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Geopolitica

Putin pronto per un incontro «incondizionato» con Trump

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Il presidente russo Vladimir Putin è disponibile a colloqui diretti con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ma non sono stati ancora definiti i dettagli specifici, ha affermato il portavoce del Cremlino DemetrioPeskov.

 

In precedenza, Trump aveva annunciato che era stato organizzato un incontro con Putin, suggerendo che probabilmente avrebbe avuto luogo dopo il suo insediamento ufficiale il 20 gennaio. Durante la sua campagna presidenziale del 2024, il repubblicano aveva ripetutamente promesso di porre fine al conflitto in Ucraina «entro 24 ore» dall’insediamento e aveva affermato che avrebbe costretto Mosca e Kiev a riavviare i negoziati.

 

Parlando ai giornalisti venerdì, Peskov ha confermato che Putin e Trump hanno espresso la loro disponibilità a comunicare, aggiungendo che non ci sono precondizioni per tenere un incontro tra i due leader.

 

«Il presidente Putin ha ripetutamente dichiarato la sua apertura ai contatti con i leader internazionali, tra cui il presidente degli Stati Uniti e, in particolare, Donald Trump», ha affermato Peskov.

 

«Non sono richieste condizioni per questo. Ciò che è richiesto è un desiderio reciproco e una volontà politica di condurre un dialogo, di risolvere i problemi esistenti attraverso il dialogo», ha aggiunto il portavoce, notando che Mosca ha riconosciuto la disponibilità di Trump a risolvere i problemi attraverso i colloqui. «Accogliamo con favore questo».

 

Peskov ha dichiarato che non ci sono ancora dettagli su quando e dove si terrà l’incontro e che Mosca sta attualmente agendo «sulla base del presupposto di reciproca prontezza per l’incontro», aggiungendo che è probabile che ci sarà «qualche movimento» a questo proposito dopo che Trump entrerà nello Studio Ovale.

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Parlando ai giornalisti nella sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida all’inizio di questa settimana, Trump ha detto che potrebbe aver bisogno di sei mesi dopo l’insediamento per aiutare Mosca e Kiev a raggiungere un accordo. Il suo inviato speciale per il conflitto in Ucraina, il tenente generale in pensione dell’esercito americano Keith Kellogg, ha detto a Fox News che vorrebbe stabilire una tempistica di 100 giorni per porre fine al conflitto.

 

Sebbene Trump non abbia ancora fornito dettagli specifici su come raggiungere un accordo di pace tra Mosca e Kiev, alcuni resoconti dei media hanno suggerito che la squadra del presidente eletto starebbe valutando la possibilità di congelare il conflitto lungo le attuali linee di battaglia.

 

Mosca, tuttavia, ha ripetutamente dichiarato che intende porre fine al conflitto una volta per tutte, anziché sospenderlo, il che, a suo dire, potrebbe essere sfruttato da Kiev per riprendersi e riarmarsi in vista di un futuro conflitto.

 

Putin ha dichiarato che un cessate il fuoco e negoziati di pace con l’Ucraina potranno aver luogo solo dopo che Kiev avrà ritirato le sue truppe da tutti i territori russi, abbandonato le sue ambizioni nella NATO e si sarà impegnata a mantenere uno status neutrale e libero da armi nucleari.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump aveva definito «stupido» che Biden abbia acconsentito attacchi a lungo raggio sulla Russia, per poi dichiarare apertis verbis di voler parlare con Putin.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

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Geopolitica

Ebrei VIP chiedono sanzioni contro Israele

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Centinaia di eminenti figure ebraiche a livello globale hanno sollecitato le Nazioni Unite e i leader mondiali a imporre sanzioni a Israele per azioni definite «sconsiderate» a Gaza, che, secondo loro, equivalgono a un genocidio.   Una lettera aperta, che invita i governi a ritenere Israele responsabile per presunte violazioni del diritto internazionale a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, ha raccolto oltre 450 firme VIP, tra cui ex funzionari, intellettuali e artisti israeliani. L’iniziativa coincide con notizie secondo cui i leader dell’UE potrebbero rinunciare a sanzioni contro Israele durante un vertice a Bruxelles giovedì.   «Non dimentichiamo che molte leggi, statuti e convenzioni per proteggere la vita umana sono nate in risposta all’Olocausto», hanno scritto i firmatari. «Israele ha ripetutamente violato queste garanzie».   Tra i firmatari ci sono l’ex presidente della Knesset Avraham Burg, il negoziatore di pace Daniel Levy, gli scrittori Michael Rosen e Naomi Klein, il regista premio Oscar Jonathan Glazer, gli attori Wallace Shawn e Ilana Glazer e il filosofo Omri Boehm. Il gruppo ha chiesto di far rispettare le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia e della Corte Penale Internazionale, di interrompere le vendite di armi e di applicare sanzioni mirate a funzionari ed entità israeliane coinvolte in presunti crimini.

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La petizione riflette un’evoluzione dell’opinione pubblica tra gli ebrei americani e gli elettori in generale. Un recente sondaggio del Washington Post ha mostrato che il 61% degli ebrei americani ritiene che Israele abbia commesso crimini di guerra a Gaza, e il 39% lo accusa di genocidio. Un sondaggio Quinnipiac di agosto ha rilevato che la metà degli elettori statunitensi condivide questa visione.   La situazione è ben diversa per l’opinione pubblica israeliana.   Come riportato da Renovatio 21, un sondaggio pubblicato dall’Università Ebraica di Gerusalemme all’inizio di giugno rivela che circa il 75% degli ebrei israeliani concorda con l’affermazione secondo cui «non ci sono innocenti a Gaza».   Non si trattava del primo dato di questo tipo. Un sondaggio dell’Università di Tel Aviv di fine ottobre 2023 ha rilevato che il 58% degli ebrei israeliani ha affermato che l’esercito stava usando troppo poca potenza di fuoco nel suo assalto a Gaza e meno del 2 percento ha affermato che era troppa.   Un altro sondaggio condotto nel dicembre 2023 chiedeva: «In che misura Israele dovrebbe tenere in considerazione le sofferenze della popolazione civile a Gaza quando pianifica la continuazione dei combattimenti?». Oltre l’80% degli ebrei israeliani ha risposto «in misura molto limitata» o «in misura piuttosto limitata» (rispettivamente il 40% e il 41%).   Nel gennaio 2024, un sondaggio del canale israeliano Channel 12 ha rilevato che il 72% degli israeliani ritiene che gli aiuti umanitari ai 2 milioni di civili di Gaza, tra cui 1 milione di bambini, «debbano essere interrotti finché i prigionieri israeliani non saranno rilasciati» da Hamas.

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Immagine di Jaber Jehad Badwan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
 
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Putin: la risposta della Russia agli attacchi Tomahawk sarebbe «schiacciante»

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La risposta della Russia a un attacco ucraino con missili Tomahawk di fabbricazione statunitense sarebbe «molto seria, se non schiacciante», ha dichiarato giovedì il presidente Vladimir Putin ai giornalisti. Fornire a Kiev armi a lungo raggio di questo tipo rappresenterebbe «un tentativo di escalation», ha avvertito.

 

Kiev ha più volte richiesto i missili Tomahawk. Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha sollevato la questione durante un incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca la scorsa settimana. Secondo Axios, Zelens’kyj non è riuscito a ottenere la consegna dell’arma. Funzionari americani avevano precedentemente indicato che l’opzione poteva essere considerata, ma la decisione finale spettava a Trump.

 

Parlando mercoledì alla Casa Bianca durante un incontro con il Segretario Generale della NATO Mark Rutte, Trump non ha chiarito se gli Stati Uniti potrebbero fornire i missili a Kiev in futuro, ma ha sottolineato che il loro utilizzo richiede un addestramento lungo e intensivo. I missili hanno una gittata massima di circa 2.500 km.

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«Sarebbe un’escalation. È un tentativo di escalation», ha commentato Putin riguardo a una possibile consegna. «Se il territorio russo fosse colpito con un’arma del genere, la risposta sarebbe molto seria, se non addirittura schiacciante», ha aggiunto, invitando i leader occidentali a «rifletterci».

 

Mosca aveva già avvertito che, pur non influenzando lo stato del campo di battaglia ucraino, la consegna dei Tomahawk ridurrebbe le prospettive di pace e danneggerebbe gravemente le relazioni tra Stati Uniti e Russia.

 

Putin ha discusso la questione con Trump in una telefonata la scorsa settimana. La consegna dei missili avrebbe «gravemente compromesso le prospettive di una soluzione pacifica», aveva dichiarato allora. In seguito alla chiamata, Trump ha affermato che fornire i Tomahawk a Kiev «non sarebbe stato facile» per gli Stati Uniti e ha sostenuto che Washington non dovrebbe esaurire il proprio arsenale per l’Ucraina.

 

Come riportato da Renovatio 21, Trump nelle scorse ore ha annullato il vertice con Putin a Budapest. Al contempo, gli USA hanno posto nuove sanzioni sul petrolio russo.

 

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

 

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Geopolitica

Trump annulla l’incontro a Budapest con Putin

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha cancellato il vertice previsto con il presidente russo Vladimir Putin a Budapest, dichiarando che i colloqui, in questa fase, non avrebbero probabilmente prodotto i risultati sperati. Mosca non ha ancora commentato la decisione.   L’annuncio è stato fatto mercoledì durante un incontro alla Casa Bianca con il Segretario generale della NATO Mark Rutte, dove Trump ha spiegato che il vertice in Ungheria «non sembrava appropriato».   «Non pareva che avremmo raggiunto gli obiettivi necessari, quindi ho deciso di annullare il viaggio», ha affermato.   Tuttavia, Trump ha lasciato aperta la possibilità di futuri colloqui con Mosca. «Lo faremo in futuro», ha aggiunto, senza precisare quando o dove potrebbe avvenire.   Le dichiarazioni di Trump giungono dopo che il dipartimento del Tesoro statunitense ha imposto nuove sanzioni alla Russia, motivate dalla sua presunta «mancanza di impegno serio verso un processo di pace». Le misure hanno colpito due grandi compagnie petrolifere russe, Rosneft e Lukoil, e le loro filiali.   Trump ha comunque ammesso di non essere certo che le sanzioni possano modificare la posizione della Russia sul conflitto ucraino. «Spero che lui [Putin] diventi ragionevole, e spero che lo sia anche [Volodymyr Zelens’kyj]», ha detto. «Ci vogliono due persone per ballare il tango» ha dichiarato, usando un noto proverbio anglofono.   I piani per un vertice tra Putin e Trump erano stati annunciati la settimana precedente, dopo una telefonata tra i due leader, sebbene non fosse stata fissata una data precisa.   Il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov aveva dichiarato in precedenza che un incontro tra Russia e Stati Uniti richiede «preparativi seri», sottolineando che un vertice tra i due leader «non dovrebbe essere sprecato», poiché entrambi i presidenti «sono abituati a lavorare per ottenere risultati concreti».   SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
 
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