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Messaggio spirituale di Monsignor Viganò per il Natale 2021

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Renovatio 21 pubblica questo messaggio spirituale di Monsignor Carlo Maria Viganò.

 

 

NATIVITAS DOMINI NOSTRI JESU CHRISTI
SECUNDUM CARNEM

 

Octavo Kalendas Januarii, Luna undetricesima, innumeris transactis sæculis a creatione mundi, quando in principio Deus creavit cælum et terram, et hominem formavit ad imaginem suam; permultis etiam sæculis ex quo post diluvium Altissimus in nubibus arcum posuerat signum fœderis et pacis; a migratione Abrahæ, patris nostri in fide, de Ur Chaldaeorum sæculo vigesimo primo; ab egressu populi Israël de Ægypto, Moyse duce, sæculo decimo tertio; ab unctione David in regem anno circiter millesimo; hebdomada sexagesima quinta juxta Danielis prophetiam; Olympiade centesima nonagesima quinta; ab Urbe condita anno septingentesimo quinquagesimo secundo; anno imperii Cæsaris Octaviani Augusti quadragesimo secundo, toto orbe in pace composito, Jesus Christus, æternus Deus æternique Patris Filius, mundum volens adventu suo piissimo consecrare, de Spiritu Sancto conceptus novemque post conceptionem decursis mensibus in Bethlehem Judae nascitur ex Maria Virgine factus homo. Nativitas Domini nostri Jesu Christi secundum carnem.

Martyrologium Romanum, 25 Dec.

 

 

 

 

Come ogni anno, nel ciclo delle stagioni e della Storia, la Santa Chiesa celebra la Nascita secondo la carne di Nostro Signore Gesù Cristo, eterno Dio e Figlio dell’eterno Padre, concepito per opera dello Spirito Santo dalla Vergine Maria.

 

Con le parole solenni della liturgia, la Nascita del Redentore si impone all’umanità dividendo il tempo in un prima e un dopo. Nulla sarà più come prima: da quel momento il Signore si incarna per compiere l’opera della Salvezza e strappa definitivamente dalla schiavitù di Satana l’uomo caduto in Adamo.

 

Questo, cari figli, è il nostro Grande Reset, con il quale la divina Provvidenza ha restaurato l’ordine infranto dall’antico Serpente con il Peccato Originale dei nostri Progenitori. Un Reset dal quale sono esclusi gli angeli apostati, e il loro capo Lucifero, ma che ha concesso a tutti gli uomini la grazia di poter beneficiare del Sacrificio del Dio fatto uomo e riacquistare la vita eterna a cui erano destinati sin dalla creazione di Adamo. 

 

Quale mirabile gesto di Misericordia, per delle creature ribelli sin dal principio, da parte del loro Creatore.

 

Quale divina Carità, che all’uomo disobbediente ha concesso il riscatto della sua colpa infinita accettando l’offerta del Suo divin Figlio sulla Croce.

 

Quale divina Umiltà, che all’orgoglio dell’uomo ha risposto con l’obbedienza della Seconda Persona della Santissima Trinità, incarnatasi propter nos homines et propter nostram salutem.

 

Questo è il vero Nuovo Ordine, voluto da Dio e destinato a durare nell’eternità dei secoli, dopo le mille battaglie di una guerra in cui l’eterno Sconfitto cerca di impedire alla gloria della Maestà divina di esser condivisa da noi, povere creature mortali.

 

Questo è il trionfo di Colui che non si accontenta di creare l’uomo nelle sue perfezioni e di concedergli la Sua amicizia, ma dopo che egli Lo ha tradito consegnandosi come schiavo al Demonio, ha stabilito di riacquistarlo – redemptio è appunto l’istituto del diritto romano con cui lo schiavo è riscattato e torna libero – a prezzo del Sangue Preziosissimo del Suo Figlio Unigenito.

 

Ed è il trionfo anche della Madre di Dio, che nel Mistero dell’Incarnazione ha dato alla luce il Redentore, quel Santo Bambino destinato a patire e a morire per noi. Colei che nel Protoevangelo è stata promessa come vincitrice del Serpente, nell’eterna inimicizia tra la Sua stirpe e il Nemico.

 

 

Per questo venne raccolto il popolo che fu l’eletto; per questo esso fu condotto nella terra promessa.

 

Per questo lo Spirito Santo ispirò i Profeti indicando il tempo e il luogo di questa Nascita.

 

Per questo gli Angeli intonarono il loro Gloria sulla grotta, e i Magi seguirono la Stella per adorare il Bambino avvolto in fasce come il figlio di un re.

 

Per questo la Vergine cantò il suo Magnificat e il piccolo San Giovanni Battista trasalì nel ventre di Santa Elisabetta.

 

Per questo Simeone pronunziò il Nunc dimittis tenendo tra le braccia il Messia promesso. 

 

Veni, Emmanuel: captivum solve Israël. Vieni, o Emmanuele: libera il Tuo popolo prigioniero.

 

Liberalo anche oggi, come lo liberasti con la Tua santissima Nascita e con la Tua Passione e Morte.

 

Libera la Santa Chiesa svelando i falsi pastori e i mercenari, come svelasti l’invidia dei Sommi Sacerdoti e i loro silenzi sulle Profezie messianiche, nascoste ai semplici.

 

Libera le nazioni dai cattivi governanti, dalla corruzione, dalla schiavitù del potere e del denaro, dall’asservimento al Principe di questo mondo, dalla menzogna della falsa libertà, dall’inganno di un falso progresso, dalla ribellione alla Tua santa Legge.

 

Libera ciascuno di noi dalle sue miserie, dal peccato, dall’orgoglio, dalla presunzione di potersi salvare senza di Te.

 

Liberaci dalla malattia che affligge la nostra anima, dalla pestilenza dei vizi che ammorbano la nostra vita, dall’illusione di poter sconfiggere la morte, che è mercede della nostra ribellione.

 

Poiché Tu solo, o Signore, sei il vero Liberatore; solo in Te che sei Verità saremo liberi, vedremo cadere le catene che ci legano al mondo, alla carne e al Diavolo. 

 

Veni, o Oriens. Vieni, Oriente: allontana le ombre della notte e disperdi le tenebre notturne.

 

Veni, Clavis Davidica. Vieni, chiave di David, spalanca la patria celeste; rendi sicura la via dei cieli e chiudi lʼaccesso allʼinferno.

 

Veni, Adonai. Vieni, o Potenza, che al Tuo popolo sul Sinai hai donato la legge dallʼalto, nella maestà della gloria.

 

Veni, Rex gentium. Vieni, Re dei popoli, a regnare su di noi, Principe della pace, Angelo del Gran Consiglio.

 

Vieni e scendi nel tempo e nella Storia, scuoti questa infernale Torre di Babele che ci siamo costruiti sfidandoTi nella Tua Maestà. 

 

Vieni, Signore. Perché in questi due anni di follia pandemica abbiamo compreso che l’Inferno non consiste tanto nei patimenti del corpo, ma nella disperazione di saperTi lontano, nel Tuo silenzio, nel lasciarci sprofondare nell’orrore sordo della Tua assenza. 

 

E sia benedetta la Tua Santissima Madre e Madre nostra, che ci hai lasciato accanto in questi giorni terribili come nostra Avvocata, perché nella visione di quest’inferno in terra possiamo trovare il farmaco spirituale grazie al quale accoglierTi nella nostra anima, nelle nostre famiglie, nelle nostre Nazioni, restituendoTi quella corona che Ti abbiamo usurpato. 

 

Benedici, o Re Bambino, quanti si lasceranno conquistare dal Tuo amore, per il quale non hai esitato ad incarnarTi e a morire per noi.

 

A questo Amore divino possa rispondere lo stupore riconoscente di chi, morto in Adamo, in Te nuovo Adamo è rinato; di chi, caduto con Eva, in Maria nuova Eva può nuovamente risollevarsi.

 

E così sia.

 

 

Mons. Carlo Maria Viganò

Arcivescovo

 

 

 

Sabbato Quattuor Temporum Adventus

18 Dicembre 2021

 

 

 

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Mons. Viganò: la chiesa sinodale è un «customer service»

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha pubblicato su X un’ulteriore condanna della chiesa sinodale auspicata prima da papa Bergoglio ed ora da papa Prevost.

 

«Nostro Signore, Verbo eterno del Padre, ha detto: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato ha vita eterna” (Gv 5, 24). Così vale per la Chiesa, Suo mistico Corpo: essa è maestra e le si deve ascolto e filiale obbedienza» scrive monsignore.

 

«La chiesa sinodale non proclama la Parola di Dio: ascolta il vociare confuso del mondo, “i tuoi pensieri, i tuoi dubbi, le tue domande”; perché secondo Leone “nessuno possiede la verità tutta intera”. Ed è perfettamente coerente nella sua inutilità, nel suo continuo e patetico cercare di compiacere il mondo».

 

Quando cerca di sembrare à la page, il massimo che sanno proporre le sue fervide menti è allestire postazioni da “Customer Service” di una società immobiliare al posto del tradizionale confessionale» accusa Sua Eccellenza.

 

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Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi mesi monsignor Viganò aveva parlato di una «chiesa sinodale» che si «spaccia per cattolica». Un anno fa Viganò, in occasione del Sinodo sulla Sinodalità, disse che «il papato cattolico non esiste più» e la «nuova chiesa sinodale» richiama «la fiaccola della ribellione di Lucifero».

 

Il prelato ha accusato questa «chiesa conciliare-sinodale» di essere schierata con i nemici della Chiesa cattolica. L’arcivescovo ha altresì parlato di «sinagaga di Satana, l’antichiesa conciliare e sinodale» fatta da «corrotti ministri» della «setta di traditori e rinnegati».

 

L’anno passato, in occasione dell’anniversario della battaglia di Lepanto, monsignor Viganò invocò la Madonna nella lotta contro il «Leviatano globalista» e i «servi della Setta Sinodale».

 

Come riportato da Renovatio 21, tre settimane fa Sua Eccellenza ha dichiarato che «chi aderisce al Concilio si rende responsabile della demolizione della Chiesa». Monsignor ha quindi parlato di una chiesa ridotta a simulacro con un unico dogma irrinunziabile, cioè il riconoscimento del Concilio Vaticano II.

 

In un messaggio di fine estate, Viganò aveva detto che il sacerdozio conciliare e la sua mediocrità fanno gioire Satana.

 

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Programma del primo viaggio apostolico di Papa Leone XIV

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Questo viaggio, che porterà papa Leone XIV in Turchia e Libano, è previsto dal 27 novembre al 2 dicembre 2025. Include un pellegrinaggio a Iznik, l’attuale Nicea, per commemorare il 1700° anniversario del primo concilio ecumenico della storia.   La Santa Sede ha svelato il 27 ottobre il programma ufficiale del primo viaggio apostolico di papa Leone XIV in Turchia e Libano. Il programma comprenderà numerosi discorsi, incontri istituzionali, celebrazioni ecumeniche, momenti di preghiera nei siti archeologici di Nicea, una visita alla Moschea Blu di Istanbul e una sosta al porto di Beirut.

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Incontri speciali

Ankara, Istanbul, Iznik, poi Beirut, Annaya, Harissa, Bkerké accoglieranno il papa che, secondo le sue spiegazioni, si recherà nei due Paesi mediorientali per esaudire il desiderio del suo predecessore Francesco e portare un messaggio di pace in questa regione del mondo colpita da guerre e tragedie di vario genere.   È previsto un incontro ecumenico a Iznik, fulcro delle celebrazioni per il 1700° anniversario del Concilio di Nicea. L’incontro prevede la firma di una dichiarazione congiunta con il Patriarca di Costantinopoli a Istanbul e una visita alla Moschea Blu, che in passato ha ospitato Benedetto XVI e Francesco. In Libano, è prevista una sosta al porto di Beirut e una preghiera sulla tomba di Charbel Makhlouf nel monastero di Annaya.  

Turchia

Dopo l’arrivo in Turchia, Papa Leone XIV visiterà il mausoleo di Atatürk, fondatore del moderno stato laico che abolì il califfato ottomano con la Costituzione del 1937, e poi il palazzo presidenziale per un incontro con il presidente Recep Tayyip Erdoğan. Si recherà quindi a Istanbul.   Il secondo giorno incontrerà vescovi, sacerdoti, diaconi, persone consacrate e operatori pastorali presso la Cattedrale dello Spirito Santo, quindi visiterà la Casa delle Piccole Sorelle dei Poveri, presente in Turchia da oltre 120 anni, prima di recarsi a Iznik per una celebrazione ecumenica. Ritornerà quindi a Istanbul.   Il giorno seguente, ha visitato la Moschea Blu, poi ha incontrato i capi delle Chiese non cattoliche. Ha poi incontrato Bartolomeo al Palazzo Patriarcale: hanno firmato una dichiarazione congiunta, prima che il Papa si recasse a celebrare la Messa alla Volkswagen Arena.

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Libano

Domenica 30 novembre, Papa Leone XIV parteciperà alla Divina Liturgia (ortodossa…) presso la Chiesa Patriarcale di San Giorgio, seguita da una benedizione ecumenica. Il successore di Pietro si recherà poi a Beirut, dove incontrerà il Presidente Joseph Aoun e altre autorità civili.   Il 1° dicembre, visita al Monastero di San Marone e preghiera sulla tomba di Charbel Makhlouf. Poi, visita al Santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, dove Léon incontrerà il clero locale, seguito da un’udienza privata con i patriarchi cattolici. È previsto anche un incontro ecumenico e interreligioso.   L’ultimo giorno prevede una visita agli operatori sanitari e ai pazienti dell’ospedale De La Croix, seguita da una preghiera silenziosa al porto di Beirut, luogo dell’esplosione che, il 4 agosto 2020, ha ucciso più di 200 persone e ne ha ferite 7.000. La messa verrà poi celebrata sul lungomare.   Questa visita «sulle orme di Francesco», che contiene tutte le caratteristiche dei viaggi degli ultimi papi dopo Giovanni Paolo II, in particolare i ripetuti incontri ecumenici, inserisce chiaramente papa Leone XIV nel solco scavato da questi papi del Vaticano II, e non è certo un segno favorevole per il resto del pontificato.   Articolo previamente apparso suFSSPX.News.  

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Immagine di OneArmedMan via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
   
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Dies irae 2025. Solvet seclum in favilla

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Come ogni anno, usiamo questo giorno per meditare sul mistero ultimo, ascoltando il Dies irae.

 

Dies irae, dies illa / Solvet seclum in favilla.

 

Il giorno dell’ira, quel giorno che / dissolverà il mondo terreno in cenere.

 

Sentiamo di non aver altre parole da aggiungere qui. Solo l’ascolto del profondo.

 

 

Dies irae, dies illa,

Solvet seclum in favilla,

Teste David cum Sibylla.

 

Quantus tremor est futurus,

Quando judex est venturus,

Cuncta stricte discussurus.

 

Tuba, mirum spargens sonum,

Per sepulchra regionum,

Coget omnes ante thronum.

 

Mors stupebit et natura,

Cum resurget creatura,

Judicanti responsura.

 

Liber scriptus proferetur,

In quo totum continetur,

Unde mundus iudicetur.

 

Judex ergo cum sedebit,

Quidquid latet apparebit,

Nil inultum remanebit.

 

Quid sum miser tunc dicturus?

Quem patronum rogaturus,

Cum vix iustus sit securus?

 

Rex tremendae majestatis,

Qui salvandos salvas gratis,

Salva me, fons pietatis.

 

Recordare, Jesu pie,

Quod sum causa tuae viae,

Ne me perdas illa die.

 

Quaerens me, sedisti lassus;

Redemisti crucem passus;

Tantus labor non sit cassus.

 

Iuste judex ultionis,

Donum fac remissionis,

Ante diem rationis.

 

Ingemisco tamquam reus;

Culpa rubet vultus meus;

Supplicanti parce, Deus.

 

Qui Mariam absolvisti,

Et latronem exaudisti,

Mihi quoque spem dedisti.

 

Preces meae non sunt dignae,

Sed tu bonus, fac benigne,

Ne perenni cremer igne.

 

Inter oves locum praesta,

Et ab haedis me sequestra,

Statuens in parte dextra.

 

Confutatis maledictis,

Flammis acribus addictis,

Voca me cum benedictis.

 

Oro supplex et acclinis;

Cor contritum quasi cinis;

Gere curam mei finis.

 

Lacrimosa dies illa,

Qua resurget ex favilla

 

Judicandus homo reus;

Huic ergo parce Deus.

 

Pie Jesu Domine,

Dona eis requiem. 

 

 

Il giorno dell’ira, quel giorno che

dissolverà il mondo terreno in cenere

come annunciato da Davide e dalla Sibilla.

 

Quanto terrore verrà

quando il giudice giungerà

a giudicare severamente ogni cosa.

 

La tromba diffondendo un suono mirabile

tra i sepolcri del mondo

spingerà tutti davanti al trono.

 

La Morte e la Natura si stupiranno

quando risorgerà ogni creatura

per rispondere al giudice.

 

Sarà presentato il libro scritto

nel quale è contenuto tutto,

dal quale si giudicherà il mondo.

 

E dunque quando il giudice si siederà,

ogni cosa nascosta sarà svelata,

niente rimarrà invendicato.

 

In quel momento che potrò dire io, misero,

chi chiamerò a difendermi,

quando a malapena il giusto potrà dirsi al sicuro?

 

Re di tremendo potere,

tu che salvi per grazia chi è da salvare,

salva me, fonte di pietà.

 

Ricorda, o pio Gesù,

che io sono la causa del tuo viaggio;

non lasciare che quel giorno io sia perduto.

 

Cercandomi ti sedesti stanco,

mi hai redento con il supplizio della Croce:

che tanto sforzo non sia vano!

 

Giusto giudice di retribuzione,

concedi il dono del perdono

prima del giorno della resa dei conti.

 

Comincio a gemere come un colpevole,

per la colpa è rosso il mio volto;

risparmia chi ti supplica, o Dio.

 

Tu che perdonasti la peccatrice,

tu che esaudisti il buon ladrone,

anche a me hai dato speranza.

 

Le mie preghiere non sono degne;

ma tu, buon Dio, con benignità fa’

che io non sia arso dal fuoco eterno.

 

Assicurami un posto fra le pecorelle,

e tienimi lontano dai caproni,

ponendomi alla tua destra.

 

Una volta smascherati i malvagi,

condannati alle fiamme feroci,

chiamami tra i benedetti.

 

Prego supplice e in ginocchio,

il cuore contrito, come ridotto a cenere,

prenditi cura del mio destino.

 

Giorno di lacrime, quello,

quando risorgerà dalla cenere

il peccatore per essere giudicato.

 

Perdonalo, o Dio pio Signore Gesù,

dona a loro la pace.

 

 

+ Amen

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Immagine: Fra Angelico (circa 1395–1455), Cranio di Adamo sul monte Golgota, particolare di una crocifissione con San Nicola e San Francesco (1435), oratorio di San Niccolò del ceppo, Firenze.

Immagine di pubblico dominio CC0 Via Wikimedia


 

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