Geopolitica
Manifestanti filopalestinesi danno fuoco all’ambasciata israeliana a Città del Messico
Manifestanti filo-palestinesi hanno dato fuoco al muro dell’ambasciata israeliana a Città del Messico, dopo essersi scontrati con la polizia antisommossa schierata per tenerli lontani.
Circa 200 persone si sono radunate martedì fuori dal complesso, nel quartiere di Lomas de Chapultepec, per la manifestazione «Azione urgente per Rafah». Domenica un attacco aereo israeliano aveva ucciso almeno 45 palestinesi nella città di Gaza.
Alcuni manifestanti, che portavano sciarpe sul viso, hanno lanciato sassi e bombe molotov contro la polizia messicana in tenuta antisommossa e hanno preso d’assalto la barricata eretta per bloccare loro l’accesso alla missione diplomatica.
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I video che circolavano sui social media mostravano la polizia che lottava per spegnere il muro in fiamme del complesso, i manifestanti che cercavano di dare fuoco all’ambasciata e gli scontri con le forze di sicurezza.
È possibile sentire i manifestanti scandire lo slogan «no es una guerra, es un genocidio».
Mexican protesters escalate outside the Israeli embassy in Mexico City, starting a fire, trying to break through the fence, and throwing Molotov cocktails in protest against Israel’s brutal war on Gaza. pic.twitter.com/vp6JGYgXZy
— Palestine and MENA Info Center (@PALMENA_IC) May 29, 2024
In protest against Israel’s genocide in Gaza, Mexican protesters escalate outside the Israeli embassy in Mexico City, starting a fire, trying to break through the fence, and throwing Molotov cocktails. pic.twitter.com/YvaKRjkm8a
— The Cradle (@TheCradleMedia) May 29, 2024
????????????????Clashes erupt at Mexico City protest against Israel’s war on Gaza.
Protestors are trying to set the Israeli embassy on fire! pic.twitter.com/4zZLtzkJur
— Lord Bebo (@MyLordBebo) May 29, 2024
???? AGORA: Pessoas contra o genocídio incendiaram a Embaixada de Israel no México????????
Os mexicanos fizeram isso em resposta ao massacre perpetrado por Israel???????? no campo de refugiados em Rafah…????????
Bravos ???? ???? ???? mexicanos pic.twitter.com/DBZQ9QAwKc
— Junior Barbosa (@JuniorB71454743) May 29, 2024
MORE SCENES FROM ISRAEL EMBASSY IN MEXICO pic.twitter.com/1ASKo7L7qY
— Lou Rage (@lifepeptides) May 29, 2024
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Il Messico ha depositato una dichiarazione di intervento presso la Corte Internazionale di Giustizia, a sostegno della denuncia del Sud Africa che accusa Israele di «genocidio» contro i palestinesi di Gaza.
Venerdì scorso, il tribunale delle Nazioni Unite ha ordinato allo Stato Ebraico di «fermare immediatamente la sua offensiva militare e qualsiasi altra azione nel governatorato di Rafah, che possa infliggere al gruppo palestinese di Gaza condizioni di vita che potrebbero portare alla sua distruzione fisica totale o parziale».
Israele ha comunque respinto le accuse di genocidio e ha affermato che le sue operazioni a Gaza sono in piena conformità con la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia.
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno sostenuto che le morti in un campo profughi a Rafah sono state causate da schegge che hanno colpito i serbatoi di carburante durante l’attacco legittimo di domenica contro i militanti di Hamas, mentre il primo Beniamino Netanyahu ha descritto le morti civili come «un tragico errore».
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto che l’IDF intende insistere sull’attacco a Rafah per distruggere Hamas e liberare tutti gli ostaggi presi durante l’attacco del 7 ottobre scorso da parte del gruppo armato palestinese.
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Geopolitica
«Può combattere fino a consumare il suo piccolo cuore»: Trump sul possibile rifiuto di Zelens’kyj agli accordi
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Geopolitica
Wargame USA sulla cacciata di Maduro: il risultato è un «caos a lungo termine»
Un’esercitazione ufficiale statunitense, condotta nel 2019, per rovesciare il presidente venezuelano Nicolás Maduro, ha concluso che, indipendentemente dal fatto che il rovesciamento fosse ottenuto tramite un colpo di stato militare, una rivolta popolare o un’azione militare statunitense, avrebbe prodotto «caos per un periodo di tempo prolungato senza possibilità di porvi fine». Lo riporta il New York Times.
L’esercitazione del 2019 ha coinvolto «funzionari di tutto il governo degli Stati Uniti, inclusi quelli del Pentagono e del Dipartimento di Stato». Il riassunto dell’esito dell’esercitazione citato è tratto dal rapporto non classificato sull’esercitazione del 2019, scritto per i funzionari del Pentagono dell’epoca dal consulente per la sicurezza nazionale ed ex reporter del Washington Post Douglas Farah, scrive il giornale neoeboraceno.
Il Farah, non considerabile come pro-Maduro, aveva partecipato all’esercitazione mentre era ricercatore presso la National Defense University. «Non si può avere un immediato cambiamento epocale» nel governo del Paese senza conseguenze, ha detto il giornalista, «non si avrebbe alcun comando e controllo sull’esercito e nessuna forza di polizia. Ci sarebbero saccheggi e caos. Qualsiasi dispiegamento militare statunitense volto a stabilizzare il Paese richiederebbe probabilmente decine di migliaia di soldati».
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Il New York Times ricorda che l’intervento militare statunitense ad Haiti nel 1994 per deporre la giunta militare richiese circa 25.000 uomini, e «il Venezuela è circa 33 volte più grande di Haiti, o circa il doppio della California». Allo stesso modo, George H.W. L’invasione di Panama da parte di Bush nel 1989 per rovesciare Manuel Noriega richiese 27.000 soldati statunitensi per «un Paese grande meno di un decimo del Venezuela».
Giorni fa il Segretario del dipartimento della Guerra Pete Hegseth ha elogiato la designazione, da parte del dipartimento di Stato, del cosiddetto «Cartel de los Soles» come “Organizzazione Terroristica Straniera» (FTO), una designazione che entrerà in vigore il prossimo 24 novembre. L’amministrazione Trump sostiene che il «cartello dei Soli», la cui esistenza non è mai stata provata, sia guidato da Nicolas Maduro e coinvolga i suoi massimi funzionari militari e di gabinetto.
La designazione FTO «apre un sacco di nuove opzioni» per le azioni contro i cartelli, sia via terra che via mare, che l’esercito statunitense può offrire al presidente, ha dichiarato Hegseth a One America News Network (OAN) in un’intervista andata in onda il 20 novembre. «Quindi nulla è escluso, ma nulla è automaticamente sul tavolo».
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Geopolitica
Fico: la Russia emergerà come «vincitrice assoluta» nel conflitto in Ucraina
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