Spirito
Mons. Viganò, la Madonna invocata nella lotta con il «Leviatano globalista» e i «servi della Setta Sinodale»: il vescovo ricorda la battaglia di Lepanto
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò il 7 ottobre ha ricordato in un post su X la Battaglia di Lepanto e il ruolo della Beata Vergine Maria svolto nella vittoria delle forze cristiane.
«Ipsa conteret: la Vergine Immacolata, terribile come un esercito schierato, schiaccerà il capo del Serpente».
«Nell’anniversario della Vittoria dell’Armata Cattolica contro i Turchi invochiamo ancora una volta Maria, Auxilium Christianorum, perché protegga i Suoi figli, armati della Corona del Santo Rosario, in questo tremendo scontro con il Leviatano globalista e con i suoi servi della Setta Sinodale».
Ipsa conteret: la Vergine Immacolata, terribile come un esercito schierato, schiaccerà il capo del Serpente.
Nell’anniversario della Vittoria dell’Armata Cattolica contro i Turchi invochiamo ancora una volta Maria, Auxilium Christianorum, perché protegga i Suoi figli, armati… pic.twitter.com/VWGJyRyTxu
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 7, 2024
Aiuta Renovatio 21
La battaglia di Lepanto fu uno scontro navale che ebbe luogo il 7 ottobre 1571 quando una flotta della Lega Santa, una coalizione di stati cattolici organizzata da papa Pio V, inflisse una grave sconfitta alla flotta dell’Impero Ottomano nel Golfo di Patrasso.
Le forze ottomane stavano navigando verso Ovest dalla loro stazione navale di Lepanto (il nome veneziano dell’antica città greca Naupactus) quando incontrarono la flotta della Lega Santa che stava navigando verso est da Messina.
La Lega Santa attribuì la vittoria alla Vergine Maria, la cui intercessione presso Dio avevano implorato per la vittoria attraverso l’uso del Rosario. Andrea Doria aveva conservato una copia dell’immagine miracolosa di Nostra Signora di Guadalupe donatagli dal re Filippo II di Spagna nella cabina di stato della sua nave.
Papa Pio V istituì una nuova festa cattolica di Nostra Signora della Vittoria per commemorare la battaglia, che ora è celebrata dalla Chiesa cattolica come festa di Nostra Signora del Rosario. Il frate domenicano Juan Lopez nel suo libro del 1584 sul rosario afferma che la festa del rosario era offerta «in memoria e in perpetua gratitudine della miracolosa vittoria che il Signore diede al suo popolo cristiano quel giorno contro l’armata turca».
Un brano di musica commemorativa composto dopo la vittoria è il mottetto Canticum Moysis (Cantico di Mosè Esodo 15) Pro victoria navali contra Turcas del compositore spagnuolo residente a Roma Fernando de las Infantas. L’altro brano musicale è il Cantio octo vocum de sacro foedere contra Turcas di Jacobus de Kerle del 1572 («Cantico a otto voci sulla Lega Santa contro i Turchi»).
Ci furono celebrazioni e festività con trionfi e cortei a Roma e Venezia con schiavi turchi in catene.
La vittoria della Lega Santa è di grande importanza nella storia dell’Europa e dell’Impero Ottomano, con la flotta ottomana quasi completamente distrutta e che segna la svolta dell’espansione militare ottomana nel Mediterraneo, sebbene le guerre ottomane in Europa sarebbero continuate per un altro secolo.
È stata a lungo paragonata alla battaglia di Salamina, sia per i parallelismi tattici che per la sua importanza cruciale nella difesa dell’Europa contro l’espansione imperiale. Fu inoltre di grande importanza simbolica in un periodo in cui l’Europa era dilaniata dalle sue stesse guerre di religione a seguito della Riforma protestante.
Papa Pio V istituì la festa di Nostra Signora della Vittoria e Filippo II di Spagna usò la vittoria per rafforzare la sua posizione di «Re Cattolicissimo» e difensore della cristianità contro l’incursione musulmana.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine: Andrea Vicentino (1542-1617), Battaglia di Lepanto (tra il 1571 e il 1600), Museo Correr, Venezia.
Immagine di pubblico dominio CCO via Wikimedia
Spirito
«Siamo stati creati per la gloria»: omelia nella festa di Ognissanti di mons. Viganò
Vos, purpurati martyres, Vos candidati præmio Confessionis, exsules Vocate nos in patriam.
Rabano Mauro Inno Placare, Christe
Dopo la solenne celebrazione della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nell’ultima Domenica di Ottobre, il primo Novembre è dedicato a coloro che con Cristo hanno combattuto il bonum certamen, meritando di trionfare con Lui nella vittoria sfolgorante sul demonio. Il giorno seguente, 2 Novembre, viene ricordato un altro sterminato esercito di anime sante: quelle di coloro che il fuoco del Purgatorio purifica, come l’oro nel crogiuolo, per renderle degne di essere ammesse alla gloria della contemplazione della Maestà divina.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Spirito
Lo stile di Leone XIV: conservare il vero senza rigettare il falso?
In una Nota sullo stile di Papa Leone XIV del 1° giugno 2025, pubblicata sul suo blog e riproposta da Sandro Magister su Settimo Cielo il 2 giugno, Leonardo Lugaresi, esperto di Padri della Chiesa, si sforza di «cogliere un aspetto dello stile di pensiero e di governo di Papa Leone XIV, che mi sembra emergere chiaramente nei suoi primi discorsi; un tratto che merita la massima attenzione per il suo valore paradigmatico, non solo nei contenuti ma anche, e direi soprattutto, nel metodo».
Questo stile, secondo lo studioso italiano, equivale a fare «giusto uso» della tradizione: «raccogliere ciò che c’è di buono in ogni persona, in ogni discorso, in ogni evento, e filtrare ciò che è cattivo».
Spiega: «Ma oggi sarebbe altrettanto sbagliato pretendere che spetti al papa compiere una sorta di “controriforma”. Se posso azzardare una previsione, credo che questo comunque non accadrà. Penso invece che da Leone XIV possiamo attenderci non tanto delle correzioni esplicite o delle formali ritrattazioni di certi aspetti ambigui, confusi e in qualche caso problematici del precedente pontificato, quanto un loro “giusto uso” che, se così posso esprimermi, li “rimetta al loro posto”».
E illustra il suo punto con un esempio: «ad alcuni è dispiaciuto che nel discorso del 19 maggio ai rappresentanti delle altre chiese e di altre religioni papa Leone abbia citato la controversa Dichiarazione di Abu Dhabi».
Sostieni Renovatio 21
«È vero che quel documento contiene il passaggio forse più “problematico” del pontificato di Francesco, perché vi si trova un’affermazione circa la volontà divina che gli uomini aderiscano a religioni diverse dalla fede cristiana che è pressoché impossibile interpretare in modo compatibile con la dottrina cattolica».
«Tuttavia, da parte di chi è ben saldo nella certezza (scritturistica e tradizionale!) che tutti gli uomini sono chiamati a convertirsi a Cristo, perché ‘in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati’ (At 4, 12), si può benissimo citare un altro passo, del tutto innocuo, di quello stesso documento, proprio nella logica che ho cercato di descrivere;»
«È anche in questo modo, io spero, che si realizzerà una sorta di ‘riassorbimento dell’eccezione bergogliana’ nel corpo vivo della tradizione»
«Ah! Con quanta galanteria vengono espresse queste cose!» [Molière, Il Misantropo, Atto I, Scena 2] Le affermazioni eretiche diventano “eccezioni” che devono essere «riassorbite”, diluite in affermazioni “innocenti” per renderle accettabili al «corpo vivo della tradizione»! Con un simile regime, c’è da temere che questo corpo non rimanga vivo a lungo! Ci si può accontentare di «filtrare» l’errore senza rifiutarlo esplicitamente?
Aiuta Renovatio 21
Leone XIV può accontentarsi di aggirare gli errori senza condannarli?
Nelle Res Novæ del 4 agosto, padre Claude Barthe scrive: «Leone XIV, è un fatto, è responsabile dell’eredità di Francesco. Questa eredità, fondamentalmente conciliare, se si escludono la sinodalità, che resiste a qualsiasi tentativo di definizione precisa, e l’impegno ecologico, può essere riassunta in tre testi: Amoris Laetitia e Fiducia Supplicans, sulla morale del matrimonio, e Traditionis Custodes sulla liturgia tradizionale».
Sulla moralità del matrimonio, prosegue, «tutta la difficoltà di Amoris Laetitia si concentra nel paragrafo 301, da cui si potrebbe ricavare la seguente proposizione: “Alcuni di coloro che vivono in adulterio, anche se conoscono la norma che stanno trasgredendo, potrebbero non essere in stato di peccato mortale”».
«Leone XIV dovrebbe abbracciare questo insegnamento bergogliano, che mina gravemente la santità del matrimonio. Aggirarlo abilmente, indirettamente, non sarà sufficiente per invalidarlo. Dovrà necessariamente approvarlo o annullarlo. La Chiesa, infatti, è custode del contenuto della Rivelazione e della dottrina di fede e morale a cui bisogna aderire per essere salvati. […]»
«Non ci si può accontentare, a difesa della fede, di dichiarazioni che mitighino tale eterodossia o la controbilancino con insegnamenti contrari che tuttavia lascino intatta la dottrina difettosa. È necessario, per la salvezza delle anime, sradicare la falsa dottrina».
Riguardo alla Messa tradizionale, padre Barthe osserva che «a causa di papa Bergoglio, la questione è diventata molto semplice: tutto l’approccio repressivo di Traditionis Custodes si basa, infatti, sul suo articolo 1: ‘I libri liturgici promulgati dai santi pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità con i decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano (…)»
«Secondo Traditionis Custodes, a seguito della riforma conciliare, la liturgia romana precedente a questa riforma ha quindi perso il suo status di lex orandi. […] (Certamente) è estremamente auspicabile che il nuovo papa conceda a questa liturgia, direttamente o indirettamente, maggiore libertà. Ma, nonostante ciò, resta da insegnare nella Chiesa la seguente proposizione: “I libri liturgici in vigore prima della riforma di Paolo VI non esprimono la lex orandi del Rito Romano”»
Iscriviti al canale Telegram ![]()
«La questione che il Magistero della Chiesa è ora chiamato a risolvere è questa: questa proposizione è vera o falsa? Se è falsa, deve essere condannata, con tutte le conseguenze che ne conseguono».
Pertanto, un uso sapiente della «tradizione vivente» per assorbire le «eccezioni bergogliane» sembra non solo insufficiente, ma soprattutto pericoloso. Anche in questo caso, solo il futuro potrà dirlo. E il futuro appartiene a Dio.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di Lula Oficial via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International; immagine tagliata
Spirito
Filippine: le sette evangeliche riscuotono un successo clamoroso
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Pensiero1 settimana faMiseria dell’ora legale, contro Dio e la legge naturale
-



Autismo7 giorni faIl più grande fattore di rischio per l’autismo? Bombardare i bambini piccoli con vaccini multipli
-



Vaccini6 giorni faI gravi effetti avversi del vaccino nei tribunali tedeschi
-



Spirito2 settimane fa«Umiliazione della Chiesa dinanzi a un eretico concubinario globalista»: Mons. Viganò sulla preghiera congiunta del re britannico col papa
-



Spirito1 settimana faCristo Re, il cosmo divino contro il caos infernale. Omelia di Mons. Viganò
-



Misteri5 giorni faHalloween festa di sangue: lista aggiornata dell’orrore
-



Pensiero2 settimane faMons. Viganò: dissonanza cognitiva e rivelazione del metodo, il colpo da maestro di Satana
-



Necrocultura1 settimana faLa generazione perduta nel suo egoismo













