraina» nota Crux, e Francesco ha più volte ricordato «gli sforzi di pace portati avanti dalla Turchia».   Per quanto riguarda l’Arabia Saudita, il Vaticano «ha lentamente ma inesorabilmente gettato le basi per legami sempre più stretti» con essa, concludendo accordi di relazioni diplomatiche con altri Paesi della regione, in particolare con il Sultanato dell’Oman nel 2023, spiega ancora Crux.   In India, «i cattolici rappresentano l’1,5% della popolazione», ovvero 20 milioni, nota lo stesso giornale, ma «il cattolicesimo gode di un capitale sociale molto significativo grazie alle sue opere sociali». Nonostante la svolta nazionalista di Narendra Modi, «la posizione di Nuova Delhi sulle questioni globali è spesso più vicina a quella del Vaticano che a quella di Washington o Bruxelles» conclude Crux.   La situazione è simile in Sud Africa dove i 3,8 milioni di cattolici rappresentano il 6,3% della popolazione: ma lì la posizione del cattolicesimo è «molto più importante grazie alla rete di scuole, ospedali e altre opere sociali» sottolinea la stessa pubblicazione.   In Indonesia, il Paese musulmano più popoloso del mondo, gli 8,3 milioni di cattolici rappresentano appena il 3% della popolazione, ma il cattolicesimo è «una delle sei religioni ufficialmente riconosciute» spiega John L. Allen Jr. in Crux e gode di una notevole influenza all’interno società.   L’importanza di questi sei Paesi è in parte dovuta alle loro economie in crescita e alla loro capacità nei campi tecnologico e scientifico, che dà loro un serio vantaggio in futuro, secondo l’analisi di Foreign Policy.   D’altro canto, alla loro «capacità di sfruttare le rivalità tra Stati Uniti, Cina e Russia, alternativamente facendo concessioni o imponendo richieste» a ciascuno di essi, «senza impegnarsi completamente con l’uno o con l’altro», osserva il direttore di Crux, facendo eco a Cliff Kupchan.   John L. Allen Jr. conclude che i prelati – attuali o futuri – alla guida delle Chiese locali in questi Stati chiave saranno le voci ascoltate durante l’elezione del prossimo pontefice sovrano.   Va però notato che nessuno di loro è attualmente cardinale, il che riduce gravemente la loro influenza in caso di conclave. Inoltre, è probabile – ma non certo – che considerazioni interne alla Chiesa saranno predominanti nell’elezione del prossimo successore di Pietro – almeno dobbiamo sperarlo.   Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

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Spirito

«Chaos Antichristi in regno Antichristi». Omelia di Mons. Viganò nella Domenica di Pentecoste

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Renovatio 21 pubblica l’omelia dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò per la solennità di Pentecoste 2024.

 

 

Noi T’imploriam! Placabile
Spirto, discendi ancora,
A’ tuoi cultor propizio,
Propizio a chi T’ignora;
Scendi e ricrea; rianima
I cor nel dubbio estinti;
E sia divina ai vinti
Mercede il vincitor.

Manzoni, La Pentecoste, vv. 89-96

 

La devozione popolare celebra questo giorno solenne con il nome di «Pasqua delle rose», a ricordo dell’antica usanza di simboleggiare con una cascata di petali di rosa la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e su Maria Santissima.

 

È così simile alla Pasqua, che nella Vigilia di Pentecoste veniva solennemente amministrato il Santo Battesimo a coloro che non avevano potuto esservi rigenerati durante la Veglia del Sabato Santo, e come la Pasqua ebraica era figura della Pasqua cristiana, così la Pentecoste ebraica – in cui si celebrava la promulgazione dei Dieci Comandamenti dopo sette settimane dalla fuga dall’Egitto – era figura della nuova Pentecoste, questa volta estesa a tutti i popoli.

 

Nella Pasqua il κόσμος si inchina alla Maestà di Cristo Re e Pontefice, per quem omnia facta sunt; nella Pentecoste la creazione rende omaggio allo Spirito Creatore, al Creator Spiritus che nella sua potenza rinnova la faccia della terra.

 

Nella Pasqua si compiono le promesse messianiche dell’Antica Legge; nella Pentecoste sono le promesse del Messia stesso che si realizzano nel Suo Corpo Mistico, la Santa Chiesa, la Madre de’ Santi – come la chiama Manzoni nel celebre inno sacro.

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Gli Apostoli sono rinchiusi nel Cenacolo propter metum Judæorum (Gv 20, 19): essi non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo e le loro umane paure sarebbero venute meno dieci giorni dopo l’Ascensione del Signore, con la discesa dello Spirito Santo. Oggi quella latitanza si ripete al contrario, con una Gerarchia che ignora colpevolmente, che colpevolmente tace e nasconde e vanifica l’opera santificatrice del Paraclito dopo la Sua discesa, e dopo che duemila anni di Cristianità hanno mostrato la Sua potenza divina nel conquistare anime a Dio e nell’edificare la Santa Chiesa.

 

Non dobbiamo sottovalutare la gravità di questa latitanza: essa è deliberata, scientemente orientata a nuocere, perché i mercenari sono consapevoli che per demolire la società civile e la Chiesa è necessario impedire quanto più possibile che la Grazia si propaghi, che agisca mediante i Sacramenti, che fermi la destra della Giustizia di Dio tramite la Santa Messa.

 

Costoro vogliono fare in modo che sia vanificato il Sacrificio di Cristo, perché seccando i torrenti della Grazia le anime siano fiaccate e muoiano di sete nell’attraversare il deserto di un mondo ostile.

 

La loro – esattamente come abbiamo visto fare ai medici durante la farsa pandemica – non è imperizia o incapacità: è invece una volontà di compiere il male, di servire il Nemico, di assecondare il potere del Nuovo Ordine Mondiale nella vile e abbietta illusione di avere un posto alla corte dell’Anticristo. Miserabili traditori, per i quali l’unica ragione di vita è consumarsi in questa sordida libido serviendi.

 

Quest’opera eversiva – perché tale è a tutti gli effetti, dinanzi a Dio, alla Chiesa e alle anime – ha come scopo l’usurpazione della Signoria di Nostro Signore Gesù Cristo, perché al Suo posto sieda nel luogo santo il figlio della perdizione, l’Anticristo, in una grottesca contraffazione dell’autorità civile e religiosa.

 

Non possiamo credere che un Successore degli Apostoli possa rinnegare e contraddire il mandato ricevuto da Cristo e servire il Suo nemico, senza comprendere che ciò facendo si rende complice del piano satanico della Rivoluzione.

 

No, cari fedeli: dopo decenni di sistematica dissoluzione della Chiesa – e oltre due secoli di dissoluzione sociale – nessun Pastore in buona fede può ancora pensare che le innovazioni introdotte dal Vaticano II non abbiano nulla a che vedere con lo stato disastroso in cui versa il corpo ecclesiale. A quanti ancor oggi difendono l’indifendibile presunta «ortodossia» del Concilio e della sua liturgia, davanti alla strage di anime degli ultimi sessant’anni, si addicono perfettamente le parole del grande Bossuet: Dieu se rit des hommes qui déplorent les effets dont ils chérissent les causes. [Dio ride degli uomini che deplorano gli effetti di cui ne approvano le cause.]

 

La latitanza della Chiesa – ossia il suo eclissamento da parte della setta conciliare e sinodale, la sua cooperazione attiva al progetto sinarchico della Massoneria – è l’esatto opposto della vigilante trepidazione degli Apostoli, che ancora spiritualmente disarmati attendevano le armi celesti dal loro Signore e sarebbero stati pronti ad impugnarle e a combattere a costo della vita, come poi avvenne.

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Tristes erant Apostoli: il cuore degli Apostoli era gravato dalla recente Ascensione del Signore e la trepidante attesa dello Spirito Consolatore attingeva alla speranza più che all’umana sicurezza. Sola, Nostra Signora custodiva inconcussa (irremovibile) la certezza della Fede e certamente consolava gli Apostoli ricordando loro le parole del divin Figlio.

 

Il cuore dei mercenari non è timoroso: è piuttosto reso folle dall’ostilità a Colui che ha già vinto, per servire e compiacere chi si sa aver già ineluttabilmente perso. Ed è parimenti follia credere che in presenza di un tradimento tanto scandaloso quanto inaudito da parte della Gerarchia, quel medesimo Spirito Santo non possa dispiegare la propria onnipotenza per vie straordinarie, suscitando profeti dalle pietre.

 

Questa è la potenza creatrice e rigeneratrice dello Spirito Santo Paraclito: Egli soffia dove vuole (Gv 3, 8). E come insegna Nostro Signore a Nicodemo il dove vuole non significa dove gli pare, non implica arbitrarietà, ma al contrario la coincidenza dell’atto divino con la divina volontà.

 

Lo Spirito Santo soffia dove vuole: Egli vuole scendere a santificare e benedire con la Sua Grazia il Sacrificio dell’altare: veni, et benedic hoc sacrificium tuo sancto nomini præparatum; vuole scendere su coloro che rinascono nell’acqua del Battesimo, sui milites Christi nella Cresima, sui Ministri dell’Altissimo nell’Ordinazione sacra, sugli sposi nel Matrimonio, sui malati e i morenti nell’estrema Unzione. Soffia anche nelle piccole comunità che resistono allo spirito del mondo, spirito di menzogna che non viene da Dio; soffia nelle chiese in cui si conserva la fiamma della Fede; nel fiorire delle Vocazioni secolari e religiose tradizionali.

 

Al «Dio delle soprese» di Jorge Mario Bergoglio la vera Chiesa e i veri Pastori contrappongono il semper idem dell’eternità divina. Perché la novità della Rivelazione cristiana non è una meta irraggiungibile perseguita dal cosiddetto progresso, soggetta anch’essa alle mode e al passare del tempo; bensì un evento storico che costituisce il discrimen tra prima e dopo, tra l’antico e il nuovo, appunto; tra tenebre e luce.

 

Una Rivelazione che è Nostro Signore Gesù Cristo, Verbo Eterno del Padre, e che il Paraclito suggella con i Suoi Doni, quale divino Amore che procede dal Padre e dal Figlio; lo stesso Spirito che ha parlato per mezzo dei Profeti e che continua a parlarci nelle parole eterne della Santa Chiesa, voce di Cristo che le pecore riconoscono.

 

Il mondo irride e rifiuta la pace che solo Nostro Signore può dare. Pax Christi in regno Christi: chi vuole far regnare Satana non può né comprendere né volere la pace di Cristo, perché sia Chaos Antichristi in regno Antichristi. La pace viene solo da Cristo, e senza Cristo non vi può essere pace. Non vi può essere pace né nel mondo sprofondato nell’apostasia e nel culto di Satana a causa del tradimento dell’autorità civile corrotta e asservita al potere; non vi può essere pace in una Chiesa la cui Gerarchia è non meno apostata, corrotta nella Morale e nella Fede e asservita al medesimo potere.

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Ma se in un mondo che crocifigge quotidianamente il Suo Signore non può esservi né pace né prosperità, vi è però un piccolo santuario in cui questa pace è possibile, in cui il Signore si degna di scegliere la propria dimora, nel quale gli Angeli amano fermarsi: è la nostra anima.

 

Un prezioso santuario che per volontà di Dio nessuno ha il potere di violare, nemmeno i demoni e i loro servi, inebriati del delirio dell’intelligenza artificiale. Lo stato dell’anima in Grazia di Dio la fa crescere nella santità, e quanto più essa si abbandona fiduciosa alla volontà del Signore, tanto più questa crescita spirituale procede spedita. È quello il cenacolo in cui spesso ci rifugiamo, chiedendo al Consolatore di darci forza e di sostenerci nel momento della prova. Ed è un analogo rifugio la famiglia, «chiesa domestica», dove non entrano gli orrori del mondo corrotto, e che si salverà al passaggio dell’Angelo sterminatore.

 

Se la Santissima Trinità dimora nella nostra anima, la pace interiore non ci mancherà nei momenti più difficili, perché sapremo che è proprio in quei frangenti che il Signore viene in nostro aiuto come un divino Cireneo.

 

Non ci mancherà neppure quando dovremo rispondere, come di una colpa, di professare integralmente la Fede cattolica. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che dovrete dire (Lc 12, 11-12).

 

Questo è il senso della parola Paraclito: avvocato, consigliere e difensore di chi è sotto accusa, di chi il diavolo – διάβολος, l’accusatore – calunnia con i suoi falsi argomenti. Ecco perché nel Veni Creator chiediamo al Paraclito: Hostem repellas longius, scaccia lontano il nemico; ecco perché a quell’invocazione uniamo la richiesta di pace, pacemque dones protinus.

 

Invochiamo dunque, carissimi fratelli, il divino Consolatore, dulcis hospes animæ, perché nel santuario del nostro cuore, nelle nostre famiglie e comunità regni Cristo, Principe della pace; così che dove regna il Figlio, vi regnino anche il Padre e lo Spirito Santo, ripristinando l’ordine divino infranto dal peccato.

 

E così sia.

 

+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

19 Maggio 2024
Dominica Pentecostes

 

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Immagine: affresco di Johann Michael Rottmayr (1656-1730) presso la cupola della Chiesa di San Carlo Borromeo a Vienna

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

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