Geopolitica
Putin e il presidente iraniano si incontrano in Turkmenistan

Ieri ad Ashgabat, la capitale del Turkmenistan, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente iraniano Masoud Pezeshkian si sono incontrati per la prima volta, dichiarando stretti rapporti di lavoro e amicizia.
Il loro incontro ha avuto luogo con delegazioni considerevoli, a margine di un vertice regionale ad Ashgabat, tra cui una conferenza celebrativa per il 300° anniversario della nascita del poeta e filosofo turkmeno Magtymguly Fragi.
Putin ha affermato che «il nostro rapporto con l’Iran è una priorità per noi e si sta sviluppando con grande successo. Stiamo assistendo a una crescita del commercio quest’anno. Sebbene non si sia ancora ripreso completamente dal declino osservato lo scorso anno, la tendenza generale è positiva».
«Stiamo collaborando attivamente sulla scena internazionale e spesso condividiamo valutazioni ravvicinate o addirittura convergenti degli sviluppi in corso. Sono certo che ne discuteremo anche oggi» ha continuato il presidente russo. «L’Iran è diventato membro a pieno titolo della Shanghai Cooperation Organization e si è unito ai BRICS. Non vedo l’ora di incontrarvi a Kazan il 23 e 24 ottobre al vertice dei BRICS»
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«Come ha detto, i nostri due Paesi sono stati sinceri e impegnati nei loro sforzi per espandere le loro relazioni e hanno costantemente migliorato i loro legami culturali, economici e interpersonali» ha risposto al Putin il presidente Pezeshkian. «Considerando la volontà del leader supremo della rivoluzione islamica, dobbiamo garantire che le nostre relazioni migliorino e diventino più forti andando avanti».
«Abbiamo molte opportunità per raggiungere questo obiettivo ed è nostro dovere aiutarci a vicenda in questi sforzi. Condividiamo visioni simili e ci sono molte somiglianze in termini della nostra rispettiva posizione internazionale».
Pezeshkian, politicamente un riformista, è considerato come molto vicino ai Pasdaran. Eletto dopo la morte del predecessore Ebrahimi Raisi, caduto con l’elicottero proprio mentre tornava da un incontro al confine con il Turkmenistan, ha svolto a Baghdad il suo primo viaggio diplomatico ufficiale.
Due mesi fa Pezeshkian ha detto al segretario di Stato vaticano Parolin che la Repubblica Islamica ha il diritto di «punire» lo Stato Israele.
Come riportato da Renovatio 21, due settimane fa il premier russo Mikhail Mishustin era in visita ufficiale a Teheran poche ore prima che Israele entrasse in Libano.
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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0); Immagine tagliata
Geopolitica
L’incontro Trump-Zelensky è stato «pessimo». Accenni al tunnel eurasiatico-americano

Reporter: Are you interested in a Putin-Trump tunnel to connect Russia and Alaska?
Trump: Just heard about that one. Interesting idea — we’ll think about it. What do you think, Mr. President? Zelensky: I’m not happy about this pic.twitter.com/FeMgAliQLx — Alice Williams (@afreegirlll) October 18, 2025
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Geopolitica
Trump e Putin si telefonano: «può portare alla pace»

Giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con il presidente statunitense Donald Trump, come confermato dal portavoce del Cremlino Demetrio Peskov.
Circa 40 minuti prima della conferma russa, Trump aveva annunciato sulla sua piattaforma Truth Social di essere impegnato in una chiamata «in corso» e «prolungata» con Putin.
Il colloquio tra i due leader si è tenuto in un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e Washington, a seguito della proposta di Trump di fornire all’Ucraina missili Tomahawk a lungo raggio, in grado di colpire in profondità il territorio russo, in vista del suo incontro programmato con Volodymyr Zelens’kyj per venerdì.
Mosca ha criticato duramente questa possibile decisione, avvertendo che annullerebbe la fiducia diplomatica costruita tra Russia e Stati Uniti senza alterare la situazione sul campo.
Fornire tali armi a Kiev spingerebbe Mosca ad adottare contromisure necessarie, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov.
La telefonata rappresenta il primo contatto tra Putin e Trump dal loro incontro di persona ad Anchorage, in Alaska, a metà agosto. Mosca ha riferito che, dopo il vertice, le comunicazioni con Washington si sono notevolmente ridotte. Tuttavia, i funzionari russi hanno sottolineato che il processo avviato in Alaska «non è terminato» e che lo «spirito di Anchorage» rimane «vivo».
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Trump ha dichiarato che il colloquio con Putin potrebbe condurre a un accordo di pace per il conflitto ucraino. Le tensioni tra Stati Uniti e Russia si sono intensificate a causa delle possibili forniture di missili Tomahawk all’Ucraina, e i negoziati di pace sono rimasti in stallo. Trump ha descritto la conversazione, durata due ore e mezza, come «molto produttiva», suggerendo che un accordo di pace potrebbe essere imminente.
«Ho trovato che fosse una chiamata eccellente, molto produttiva… Pensiamo di poter fermare [il conflitto]», ha detto. «Questa potrebbe essere una chiamata così fruttuosa che alla fine… vogliamo raggiungere la pace».
In precedenza, Trump aveva scritto su Truth Social che durante la telefonata erano stati compiuti «grandi progressi» e aveva annunciato che lui e Putin avevano concordato di organizzare un vertice bilaterale a Budapest, in Ungheria.
Il presidente USA ha riferito ai giornalisti che l’incontro si terrà probabilmente entro due settimane, dopo i colloqui tra il Segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov, oltre all’incontro di Trump con il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj a Washington, previsto per venerdì. L’ultimo vertice Putin-Trump, svoltosi ad Anchorage, in Alaska, ad agosto, non aveva prodotto risultati concreti, ma giovedì Trump ha dichiarato di aver «posto le basi» per un processo di pace più ampio.
Riguardo alle possibili consegne di missili Tomahawk a Kiev, Trump non ha né confermato né smentito i piani, sottolineando però che, pur disponendo di «molti» missili, gli Stati Uniti ne hanno bisogno per la propria sicurezza e «non possono esaurire» il loro arsenale.
Secondo Yury Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, durante la telefonata il presidente russo ha avvertito Trump che l’invio di Tomahawk a Kiev non cambierebbe l’andamento del conflitto, ma potrebbe «compromettere gravemente le prospettive di una soluzione pacifica» e danneggiare le relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Ushakov ha sottolineato che Putin ha riaffermato l’impegno di Mosca per una «risoluzione politico-diplomatica pacifica», descrivendo la discussione come «molto concreta ed estremamente franca», aggiungendo che i preparativi per il prossimo vertice Putin-Trump inizieranno immediatamente, con Budapest in fase di valutazione come sede.
Il primo ministro ungherese Vittorio Orban ha poi scritto su X di aver discusso con Trump, confermando che i preparativi sono già in corso.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Budapest si prepara ad ospitare il vertice Putin-Trump

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