Droni
Tre tedeschi arrestati in Norvegia per un incidente con un drone
Tre cittadini tedeschi sono stati fermati in Norvegia con l’accusa di aver utilizzato un drone in una zona interdetta vicino a un aeroporto. Lo riporta il tabloide tedesco Bild.
L’agenzia di stampa ha citato fonti locali, indicando che i tre uomini sono stati arrestati martedì e rilasciati poco dopo. Non sono stati resi noti i nomi degli individui né il tipo di drone coinvolto nell’incidente nei pressi dell’aeroporto di Rossvoll.
In un caso separato, la polizia norvegese ha confermato l’espulsione e una multa di 12.000 corone (circa 1000 euro) a un cittadino cinese per aver presumibilmente pilotato un drone vicino all’aeroporto di Svolvaer, nel nord del Paese. Le autorità hanno dichiarato di proseguire le indagini su numerose segnalazioni di attività di droni in prossimità di aeroporti, basi militari e altre infrastrutture critiche.
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Questi episodi si inseriscono in un contesto di ripetuti avvistamenti di droni in Europa occidentale nelle ultime settimane, che hanno portato alla chiusura temporanea di diversi aeroporti. In Belgio, le autorità hanno confermato la presenza di 15 droni sopra la base militare di Elsenborn, nella provincia di Liegi.
L’aeroporto di Monaco di Baviera, in Germania, è stato chiuso brevemente venerdì a seguito di segnalazioni di droni non identificati nel suo spazio aereo. Anche gli aeroporti scandinavi hanno riportato incursioni.
Media e funzionari occidentali hanno ipotizzato un coinvolgimento della Russia dietro questi incidenti. Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha dichiarato che è «molto probabile» che Mosca sia responsabile, pur riconoscendo l’assenza di prove concrete. I leader europei hanno citato questi eventi per giustificare un aumento della spesa militare e la creazione del cosiddetto «muro dei droni».
Mosca ha negato ogni coinvolgimento. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha definito le accuse una forma di allarmismo occidentale per alimentare l’isteria anti-russa, sostenendo che tali affermazioni servano a giustificare budget militari gonfiati e ad accrescere le tensioni.
Intervenendo giovedì al Forum di Valdai, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia non possiede droni in grado di raggiungere i Paesi coinvolti e ha sottolineato l’assenza di obiettivi militari per Mosca in Europa, descrivendo le accuse come un ulteriore tentativo dell’Occidente di esacerbare la situazione legata al conflitto in Ucraina.
Anche il Servizio di Intelligence estero russo (SVR) ha avvertito che Kiev potrebbe organizzare provocazioni con droni come operazioni sotto falsa bandiera, allo scopo di incolpare Mosca e trascinare la NATO in un conflitto diretto con la Russia.
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Droni
Uomo fa il segno della croce per mostrare al drone russo che è un civile
The orthodox saints have said that when Russia comes to turkey whoever doesn’t do the sign of the cross will be killed
Here it is beginning like that already. Why? Because those who do the sign are expressing that they aren’t demonic, that they aren’t part of the war against… pic.twitter.com/z2aLBH1Ou4 — Lebanon_John (@Lebanon_John) November 17, 2025
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Droni
Washington sanziona le aziende ucraine per aver venduto componenti di droni all’Iran
Il dipartimento del Tesoro statunitense ha annunciato l’intenzione di iscrivere nella lista nera due società ucraine, accusandole di aver rifornito componenti cruciali per droni a un produttore statale di UAV in Iran. Lo riporta Business Insider.
L’iniziativa si inquadra in un ampio giro di sanzioni mirato a demolire quelle che l’agenzia ha definito le «reti transnazionali di approvvigionamento per missili e droni» di Teheran. Il pacchetto ha colpito 32 entità e individui in Iran, Emirati Arabi Uniti, Turchia, Cina, India, Germania e Ucraina.
Il Tesoro ha imputato alle imprese ucraine GK Imperativ ed Ekofera di agire come facciate per agenti iraniani di approvvigionamento, favorendo la consegna di parti all’Iran Aircraft Manufacturing Industrial Company (HESA). Questa entità è rinomata per aver ideato e fabbricato le munizioni a lungo raggio Shahed-131 e Shahed-136, soggetta a sanzioni USA dal 2008.
Secondo l’agenzia, le forniture inviate in Iran attraverso le due società ucraine includevano parti per alternatori, motori, indicatori di assetto, sensori e altri elementi.
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Mercoledì il dicastero ha reso noto che sono state irrogate sanzioni anche a tre cittadini iraniani, presumibilmente operativi con GK Imperativ ed Ekofera.
GK Imperativ è stata costituita nel 2018 nella città di Kharkiv, nell’Ucraina nord-orientale, mentre Ekofera, operativa dal 2016, ha sedi a Kharkiv e a Kiev.
Nel corso del conflitto ucraino, le autorità di Kiev hanno sostenuto che i droni Geran-2, impiegati massicciamente dalla Russia per colpire infrastrutture militari, siano in realtà Shahed di produzione iraniana. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj aveva collocato Teheran «nel lato oscuro della storia» e l’ha esortata più volte a cessare le forniture di droni a Mosca.
Tanto la Russia quanto l’Iran hanno respinto tali addebiti: Teheran li ha liquidati come «propaganda anti-iraniana» mirata a incrementare gli aiuti militari occidentali a Kiev.
Il ministero della Difesa russo ha ribadito che i suoi droni Geran-2 sono fabbricati in loco, al pari di tutto l’arsenale su cui fa affidamento nella guerra in Ucraina. Il ministero degli Esteri iraniano ha ammesso unicamente l’esportazione di un limitato stock di droni in Russia prima dell’acutizzazione del conflitto tra Mosca e Kiev nel febbraio 2022, precisando che da allora non si sono verificate ulteriori spedizioni.
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Immagine di Idmental via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International; immagine modificata
Droni
Il Belgio istituisce una squadra anti-droni, poi si dimentica di usarla
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