Animali
Orca bombarda turisti del parco acquatico con feci liquide

Un’orca tenuta in cattività ha riservato una sorpresa incredibile al pubblico del SeaWorld San Antonio, in California, alcuni dei quali ora si pentono con estrema amarezza dei loro posti in prima fila.
Come si vede nel video, la balena assassina stava nuotando proprio sul bordo della sua vasca trasparente durante uno spettacolo. Per lo stupore dei presenti, l’animale ha regalato al pubblico uno spettacolo a dir poco imbarazzante: ha emesso una disgustosa poltiglia di escrementi color marrone-verdastro, che fluttuava dall’acqua azzurra della grande piscina. Poi, il colpo da maestro: l’acqua mista alla merda cetacea viene spinta dalla creatura fuori dalla vasca, a lavare quantità di uomini, donne e bambini sconvolti.
Insomma, avete capito: l’orca ha fatto la cacca addosso a diecine di esseri umani. Il messaggio, per quanto ci riguarda, è chiarissimo.
Whale takes a shit at Sea World San Antonio, crowd gets splashed right after pic.twitter.com/vw3kjoG89U
— Dallas Texas TV (@DallasTexasTV) October 19, 2024
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Potete constatarlo dalle immagini, e notare la sequenza, che non può che essere programmata dalla diabolica bestia acquatica. L’orca si tuffa e la folla, inconsapevole, ride. Pochi istanti dopo, il cetaceo salta fuori dall’acqua e atterra con un enorme tonfo, inondando completamente le prime fila del pubblico pagante con una deiezione dal suo mastodontico sistema digerente.
Alcuni ora speculano secondo il solito, estenuante senso di colpa animalista oramai installatosi nella psiche collettiva: è una piccola vendetta per aver tenuto in cattività, dice il piccolo antispecista che è in noi (non in tutti). Ecco giustificato l’odioso atto vandalico: dopotutto queste sono creature molto intelligenti e sociali che hanno capito come distruggere e forse questo è il suo modo di reagire agli spettatori fastidiosi, che sono umani, quindi cancro del pianeta, esseri squilibrati e schiavisti.
Nel tempo c’è chi ha fatto di peggio: non sono poche le persone che arrivano persino a giustificare gli omicidi compiuti dalle orche assassine nei parchi acquatici: vi sono stati numerosi episodi, infatti, dei cetacei che uccidono il loro istruttore. Il documentario Blackfish (2013), mostrato e premiato in tutto il mondo, riportava la storia di Tilikum, un’orca del parco SeaWorld coinvolta nella morte di tre persone. Nel film è narrato che l’aggressività dell’animale potrebbe essere data, oltre che dalla cattura nelle acque islandesi nel 1983, anche dal bullismo subito da altre orche una volta arrivato nel parco acquatico.
Delle 18 orche catturate negli Stati Uniti, tutte sono tenute tra tre parchi SeaWorld, dove sono protagoniste di spettacoli. Tuttavia, di show memorabili le orche lo danno anche in mare in natura.
Come riportato da Renovatio 21 qualche mese fa, nelle acque al largo di Mossel Bay, in Sudafrica, un’orca assassina ha cacciato e ucciso un grande squalo bianco. In una sequenza incredibile della durata di meno di due minuti, l’orca Starboard ha attaccato il povero pescecane, riuscendo a strappargli il fegato: vi è il dubbio che lo spettacolino sia stato fatto solo per gli spettatori umani, di cui l’orca potrebbe aver notato la presenza: tale agghiacciante evento è infatti avvenuto di fronte a un gruppo di turisti a bordo di una barca, che ha assistito con occhi increduli.
Parimenti, due mesi fa è emerso il video di una malvagia gang di orche che caccia e divora vivo un delfino. Renovatio 21 vuole rammentare che non si tratta nemmeno del primo atto di boriosa aggressione che le killer whale praticano contro i loro cugini delfini. A inizio anno venne pubblicato su Instagram un drammatico filmato in cui, in un atto di barbaro e vile teppismo marino, un’orca attaccava un delfino scagliandolo per aria neanche fosse un birillo.
Come noto, e ripetuto ad nauseam da Renovatio 21, il problema maggiore oggi è costituito dall’orrenda mafia delle orche di Gibilterra, che si divertono ad attaccare imbarcazioni da diporto staccando il timone: parliamo di qualcosa come un attacco al giorno.
Come sempre, Renovatio 21, torna a chiedere: quousque tandem. Fino a quando dovremo tollerare l’estrema nequizia di questi mostri marini? Quanto ancora sopportare la belluina malvagità di questi pericolosi pachidermi pinnati?
Sarebbe il caso di cominciare a mettere le cose a posto: per esempio ricordando al cetaceo l’esistenza di quel ristorante a Yokohama che sembra – secondo una testimonianza che Renovatio 21 ha pubblicato senza poterne confermare la veridicità – in grado di portare le orche in tavola, e non per condividere con loro il pasto.
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Oppure ricordare che, qualora il re Maori re Tuheitia Potatau te Wherowhero VII dovesse riuscire con la «Dichiarazione per l’Oceano» ad ottenere che sia concessa la personalità giuridica alle balene, a quel punto scatterebbero querele a più non posso, anche per lo scherzo diarroico di San Antonio e tanti altri atti di stupida crudeltà perpetrati dai leviatani bianconeri.
Arrivati a quel punto, care orche assassine e stronze, altro che SeaWorld: prigioni sarebbero costruite per voi in tutto il pianeta, e tanti saluti ai bambini che vi vengono ad applaudire, agli istruttori che si lasciano ammazzare, ai film Disney e alle campagne antispeciste. Soprattutto, addio al pesce aggratis.
L’ora della vendetta contro lo spregevole cetaceo, lo sentiamo, si avvicina. Vendetta vera, orche in galera!
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Immagine screenshot da Twitter
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Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), dei malati mentali in genere, dei disabili, dei depressi da lockdown, degli angosciati, dei poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Scoiattolo malvagio terrorizza intero quartiere

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A California neighborhood has been overtaken by an aggressive squirrel that has attacked nearly half a dozen residents. One local woman told @ElisePrestonTV of the moment the squirrel suddenly jumped on her leg and ended up sending her to the ER.
“It was biting and scratching,”… pic.twitter.com/fuwomCV0Xj — CBS Evening News (@CBSEveningNews) September 28, 2025
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