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Politica

Trump promette di separare Russia e Cina e di dare posti di rilievo a Musk e Kennedy

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Il candidato repubblicano Donald Trump ha attribuito al presidente degli Stati Uniti Joe Biden la responsabilità dell’approfondimento dei legami tra Russia e Cina e ha promesso di creare una frattura tra le due potenze nucleari.

 

In un’intervista rilasciata al giornalista Tucker Carlson durante l’ultima tappa del tour live del Carlson a Glendale, in Arizona, Trump ha accusato Biden di danneggiare la reputazione dell’America nel mondo.

 

«Siamo una nazione in declino», ha detto. «Siamo una nazione in serio declino».

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L’ex presidente ha poi accusato Biden di aver incentivato una più stretta cooperazione tra Mosca e Pechino.

 

«Guardate cosa hanno fatto queste persone stupide. Hanno permesso a Russia, Cina, Iran, Corea del Nord e altri di riunirsi in un gruppo», ha detto Trump aggiungendo che uno dei suoi professori alla Wharton School of Finance (l’ateneo frequentato in gioventù) gli aveva detto che «l’unica cosa che non vorresti mai che accadesse è che Russia e Cina si unissero».

 

«Li abbiamo uniti per via del petrolio. Biden li ha uniti. È un peccato», ha aggiunto, riferendosi a russi e cinesi. «Dovrò disunirli, e penso di poterlo fare anch’io».

 

Trump ha espresso timori sul futuro del dollaro statunitense nel commercio internazionale. «Stiamo perdendo il dollaro come standard a causa di queste persone… se perdiamo il dollaro come standard, è come perdere una guerra», ha dichiarato.

 

All’evento carlsoniano in Arizona Trump ha confermato che, se vincerà le prossime elezioni presidenziali, affiderà al CEO di Tesla e SpaceX, Elon Musk, e a Robert F. Kennedy Jr. posizioni «influenti» nel suo governo.

 

Quando è stato chiesto a Trump è stato chiesto se Kennedy o Musk diventerebbero figure chiave nella sua amministrazione, qualora venisse rieletto il 5 novembre.

 

«Sì, lo faccio. Penso di sì», ha risposto l’ex presidente. Ha notato, tuttavia, che Musk ha indicato che «non vuole diventare segretario di qualcosa» e vuole invece concentrarsi sulla ricerca di modi per ridurre gli sprechi nella spesa pubblica.

 

«Pensa di poter tagliare 2 trilioni di dollari senza colpire nessuno, e penso che possa farlo», ha detto Trump. «Vuole tagliare i costi, vuole salvare il Paese».

 


Nonostante avesse inizialmente proclamato la neutralità politica, Musk ha ufficialmente appoggiato Trump all’inizio di quest’anno ed è diventato un importante sostenitore dell’ex presidente nel suo tentativo di assicurarsi un secondo mandato.

 

Trump ha promesso al CEO di Tesla che avrebbe istituito una commissione speciale per l’«efficienza governativa», soprannominata DOGE – nome anche della criptovaluta para-satirica simboleggiata dal cane Akita da lui molto apprezzata, il Dogecoin – che sarebbe stata guidata dal miliardario se avesse vinto le elezioni.

 

Intervenendo a un evento della campagna elettorale di Trump a New York la scorsa settimana, Musk ha suggerito che potrebbe ridurre il bilancio federale annuale di «almeno 2 trilioni di dollari», sostenendo che il denaro dei contribuenti americani viene “sprecato”.

 

Per quanto riguarda Kennedy, Trump ha detto a Carlson che voleva che l’ex democratico, che si era candidato come indipendente alle presidenziali di quest’anno prima di ritirarsi e sostenere Trump, «lavorasse sulla salute» e «si prendesse cura» della popolazione statunitense.

 

«Ha ragione su molte delle cose di cui parla, perché, sapete, non siamo un Paese sano», ha detto Trump.

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All’inizio di questa settimana, lo stesso Kennedy ha confermato che Trump gli aveva promesso un ruolo nella sua amministrazione, sottolineando che, sebbene non avrebbe guidato alcuna agenzia governativa, avrebbe probabilmente avuto un ruolo nella scelta di chi lo avrebbe fatto, in qualità di consigliere senior.

 

Mercoledì scorso, Howard Lutnic, co-presidente del team di transizione di Trump, ha dichiarato che Kennedy non guiderà il dipartimento della Salute e dei Servizi Umani se Trump verrà rieletto.

 

In precedenza, Trump aveva anche elogiato il lavoro decennale di Kennedy come difensore della salute delle famiglie e dei bambini americani, e aveva dichiarato che avrebbe istituito un «gruppo di esperti di alto livello» che avrebbe collaborato con lui per indagare «su cosa sta causando l’aumento decennale di problemi di salute cronici e malattie infantili» negli Stati Uniti.

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Politica

Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro

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Sanae Takaichi è diventata la prima donna Primo Ministro del Giappone, vincendo le elezioni parlamentari di Tokyo martedì. Esponente di lungo corso del Partito Liberal Democratico (LDP), nota come la «Lady di Ferro» del Giappone per la sua ammirazione verso l’ex primo ministro britannico Margaret Thatcher, Takaichi è riconosciuta per il suo conservatorismo sociale, il nazionalismo e il sostegno a un ruolo più ampio per le forze armate giapponesi.   A 64 anni, Takaichi ha sostenuto la revisione della clausola pacifista della costituzione postbellica del Giappone e il riconoscimento ufficiale delle Forze di autodifesa come esercito nazionale. Ha inoltre appoggiato un aumento della spesa per la difesa e una maggiore cooperazione militare con gli Stati Uniti.   Le sue posizioni sulla sicurezza nazionale richiamano le politiche dell’ex premier Shinzo Abe, di cui è considerata una protetta e con cui aveva stretti legami politici.   Frequente visitatrice del Santuario Yasukuni di Tokyo, che rende omaggio ai caduti giapponesi, inclusi criminali di guerra della Seconda Guerra Mondiale, Takaichi è stata spesso criticata dai Paesi vicini per quello che considerano revisionismo storico. Ha difeso le sue visite come atti di rispetto personale, sostenendo che i crimini di guerra dei soldati giapponesi siano stati esagerati.

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A livello interno, Takaichi si oppone al matrimonio tra persone dello stesso sesso, sostiene la successione imperiale esclusivamente maschile e ha criticato le proposte di cognomi separati per le coppie sposate.   La Takaicha ha inoltre appoggiato il rafforzamento dei confini e politiche migratorie più rigide, chiedendo misure contro i visti non concessi, il turismo eccessivo e l’acquisto di terreni da parte di stranieri, soprattutto vicino a risorse strategiche.   In politica estera, la Takaichi ha definito la crescente potenza militare della Cina una «seria preoccupazione», proponendo misure di deterrenza, tra cui un patto di sicurezza con Taiwan.   Si ritiene che Takaichi non intenda perseguire un significativo riavvicinamento con la Russia, avendo ripetutamente rivendicato la sovranità sulle isole Curili meridionali, annesse dall’Unione Sovietica nel 1945 come parte degli accordi postbellici.   Takaichi assume la carica in un momento critico per il Giappone, che affronta un tasso di natalità ai minimi storici, un rapido invecchiamento della popolazione, un’inflazione persistente e il malcontento pubblico per gli scandali politici che hanno eroso la fiducia nel PLD, il partito al governo.  

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Immagine di 内閣広報室|Cabinet Public Affairs Office via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra

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Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.

 

I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.

 

Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.

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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.

 

Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.

 

Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.

 

Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.

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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.

 

Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.

 

Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.

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Politica

Sarkozy sarà messo in cella di isolamento

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L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, riconosciuto colpevole di associazione a delinquere per ottenere fondi illeciti per la sua campagna elettorale del 2007, sconterà la pena in isolamento, secondo quanto riportato dall’AFP.   Il 25 settembre, un tribunale parigino ha condannato Sarkozy, 70 anni, a cinque anni di carcere per un complotto del 2005 volto a ottenere finanziamenti segreti dal leader libico Muammar Gheddafi. Il tribunale ha stabilito che, in cambio dei fondi, Sarkozy si sarebbe impegnato a migliorare la reputazione internazionale della Libia. Il giudice, sottolineando la «gravità eccezionale» del crimine, ha disposto l’incarcerazione immediata, anche in caso di appello.   Presidente della Francia dal 2007 al 2012, Sarkozy è il primo ex capo di Stato di un Paese membro dell’UE a essere incarcerato. La sua detenzione inizierà martedì.   Domenica, l’AFP ha riferito fonti del carcere parigino di La Santé, secondo cui Sarkozy sarà probabilmente confinato in una cella di nove metri quadrati nell’ala di isolamento, per limitare i contatti con altri detenuti.

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Sarkozy ha definito il verdetto un’«ingiustizia», ribadendo la propria innocenza. I suoi legali hanno presentato ricorso e intendono richiedere la conversione della pena in arresti domiciliari una volta iniziata la detenzione.   L’inchiesta è partita nel 2013, dopo le dichiarazioni del 2011 di Saif al-Islam, figlio di Gheddafi, secondo cui il padre avrebbe versato circa 50 milioni di euro (54,3 milioni di dollari) per la campagna di Sarkozy.   Sarkozy ha avuto un ruolo chiave nell’intervento NATO che ha portato alla caduta e all’uccisione di Gheddafi nell’ottobre 2011 da parte di gruppi armati antigovernativi.   In precedenza, l’ex presidente era stato condannato in due casi separati per corruzione, traffico di influenze e finanziamento illecito di campagne elettorali, scontando in entrambi i casi gli arresti domiciliari.   Sarkozy è stato privato pure della Legion d’Onore, la più alta onorificenza statale di Francia. Nelle accuse era finita, ad un certo punto, anche la moglie Carla Bruni.  

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  Immagine di UMP via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
 
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