Economia
Partita l’interruzione del gas russo verso l’UE
La Russia ha ufficialmente cessato il transito del gas attraverso l’Ucraina verso l’UE a partire dalle 8:00 (ora di Mosca) del 1° gennaio. Lo riporta la stampa russa.
Il colosso energetico russo Gazprom ha annunciato l’interruzione dopo che i negoziati per estendere gli accordi di transito con le società ucraine Naftogaz e il gestore del sistema di trasmissione del gas dell’Ucraina, in vigore dal 2019, sono falliti.
In un comunicato stampa emesso mercoledì, Gazprom ha affermato: «a causa del ripetuto e chiaro rifiuto della parte ucraina di estendere questi accordi, Gazprom è stata privata dell’opportunità tecnica e legale di fornire gas per il transito attraverso l’Ucraina a partire dal 1° gennaio 2025». Di conseguenza, le forniture di gas all’Europa tramite questa rotta sono ora completamente sospese.
Il gasdotto che attraversa l’Ucraina conduce in Slovacchia, che sperava di continuare a ricevere gas russo e ha esortato l’Ucraina a estendere gli accordi di transito. In risposta alla decisione di Kiev di fermare il transito del gas, il primo ministro slovacco Robert Fico ha minacciato la scorsa settimana di tagliare le forniture di elettricità all’Ucraina.
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Come riportato da Renovatio 21, Fico ha incontrato Putin a Mosca la settimana scorsa. Giorni prima, aveva avvertito di un «grave conflitto» in arrivo con l’Ucraina a causa della posizione di Zelens’kyj sul transito di gas. Ulteriormente, il premier slovacco ha detto che il presidente ucraino avrebbe tentato di corromperlo con mezzo miliardo di dollari proveniente, secondo quanto riportato, da beni russi congelati.
Il contratto quinquennale per le forniture di gas russo attraverso l’Ucraina è scaduto nonostante gli accordi a lungo termine in corso tra Gazprom e diversi acquirenti europei.
I funzionari ucraini hanno confermato la cessazione del transito, definendolo un «evento storico» nell’interesse della sicurezza nazionale. Kiev ha a lungo negato la possibilità di un nuovo accordo di transito con Mosca.
Il presidente russo Vladimir Putin ha sottolineato la definitività della situazione durante la sua conferenza stampa annuale del 19 dicembre, affermando che «questo contratto di transito non esisterà più, è chiaro. Ma ce la caveremo; se la caverà Gazprom».
Come riportato da Renovatio 21, nelle scorse ore Fico aveva inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sollecitando un’azione immediata per affrontare l’imminente blocco del transito del gas naturale attraverso il suo territorio verso l’UE da parte dell’Ucraina.
Nella lettera pubblicata domenica su Facebook, Fico ha accusato Kiev di non aver considerato il potenziale impatto che la sua decisione avrebbe avuto sull’economia dell’UE. L’accettazione della situazione da parte di Bruxelles è «assolutamente irrazionale e sbagliata», ha sottolineato.
Per il consumatore italiano si avvicinano di nuovo i tempi delle bollette pazze: di fatto i prezzi per il riscaldamento non sono scesi davvero alle cifre precedenti alla scellerata crisi internazionale alimentata dalle élite e dai governi occidentali.
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Cina
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Economia
Hollywood al capolinea: Netflix vuole comprare Warner Bros
Netflix avrebbe raggiunto un accordo per acquisire Warner Bros., inclusi i suoi studi cinematografici e televisivi, HBO e HBO Max, attraverso una transazione mista in contanti e azioni che valuta Warner Bros. Discovery a un valore aziendale di 82,7 miliardi di dollari (valore azionario di 72 miliardi di dollari), pari a 27,75 dollari per azione.
L’intesa dovrebbe essere finalizzata nel terzo trimestre del 2026, dopo lo scorporo programmato da parte di WBD della sua divisione Global Networks in una società quotata autonoma («Discovery Global»). Questa operazione giunge a pochi mesi dalla proposta avanzata da Paramount-Skydance per rilevare WBD.
L’accordo tra Netflix e WBD fonderà la piattaforma di streaming con un catalogo secolare e con franchise iconici come i supereroi della DC Comics, Harry Potter, Game of Thrones, I Soprano e The Big Bang Theory.
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In una nota ufficiale, Netflix ha dichiarato che l’operazione espanderà la sua library di contenuti, potenzierà le capacità produttive e favorirà una crescita sostenibile nel lungo periodo: «fornendo agli utenti una gamma più vasta di serie e film di alto livello, Netflix si attende di conquistare e trattenere un maggior numero di abbonati, incrementare l’engagement e generare entrate e profitti operativi aggiuntivi. L’azienda prevede inoltre di conseguire risparmi sui costi per almeno 2-3 miliardi di dollari annui entro il terzo anno e che la fusione avrà un effetto positivo sull’utile per azione GAAP già a partire dal secondo anno».
Secondo i termini dell’accordo, ogni azione WBD sarà convertita in 23,25 dollari in contanti più 4,50 dollari in azioni Netflix. I board di entrambe le società hanno approvato l’operazione all’unanimità.
La chiusura è attesa tra 12 e 18 mesi, subordinata all’esame regolatorio e all’ok degli azionisti di WBD. All’inizio dell’anno, Netflix ha superato le controfferte, tra cui quelle di Paramount-Skydance e Comcast.
Bloomberg ha rilevato che Hollywood non accoglie con entusiasmo questo nuovo connubio tra Netflix e WBD.
Warner Bros. Discovery ha avviato negoziati esclusivi per cedere i suoi studi cinematografici e televisivi insieme a HBO Max a Netflix, stando a fonti interne alla major – un’indicazione che il colosso dello streaming ha avuto la meglio su Paramount-Skydance e Comcast. Un’intesa del genere ridisegnerebbe il settore dell’intrattenimento e rappresenterebbe un turning point strategico per Netflix, già leader per capitalizzazione a Hollywood. Paramount ha bollato il processo di cessione come «contaminato», mentre l’attrice Jane Fonda, due volte premio Oscar, ha descritto il suo potenziale effetto sull’industria con un aggettivo più severo: «catastrofico».
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Nata come servizio di noleggio DVD via posta, Netflix ha prima annientato la catena Blockbuster e ora sta replicando il colpo con Hollywood, snobbando in larga misura le uscite cinematografiche in sala. L’accordo catapulterebbe Netflix al rango di superpotenza negli studi hollywoodiani. Tuttavia, il tutto resta appeso all’approvazione dei regolatori, con il repubblicano californiano Darrell Issa che ha già espresso opposizione a qualsivoglia acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix.
L’industria cinematografica è minacciata dall’avvento dell’IA, che potrebbe presto consentire a chiunque di produrre contenuti di livello cinematografico in un click, disintegrando un’intera filiera di lavoratori che vanno dagli attori ai cineoperatori, agli addetti al casting, agli elettricisti, registi, etc.
Si spiega così la corsa di Netflix verso le IP, cioè le proprietà intellettuali: avere un personaggio conosciuto e diffuso come, ad esempio Harry Potter, anche nell’era del cinema generato dall’AI potrebbe avere un valore strategico ed economico.
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Immagine di Fourbyfourblazer via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Economia
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