Geopolitica
Putin: l’Occidente bolla tutti i fatti scomodi come «propaganda del Cremlino»
I media russi cercano di trasmettere il punto di vista di Mosca su questioni e processi globali, ma gli Stati occidentali si nascondono dalla «verità» liquidando ogni fatto scomodo come «propaganda», ha affermato il presidente Vladimir Putin.
Il presidente Putin ha rilasciato un’intervista scritta al quotidiano mongolo Onoodor prima della sua visita nel Paese. Tra le altre cose, gli è stato chiesto della libertà di stampa e di come l’Occidente possa difenderla mentre proibisce e sopprime i media russi.
«Quasi tutti i Paesi occidentali in cui i nostri giornalisti cercano di lavorare stanno creando ostacoli per loro, vietando i canali televisivi russi e censurando direttamente i nostri media e le risorse online», ha detto Putin, notando che questo ovviamente «va contro i principi democratici della libertà di parola e del libero flusso di informazioni».
«Così l’Occidente, che si proclama modello di libertà, ha scelto di nascondersi dai fatti scomodi e dalla verità, lanciando una sfacciata campagna di intimidazione contro i giornalisti russi ed etichettandoli indiscriminatamente come “propagandisti del Cremlino”» ha continuato il presidente della Federazione Russa.
Putin ha proseguito affermando che il pluralismo e l’apertura nello spazio informativo sono vitali per la società e che in Russia i mass media sono liberi, come garantito dalla Costituzione.
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«Le nostre autorità collaborano in modo costruttivo con i canali televisivi, le agenzie di stampa, i giornali, i media online e altri organi di informazione, indipendentemente dalla loro politica editoriale», ha affermato. «L’unica cosa che sono tenuti a fare è rispettare le leggi russe. Questo dovrebbe essere compreso dai giornalisti stranieri accreditati in Russia».
In questo modo, Mosca è riuscita a trovare un equilibrio tra libertà di stampa e sicurezza nazionale, ha sostenuto il leader russo.
Putin è in programma per visitare la Mongolia lunedì per una commemorazione della seconda guerra mondiale. Si prevede che parteciperà a una cerimonia commemorativa della battaglia di Khalkhin Gol del 1939. La decisiva vittoria dell’Armata Rossa e dei suoi alleati mongoli sull’esercito imperiale giapponese assicurò il fianco orientale dell’Unione Sovietica fino al 1945.
Come riportato da Renovataio 21, la visita metterebbe teoricamente il leader russo a rischio di arresto per mandato di cattura per «crimini di guerra» della CPI, poiché Ulaanbaatar riconosce la giurisdizione della corte, e la corte ha insistito sul fatto che la Mongolia ha un «obbligo di cooperazione».
Tuttavia, Mosca «non ha preoccupazioni» sul mandato della CPI, ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov, notando che tutte le possibili questioni relative alla visita di Putin sono state «risolte separatamente» in anticipo.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
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La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
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Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
La proposta di applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania occupata, considerata da molti come un’equivalente all’annessione totale del territorio palestinese, ha suscitato una forte condanna internazionale, incluso un netto dissenso da parte degli Stati Uniti.
Il disegno di legge ha superato di stretta misura la sua lettura preliminare martedì, con 25 voti a favore e 24 contrari nella Knesset, composta da 120 membri. La proposta passerà ora alla Commissione Affari Esteri e Difesa per ulteriori discussioni.
Una dichiarazione parlamentare afferma che l’obiettivo del provvedimento è «estendere la sovranità dello Stato di Israele ai territori di Giudea e Samaria (Cisgiordania)».
Il momento del voto è stato significativo e provocatorio, poiché è coinciso con la visita in Israele del vicepresidente J.D. Vance, impegnato in discussioni sul cessate il fuoco a Gaza e sul centro di coordinamento gestito dalle truppe statunitensi e dai loro alleati, incaricato di supervisionare la transizione di Gaza dal controllo di Hamas. Vance ha percepito la tempistica del voto come un gesto intenzionale, accogliendolo con disappunto.
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Anche il Segretario di Stato Marco Rubio, in visita in Israele questa settimana, ha espresso critiche prima di lasciare il Paese mercoledì, dichiarando che il disegno di legge sull’annessione «non è qualcosa che appoggeremmo».
«Riteniamo che possa rappresentare una minaccia per l’accordo di pace», ha detto Rubio, in linea con la promozione della pace in Medio Oriente sostenuta ripetutamente da Trump. «Potrebbe rivelarsi controproducente». Vance ha ribadito che «la Cisgiordania non sarà annessa da Israele» e che l’amministrazione Trump «non ne è stata affatto soddisfatta», sottolineando la posizione ufficiale.
Vance, considerato il favorito per la prossima candidatura presidenziale repubblicana dopo Trump, probabilmente ricorderà questo episodio come un momento frustrante e forse irrispettoso, specialmente in un contesto in cui la destra americana appare sempre più divisa sulla politica verso Israele.
Si dice che il primo ministro Netanyahu non sia favorevole a spingere per un programma di sovranità, guidato principalmente da politici oltranzisti legati ai coloni. In una recente dichiarazione, il Likud ha definito il voto «un’ulteriore provocazione dell’opposizione volta a compromettere i nostri rapporti con gli Stati Uniti».
«La vera sovranità non si ottiene con una legge appariscente, ma con un lavoro concreto sul campo», ha sostenuto il partito.
Tuttavia, è stata la reazione di Vance a risultare la più veemente, definendo il voto una «stupida trovata politica» e un «insulto», aggiungendo che, pur essendo una mossa «solo simbolica», è stata «strana», specialmente perché avvenuta durante la sua presenza in Israele.
Come riportato da Renovatio 21, Trump ha minacciato di togliere tutti i fondi ad Israele in caso di annessione da parte dello Stato Giudaico della West Bank, che gli israeliani chiamano «Giudea e Samaria».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
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