Economia
Trump annuncia l’interruzione dei colloqui commerciali degli USA con il Canada

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la fine di tutti i colloqui commerciali con il Canada alla luce della tassa di Ottawa sui servizi digitali, che ha definito un «attacco diretto e palese al nostro Paese».
I rapporti tra i due Paesi vicini iniziarono a inasprirsi quando Trump impose dazi del 25% sui prodotti canadesi a febbraio, subito dopo il suo insediamento. Ottawa rispose con dazi reciproci.
In seguito Trump ha sospeso temporaneamente i dazi, esprimendo la volontà di negoziare condizioni individualmente favorevoli per le aziende statunitensi con i paesi presi di mira per i dazi.
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Trump accusa da tempo il Canada di trarre indebitamente vantaggio dagli Stati Uniti e in diverse occasioni ha suggerito che dovrebbe diventare il 51° stato degli USA, sostenendo che Washington di fatto sovvenziona l’economia canadese.
In un post su Truth Social di venerdì, Trump ha affermato che «il Canada, un Paese con cui è molto difficile COMMERCIARE… ha appena annunciato che imporrà una tassa sui servizi digitali alle nostre aziende tecnologiche americane, il che rappresenta un attacco diretto e sfacciato al nostro Paese».
«A causa di questa tassa spropositata, con effetto immediato poniamo fine a TUTTE le discussioni sul commercio con il Canada», ha proclamato il presidente degli Stati Uniti, aggiungendo che il suo governo avrebbe informato Ottawa della «tariffa che pagherà per fare affari con gli Stati Uniti d’America entro i prossimi sette giorni».
Più tardi, venerdì, il premier canadese Mark Carney ha dichiarato ai giornalisti che il suo Paese avrebbe «continuato a condurre questi complessi negoziati nel migliore interesse dei canadesi». Tuttavia, ha osservato di non aver ancora parlato con Trump della questione.
L’imposta canadese sui servizi digitali, entrata in vigore nel giugno 2024, impone alle aziende che forniscono servizi digitali nel Paese e che generano un fatturato superiore a 20 milioni di dollari canadesi (14,5 milioni di dollari statunitensi) da fonti canadesi di pagare un’imposta del 3% sui propri profitti.
I primi pagamenti sono previsti per lunedì. Secondo i media canadesi, i giganti della tecnologia statunitensi come Amazon, Apple, Airbnb, Google, Meta e Uber dovrebbero versare circa 2 miliardi di dollari entro la fine di luglio. L’imposta è retroattiva al 1° gennaio 2022.
A marzo, Carney ha definito i dazi di Trump «ingiustificati» e ha affermato che «il Canada vincerà» la guerra commerciale con gli Stati Uniti. Ha giurato che il Canada «non farà mai, in nessun modo, forma o aspetto, parte degli Stati Uniti».
Come noto, il presidente Trump ha più volte ventilato l’ipotesi di annessione del Canada agli USA come 51° Stato dell’Unione. L’idea è stata respinta con veemenza dal governo canadese Trudeau (che diceva che la minaccia di anschluss è reale) e dal governo del successore Carney, il quale ha ricordato in visita allo Studio Ovale che il Canada rimarrà indipendente, per ottenere da Trump una sagace risposta dinanzi alla stampa mondiale: «mai dire mai».
Carney mesi fa aveva iniziato a fare strani discorsi proclamando che Ottawa avrebbe vinto la guerra commerciale con gli USA, mentre l’ex vicepremier Christa Freeland aveva chiesto le atomiche europee come difesa da Trump.
Come riportato da Renovatio 21, le tensioni tra i due Paesi sono sfociate anche nell’ambito dell’hockey su ghiaccio, con il pubblico canadese a fischiare l’inno americano alle partite della nazionale. Come risposta, al torneo 4 nazioni di quattro mesi fa, i giocatori statunitensi scatenaro tre risse con botte da orbe nei primi nove secondi di partita.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Economia
Il caldo ha portato le riserve europee di gas 20% sotto il normale

Le scorte di gas naturale in Europa sono particolarmente basse per questo periodo dell’anno. Lo riporta Bloomberg, citando la crescente domanda di aria condizionata a causa dell’ondata di calore regionale.
Secondo quanto affermato dalla testata economica neoeboracena, attualmente i siti di stoccaggio sotterraneo sono pieni per circa il 62%, mentre solitamente le riserve raggiungono circa l’80% all’inizio dell’estate, contribuendo a garantire una solida riserva in vista della stagione di riscaldamento invernale.
Il caldo estremo in Asia ha inoltre causato il dirottamento delle spedizioni di carburante dall’Europa, poiché gli acquirenti di tutto il mondo competono per le scorte limitate. Di conseguenza, i futures del gas naturale europeo si sono attestati vicino al massimo delle ultime due settimane, il che significa che «il continente deve pagare per continuare a rifornirsi», ha scritto la testata.
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Nonostante questa tendenza, l’UE potrebbe comunque riuscire a ricostituire le proprie scorte di gas fino a circa l’80% entro la fine dell’estate, secondo quanto riportato dalla testata citando una nota di Goldman Sachs.
L’UE importa quasi il 90% del suo gas naturale e, nonostante le sanzioni, la Russia continua a rappresentare una quota significativa della fornitura.
A maggio, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato un piano per eliminare gradualmente tutte le importazioni di petrolio e gas dalla Russia entro la fine del 2027, come parte della tabella di marcia REPowerEU dell’UE, che mira a eliminare la dipendenza del blocco dai combustibili fossili del paese e a passare a fonti rinnovabili.
Il piano ha suscitato critiche da parte di Ungheria e Slovacchia, due Paesi senza sbocco sul mare che hanno fatto ampio affidamento sul gasdotto russo. Bratislava ha bloccato il 18° pacchetto di sanzioni dell’UE, che colpisce i settori energetico e finanziario russo, citando rischi di carenze e aumento dei prezzi. Budapest si è unita al veto e sta facendo pressione sul blocco affinché faccia concessioni in materia di energia e sulle più ampie norme RepowerEU.
Come riportato da Renovatio 21, il premier slovacco Robert Fico ha dichiarato che il suo Paese è «pronto a combattere» per il gas russo.
Il mese scorso anche l’Austria ha chiesto la revisione del divieto europeo sul gas di Mosca. Anche in Germania politici tedeschi di alto livello come il democristiano CDU Michael Kretschmer stanno già chiedendo una ripresa dei legami con la Russia
Il colosso gasiero russo Gazprom aveva dichiarato quattro mesi fa che i Paesi UE stavano rapidamente esaurendo le riserve di gas. Nonostante le apparenze, le importazioni europee di gas russo in questi mesi sono aumentati varie volte, nonostante anche l’impennata dei prezzi.
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Economia
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