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Eutanasia

Paralizzati e poi annegati: soldatessa rivela la realtà dell’eutanasia in Canada

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Una veterana dell’esercito canadese ha rivelato dettagli scioccanti sui metodi utilizzati per l’eutanasia canadese, la famigerata MAiD («Assistenza medica alla morte») durante un’intervista con il popolare psicologo YouTube Jordan Peterson. Lo riporta LifeSiteNews.

 

Durante un episodio del 6 maggio del podcast del Peterson, Kelsi Sheren, già artigliere dell’esercito canadese che ha servito in situazioni di combattimento, ha rivelato che i farmaci usati nel MAiD essenzialmente annegano una persona fino alla morte.

 

«Quello che ho scoperto ieri e che mi ha davvero infastidito è stato il meccanismo della procedura vera e propria», dichiara la militare paragonando le pratiche attuali del Canada con quelle della Germania nazista. «Il motivo per cui in Canada le persone a cui viene somministrato MAiD sembrano pacifiche è perché prima gli viene somministrato un paralizzante, quindi rimangono completamente paralizzate, poi questo farmaco viene somministrato come uno dei quattro e iniziano ad annegare fino alla morte».

 

La Sheren ha cita la testimonianza del dottor canadese Joel Zivot, professore associato di anestesiologia e chirurgia Emory presso la University School of Medicine di Atlanta, Georgia, che nel febbraio 2021 aveva confutato l’affermazione del governo canadese secondo cui il Midazolam, un farmaco utilizzato nel MAiD, forniva «sollievo dall’ansia» e «conforto al paziente».

 

Al contrario, ha testimoniato il medico al Senato canadese, «i miorilassanti se usati nel MAID produrranno la morte per soffocamento».

 


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«Il protocollo MAID molto probabilmente provoca una congestione polmonare in modo simile a quello dimostrato in oltre 200 casi di iniezione letale negli Stati Uniti», ha affermato, facendo riferimento a una richiesta del Freedom of Information Act contenente le autopsie di circa 300 americani che erano stati eseguito utilizzando gli stessi farmaci del programma MAiD canadese.

 

Secondo la Sheren, «l’85% di questi corpi presentava un aumento del livello di acqua nei polmoni pari a due volte. Ciò che stava accadendo è che quando questo farmaco viene spacciato, provoca un annegamento ed è considerato simile alla morte per waterboarding [tecnica di tortura che soffoca la vittima, notoriamente usata dalla CIA per interrogare i sospetti terroristi, ndr] o annegamento».

 

Nella sua testimonianza, lo Zivot ha spiegato che i farmaci miorilassanti somministrati durante il MAiD «produrranno una quiete osservata esternamente come conseguenza della paralisi muscolare che è stata erroneamente e ripetutamente descritta come uno stato di tranquillità».

 

«L’unico modo per confutare l’ipotesi che il protocollo MAiD causi accumulo di liquido polmonare e morte simile ad annegamento è ottenere dati canadesi attraverso studi autoptici su almeno 200 individui messi a morte dal MAID», ha affermato.

 

La Sheren ha inoltre rivelato che i canadesi che hanno ricevuto il MAiD potrebbero annegare internamente per qualche tempo mentre i loro corpi sono completamente paralizzati.

 

«Morire con dignità significa che questa è una morte indolore», ha affermato. «Bene, se prendi la MAiD per via orale, ci vogliono dai 30 minuti alle 24 ore». «24 ore di annegamento attivo mentre sei sotto un paralizzante (…) È così che morire con dignità nel governo canadese ha mascherato il MAiD, mentre lo offre ai veterani canadesi al posto delle cure, così non devono pagare la pensione, quindi non devono pagare l’assistenza sanitaria».

 

Sheren ha inoltre rivelato che il governo canadese ha scelto di concedere ai propri cittadini una morte terrificante e talvolta lunga come un modo per risparmiare sulla fornitura di una vera assistenza sanitaria.

 

«Nel 2021, hanno avuto una riduzione lorda dell’assistenza sanitaria di 19,2 milioni di dollari (…) Quando hanno realizzato MAiD, hanno risparmiato altri (…) 22 milioni di dollari (…) Alla fine di tutto questo anno il sistema sanitario, semplicemente facendo MAiD invece di fornire effettivamente alle persone cure palliative, [ha risparmiato] 86,9 milioni di dollari», ha continuato Sheren.

 

«Ci meritiamo di meglio, così come i nostri figli e i nostri cittadini. Non meritiamo questo Canada», ha dichiarato. «Ho visto questo fatto a qualcuno», ha continuato. «Non lo auguro a nessuno. Sarebbe stato più facile, è più facile mettermi dei mattoni ai piedi e buttarmi nell’oceano piuttosto che morire per MAiD. È un modo terrificante di morire».

 

In Canada, il MAiD non si applica ancora ai malati di mente, poiché il governo liberale ha deciso di ritardare  l’estensione dell’eutanasia a coloro che soffrono esclusivamente di tali malattie fino al 2027, a seguito della reazione negativa dei canadesi e di eminenti medici, scrive LifeSite.

 

A gennaio, i ministri provinciali della Sanità sono andati oltre rispetto a chiedere un rinvio del provvedimento, chiedendo  che la misura fosse rinviata «a tempo indeterminato». Una richiesta che deve ancora essere accolta.

 

I rapporti più recenti mostrano che il MAiD è la sesta causa di morte in Canada. Tuttavia, non è stata elencata come tale nelle 10 principali cause di morte di Statistics Canada  dal 2019 al 2022.

 

Alla domanda sul perché MAiD è stata lasciata fuori dall’elenco, l’agenzia ha spiegato che registra le  malattie che hanno portato i canadesi a scegliere di porre fine alla propria vita tramite l’eutanasia, non la vera causa di morte, come causa primaria di morte.

 

Secondo Health Canada, nel 2022, 13.241 canadesi sono morti a causa  delle iniezioni letali MAiD. Ciò rappresenta il 4,1% di tutti i decessi nel paese per quell’anno, con un aumento del 31,2% rispetto al 2021.  «Anche se i numeri per il 2023 devono ancora essere pubblicati, tutte le indicazioni indicano una situazione ancora più cupa di quella del 2022» scrive il sito prolife canadese.

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Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.

 

Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.

 

Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.

 

Il Canada del governo Trudeau – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. L’anno scorso in Canada un decesso ogni 25 era dovuto all’eutanasia, che viene servita anche alle pompe funebri.

 

A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.

 

Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.

 

Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.

 

Il Canada, che è all’avanguardia anche grazie alla potente penetrazione nel suo gabinetto pure rivendicata dal World Economic Forum, è quindi un vero esempio dello Stato basato sempre più sull’eugenetica – cioè sul dominio totale sull’essere umano e l’annientamento della sua dignità di creatura figlia di Dio.

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Eutanasia

Il Canada sta trasformando il suo regime di suicidio assistito in una catena di fornitura per la donazione di organi

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Il cuore di un canadese di 38 anni, sottoposto a eutanasia, è stato prelevato con successo e trapiantato a un cittadino americano di 59 anni affetto da insufficienza cardiaca. Lo riporta LifeSite evidenziando una tendenza in crescita: il prelievo di organi da persone decedute tramite eutanasia.   Un rapporto congiunto dell’University of Pittsburgh Medical Center e dell’Ottawa Hospital ha descritto nel dettaglio la procedura. «Qui riportiamo il primo caso di trapianto cardiaco riuscito dopo MAiD», ha scritto l’équipe medica, utilizzando l’acronimo canadese per Medical Assistance in Dying (assistenza medica alla morte). E ha aggiunto: «La somministrazione del MAiD e la determinazione del decesso sono avvenute in conformità con gli standard canadesi. Il decesso è stato dichiarato entro sette minuti dall’inizio del protocollo MAiD».   Il paziente canadese soffriva di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e aveva espresso la volontà di donare i propri organi. Si tratta, secondo il *National Post*, di un «caso epocale di trapianto di cuore dopo eutanasia».   Il quotidiano ha spiegato che «il cuore del donatore deceduto è stato rimosso, collegato a una macchina speciale che «rianima» o riavvia il cuore per mantenere il flusso sanguigno negli organi mantenendoli caldi, e poi trasportato a Pittsburgh, dove ha avuto luogo il trapianto».

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Il Canada è il primo Paese al mondo per numero di donazioni di organi provenienti da persone sottoposte a eutanasia. Sebbene questo sia il primo trapianto di cuore, interventi simili sono già stati effettuati per fegato, reni e polmoni.   Secondo i dati citati dal quotidiano canadese National Post, «almeno 155 persone in Canada hanno donato i propri organi e tessuti dopo aver ricevuto un’iniezione letale somministrata da un medico» dal 2016. Tuttavia, «alcuni medici sono preoccupati che alcuni canadesi sottoposti a morte assistita non soddisfino effettivamente i criteri di Health Canada per la procedura».   Il successo del trapianto di cuore, secondo i medici, potrebbe incoraggiare la ripetizione di tali interventi: «Sebbene saranno necessari dati a lungo termine e dati su ulteriori casi, questo caso suggerisce che un trapianto cardiaco sicuro può essere eseguito dopo la MAiD».   Alcuni ora ritengono che la possibilità di «donare» gli organi potrebbe indurre alcuni pazienti a scegliere la morte per aiutare altri, introducendo un elemento di pressione morale e sociale.   Uno studio olandese ha indicato che su 286 casi di donazione di organi dopo eutanasia fino al 2021, ben 136 si sono verificati in Canada. Dati del Canadian Institute for Health Information (CIHI) rivelano che 235 persone hanno «acconsentito a donare i propri organi» dopo essere state sottoposte a eutanasia.   Inoltre, tra i quasi 900 donatori canadesi sottoposti al MAiD, il 7% ha fornito organi per trapianto e il 5% dei trapianti di organi nel 2024 ha utilizzato organi provenienti da questi pazienti.   Nonostante la crescente frequenza delle procedure, le modalità con cui vengono gestite restano controverse. Il National Post sottolinea che «come e quando contattare le persone che richiedono il MAiD per la donazione di organi è controverso e varia in Canada».   Nelle province dell’Ontario e della British Columbia, le organizzazioni per la donazione raccomandano che chi richiede il MAiD «sia contattato e informato sulla possibilità di donazione di organi». In altre province, come Alberta e Manitoba, invece, la questione viene sollevata solo se è il paziente a farne richiesta.   Gli autori della revisione avvertono: «Non informare i pazienti sulla possibilità di una donazione può impedire loro di valutare l’opportunità di donare i propri organi e avere un impatto negativo sulla loro autonomia, mentre informarli di questa possibilità può causare un’indebita pressione sociale per la donazione».   Inoltre, aggiungono, «alcuni pazienti potrebbero sentirsi un peso per la loro famiglia e i loro amici e sentirsi motivati a sottoporsi alla MAiD per alleviare questo peso». Per questo, chi valuta e pratica la morte assistita «dovrebbe stare attento a potenziali indicatori che il paziente potrebbe in qualche modo sentirsi pressato a procedere con la MAiD o con la MAiD e la donazione di organi».   Già nel 2011, la rivista scientifica Applied Cardiopulmonary Pathophysiology descriveva casi simili in Belgio, dove i donatori venivano ricoverati poche ore prima della procedura, preparati e poi trasferiti in sala operatoria subito dopo la dichiarazione di morte.   «Riflettete sull’enormità di ciò che è stato fatto qui», aveva scritto all’epoca l’esperto di bioetica Wesley J. Smith. «Quattro persone – che altrimenti non sarebbero morte – furono uccise e poi trasportate rapidamente in sala operatoria per l’espianto degli organi. Tre dei donatori soffrivano di disabilità neuromuscolari e uno era affetto da disturbi mentali. Per un’ironia particolarmente amara, quest’ultimo paziente era un autolesionista cronico, il cui “trattamento” consisteva in un team di professionisti disponibili e pronti a infliggere il danno definitivo».

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Come riportato da Renovatio 21, in Canada è partita la promozione per offrire la MAiD – il programma eutanatico massivo attivato dal governo di Ottawa – anche per bambini e adolescenti. Non manca nel Paese il dibattito per l’eutanasia dei bambini autistici.   Di fatto, un canadese ogni 25 viene oggi ucciso dall’eutanasia. L’aumento negli ultimi anni è stato semplicemente vertiginoso. E la classe medica, oramai totalmente traditrice di Ippocrate e venduta all’utilitarismo più sadico e tetro, insiste che va tutto bene.   Come riportato da Renovatio 21, qualche mese fa un’altra veterana dell’esercito, divenuta disabile, ha riportato che alcuni funzionari statali avevano risposto alla sua richiesta di avere in casa una rampa per la sedie a rotelle offrendole invece la possibilità di accedere al MAiD – cioè di ucciderla.   Ma non è il caso più folle del degrado assassino raggiunto dallo Stato canadese: ecco l’ecologista che chiede di essere ucciso per la sua ansia cronica riguardo al Cambiamento Climatico, ecco i pazienti che chiedono di essere terminati perché stanchi di lockdown, ecco le proposte di uccisione dei malati di mente consenzienti, e magari pure dei neonati. Il tutto, ovviamente, con il corollario industriale, della predazione degli organi, di cui il Paese ora detiene il record mondiale.
Il Canada del governo Trudeau e del suo successore Carney – dove il World Economic Forum regna, come rivendicato boriosamente da Klaus Schwab – è il Paese dell’avanguardia della Necrocultura. Se lo Stato può ucciderti, ferirti, degradarti, lo fa subito, e legalmente. Magari pure con spot mistico propalato da grandi società private in linea con il dettato di morte. In Canada l’eutanasia viene servita anche alle pompe funebri.   A febbraio l’eutanasia è stata offerta anche ad una signora riconosciuta come danneggiata da vaccino COVID.   Secondo alcuni, l’eutanasia in Canada – che si muove verso i bambini – sta divenendo come una sorta di principio «sacro» dello Stato moderno.   Come abbiamo ripetuto tante volte: lo Stato moderno è fondato sulla Cultura della Morte. La Necrocultura è, incontrovertibilmente, il suo unico sistema operativo. Aborto ed eutanasia (e fecondazione in vitro, e vaccinazioni, anche e soprattutto geniche) sono quindi sue primarie linee di comando.  

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Eutanasia

Francia, accelerazione parlamentare verso il fine vita

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Sebbene alcuni prevedessero un rinvio, si prevede che le discussioni sui due progetti di legge sul fine vita – uno sulle cure palliative, l’altro sul suicidio assistito – si terranno a breve al Senato. Una fonte vicina al presidente del Senato, Gérard Larcher, ha dichiarato alla stampa che è stato raggiunto un accordo per programmare questa revisione entro la fine di ottobre.

 

Alle prese con questioni di sovranità – immigrazione, giustizia, economia – il nuovo governo francese vorrebbe creare un consenso trasversale sulla base della legge naturale, accelerando l’agenda del testo che dovrebbe sancire uno pseudo diritto all’eutanasia in Francia?

 

In ogni caso, un accordo in tal senso sarebbe stato raggiunto durante un incontro del 29 settembre 2025 tra Yaël Braun-Pivet, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Gérard Larcher, e il primo ministro dimissionario, Sébastien Lecornu. Secondo Le Figaro, questo impegno orale era in attesa di conferma definitiva.

 

Prima delle nuove dimissioni, è stato discusso un calendario preciso: una seduta pubblica a partire dal 20 ottobre al Palazzo del Lussemburgo e una votazione formale prevista per il 28 ottobre. Questo ritmo contrasta con le due settimane di discussioni all’Assemblea Nazionale. Anche se l’attuale caos ridimensiona molti aspetti, questo calendario solleva interrogativi.

 

Si tratta semplicemente di finalizzare la revisione di un testo già adottato in prima lettura dall’Assemblea Nazionale? Oppure si tratta di segnare il secondo mandato di Emmanuel Macron con un’importante riforma sociale, una riforma che sarebbe minacciata dallo scioglimento del Parlamento? Gli osservatori sospettano un tacito accordo con il Partito Socialista per facilitare l’adozione di questi testi, un’ipotesi che divide le opinioni.

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«In un clima politico così instabile, programmare un dibattito sulla morte assistita è incomprensibile. Qual è l’urgenza?», chiede un senatore LR, irritato da quella che percepisce come la debolezza di Gérard Larcher di fronte a una riforma ampiamente contestata dalla destra. «Sembra un gioco politico in cui siamo semplici pedine», aggiunge.

 

Questa accelerazione ha sollevato preoccupazioni tra gli operatori sanitari contrari all’eutanasia e al suicidio assistito. La Società Francese di Cure Palliative e di Accompagnamento (SFAP) ha condannato il dibattito frettoloso, in un contesto di incertezza che circonda il bilancio, il disegno di legge sul finanziamento della Previdenza Sociale e le promesse di rafforzare le cure palliative.

 

La strategia decennale, che prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro all’anno per le cure palliative nell’arco di dieci anni, rischia di non essere pienamente attuata. La SFAP sottolinea inoltre che il Comitato consultivo nazionale di etica (CCNE) aveva subordinato qualsiasi passo verso l’assistenza attiva al suicidio a un miglioramento significativo delle cure palliative.

 

Tuttavia, secondo la Corte dei Conti, metà dei francesi che dovrebbero beneficiare di queste cure non vi ha accesso. «In questo contesto, si teme che alcuni pazienti richiedano l’eutanasia a causa della mancanza di accesso a cure palliative adeguate», avverte Ségolène Peruchhio, presidente della SFAP. Anche i sostenitori della liberalizzazione dell’eutanasia sono preoccupati.

 

Pertanto, l’economista Frédéric Bizard, favorevole alla modifica legislativa, sottolinea: «prima di apportare qualsiasi modifica al fine vita, dobbiamo innanzitutto garantire il futuro della previdenza sociale e migliorare l’assistenza agli anziani», avverte. Mette in guardia dal rischio di «ingiustizia sociale di fronte alla morte», dove persone vulnerabili o indigenti potrebbero ricorrere al suicidio assistito a causa della mancanza di alternative.

 

Anche il tempo concesso ai dibattiti in Senato alimenta le critiche. “Ci avevano promesso un dibattito pacifico, ma le condizioni non sono adeguate”, lamenta Ségolène Perruchio, sottolineando che solo il 54% dei parlamentari si è espresso a favore del suicidio assistito. Le relazioni del Senato forniranno una prima indicazione sulla direzione dei dibattiti. Si prevede che il Senato imporrà condizioni restrittive, inefficaci nella pratica, ma l’ultima parola spetterà al Palazzo Borbone.

 

In ogni caso, le dimissioni del Primo Ministro più effimero della Quinta Repubblica, Sébastien Lecornu, rimescolano le carte e potrebbero offrire un inaspettato sollievo alla vita dei più vulnerabili.

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Immagine di Sénat via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

 

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Eutanasia

Gran Bretagna, proposta di legge sul suicidio assistito alla Camera dei Lord

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Il Catholic Herald titolava: «I pari esaminano attentamente la legge sul suicidio assistito mentre cresce l’opposizione», riferendo che la Camera dei Lord discuterà il disegno di legge sugli adulti malati terminali (fine della vita) dopo la sua approvazione da parte della Camera dei Comuni.   Questo disegno di legge, presentato dal deputato laburista Kim Leadbeater, consentirebbe agli adulti malati terminali in Inghilterra e Galles di richiedere assistenza medica per porre fine alla propria vita. È stato approvato dalla Camera dei Comuni all’inizio di quest’estate, appena sette mesi dopo il primo dibattito parlamentare sulla questione.   Il testo è già stato letto alla Camera dei Lord il 23 giugno, un passaggio puramente procedurale senza dibattito. La seconda lettura del 19 settembre sarà la prima occasione per i Lord di esaminare il disegno di legge in dettaglio.   Il suo avanzamento è insolito per un disegno di legge presentato da un parlamentare di base, che in genere affronta un percorso difficile per l’adozione finale. I parlamentari hanno consentito che il disegno di legge fosse valutato nel merito, evitando tattiche procedurali: è stato approvato dalla Camera dei Comuni con voto libero.   Si prevede che la Camera dei Lord avvii il dibattito formale il 19 settembre, dopo una prima sessione puramente formale il 12 settembre. Se i Lord emendano il disegno di legge, questo tornerà alla Camera dei Comuni per un ulteriore esame in un processo parlamentare noto come «ping-pong».   Non è escluso che la Camera dei Lord respinga la legge nella sua interezza, a causa delle numerose lacune del suo quadro giuridico. Va notato che la Camera dei Lord ha già esaminato diversi progetti di legge sul suicidio assistito senza approvarli, con proposte presentate nel 2014, 2020, 2021 e 2024.

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La Camera non eletta comprende membri con esperienza in settori correlati al disegno di legge: medicina, diritto e diritto della disabilità. La Convenzione di Salisbury, che sconsiglia ai Lord di bloccare gli impegni previsti dal programma governativo, non si applica in questo caso. Tuttavia, è raro che i Lord respingano completamente un disegno di legge approvato dalla Camera dei Comuni.   Ma il momento giusto potrebbe rivelarsi decisivo. L’ultimo tentativo di legiferare sul suicidio assistito alla Camera dei Lord, dieci anni fa, fallì a causa dell’elevato numero di emendamenti. I Lord hanno il diritto di presentare e discutere ogni emendamento, il che potrebbe richiedere molto tempo parlamentare.   Gli oppositori avvertono che anche una legge limitata sul suicidio assistito potrebbe compromettere la tutela dei gruppi vulnerabili. Lord Shinkwin, disabile, ha dichiarato: «questo disegno di legge metterebbe una taglia sulla mia testa e su quella di molte persone disabili».   La Conferenza Episcopale Cattolica di Inghilterra e Galles ha espresso la sua opposizione. In documenti scritti presentati alla Commissione per la Legge sul Suicidio Assistito all’inizio di quest’anno, i vescovi hanno sostenuto che la vita è un dono sacro che deve essere apprezzato fino alla morte naturale e che qualsiasi modifica alla legge avrebbe conseguenze sociali dannose.   Hanno espresso preoccupazione per il fatto che il termine «suicidio assistito» offuschi la realtà del suicidio assistito e hanno avvertito che tale legislazione potrebbe minare la fiducia tra medici e pazienti. Hanno inoltre sottolineato che le persone più vulnerabili potrebbero essere messe a rischio da giudizi prematuri o errati.   I vescovi hanno inoltre avvertito che la legalizzazione potrebbe colpire in modo sproporzionato le persone con disabilità e gli anziani, in particolare in un contesto di pressione sui servizi sanitari e sociali. Citando l’esempio di altri Paesi, hanno affermato che una volta legalizzato il suicidio assistito, la sua portata tende ad espandersi oltre le circostanze inizialmente previste.   I vescovi hanno chiesto maggiori investimenti nelle cure palliative, accogliendo con favore l’obbligo legale introdotto nel 2022 per i consigli di assistenza integrati di fornire questi servizi. Hanno ribadito il loro impegno a sostenere i malati e i morenti attraverso l’assistenza pastorale, le cure palliative e l’assistenza spirituale negli ospedali, e hanno ribadito la loro opposizione a qualsiasi legislazione che autorizzi il suicidio assistito o l’eutanasia.   Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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  Immagine di ukhouseoflords via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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