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Se il mondialismo va fantozzianamente a puttane: enormi quantità di escort al World Economic Forum di Davos

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I servizi di escort – cioè di prostitute – sono richiestissimi presso il World Economic Forum di Davos, l’evento iniziato ieri nella cittadina sciistica svizzera.

 

Secondo Adnkronos, «tornano puntualmente a fare affari d’oro le escort che convergono sulla rinomata località svizzera. Accompagnatrici e accompagnatori, perché ce n’è per tutti gli orientamenti sessuali, si preparano ad accogliere i facoltosi “attendees“, industriali, uomini di alta finanza, conferenzieri che parteciperanno all’appuntamento dell’economia globale».

 

«Finora abbiamo 11 prenotazioni e 25 richieste d’informazioni per la prossima settimana. Ma mi aspetto che ce ne saranno ancora di più», dice a Tio.ch la direttrice di un «centro erotico» di Oftringen, Santon Argovia, che aveva già inviato escort a Davos prima del COVID, quando il WEF si è tenuto telematicamente, e quindi relatori e invitato avran dovuto arrangiarsi.

 

La prostituzione a Davos durante il WEF era stata trattata da un’inchiesta del Times con Channel 4 che indagava sul «lato oscuro di Davos». Il giudizio giornalistico fu impietoso: «le lavoratrici del sesso esercitano il loro mestiere negli hotel dei delegati e nei bar della città, mentre il sessismo e le molestie sessuali sono all’ordine del giorno».

 

Riguardo ai tariffari, Adnkronos scrive che «quattro ore costano intorno a 1500 franchi (più o meno 1380 euro al cambio di oggi), mentre per una notte intera nel servono 2550 (poco meno di 2350 euro)». La domanda ha già esaurito il mercato: «stando ai sondaggi fatti online, tutto esaurito, con prenotazioni chiuse per eccesso di richiesta». In Isvizzera, ricordiamo, la prostituzione è legalizzata.

 

Non è chiaro se i servizi sessuali siano pagati dai singoli supermanager VIP o dalle megaditte che li spediscono a Davos: una domanda che interesserebbe qualche shareholder e anche qualche stakeholder – che è quello che si predica a Davos, il «capitalismo degli stakeholder», anche se non sappiamo quale siano gli stakeholder coinvolti negli affari delle lucciole prostituiti agli oligarchi.

 

La questione della liberalizzazione totale della prostituzione è da qualche tempo nella mente delle élite, che ad esempio negli USA spinge per cambiare orwellianamente la parola inglese «prostitute» per la più neutra «sex worker», indicando la piena rispettabilità del lavoro di meretricio. Tale trasformazione della percezione pubblica delle belle di notte è visibile in episodi della serie Billions, dove il protagonista, nientemeno che il procuratore generale dello Stato di New York, un complessato sadomasochista interpretato da Paul Giamatti, non solo «consuma» ma anche difende legalmente le sex workers. Uno dei creatori della serie è il giornalista economico Andrew Ross Sorkin, penna vicina al grande capitale finanziario ed habitué di Davos.

 

In questo l’oligarcato dei superpotenti e delle multinazionali globali non è antropoligicamente diverso dalla megaditta delle profetiche storie di Fantozzi, dove il povero ragioniere era costretto al turno di notte per rispondere al telefono, principalmente alla moglie del Duca Conte Semenzara, in «riunione permanente nel Gran Consiglio dei dieci assenti». Seguiva un nastro registrato dal Semenzara per ingannare la moglie: «Prontoh? Eccomi qui cara la mia gelosona… cosa credevi fossi andato a puttaneh?  Semenzara non fa semenze… Semenzara lavora anche la notte per mantenere te e famiglia… non ho paura, scappo via, perché c’è la votazione… ciao ciao»


Il WEF di fatto sta fantozzizzando il mondo. Noi diveniamo Fantozzi, gli attendees di Schwab divengono direttori della megaditta: Cobram, Catellani, Barambani, etc. con i loro vizi inflitti alla società. È la dinamica dell’universo post-costituzionale, dove invece che i diritti avrete la schiavitù, con tutte le sue conseguenze grottesche.

 

Più in generale, vien da chiedersi, il mondo «sta andando a puttane»? Sentiamo spesso quest’espressione, ma, pur forti di nozioni di filosofia della storia, non siamo certi della risposta.

 

Tuttavia a questo punto abbiamo una certezza: il mondialismo va a puttane. Alla grandissima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Trump firma la legge per pubblicare i file di Epstein

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Il presidente statunitense Donald Trump ha apposto la firma a un disegno di legge che obbliga il Dipartimento di Giustizia a diffondere i dossier investigativi sul finanziere Jeffrey Epstein, caduto in disgrazia. Questa scelta arriva malgrado l’opposizione iniziale dello stesso Trump, che aveva accusato i Democratici di strumentalizzare il caso per screditarlo sul piano politico.

 

Epstein, condannato nel 2008 per reati sessuali e nuovamente imputato nel 2019 per traffico di minori e organizzazione di prostituzione infantile, fu rinvenuto senza vita nella sua cella al carcere di Manhattan nello stesso anno. Le indagini conclusero per suicidio, pur con speculazioni su un omicidio volto a silenziare le sue potenziali rivelazioni su élite facoltose e influenti che ne avrebbero fruito dei servizi.

 

In un messaggio divulgato mercoledì su Truth Social, Trump ha etichettato Epstein come «un democratico di ferro» e ha rammentato i rapporti intrattenuti con vari esponenti del Partito Democratico, tra cui l’ex presidente Bill Clinton.

 

Come riportato da Renovatio 21, in settimana Trump ha ordinato un’indagine sui legami di Epstein con Clinton.

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Nel suo post Trump ha insinuato che «la verità sui legami di questi democratici con Jeffrey Epstein potrebbe emergere presto, perché HO APPENA FIRMATO IL PROGETTO DI LEGGE PER LA PUBBLICAZIONE DEI FILE EPSTEIN!».

 

Il presidente ha quindi imputato ai Democratici l’intento di deviare l’attenzione dai «trionfi della mia amministrazione», notando che l’esecutivo Biden «non ha ceduto un solo fascicolo o pagina» su Epstein e che, su sua direttiva, il Dipartimento di Giustizia aveva già trasmesso al Congresso decine di migliaia di documenti.

 

«Questa ennesima montatura si rivelerà un boomerang per i democratici, come tutte le precedenti!», ha chiosato.

 

L’iniziativa segna un’inversione di rotta per Trump, che per mesi aveva invitato i repubblicani della Camera a ostacolare il provvedimento, sostenendo che i democratici lo spingessero per minare la sua presidenza.

 

Trump compare in vari documenti legati a Epstein, inclusa un’e-mail in cui il finanziere affermava che Trump «era al corrente delle ragazze». La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha replicato che tali e-mail «non dimostrano alcunché».

 

A seguito della svolta, Trump ha disposto un’inchiesta sui vincoli di Epstein con alti democratici e ha caldeggiato presso i repubblicani della Camera il via libera alla declassificazione dei file, «perché non abbiamo nulla da occultare». Dopo il cambio di posizione, la Camera ha ratificato il testo con 427 sì e un solo no, mentre il Senato l’ha approvato all’unanimità.

 

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L’ex segretario del Tesoro USA chiedeva a Epstein come tradire la moglie con la figlia di un funzionario cinese

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L’ex segretario al Tesoro statunitense Larry Summers ha deciso di ritirarsi dalla vita pubblica dopo la pubblicazione di documenti che rivelano come avesse chiesto a Jeffrey Epstein consigli su come intrattenere una relazione intima con una donna, a insaputa della moglie.   Summers, che ha servito come Tesoro sotto Bill Clinton e successivamente come presidente di Harvard, scambiò nel 2018 e nel 2019 numerosi messaggi con Epstein riguardo a una figura femminile indicata con il codice «pericolo».   In una conversazione di gennaio 2019, Summers confidò a Epstein che era improbabile che la donna lo abbandonasse, vista la sua influenza e le opportunità professionali in gioco; Epstein replicò: «È destinata a stare con te».   Nel novembre 2018, Summers scrisse: «per il momento, non andrò oltre con lei se non come mentore economico», aggiungendo di sentirsi «nella categoria di chi è visto con affetto nello specchietto retrovisore».   Nel marzo 2019, spiegò a Epstein che la donna sembrava confusa o intenzionata a bloccarlo, ma manteneva i contatti per ragioni professionali, nonostante le frizioni evidenti, come riportato dall’Harvard Crimson.

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Alcuni di questi dialoghi sembrano alludere alla macroeconomista Keyu Jin, laureata e PhD a Harvard tra il 2000 e il 2009, allora professoressa alla London School of Economics, citata in messaggi di fine 2018.   In uno scambio, Summers girò a Epstein un’email di Jin che solicitava feedback su un paper, commentando che era «probabilmente appropriato» non rispondere; Epstein ribatté: «Sta già iniziando a sembrare bisognosa 🙂 carino».   Dai messaggi non emerge alcuna indicazione di una liaison romantica con Summers, né è chiaro se Jin fosse al corrente che il suo mentore discuteva di lei con il condannato per abusi sessuali.   In comunicazioni successive, Summers ed Epstein ironizzarono sulla possibilità che Summers avesse un rapporto sessuale con lei.   In un altro episodio, i due parlarono del legame di Summers con il padre di Jin, ex alto dirigente del Partito Comunista Cinese e fondatore della Banca Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture, con cui Summers intratteneva da anni stretti rapporti professionali.   Il 22 dicembre, dopo che Jin ringraziò Summers via email per il supporto a lei e al padre, allegando una bozza di articolo, questi la inoltrò a Epstein, notando di aver lodato il genitore in una recente riunione con altri ufficiali cinesi.   Fino a marzo 2019, Summers descrisse dettagliatamente le sue interazioni con la donna – presumibilmente Jin, anche se non nominata nelle email post-dicembre 2018 – esprimendo irritazione per i suoi annullamenti o riduzioni di piani e per il suo apparente interesse verso un altro uomo, secondo il Crimson.   Lunedì sera, Summers ha dichiarato: «Mi vergogno profondamente delle mie azioni e riconosco il dolore che hanno provocato», annunciando il ritiro dagli impegni pubblici per «ricostruire la fiducia e riparare i legami con chi mi è più vicino».   Il Summerso ha ammesso la responsabilità per l’errore di mantenere contatti con Epstein e ha precisato che proseguirà nell’insegnamento agli studenti, ma si terrà distante dal mondo pubblico.   La senatrice Elizabeth Warren, ex docente di diritto a Harvard reclutata tramite programmi DEI, ha invitato l’università a troncare ogni legame con Summers, sostenendo che «non è affidabile per consigliare politici, leader istituzionali o insegnare a una nuova generazione di studenti a Harvard o altrove».   In reazione allo scandalo, l’Economic Club di New York ha posticipato un dibattito con Summers previsto questa settimana, poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo del Crimson, dichiarando al Financial Times che si trattava di un «cambiamento inevitabile di programma».  

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Trump ordina un’indagine sui legami di Epstein con Bill Clinton

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Il presidente statunitense Donald Trump ha disposto un’inchiesta sui rapporti del predatore sessuale Jeffrey Epstein con figure di spicco del Partito Democratico, tra cui l’ex presidente Bill Clinton.

 

L’iniziativa è scaturita dalla diffusione di 20.000 pagine di documenti estratti dal patrimonio di Epstein da parte della Commissione di Vigilanza della Camera dei Rappresentanti degli USA questa settimana, un passo che ha indotto alcuni democratici a richiamare l’antica frequentazione di Trump con il finanziere pedofiliaco.

 

In un messaggio su Truth Social del venerdì, Trump ha rivelato di aver incaricato l’Attorney General Pam Bondi e il Dipartimento di Giustizia di esaminare il «coinvolgimento e il legame di Jeffrey Epstein» con l’ex presidente Bill Clinton, l’ex segretario al Tesoro Larry Summers, il co-fondatore di LinkedIn Reid Hoffman (ex socio di Elon Musk e Peter Thiel, fiancheggiatore di cause contro Trump) e la banca JPMorgan Chase. Ha accusato i democratici di strumentalizzare la «farsa di Epstein» per deviare l’attenzione dallo shutdown governativo «e da tutti gli altri loro disastri».

 

Bondi ha reso noto di aver affidato le indagini al procuratore federale per il distretto meridionale di New York, Jay Clayton. Epstein, che si sarebbe tolto la vita in carcere nel 2019, era celebre per le sue connessioni con celebrità e potenti. Clinton ha scritto nelle sue memorie del 2024 di «non aver avuto il minimo sospetto» sui crimini di Epstein e di aver troncato i rapporti con lui al primo arresto nel 2006. Trump ha a sua volta ribadito di ignorare i misfatti di Epstein e di aver interrotto ogni contatto con lui nei primi anni 2000.

 

Nel 2023, JPMorgan, una delle maggiori banche americane, ha patteggiato cause legali con le Isole Vergini americane relative alle imputazioni di aver conservato Epstein come cliente di riguardo anche dopo il suo arresto nel 2006 e di aver lucrato sul traffico sessuale.

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La portavoce di JPMorgan, Trish Wexler, ha affermato venerdì in un comunicato che il governo non ha fornito alla banca «prove schiaccianti» su Epstein. «Ci rammarichiamo di ogni connessione avuta con quell’uomo, ma non l’abbiamo coadiuvato nei suoi atti efferati», ha precisato.

 

I democratici della Camera intendono convocare un voto martedì per obbligare il dipartimento di Giustizia a declassificare i fascicoli residui non redatti sul caso Epstein, scrive Politico.

 

Come riportato da Renovatio 21, negli anni sono emerse imbarazzanti foto di Bill Clinton assieme ad Epstein e il suo entourage. Ha fatto scalpore inoltre la foto al matrimonio di Chelsea Clinton che mostra Ghislaine Maxwell, che si dice pure fosse amante di Bill, tra gli invitati. È stato ricostruito dai registri che Epstein e la Maxwell avrebbe visitato la Casa Bianca dei Clinton decine di volte.

 

A gennaio 2024 erano uscite le parole dalla testimonianza in tribunale di Johanna Sjoberg, la quale ha riferito che Epstein «ha detto una volta che a Clinton piacciono giovani, riferendosi alle ragazze».

 

Come riportato da Renovatio 21, il caso più inquietante della Clinton-Epstein connection è tuttavia quello di Mark Middleton, ex consigliere di Bill Clinton considerato filo conduttore tra l’ex presidente e il miliardario pedofilo, trovato appeso a un albero con un colpo di fucile al petto all’inizio di maggio 2022 fuori da un ranch in Arkansas.

 

Mesi fa era emerso che l’ex presidente Clinton aveva scritto a mano una nota personale per l’album di compleanno del 2003 di Epstein, elogiandone in modo forse inquietante la «curiosità infantile»: «È rassicurante, non è vero? Essere sopravvissuti così a lungo, in tutti questi anni di apprendimento e conoscenza, avventure e [parola illeggibile], e avere anche la curiosità infantile, la spinta a fare la differenza e il conforto degli amici».

 

Tra i personaggi di spicco che hanno contribuito con i loro messaggi all’album figurano anche il miliardario Leon Black, la stilista Vera Wang e il magnate dei media Mort Zuckerman, si legge nel quotidiano.

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