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Geopolitica

Putin, Fatima, Bergoglio

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Come dovevasi dimostrare.

 

Lo avevamo anticipato, la consacrazione a mano armata della Russia e dell’Ucraina (per inclusivismo filobanderista neovaticano) non ha nulla a che fare con Fatima.

 

Il nome della località portoghese non appare in nessuna comunicazione sul rito che verrà celebrato venerdì 25.

 

Il Vaticano deve aver imparato dai cinesi, quelli che secondo un dissidente pechinese gli mollerebbero 1,8 miliardi l’anno di mazzetta: copia tutto, anche spudoratamente, tarocca senza pietà forma e contenuto. Cambia solo leggermente logo e Brand.

 

Quindi, vi aspettavate che la consacrazione della Russia al sacro cuore della Vergine fosse a compimento dell’apparizione di Fatima? No: il marchio non c’è, e nonostante la pubblicità ingannevole, anche il contenuto manca. Non solo Fatima non è menzionata, ma neppure la Russia è protagonista: viene citata un paio di volte di sfuggita. La Russia è una specie di condimento della questione, niente più.

 

Se non è la Russia, il fulcro dell’invocazione non può che essere «l’umanità», parola ripetuta almeno 6 volte, con consacrazione dell’«avvenire della famiglia umana», così da evitare le proteste dei kirghizi, uzbechi bielorussi e turkmeni non upgradati come l’Ucraina a fianco della Russia.

 

«Solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina». È l’affidamento alla Russia versione premium, esattamente come chiesto da Nostra Signora ai pastorelli quel giorno in cui il sole danzò dinanzi a migliaia e migliaia di persone, con frotte di massoni a convertirsi. In omaggio, comunque, danno l’Ucraina, che nel 1917 era forse un’ideuzza nella mente di Lenin appena sceso dal misterioso treno blindato tedesco che lo riportò da Zurigo a Pietrogrado.

 

Il testo della preghiera è già uscito – questo magari lo hanno appreso dagli ultimi governi italiani – quindi potete giudicare voi stessi.

 

Le parole della Madonna, nell’apparizione ai tre pastorelli, erano di estrema precisione: «verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pac

 

Russia. Russia. Russia.

 

La versione di Bergoglio in onda venerdì:

 

«A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo».

 

È uno slalom speciale eccezionale, tutto per evitare di dire quella parola fatale, Fatima…

 

Il lettore si chiederà perché. Perché questa repulsione verso l’evento più mistico del XX secolo, quello in cui la verità cattolica si manifestò incontrovertibilmente davanti a moltitudini?

 

Perché? C’è una qualche risposta possibile?

 

Noi ricordiamo di una voce che uscì anni fa da padre Paul Kraemer, un sacerdote tradizionalista grande conoscitore della questione fatimita.

 

Ebbene, davanti a quella che sembra una boleke (un boccale di birra belga: ma potremmo sbagliarci), padre Kramer racconta qualcosa di sconvolgente. Un fatto che sarebbe accaduto nel 2013, Bergoglio appena eletto.

 

In pratica, Putin avrebbe chiesto al papa della Consacrazione della Russia secondo Fatima. La risposta è talmente scioccante da non essere credibile.

 

Noi riportiamo, ricordando ai lettori che si tratta di qualcosa di non verificabile, di abissale. Detta da uno in un bar.

 

Abbiamo trovato il video già sottotitolato (cosa che ci risparmia non poco lavoro), non lo hanno ancora tolto dalla rete. Al momento.

 

 

«Nel novembre 2013 il presidente russo Vladimir Vladimirovič Putin è venuto a Roma per una visita con l’ uomo in Vaticano che ama farsi chiamare padre Bergoglio, o “Francesco”, e in questa visita ufficiale non era lì  per discutere  di Fatima e problemi annessi, però ci fu un incontro presso l’ambasciata russa della Santa Sede e in quell’occasione toccarono questioni circa Fatima».

 

«Mi trovavo proprio di fronte alle Mura Vaticane, in Piazza Risorgimento a Roma, nel momento in cui Putin è arrivato per entrare in Vaticano e incontrare l’uomo che si fa chiamare “padre Bergoglio”. L’incontro ha avuto luogo e tramite i canali diplomatici che ho a Roma, ho saputo che durante il colloquio ufficiale Putin ha chiesto in merito alla consacrazione della Russia  e  padre Bergoglio, o, ha replicato a Putin: “noi non discuteremo di Fatima”».

 

Segue un altro racconto, anche questo talmente sopra la righe da essere non credibile, in cui, rimirando una statua di Nostra Signora di Fatima, un famoso cardinale avrebbe detto ad agente del servizio segreto militare russo: «noi distruggeremo Fatima».

 

«Questa è la mentalità delle persone che occupano il Vaticano al momento. Si usava dire: “non possiamo consacrare la Russia perché offenderebbe i comunisti”. Ma i comunisti non sono più al potere. Ora sono i Russi a chiedere della consacrazione della Russia e coloro che lo stanno impedendo sono i massoni in Vaticano, poiché questo sarebbe un duro colpo per il loro ecumenismo. L’Unità Ecumenica che fu profetizzata da San Pio X rappresenta il grande pericolo della “Unica Religione Mondiale”».

 

«Il Vaticano, è occupato dai massoni» continua padre Kraemer citando un altro Monsignore. «Siamo sotto occupazione della Massoneria».

 

«Ora la Consacrazione  della Russia è questione della massoneria ecclesiastica, perché interferisce con i loro piani. Nulla a che vedere con un’offesa ai russi…»

 

«L’uomo più potente della Russia, forse l’unico Capo di Stato cristiano rimasto, è ora interessato alla consacrazione della Russia ed è l’uomo che chiama se stesso “vescovo di Roma”, Bergoglio, a dirgli: “noi non discuteremo Fatima”».

 

Prendete questo racconto con le pinze. Non sappiamno nemmeno ora Padre Kraemer dove sia.

 

Tuttavia, in testa ci può esplodere qualche lumino:  non è in corso, ora una guerra per eliminare proprio Putin e la Russia dalla scena mondiale?

 

Bergoglio non sta esattamente fingendo una consacrazione alla Russia, senza mai nominare Fatima?

 

La Russia è davvero l’ultimo inciampo alla creazione del Nuovo Ordine dei Secoli, preparato da tempo immemore dai nemici di Cristo e della sua Chiesa, e dell’umanità tutta?

 

Com’è possibile non sentire, in questo momento, il peso tragico della profezia?

 

 

Roberto Dal Bosco

 

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); immagine modificata

 

Geopolitica

Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.

 

Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».

 

Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.

 

Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.

 

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.

 

Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.

 

Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».

 

Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.

 

Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Geopolitica

La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina

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Il primo ministro slovacco Robert Fico ha annunciato che la Slovacchia si opporrà a qualsiasi misura che permetta di impiegare i beni russi congelati per fornire armi all’Ucraina, mettendo in guardia sul fatto che ulteriori sostegni militari non farebbero che protrarre l’«insensata uccisione quotidiana di centinaia di migliaia di russi e ucraini».   In seguito all’escalation del conflitto nel 2022, gli alleati occidentali di Kiev hanno bloccato circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa, in gran parte depositati nell’UE. Da quel momento è divampata una disputa tra i Paesi intenzionati a usare tali fondi come collaterale per un «prestito di riparazione» a favore di Kiev e quelli che si oppongono fermamente. La decisione finale spetterà ai membri dell’UE nel voto previsto per la prossima settimana.   Fico, da sempre critico del piano, ha illustrato la propria posizione in dettaglio in una lettera inviata all’inizio della settimana al Presidente del Consiglio europeo António Costa. In un post su X pubblicato venerdì, ha riferito di aver poi avuto un colloquio telefonico con Costa, durante il quale ha ribadito il suo rifiuto all’invio di armi a Kiev. Fico ha dichiarato di aver avvertito che proseguire con i finanziamenti prolungherebbe le ostilità e accrescerebbe le vittime, mentre Costa «ha parlato solo di soldi per la guerra».   «Se per l’Europa occidentale la vita di un russo o di un ucraino non vale un cazzo, non voglio far parte di un’Europa occidentale del genere», ha affermato Fico. «Non appoggerò nulla, anche se dovessimo restare a Bruxelles fino al nuovo anno, che comporti il sostegno alle spese militari dell’Ucraina».  

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Vari Stati membri dell’UE hanno manifestato riserve sul programma di prestiti, evidenziando rischi di natura legale e finanziaria. Secondo Politico, venerdì Italia, Belgio, Bulgaria e Malta hanno sollecitato la Commissione europea a considerare opzioni alternative al sequestro degli asset, quali un meccanismo di prestito comunitario o soluzioni temporanee. Obiezioni sono arrivate anche da Ungheria, Germania e Francia.   Venerdì la Commissione Europea ha dato il via libera a una norma controversa che potrebbe prorogare indefinitamente il congelamento dei beni russi, qualificando la materia come emergenza economica e non come misura sanzionatoria. Questo passaggio è interpretato come propedeutico all’attuazione del «prestito di riparazione», in quanto permette decisioni a maggioranza qualificata invece che all’unanimità, eludendo così i veti dei Paesi dissidenti.   Mosca ha stigmatizzato come illegittimo ogni tentativo di appropriarsi dei suoi asset. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha affermato questa settimana che, con il programma di «prestiti di riparazione», l’Europa sta adottando un comportamento «suicida». Riferendosi al voto di venerdì, ha etichettato l’UE come «truffatori».

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Orban come John Snow

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Il principale negoziatore russo Kirill Dmitriev ha paragonato il primo ministro ungherese Vittorio Orban al personaggio di Jon Snow della serie Il Trono di Spade, raffigurandolo come l’unico baluardo a difesa del diritto europeo mentre l’UE procede al congelamento a tempo indeterminato degli asset sovrani russi.

 

In un post su X pubblicato venerdì, Dmitriev ha lodato lo Orban per aver «difeso il sistema legale e finanziario dell’UE dai folli burocrati guerrafondai dell’Unione», sostenendo che il leader ungherese stia lottando per «ridurre la migrazione, accrescere la competitività e ripristinare buonsenso, valori e pace».

 

Dmitriev ha allegato una sequenza tratta dalla celeberrima «Battaglia dei Bastardi», una delle scene più memorabili della fortunata serie. Il frammento mostra Jon Snow, isolato sul campo di battaglia, che estrae la spada mentre la cavalleria della Casa Bolton gli si avventa contro. Nella saga, i Boltoni sono noti per la loro crudeltà e spietatezza, mentre Snow è dipinto come un condottiero riluttante che antepone il dovere all’ambizione personale, spesso a caro prezzo.

 

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Venerdì, Orban – che in numerose occasioni ha criticato duramente le politiche conflittuali dell’UE nei confronti della Russia – ha accusato Bruxelles di «violentare il diritto europeo», riferendosi alla decisione che ha permesso all’Unione di bypassare il requisito dell’unanimità per prorogare le sanzioni sugli asset sovrani russi, valutati in circa 210 miliardi di euro. Mosca ha bollato il congelamento come «furto», minacciando azioni legali in caso di confisca da parte dell’UE.

 

In un altro post, Dmitriev ha attaccato il segretario generale della NATO Mark Rutte, paragonandolo al Re della Notte, il principale antagonista di Game of Thrones, che guida un esercito di non-morti ed è completamente privo di empatia.

 

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Il paragone è arrivato in risposta alle dichiarazioni di Rutte, che ha accusato la Russia di «riportare la guerra in Europa» e ha invitato i membri della NATO a prepararsi a un conflitto su scala paragonabile a quelli affrontati dalle generazioni passate. Il Dmitriev ha quindi affermato che Rutte «non ha famiglia né figli» e «desidera la guerra», aggiungendo però che «alla fine prevarrà la pace».

 

Dmitriev, figura chiave negli sforzi per risolvere il conflitto in Ucraina, ha fatto eco alle critiche del ministro degli Esteri ungherese Pietro Szijjarto, che aveva accusato Rutte di «alimentare le tensioni belliche».

 

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Immagine screenshot da YouTube

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