Geopolitica
Polacchi inorriditi dagli ucraini che ostentano il lusso: parla il ministro della Difesa di Varsavia
I contribuenti polacchi sono indignati quando vedono i rifugiati ucraini vivere nel lusso, ha affermato il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz.
Varsavia aveva già tagliato i sussidi per quasi un milione di rifugiati ucraini fuggiti dal loro Paese.
I polacchi sono inorriditi «dalla vista di giovani ucraini che guidano le migliori auto e trascorrono i fine settimana in hotel a cinque stelle», ha detto Kosiniak-Kamysz al portale di notizie polacco Interia in un’intervista pubblicata martedì.
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Ciò è percepito come ingiusto dai contribuenti, che finanziano i sussidi per i rifugiati ucraini e contribuiscono agli aiuti militari e finanziari di Varsavia a Kiev, ha aggiunto il funzionario di alto livello della difesa.
Secondo l’istituto tedesco Kiel, la Polonia è uno dei principali sostenitori dell’Ucraina e le ha fornito oltre 3,2 miliardi di euroin aiuti militari dall’inizio del conflitto ucraino nel 2022.
Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, attualmente in Polonia risiedono più di 981.000 rifugiati ucraini e quasi il doppio di questo numero ha presentato ufficialmente domanda di asilo.
La società polacca, inizialmente solidale con gli ucraini, è diventata sempre più disillusa, suggeriscono i sondaggi d’opinione. Due terzi dei polacchi sono favorevoli alla deportazione dei rifugiati ucraini maschi in patria per combattere la Russia, ha indicato uno studio pubblicato dal notiziario statale polacco la scorsa settimana.
Il mese scorso, il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha invitato gli Stati dell’UE a tagliare i sussidi sociali per i rifugiati maschi dall’Ucraina per incoraggiarli a tornare a casa. «Non dovremmo sovvenzionare l’evasione della leva», ha affermato.
Questa primavera, Varsavia ha annunciato che non avrebbe protetto gli ucraini che cercavano di fuggire dalla campagna di coscrizione sempre più dura attuata da Kiev.
L’Ucraina ha inizialmente annunciato una mobilitazione generale a febbraio 2022, vietando agli uomini di età compresa tra 18 e 60 anni di lasciare il Paese. Di fronte alle crescenti perdite sul campo di battaglia, Kiev ha abbassato l’età di leva da 27 a 25 anni ad aprile e ha aumentato significativamente le sanzioni per i renitenti alla leva.
La campagna di mobilitazione avrebbe portato a un aumento dell’evasione della leva e a una corruzione dilagante. I social media sono pieni di video di ufficiali di leva ucraini che cercano di catturare uomini per strada, nei centri commerciali, nei club e ai concerti, spesso dando luogo a scambi accesi.
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Come riportato da Renovatio 21, nell’ultimo anno, tuttavia, i rapporti sono diventati apparentemente più freddi, in gran parte a causa dei problemi economici interni della Polonia e delle continue proteste degli agricoltori locali, colpiti dal flusso di prodotti agricoli ucraini a basso costo.
Dopo il discorso alla plenaria ONU 2023 di Zelens’kyj che accusava la Polonia pur senza nominarla, l’allora premier polacco Morawiecki aveva dichiarato che non Varsavia non avrebbe più tollerato insulti.
Il nervosismo dei politici polacchi è tale che un deputato ha presentato a Kiev il conto per gli aiuti ricevuti.
Come riportato da Renovatio 21, la tensione tra i due Paesi è negli ultimi mesi del governo Morawiecki, con episodi da incidente diplomatico, come la convocazione da parte del regime Zelens’kyj dell’ambasciatore di Varsavia, a cui veniva chiesto di rispondere di alcune affermazioni proferita da un alto funzionario governativo polacco riguardo una presunta ingratitudine ucraina.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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