Geopolitica
Tucker Carlson sta per intervistare Putin

Il conflitto ucraino ha rimodellato l’equilibrio di potere militare ed economico in tutto il mondo, ma la maggior parte degli americani non ne ha idea perché i loro media hanno adulato Vladimir Zelenskyj e si sono rifiutati di parlare con la sua controparte russa, ha detto martedì l’ex conduttore di Fox News Tucker Carlson.
Carlson, che ha lanciato il proprio Network su Twitter nel giugno 2022, ha pubblicato un breve video da Mosca, spiegando la logica dietro la sua imminente intervista con il presidente russo Vladimir Putin.
La maggior parte dei media occidentali sono corrotti e «mentono ai propri lettori e spettatori», principalmente per omissione, ha sostenuto Carlson. Non c’è stato alcuno sforzo per parlare con Putin dall’inizio del conflitto nel 2022, mentre i media statunitensi hanno condotto molte «sessioni di incoraggiamento servili» fingendosi interviste con Zelens’kyj «venduto come un prodotto di consumo», ha aggiunto.
Why I’m interviewing Vladimir Putin. pic.twitter.com/hqvXUZqvHX
— Tucker Carlson (@TuckerCarlson) February 6, 2024
Sostieni Renovatio 21
«Questo non è giornalismo. È propaganda del governo – propaganda del tipo più brutto, quella che uccide le persone», ha detto il Carlson.
«Perché nessuno ha detto loro la verità», secondo Carlson, la maggior parte delle persone nei Paesi di lingua inglese non sono consapevoli degli «sviluppi che alterano la storia». Il giornalista ha quindi parlato del tema della de-dollarizzazione.
«È sbagliato. Gli americani hanno il diritto di sapere tutto ciò che possono sulla guerra in cui sono implicati», ha aggiunto, sottolineando che la libertà di parola è un diritto di nascita americano che non può essere tolto, indipendentemente da chi siede alla Casa Bianca. Carlson ha ricordato ai suoi telespettatori che il governo degli Stati Uniti ha spiato i suoi messaggi di testo nel 2021, quando ha tentato di intervistare Putin.
Tucker ha esortato gli americani a guardare l’intera intervista su Twitter, che non sarà censurata o protetta da paywall, e a decidere da soli, «come cittadini liberi e non schiavi».
Carlson era stato avvistato per la prima volta a Mosca sabato, ma si è comportato in modo evasivo riguardo ai suoi piani. Alla domanda sulle isteriche richieste di vietargli il ritorno negli Stati Uniti o di incarcerarlo – avanzate da alcuni eminenti commentatori dell’establishment – le ha definite «pazze».
Il Cremlino non ha né confermato né smentito alcun piano di far sì che Putin rilasci un’intervista a Carlson, dicendo ai giornalisti che eventuali impegni di questo tipo saranno annunciati a tempo debito.
Carlson era il conduttore di programmi serali via cavo più apprezzato negli Stati Uniti quando è stato licenziato dalla Fox lo scorso aprile, senza spiegazioni. Da allora è tornato come uno degli intervistatori più popolari su X, la piattaforma precedentemente censoria che Musk ha acquistato nel 2022.
Ancora quando stava a Fox, Carlson aveva iniziato a lavorare ad una possibile intervista a Putin. Non ne aveva parlato con nessuno, però, nemmeno al suo produttore, ha raccontato. Aveva comunicato l’intenzione solo su un app di messaggistica ritenuta sicura – Signal – con chi doveva aiutarlo a chiedere al presidente russo.
A questo punto, ha rivelato Carlson, un amico di Washington lo ha chiamato chiedendo di andare nella capitale per parlare de visu – richiesta bizzarra, anche perché Tucker vive lontano, tra i boschi del Maine. Arrivato dall’amico a Washington, Carlson ha appreso che il governo USA sapeva della sua intenzione di intervistare il presidente russo e ne era risentito. Di fatto, l’amministrazione Biden, probabilmente tramite l’agenzia di Intelligence informatica NSA, lo stava spiando.
La cosa è scioccante: ecco un Paese che spia i suoi giornalisti, arrivando ad impedire ad andare all’estero. Non si tratta dell’URSS, ma degli USA nel secolo XXI.
Nel suo ultimo video da Mosca, Carlson racconta che la stessa cosa è ricapitata qualche mese fa, ma lui ha deciso di andare in Russia comunque.
Aiuta Renovatio 21
Come riportato da Renovatio 21, cinque mesi fa Carlson aveva predetto una «guerra calda tra USA e Russia» entro le elezioni presidenziali.
Si tratta, a ben guardare, di un all-in: Tucker rischia tutto, perché tornato in patria potrebbero succedergliene di ogni, anche cose brutte, à la Kennedy, diciamo. Ciò diviene vero, soprattutto, se Trump non dovesse vincere le elezioni, cosa anche possibile: la nonchalance con cui i Democratici stanno preparandosi alle imminenti elezioni portano a pensare che del voto non gli importa, perché tanto è già programmato per essere «sistemato» come la volta scorsa.
Che Tucker, quindi, consideri comunque di rischiare, perché, qualora non venisse eletto Trump, ci sarebbe comunque la guerra civile?
Carlson sta quindi chiamando il bluff del Deep State, costi quello che costi?
Ripetiamo la domanda fatta su Renovatio 21 dieci mesi fa: Tucker è stato licenziato da Fox perché la guerra con la Russia è decisa?
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Attacchi ucraini causano blackout nella Russia occidentale

🇺🇦🇷🇺 Belgorod reports power outages.
Ukraine struck Belgorod’s emergy infrastructure again. Ukraine is able only to hit Belgorod cause it’s on the border. The retaliation hits all of Ukraine. Not sure why Zelensky forces Russia to turn off the lights … to cry for help? pic.twitter.com/sPsfHYHQME — Lord Bebo (@MyLordBebo) October 5, 2025
Most of Belgorod is still pitch black. Mobile power generators are now being installed across the city to restore electricity. pic.twitter.com/j9haBeeAWL
— NOELREPORTS 🇪🇺 🇺🇦 (@NOELreports) October 6, 2025
🇷🇺 city of Belgorod received an undeniable blackout. pic.twitter.com/jBpzpIhFaI
— JR2 (@JanR210) October 5, 2025
Iscriviti al canale Telegram
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Trump a Netanyahu: «sei sempre così fottutamente negativo»

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato aspramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la sua reazione alla dichiarazione di Hamas sul piano di pace per Gaza- Lo riporta Axios, citando fonti informate.
Venerdì, il gruppo militante palestinese Hamas ha confermato di aver accettato la proposta statunitense di rilasciare i suoi ostaggi. Sebbene non abbia menzionato l’intenzione di disarmarsi, domenica fonti di Al Arabiya interne al movimento hanno indicato che il gruppo si stava preparando a farlo.
Trump avrebbe contattato Netanyahu venerdì per discutere della decisione di Hamas, considerandola una notizia positiva. Tuttavia, il leader israeliano ha espresso un’opinione diversa, affermando al presidente statunitense che «non c’è nulla da festeggiare e che non significa nulla», secondo quanto riferito ad Axios da un funzionario americano.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
«Non capisco perché sei sempre così fottutamente negativo. Questa è una vittoria. Accettala», avrebbe replicato Trump.
Sabato, i collaboratori di Netanyahu hanno sottolineato che il primo ministro e il presidente degli Stati Uniti erano «totalmente allineati». Tuttavia, il funzionario statunitense ha dichiarato ad Axios che la telefonata di venerdì è stata «controversa» e che Trump era «infastidito».
Il presidente degli Stati Uniti ha esortato Israele a cessare gli attacchi a Gaza, proponendo che Hamas rilasci tutti gli ostaggi rimanenti entro 72 ore dalla sospensione delle operazioni militari israeliane e dal ritiro delle truppe «secondo la linea concordata».
Sono partiti intanto i colloqui al Cairo tra le parti in conflitto.
Iscriviti al canale Telegram
Come riportato da Renovatio 21, in passato Trump aveva attaccato Netanyahu arrivando a chiederne la sostituzione e ad ipotizzare tagli agli aiuti ad Israele.
Nel contesto di questi commenti aveva rivelato anche dettagli sull’assassinio del generale dei servizi iraniani Qassem Soleimani, suggerendo che fu indotto ad ordinarne la morte dagli israeliani, che poi però si tirarono indietro.
Come riportato da Renovatio 21, un livello grottesco del rapporto tra Netanyahu e Trump è stato raggiunto a febbraio quando il primo ha fatto dono a quest’ultimo di un cercapersone come quelli fatti esplodere in Libano. Più che un dono diplomatico, a qualcuno può essere sembrata una minaccia vera e propria.
Come riportato da Renovatio 21, a gennaio Netanyahu ha annullato il viaggio per la cerimonia di insediamento di Trump. Prima dell’insediamento l’inviato di Trump Steve Witkoff, in Israele per chiedere la tregua, aveva avuto con Netanyahu un incontro riportato come «molto teso».
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
L’ex capo NATO afferma che Trump ha minacciato di ritirare gli Stati Uniti

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-
Morte cerebrale1 settimana fa
La «morte cerebrale» è stata inventata per prelevare più organi
-
Autismo2 settimane fa
Vaccini, paracetamolo: Trump e Kennedy delineano il piano contro l’autismo. Momento storico
-
Arte1 settimana fa
Quadro su San Simonino da Trento, chiesti sei mesi di carcere per il pittore Gasparro
-
Politica2 settimane fa
Condannato in primo grado il figlio di Grillo. Per il misfatto che corse con il fatale cambiamento di governo 2019
-
Occulto2 settimane fa
Charlie Kirk era stato oggetto di un maleficio pochi giorni prima di essere ucciso
-
Persecuzioni2 settimane fa
Cristianofobia e odio anticristiano in Europa
-
Politica1 settimana fa
Il regista russo Tigran Keosayan muore all’età di 59 anni. Era il marito della temutissima Margarita Simonyan
-
Persecuzioni4 giorni fa
Il ministro israeliano Katz: suore e clero cristiano saranno considerati terroristi se non lasceranno Gaza