Geopolitica
Netanyahu dice alle truppe di combattere in Libano «con tutte le forze»

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato all’esercito del suo Paese (IDF) di continuare a «combattere con tutte le sue forze» contro il Libano, respingendo le richieste internazionali di un cessate il fuoco con Hezbollah.
I commenti sono arrivati poche ore dopo che Stati Uniti e Francia avevano proposto un accordo di cessate il fuoco di 21 giorni tra Israele e il gruppo militante con sede in Libano per far spazio a negoziati più ampi.
«Si tratta di una proposta franco-americana a cui il primo ministro non ha nemmeno risposto», ha affermato giovedì l’ufficio di Netanyahu, che ha anche respinto un rapporto separato che sosteneva che il leader israeliano aveva detto alle truppe di «moderare» il loro assalto a Hezbollah per spianare la strada a una possibile discussione sul cessate il fuoco.
«Il rapporto sulla presunta direttiva di allentare i combattimenti nel nord è l’opposto della verità», ha affermato l’ufficio di Netanyahu. «Il primo ministro ha ordinato all’IDF di continuare a combattere con tutte le sue forze».
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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo omologo francese, Emmanuel Macron, si sono incontrati questa settimana a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York per discutere di come «dare alla diplomazia una possibilità di successo ed evitare ulteriori escalation oltre confine». Hanno esortato sia Israele che il Libano a sostenere la tregua.
«È tempo di un accordo sul confine tra Israele e Libano che garantisca sicurezza e protezione per consentire ai civili di tornare alle loro case. Lo scambio di fuoco dal 7 ottobre, e in particolare nelle ultime due settimane, minaccia un conflitto molto più ampio e danni ai civili», si legge nella dichiarazione congiunta.
Anche il primo ministro libanese Najib Mikati, che ha accolto con favore la proposta di cessate il fuoco temporaneo, avrebbe negato che sia stato raggiunto un accordo con Israele.
Giovedì Israele ha lanciato un attacco su Beirut e una nuova ondata di attacchi nel Libano meridionale, dopo giorni di attacchi che hanno ucciso più di 600 persone e ne hanno sfollate centinaia di migliaia.
Il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che «in Libano si sta scatenando l’inferno», intervenendo a una sessione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Hezbollah ha sostenuto la causa palestinese con sporadici lanci di missili contro installazioni militari israeliane, innescando attacchi tit-for-tat che sono aumentati nel corso dell’ultimo anno.
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Immagine di Israel Defense Forces via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC 2.0
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Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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