Cina
Pechino aumenta il suo debito per stimolare il mercato interno

Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di AsiaNews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Per confermare la crescita al 5% il premier Li Qiang ha annunciato davanti all’Assemblea nazionale del popolo l’emissione di nuovi buoni del tesoro per finanziare misure a sostegno dei consumi delle famiglie. Sale al 4% il rapporto tra deficit e PIL. Nel 2025 crescerà ancora del 7,2% la spesa militare (ma anche quella per istruzione e ricerca scientifica). Sui soli prodotti agricoli USA (per ora) la risposta ai nuovi dazi di Trump.
Sostenere l’economia cinese arrivando a portare il rapporto tra deficit e PIL al 4%, un punto percentuale in più rispetto all’anno precedente. Ed emettendo «buoni del tesoro speciali a lunghissima scadenza per 300 miliardi di yuan (38,6 miliardi di euro, ndr) per sostenere l’accesso ai beni di consumo». È la ricetta che il premier Li Qiang ha presentato oggi nella sessione inaugurale dell’Assemblea nazionale del popolo, la seconda delle «Due sessioni» in corso in questi giorni a Pechino che rappresentano l’appuntamento politico annuale di maggior rilievo della Repubblica popolare cinese.
Le misure annunciate confermano le difficoltà economiche interne che si nascondono dietro all’ostentata crescita del 5%, ribadita anche per quest’anno come obiettivo ufficiale. Pechino fa infatti da tempo i conti con fenomeni come l’aumento della disoccupazione giovanile e la frenata della domanda interna, mentre infuria la guerra commerciale con Washington che ha messo nel mirino le esportazioni cinesi.
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I piani presentati da Li Qiang prevedono la creazione di circa 12 milioni di nuovi posti di lavoro nelle città cinesi, mentre Pechino mira a contenere l’inflazione al 2%. Ma le preoccupazioni per i dazi imposti da Trump – che oggi stanno trascinando al ribasso le borse asiatiche – sono palpabili a Pechino. «A livello internazionale, cambiamenti mai visti in un secolo stanno avvenendo in tutto il mondo a un ritmo più veloce», si legge nel rapporto di lavoro presentato dal governo cinese ai delegati dell’Assemblea nazionale del popolo.
«L’unilateralismo e il protezionismo sono in aumento», si avverte aggiungendo che «a livello nazionale, le basi per una ripresa economica e una crescita sostenuta della Cina non sono sufficientemente solide».
Pechino aveva annunciato già ieri le proprie misure di ritorsione all’ultimo aumento dei dazi di Washington entrati in vigore lunedì, assicurando a parole che combatterà una guerra commerciale «ad oltranza». La Cina imporrà dazi fino al 15% su una serie di prodotti agricoli statunitensi, tra cui soia, carne di maiale e grano, a partire dall’inizio della prossima settimana. Molti analisti la considerano, però, una «risposta ancora relativamente contenuta» rispetto ai dazi onnicomprensivi di Trump.
Come accade costantemente da anni la presentazione dei dati sull’economia davanti all’Assemblea nazionale del popolo è stata, infine, anche l’occasione per annunciare un nuovo aumento delle spese militari: per il 2025 sarà del 7,2%, con Pechino che continua anno dopo anno a potenziare le sue forze armate destando preoccupazioni nello scenario regionale.
Aumentano però anche gli investimenti sull’istruzione (+5%) e quelli per la ricerca scientifica e le nuove tecnologie (+10%).
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Cina
I cattolici di Shanghai e le restrizioni del vescovo Ma Daqin

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Cina
La Cina verso i motori al plasma

Un nuovo potente motore al plasma è stato appena svelato dagli ingegneri cinesi, avvicinando la tecnologia cinese a quella del leader del settore, la Russia.
Il «propulsore al plasma magnetico ad alta spinta» della Cina, progettato dallo Xian Aerospace Propulsion Institute, è stato in grado di raggiungere un funzionamento stabile alla sua piena potenza di 100 kilowatt. «L’accensione riuscita questa volta segna che il livello tecnico del motore al plasma magnetico del nostro istituto è entrato in prima linea nel mondo», ha scritto l’istituto cinese in un post sui social media lunedì.
Il team ha utilizzato materiali stampati in 3D e tecnologia dei magneti superconduttori ad alta temperatura per creare il motore. Mentre i motori al plasma hanno una spinta inferiore rispetto ai motori aeronautici tradizionali, il loro impulso specifico, ovvero l’efficienza con cui il motore genera la spinta, è più elevato, rendendoli più adatti per viaggi più lunghi.
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L’istituto ha affermato che il loro motore «fornirà un supporto energetico forte e affidabile per i veicoli spaziali grandi e super-grandi della Cina per svolgere ricerche scientifiche e missioni spaziali».
Il motore al plasma più avanzato negli Stati Uniti ha superato solo gli 80 kW durante il funzionamento ad alta potenza sostenuto, sebbene abbia una potenza teorica di 200 kW con un’efficienza del propulsore del 73%. Il prototipo del motore da 300 kW dell’agenzia atomica russa Rosatom ha un’efficienza dell’80%.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina sta portando avanti le ricerche sulla fusione da anni. Il team di scienza della fusione termonucleare presso l’Istituto del Plasma di Hefei ha condotto ricerche sulle prestazioni globali dei materiali, sulle prestazioni dei superconduttori, dei magneti superconduttori, delle camere a vuoto del reattore di fusione, dei componenti del divertore e dell’interazione tra plasma e materiali.
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa scienziati del Dragone avevano introdotto un nuovo dispositivo al plasma chiamato «Lama del cielo cremisi».
Come riportato da Renovatio 21, Cina ha continuato con i suoi studi per la fusione dopo che negli scorsi anni un team di scienziati cinesi aveva affermato di aver trovato un metodo nuovo e più conveniente per il processo.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
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Immagine di Stbuccia via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Cina
Pechino scommette sul carbonio per i microchip di domani

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