Ambiente
Plastificazione del gretino
Ci eravamo quasi abituati, obtorto collo, all’idea di un mondo deplastificato dove chi usava la plastica veniva guardato male e additato come sicario di balene.
Oggi viene guardato male chi non ha indosso guanti, mascherina e perché no visiera. Tutto, rigorosamente, in plastica o in materiali ad essa riconducibili.
Il mito di Greta Thunberg e della plastic-tax, fino a ieri presentati come modelli dell’avanguardia sociale e politica del nostro Paese e finanche dell’Unione Europea che varava norme per ridurre l’utilizzo della plastica, sono un vago ricordo green in mezzo ad un mondo che ora, della plastica, pare proprio non poter fare a meno.
Oggi viene guardato male chi non ha indosso guanti, mascherina e perché no visiera
Recentemente un commerciante in procinto di riaprire la propria attività, intervistato da un programma televisivo ha detto: «In vita mia non ho mai visto così tanta plastica come oggi».
Mentre prima tutti proponevano cannucce ecologiche, protocolli ecosostenibili e piattini in canapa, oggi le proposte variano dai plexiglas dappertutto ai cibi già pronti e rigorosamente imballati con plastica perché considerati più sicuri.
«In vita mia non ho mai visto così tanta plastica come oggi»
La plastica, è un fatto, offre ineguagliabili garanzie di igiene.
E, oltre ad essere garanzia di igiene, è anche indispensabile per ciò che concerne le cure che in questo periodo sono servite a far fronte alle complicanze causate da Sars-Cov-2: pensate ai ventilatori, alle siringhe, agli occhialini e alle mascherine per l’ossigeno utilizzate in ospedale, particolarmente nei reparti di terapia intensiva.
Il riciclo perde contro il mono-uso, che oggi stravince
Il riciclo perde contro il mono-uso, che oggi stravince.
Pensate che più di 228.000 persone contagiate — più tutti gli altri familiari venuti a contatto e quindi messi in quarantena preventiva — per un medio periodo di circa 40 giorni, non hanno fatto alcuna raccolta differenziata, perché tutti i rifiuti dei soggetti positivi al COVID devono obbligatoriamente finire sigillati nell’indifferenziata.
Più di 228.000 persone contagiate non hanno fatto alcuna raccolta differenziata, perché tutti i rifiuti dei soggetti positivi al COVID devono obbligatoriamente finire sigillati nell’indifferenziata
Il 50% della plastica che non viene riciclata va direttamente in discarica o nei termocombustori: dove credete finisca quella che non viene bruciata perché non vi sono gli impianti?
Voi capite che è bastato un piccolo e insidioso virus per far calare la maschera ideologica degli ambientalisti che ora accorrono in massa nella farmacia di quartiere per comprarsi la mascherina green — solo nel colore — composta da materiali in plastica. Da ambientalisti si trasformano così in igienisti, costretti a rifugiarsi sotto l’ala protettiva della dea plastica che ora fa loro molto comodo.
È bastato un piccolo e insidioso virus per far calare la maschera ideologica degli ambientalisti
In un mondo materialista, privo di idee vere e forti l’unica cosa che interessa davvero, quando il gioco si fa duro, è salvare la propria pellaccia.
Coloro che inneggiavano ad una società libera dalla plastica, ora sono coloro che iperplastificano la società.
Coloro che inneggiavano ad una società libera dalla plastica, ora sono coloro che iperplastificano la società
Capite l’incoerenza, l’insussistenza e l’ipocrisia che già da tempo, prendendoci insulti e canzonature, denunciavamo guardando al movimento dei neo-eco-ambientalisti pronti a cambiare al mondo?
Della balena morta in riva alla spiaggia, statene certi, non importa più nulla a nessuno.
Cristiano Lugli
Ambiente
L’Iran prova la geoingegneria contro la siccità
Le autorità iraniane hanno lanciato sabato un’operazione di «inseminazione delle nuvole» sul bacino del lago Urmia, il più grande del Paese ormai quasi completamente prosciugato, nel disperato tentativo di contrastare la peggior siccità degli ultimi decenni.
Il processo consiste nel disperdere nelle nubi, tramite aerei o generatori a terra, sali chimici (principalmente ioduro d’argento o di potassio) per favorire la condensazione del vapore acqueo e provocare precipitazioni. Ulteriori interventi sono previsti nelle province dell’Azerbaigian orientale e occidentale, ha reso noto l’agenzia ufficiale Irna.
Le piogge sono ai minimi storici: secondo l’Organizzazione meteorologica iraniana, quest’anno le precipitazioni sono calate dell’89% rispetto alla media pluriennale, rendendo questo «l’autunno più secco degli ultimi 50 anni».
I bacini idrici sono quasi vuoti e molte dighe registrano livelli a una sola cifra percentuale. La scorsa settimana il presidente Masoud Pezeshkian ha ammonito che, senza piogge imminenti, si renderanno necessari razionamenti idrici a Teheran e persino l’evacuazione parziale della capitale.
Il direttore del Centro nazionale per la gestione delle crisi climatiche e della siccità, Ahmad Vazifeh, ha definito «preoccupante» la situazione delle dighe nelle province di Teheran, Azerbaigian occidentale, Azerbaigian orientale e Markazi.
Sostieni Renovatio 21
Venerdì centinaia di persone si sono riunite in una moschea della capitale per pregare per la pioggia. Sabato scorso, per la prima volta quest’anno, sono caduti fiocchi di neve in una stazione sciistica a nord di Teheran, mentre precipitazioni si sono verificate nelle regioni occidentali e nord-occidentali del Paese.
Le autorità hanno inoltre annunciato sanzioni per famiglie e imprese che superino i consumi idrici consentiti.
La geoingegneria – fenomeno chiamato da alcuni «scie chimiche» – è oramai alla luce del sole ed è sempre più gettonata dai Paesi mediorientali.
Come riportato da Renovatio 21, la scorsa settimana Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per contrastare la cronica scarsità d’acqua. L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce.
Tuttavia, gli esiti della geoingegneria sembrano essere non sempre imprevedibili e potenzialmente catastrofici: l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Ambiente
Viganò: «non vi è alcuna emergenza climatica, Prevost profeta del globalismo massonico»
Se vi fosse veramente un’emergenza climatica – alla quale le organizzazioni globaliste rispondono con mezzi non adeguati, mentre la Chiesa Cattolica propone soluzioni ragionevoli e coerenti con il Vangelo e con la sua Dottrina sociale – si potrebbe credere che in questi appelli… pic.twitter.com/thIv4fsrKa
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) November 18, 2025
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Ambiente
Gli Emirati continuano con la geoingegneria
Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole per contrastare la cronica scarsità d’acqua, ha dichiarato un direttore di ricerca locale.
L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce. I piloti sorvolano nubi promettenti e rilasciano particelle di sale per stimolare le precipitazioni in un Paese che riceve meno di 100 mm di pioggia annui.
La tecnica rientra nella «strategia di adattamento del Paese al cambiamento climatico», ha spiegato lunedì al Financial Times Alya Al Mazrouei, direttrice del Programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP).
Il metodo, tuttavia, ha suscitato controversie: i critici temono che possa aggravare eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, alterando i modelli naturali. Esprimono inoltre preoccupazione per l’impatto ambientale delle sostanze chimiche impiegate e per le possibili conseguenze indesiderate della modifica artificiale del clima.
Sostieni Renovatio 21
Orestes Morfin, esperto senior della Climate and Water Initiative in Arizona, ha dichiarato al quotidiano che «l’inseminazione delle nuvole è considerata un ulteriore strumento potenziale per incrementare l’approvvigionamento idrico».
In uno studio del 2023, gli scienziati del Centro nazionale di meteorologia degli Emirati Arabi Uniti hanno stimato che l’inseminazione delle nuvole potrebbe aggiungere fino a 419 milioni di metri cubi di acqua raccoglibile all’anno.
La scarsità d’acqua è una sfida storica per gli Emirati, che dipendono in larga misura dalla desalinizzazione per l’acqua potabile. Dall’inizio degli anni 2000, le autorità emiratine si sono impegnate per aumentare le precipitazioni con mezzi artificiali. Attualmente, il programma di miglioramento delle precipitazioni degli Emirati è operativo con dieci piloti e quattro velivoli, pronti a intervenire 24 ore su 24.
«Ogni volta che abbiamo l’opportunità di farlo… di solito non ne perdiamo nessuna», ha detto Al Mazrouei.
L’operazione è costosa: 8.000 dollari per ora di volo, con una media di 1.100 ore annue, per un totale di quasi 9 milioni di dollari. Tuttavia, Al Mazrouei sostiene che «il costo per metro cubo di acqua aggiuntiva è inferiore a quello della desalinizzazione». Gli Emirati hanno investito 22,5 milioni di dollari in sovvenzioni per la ricerca per perfezionare la tecnologia.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
«Il cloud seeding mira a migliorare e accelerare il processo di precipitazione. Soprattutto nelle aree in cui non piove da molto tempo, precipitazioni così intense possono portare a un flusso eccessivo di infiltrazioni, con conseguenti potenziali inondazioni improvvise», ha dichiarato John Jaques, meteorologo della società di tecnologia ambientale Kisters, secondo il settimanale americano Newsweek.
«Le inondazioni di Dubai fungono da forte avvertimento sulle conseguenze indesiderate che possiamo scatenare quando utilizziamo tale tecnologia per alterare il clima». «Inoltre, abbiamo poco controllo sulle conseguenze dell’inseminazione delle nuvole. Dove esattamente pioverà effettivamente? L’uso di tecniche come il cloud seeding per portare le piogge tanto necessarie in un’area può causare inondazioni improvvise e siccità in un’altra».
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine generata artificialmente
-



Politica2 settimane faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni2 settimane faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Spirito2 settimane fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Fertilità2 settimane faUn nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite
-



Vaccini1 settimana faIl vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
-



Senza categoria1 settimana faI malori della 49ª settimana 2025
-



Pensiero5 giorni faDi tabarri e boomerri. Pochissimi i tabarri
-



Spirito1 settimana faNotre-Dame brucia e la Madonna viene privata del suo titolo














