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Putin: Kiev sapeva che sull’aereo abbattuto c’erano prigionieri di guerra ucraini

L’agenzia di Intelligence militare ucraina, la GUR, sapeva che c’erano prigionieri di guerra a bordo di un aereo da trasporto militare russo abbattuto dalle forze di Kiev, ha detto venerdì il presidente russo Vladimir Putin. La storia completa dell’abbattimento «diventerà chiara tra un paio di giorni», ha aggiunto il vertice del Cremlino.
Mercoledì mattina l’aereo da trasporto militare IL-76 è stato abbattuto sopra la regione russa di Belgorod. Tutte le persone a bordo – 65 prigionieri, sei membri dell’equipaggio e tre soldati russi – sono morte. Il ministero della Difesa russo sostiene che l’aereo è stato abbattuto da missili antiaerei ucraini mentre era in viaggio verso uno scambio di prigionieri nella città di Belgorod, situata vicino al confine russo-ucraino.
La GUR era a conoscenza che sull’aereo viaggiavano prigionieri ucraini, ha detto Putin venerdì, secondo RIA Novosti.
«L’intero attuale regime di Kiev si basa su crimini commessi quotidianamente, anche contro i suoi stessi cittadini», ha affermato Putin. «Il [GUR] sapeva che stavamo trasportando lì 65 militari… e sapendolo, hanno colpito l’aereo».
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In una dichiarazione rilasciata mercoledì sera, il GUR non ha negato che l’aereo sia stato abbattuto dalle forze ucraine. L’agenzia ha invece affermato di non essere sicura se i prigionieri sarebbero stati portati al punto di scambio per via aerea o con altri mezzi e che «non è stata informata della necessità di garantire la sicurezza dello spazio aereo» sopra la regione di confine, riporta RT.
Putin ha detto che il materiale sequestrato sul luogo dell’incidente suggerisce che un missile di difesa aerea americano o francese sia stato utilizzato per abbattere l’aereo, e che esattamente il modo in cui l’aereo è stato abbattuto «diventerà chiaro tra un paio di giorni».
«I risultati dell’indagine sul caso IL-76 saranno pubblicati affinché il popolo ucraino sappia» cosa è successo ai suoi soldati, ha dichiarato il presidente russo.
Il capo del comitato di difesa della Duma di Stato russa Andrej Kartapolov aveva dichiarato che per colpire il volo sono state usate armi occidentali, sostenendo che contro l’aereo sono stati lanciati missili Patriot americani o Iris-T tedeschi, mentre una fonte militare francese ha detto mercoledì a Radio France che un missile Patriot ha sferrato il colpo fatale.
«Tutti i dati attualmente disponibili indicano un crimine deliberato e premeditato», ha detto giovedì il vice rappresentante della Russia all’ONU, Dmitrij Polyansky, in una riunione del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
«La leadership ucraina era ben consapevole del percorso e dei mezzi attraverso i quali i soldati [ucraini] sarebbero stati trasportati al punto di scambio concordato» ha affermato, sostenendo che «il regime di Kiev aveva deciso questa volta di sabotare [lo scambio] nel modo più barbaro».
Come riportato da Renovatio 21, nelle scorse ore il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov, dopo aver preso tempo per emettere dichiarazioni, ha definito l’attacco come «mostruoso».
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Le reazioni in Russia sono state durissime.
Il presidente della Duma di Stato Vjacheslav Volodin ha invitato i legislatori russi a rivolgere un discorso formale agli Stati Uniti e alla Germania, esortandoli a smettere di sostenere attivamente il «regime nazista» di Kiev, che si è abbassato a uccidere i propri prigionieri di guerra.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato che Kiev ha ancora una volta «mostrato il suo vero volto» commettendo questo «atto terroristico» contro i suoi stessi cittadini nel tentativo di diffamare le forze di Mosca.
Il Ministero degli Esteri russo ha affermato che questo atto di «barbarie insensata» mette in dubbio la possibilità di raggiungere futuri accordi con Kiev, sottolineando che «non c’è dubbio» che le autorità ucraine finiranno per violare qualsiasi garanzia fornita. Il ministero ha inoltre sottolineato che il regime del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, sostenuto dagli Stati Uniti e dai loro alleati della NATO, si è dimostrato ancora una volta una minaccia non solo per la Russia, ma per «l’ Ucraina stessa, i suoi cittadini e il mondo intero».
L’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale Demetrio Medvedev ha suggerito che l’abbattimento dell’IL-76 potrebbe essere stato il risultato di disordini politici interni tra le «élite neonaziste di Kiev», suggerendo che «sarà anche peggio in futuro» poiché il governo ucraino continuerà a massacrare le proprie truppe e prigionieri di guerra e a bombardare le proprie città per proteggere il proprio potere e denaro.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0);
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Trump conferma l’autorizzazione delle operazioni della CIA in Venezuela

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Il vertice del KGB bielorusso parla dei colloqui con gli USA

Il conflitto in Ucraina è un tema centrale nel dialogo in corso tra Washington e Minsk, ha dichiarato ai giornalisti Ivan Tertel, capo del servizio di sicurezza bielorusso (KGB). Lo riporta la stampa russa.
Le due nazioni stanno affrontando anche questioni di sicurezza regionale più ampie, ha aggiunto, sottolineando che il dialogo ha già contribuito a stabilizzare la zona.
Gli Stati Uniti riconoscono l’esperienza regionale di Minsk, che potrebbe essere utile sia per risolvere il conflitto in Ucraina sia per ridurre le tensioni nell’area, ha affermato Tertel dopo una riunione di governo presieduta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko martedì. Entrambe le parti, ha aggiunto, sono interessate a porre fine alle ostilità.
«Possiamo offrire il nostro contributo», ha dichiarato Tertel, sottolineando che Minsk «comprende sia la prospettiva russa che quella ucraina». Grazie alla sua alleanza con la Russia, ai rapporti stretti con l’Ucraina e al dialogo attivo con gli Stati Uniti, la Bielorussia «potrebbe trovare un consenso in questa situazione estremamente complessa», ha detto.
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Le due nazioni stanno cercando «soluzioni reciprocamente accettabili» in vari ambiti, ha proseguito Tertel, evidenziando che sono già stati raggiunti accordi su diversi temi. Sia Minsk che Washington adottano un «approccio pragmatico e razionale» basato sugli interessi nazionali, secondo il capo della sicurezza.
Tertel ha inoltre rivelato che sia Lukashenko sia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sono «profondamente coinvolti» nel dialogo. «Abbiamo tutte le opportunità per una svolta nelle relazioni con gli Stati Uniti», ha dichiarato, aggiungendo che Minsk è «aperta» al dialogo anche con altre nazioni occidentali.
Martedì, Lukashenko ha ribadito che Minsk è pronta per un «grande accordo» con Washington, a patto che i suoi interessi siano rispettati.
Questi sviluppi si inseriscono in un contesto di miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Bielorussia, dopo un periodo di forti tensioni durante la presidenza di Joe Biden, predecessore di Trump.
A settembre, Washington ha concesso un’esenzione dalle sanzioni alla compagnia aerea bielorussa Belavia, nell’ambito di un accordo che ha visto Minsk rilasciare oltre 50 prigionieri, inclusi quelli accusati di aver incitato disordini. Inoltre, ufficiali militari statunitensi hanno partecipato alle esercitazioni russo-bielorusse Zapad-2025 nello stesso mese.
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Immagine di Bestalex via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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