Geopolitica
Quegli «eroi» ucraini che torturano i prigionieri di guerra

I governi di Ucraina, Stati Uniti e Gran Bretagna hanno costantemente accusato le forze russe di aver violato la Convenzione IV del corpo di diritto internazionale chiamato Convenzioni di Ginevra.
La Convenzione IV concederebbe ai civili in guerra e ai resti delle persone uccise in guerra, le protezioni che le Convenzioni I-III concedono a malati, feriti e prigionieri di guerra.
«Solo i media russi e alcuni voci isolate in Occidente, tuttavia, hanno denunciato le continue violazioni delle Convenzioni I-III da parte dei combattenti ucraini, che hanno fotografato, fatto sfilare, schernito pubblicamente e umiliato prigionieri di guerra russi, inclusi la distribuzione di video dei loro interrogatori, sin dall’inizio del conflitto» scrive EIR.
Ora sono andati oltre. In un video che circola ora in rete, i prigionieri di guerra russi vengono mostrati sdraiati a terra con terribili ferite alle gambe e all’inguine.
Gli ultimi secondi del video mostrano come hanno ottenuto quelle ferite: vengono gambizzati dai combattenti ucraini.
Perfino nella granitica, monolitica, monodirezionale narrazione occidentale cominciano ad affiorare gli incontenibili lampi della verità
Il video, o parte di esso, è ancora visibile sul sito-forum Reddit. In altri social media (YouTube, Twitter) non siamo riusciti a trovarne traccia.
Secondo quanto riportato dal canale di Stato russo RT lo scorso27 marzo, alcuni rapporti indicherebbero che queste violenze avrebbero avuto luogo «in un complesso militare situato nella regione ucraina orientale di Kharkiv, utilizzato da unità “nazionaliste”».
Un comitato investigativo russo guidato da Alexander Bastrykin ha ordinato «gli investigatori di stabilire tutte le circostanze dell’incidente, raccogliere e registrare le prove e identificare tutte le persone coinvolte in esso».
Eliot Higgins, fondatore dell’ente di «giornalismo investigativo» esplicitamente antirusso Bellingcat, ha descritto la tortura mostrata nel video come «un incidente molto grave» e ha chiesto che venissero fatte ulteriori indagini, riporta RT.
Il racconto monocellulare delle forze ucraine, descritteci come «i buoni», «gli eroi», e ovviamente anche «le vittime» si incrina ogni giorno di più
L’emittente russa sostiene inoltre che «alcuni del personale ferito apparentemente sono morti durante l’interrogatorio».
Vi sono state reazioni anche negli USA. Come riporta EIR, l’ex senatore dello stato della Virginia e colonnello dell’esercito in pensione Richard H. Black, che aveva guidato la divisione di diritto penale dell’esercito al Pentagono, ha fatto circolare il video affermando: «Questi rapporti mostrano che gli ucraini brutalizzano le vittime intenzionalmente».
«Questi sono senza dubbio crimini di guerra ai sensi della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra. E i colpevoli meritano di essere impiccati. Sono disgustato dal coinvolgimento americano in questa guerra. Il nostro ruolo dovrebbe limitarsi ad aiutare i rifugiati ucraini e cercare una pace negoziata che tenga l’Ucraina fuori dalla NATO e smilitarizzi il Paese in cambio del ritiro delle truppe russe» ha dichiarato il colonnello Black.
Perfino nella granitica, monolitica, monodirezionale narrazione occidentale cominciano ad affiorare gli incontenibili lampi della verità. Il racconto monocellulare delle forze ucraine, descritteci come «i buoni», «gli eroi», e ovviamente anche «le vittime» si incrina ogni giorno di più.
Immagine screenshot da Reddit
Geopolitica
Il vescovo ausiliare di Gerusalemme condanna le dichiarazioni di Trump su Gaza

In risposta alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui suoi piani per Gaza, annunciati lunedì, il vescovo ausiliare di Gerusalemme, monsignor William Shomali, ha rilasciato una dichiarazione sul proposto trasferimento della popolazione. Lo riporta LifeSite, che ne ha raccolto la dichiarazione.
«L’idea di spostare un popolo contro la sua volontà e costringere un altro Stato ad assorbirlo è inaccettabile. Il diritto e la libertà di un popolo di vivere sulla propria terra e di non essere forzatamente sfollato non dovrebbero nemmeno essere messi in discussione».
«L’Egitto e la Giordania hanno fermamente respinto l’idea di assorbire un afflusso massiccio di palestinesi. Accogliere famiglie vulnerabili, anziani e malati è una cosa, ma non una popolazione di oltre due milioni di persone. Ogni decisione dovrebbe essere una scelta libera e deliberata presa da entrambe le parti. Non è questo il caso».
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«L’annuncio di Trump è stato uno shock per noi perché ha chiarito le sue intenzioni riguardo al futuro di Gaza. Non ha menzionato le risoluzioni ONU e la soluzione Due Popoli: Due Stati. Nella sua mente, uno Stato palestinese è un’utopia. Trump non può sostituire le Nazioni Unite e diventare il supremo decisore».
«Spero e prego che il cessate il fuoco continui e che si trovi una soluzione a questo conflitto. Lo scambio di ostaggi e prigionieri non risolve il problema di fondo, che è l’intero conflitto storico e di lunga durata. Ne affronta una parte, ma non la radice, che è la questione su chi possiede questa terra. La questione non si risolve negando i diritti di un popolo, ma affermando entrambi i diritti, altrimenti il conflitto non avrà fine».
«I cristiani palestinesi, in quanto parte del popolo palestinese, sarebbero toccati da tale decisione così come lo furono dalla guerra del 1948, che disperse migliaia di cristiani e li costrinse a cercare lavoro in altri Paesi».
Come riportato da Renovatio 21, altre figure religiose cattoliche, come Suor Nabila delle Rosary Sisters, hanno espresso il loro sgomento per la proposta Trump, definendola «inimmaginabile».
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Immagine di Fondo Andaluz de Municipios para la Solidaridad Internacional FAMS via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
«Né saggio, né intelligente, né onorevole»: l’ayatollah Khamenei contro i colloqui con Trump

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Geopolitica
Il braccio destro di Zelens’kyj dice che una guerra USA-Russia sarebbe «bene per l’Ucraina»

Una guerra tra Stati Uniti e Russia sarebbe vantaggiosa per l’Ucraina, secondo il principale collaboratore di Volodymyr Zelens’kyj, Mikhail Podoliak. In un’intervista con i media locali di mercoledì, pubblicata da RBK Ucraina, ha discusso la possibilità di un dispiegamento di truppe statunitensi nel paese sotto il presidente Donald Trump.
Alla domanda sulla probabilità che le truppe statunitensi arrivino in Ucraina, Podoliak ha espresso scetticismo, ma ha affermato che fare pressione sul presidente russo Vladimir Putin «non richiede necessariamente di spingere per uno scontro diretto» tra Stati Uniti e Russia, tuttavia un tale conflitto «sarebbe sicuramente positivo per noi».
Il Podoliak non è nuovo ad affermazioni sconcertanti.
Come riportato da Renovatio 21, consigliere di Zelens’kyj mesi fa aveva dichiarato che la «massima uccisione dei russi» è il fine della guerra in corso. A settembre aveva fatto commenti controversi su Cina e India e il loro «basso potenziale intellettuale».
Il consigliere presidenziale aveva definito la proposta di pace tra Russi e Ucraina avanzata dall’ex presidente francese Nicholas Sarkozy come «criminale» accusando il marito di Carla Bruni di complicità nell’organizzazione di «genocidio e guerra».
Lo scorso novembre il Podolyak in un’intervista alla stazione televisiva ucraina Canale 24 aveva dichiarato che Kiev deve impadronirsi di tutti i territori perduti dalla Russia, compresa la penisola di Crimea, altrimenti rischia di scomparire dalla mappa del mondo.
In passato il Podoyak si è scagliato contro il capo di SpaceX Elon Musk, che nel suo racconto ha «favorito il male» negando all’Ucraina l’uso dei satelliti Starlink – che Musk ha fornito a Kiev gratuitamente – per attaccare la Crimea con i droni.
Come riportato da Renovatio 21, il Podolyak esternato attacchi al papa e financo al cristianesimo tout court.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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