Immigrazione
Quattro operazioni di polizia in un giorno: richiedente asilo marocchina terrorizza cittadina tedesca. Da anni
Un richiedente asilo marocchino terrorizza una piccola città della Turingia da quasi 10 anni, con le autorità locali apparentemente impotenti nel fermare il caos. Lo riporta Remix News, che parla del «migrante più criminale di tutta la Germania».
L’immigrato marocchino di 42 anni ha visto la sua richiesta di asilo respinta numerose volte e, nonostante abbia commesso crimini quasi senza sosta, i tentativi di deportarlo non hanno avuto successo, poiché il governo marocchino si rifiuta di accettarlo nonostante le autorità tedesche ne abbiano confermato l’identità. Nato a Casablanca nel 1982, l’uomo è noto all’Interpol per vari crimini, ma le autorità marocchine negano che sia loro cittadino.
La domanda di asilo dell’uomo era già stata respinta nel 2014, poiché era entrato in Germania attraverso l’Italia. A quel tempo, avrebbe dovuto essere rispedito in Italia in base alle regole di Dublino, che stabilivano che i migranti avrebbero dovuto rimanere nel primo Paese in cui si registravano; tuttavia, per milioni di migranti, queste regole sono state completamente ignorate.
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Nell’aprile 2015, le autorità erano finalmente riuscite a rispedirlo in Italia, ma solo quattro giorni dopo è tornato in Germania nonostante un divieto di soggiorno e ingresso di cinque anni.
Al suo ritorno, è stato arrestato numerose volte per resistenza all’arresto, aggressione, danneggiamento della proprietà e minacce, scrive il sito. La polizia ha avviato 46 casi contro di lui e nel 2016 un tribunale regionale di Erfurt lo ha condannato a 23 mesi di prigione.
Mentre era in prigione, ha presentato una domanda di asilo senza successo e nel 2017 le autorità hanno emesso un ordine che gli imponeva di «lasciare il Paese con la forza». Tuttavia, dopo essere stato rilasciato dalla prigione nel luglio 2017, ha aggredito un altro agente di polizia nel centro di asilo che gli era stato appena assegnato ed è stato arrestato per un reato di droga.
Da lì in poi le cose sono perfino peggiorate, e di molto. Ad aprile 2019, è stato nuovamente imprigionato dopo aver commesso altri 50 reati, tra cui aggressione fisica, furto, violazione di domicilio, molteplici richieste fraudolente di sussidi, resistenza all’arresto e danneggiamento della proprietà. A questo punto, aveva quasi 100 reati da quando era arrivato in Germania, «ma questa sarebbe stata ben lungi dall’essere la fine della sua fedina penale», scrive Remix News.
Secondo quanto riportato, anche altri migranti iniziarono a stancarsi del marocchino e gli abitanti del suo stesso centro di asilo avviarono una petizione per farlo espellere, firmata da oltre 146 tra residenti e dipendenti nel novembre 2019.
Una volta rilasciato dalla prigione, l’uomo ha immediatamente iniziato a commettere altri crimini nell’autunno del 2022 ed è stato arrestato nel luglio 2023 per lesioni personali, per le quali è stato nuovamente incarcerato fino a maggio di quest’anno. Al ritorno dalla prigione al suo alloggio per richiedenti asilo, ha minacciato i residenti, insultato gli agenti di polizia e il giorno dopo ha chiesto denaro all’ufficio distrettuale in modo «estremamente aggressivo» e poi ha sputato contro gli agenti.
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Le autorità locali sono così disperate che hanno chiesto aiuto al primo ministro dello Stato, Bodo Ramelow; l’amministratrice distrettuale Christiane Schmidt-Rose (CDU) del distretto della Turingia di Weimarer Land e il sindaco di Apolda, Olaf Müller (CDU), hanno scritto una lettera al Ramelow, in cui hanno descritto nel dettaglio la natura estrema dei crimini del richiedente asilo.
«Questi recenti incidenti hanno reso ancora una volta chiaro che il trasgressore in questione non può essere controllato», si legge nella lettera. La lettera nota che più di recente, alla fine di luglio, dopo essere stato rilasciato dalla prigione, ha innescato quattro operazioni di polizia nel giro di 24 ore e gli ufficiali hanno dovuto arrestarlo usando la forza dopo la quarta operazione.
«In particolare, i funzionari che hanno scritto la lettera non chiedono che l’uomo venga deportato, cosa che non è possibile in Germania a causa di varie leggi, tra cui il rifiuto del Marocco di riprendersi l’uomo. Invece, vogliono passare il problema a qualcun altro. Stanno chiedendo un’azione concreta da parte del primo ministro dello Stato e che il trasgressore venga trasferito in un altro distretto o città».
Quanto è probabile, quindi, che ad un certo punto verrà scaricato in Italia? Quale comunità dovrà trovarselo in casa a terrorizzare la zona per anni?
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Immigrazione
Trump definisce gli immigrati somali «spazzatura»
TRUMP: “Our country’s at a tipping point. We could go bad.. We’re going to go the wrong way if we keep taking in garbage into our country.”
“Ilhan Omar is garbage. She’s garbage. Her friends are garbage. These aren’t people that work. These aren’t people that say, ‘let’s go,… pic.twitter.com/fmH2t3Q2gp — Fox News (@FoxNews) December 2, 2025
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His obsession with me is creepy. I hope he gets the help he desperately needs. https://t.co/pxOpAChHse
— Ilhan Omar (@IlhanMN) December 2, 2025
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Immigrazione
Nemmeno la provincia è al riparo dalla violenza dell’immigrazione: in memoria di Thomas Perotto
Due anni fa, il 19 novembre 2023, in quel di Crépol, borgo rurale nei pressi di Romans-sur-Isère, nel dipartimento della Drôme nel sud della Francia, perdeva la vita in circostanze tragiche il giovane diciassettenne Thomas Perotto.
Nel corso di un alterco in cui, secondo alcune testimonianze, il giovane era intervenuto in difesa di alcuni amici, Thomas veniva ucciso con una coltellata al cuore.
Secondo le testimonianze, le prime tensioni avevano avuto luogo nella sala delle feste in cui si svolgeva una festa di paese. Anche Thomas, membro della locale squadra di rugby era presente.
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Un gruppo di giovinastri, non propriamente francesi (qualcuno da noi userebbe il termine «di seconda generazione») si era presentato alla festa e dopo alcuni sguardi e commenti di troppo era scoppiato un parapiglia tra i rugbymen e gli infiltrati, che forse avevano pure pagato il biglietto.
I giovinastri avevano ricevuto rinforzi dalla Monnaie, quartiere malfamato di Romans-sur-Isère, ad alta densità migratoria e delinquenziale. Coltelli alla mano si erano scatenati sui presenti dando inizio ad una vera e propria carneficina al termine della quale moriva Thomas, raggiunto da due fendenti fatali mentre altri restavano gravemente feriti.
Nonostante il vero e proprio depistaggio di diverse testate giornalistiche che si erano affrettate a minimizzare i fatti, dando magari la colpa a qualche bicchiere di troppo, la realtà era venuta a galla.
Sembra infatti che i delinquenti della Monnaie si fossero presentati alla festa pour «casser des blancs» «pointer des blancs» tutte espressioni gergali per descrivere l’obiettivo della ghenga: malmenare, accoltellato e se possibile uccidere dei bianchi.
Allo stato attuale, alcune associazioni si battono perché il razzismo antibianchi venga riconosciuto dell’inchiesta ancora in corso come movente dell’omicidio di Thomas.
Ricordo bene come nei giorni successivi all’omicidio i colpevoli fossero già stati individuati e loro foto circolassero pure su Telegram. Gli indizi sembravano essere schiaccianti. Oltretutto alcuni di loro erano stati rintracciati, in fuga nei dintorni di Toulouse. Poi, stranamente (o forse no), i sospetti erano stati rimessi in libertà.
Ricordo anche il sostegno a Thomas, con un bello striscione esposto sugli spalti, da parte dei tifosi del club libanese di basket cristiano «Sagesse».
L’anno successivo, nella primavera 2024, venni poi a conoscenza da un sacerdote che Thomas era un fedele dello stesso Istituto che frequento anch’io.
Oltre al cordoglio, al ricordo e alla preghiera per Thomas è possibile fare alcune considerazioni.
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Come ripetuto su Renovatio 21 ormai nemmeno la cosiddetta «provincia sonnacchiosa» è al riparo da branchi di predatori su due gambe e costoro ci vengono pure a cercare nelle feste di paese, nelle occasioni in cui si rincontrano i vecchi amici o si vorrebbero fare due chiacchiere in tranquillità.
Lo vediamo un po’ dappertutto e pure da noi, basti pensare a quante sagre o feste popolari vengano funestate dalla presenza molesta di soggetti «a caccia di bianchi».
Non ci vogliono dare pace, per le strade, nei momenti di svago e neppure sui monti dove troviamo anche i grandi carnivori.
Quanto ancora saremo disposti a tollerarlo?
Victor García
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Immigrazione
La realtà dietro all’ultimo omicidio di Perugia
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