Ambiente
Magnifici rettori e dove trovarli
La rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia è magnifica. Di nome e di fatto. È magnificamente intervenuta qualche giorno fa in occasione della revoca del foglio di via (divieto di accesso in città) che era stato irrogato dal Questore nei confronti di una brava studentessa attivista di Extinction Rebellion.
Durante una protesta – inscenata appena dopo un’altra in cui era stata imbrattata la basilica di San Marco – la studiosa fanciulla, insieme a suoi colleghi, aveva tinto di verde l’acqua del Canal Grande gettando un composto chimico sotto il ponte di Rialto, dal quale poi si era calata penzoloni appendendosi ai capitelli del ‘500.
Secondo i suoi amici il provvedimento «era totalmente illegittimo, poiché Margherita vive e studia a Venezia». Il che non fa una grinza: uno può commettere impunemente reati dove abita e studia perché, per via dell’abitazione e dello studio, gode di immunità territoriale, un po’ come il corpo diplomatico.
ORA!
EXTINCTION REBELLION IN AZIONE AL PONTE DI RIALTO!
Contro il ridicolo andamento della #COP28, gli attivisti di XR Venezia si sono appesi al Ponte di Rialto.
Durante l’azione è stata versata fluorescina, un colorante non inquinante, nel Canal Grande!
1/4 pic.twitter.com/dzdxSMv8Kf— Extinction Rebellion Italia (@XrItaly) December 9, 2023
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Al traino degli impegnati ragazzotti, una cinquantina di chiarissimi docenti dell’ateneo, colpita dal folgorante (folgorato) ragionamento, lo ha subito fatto proprio, e a sua volta ha manifestato preoccupazione per la indebita criminalizzazione della giovane abitatrice studiosa e per l’attacco alla libertà di manifestazione del pensiero, parlando – chiarissimamente – di «atto intimidatorio e non salutare per una società democratica» (l’atto del questore, intendono, non della fanciulla). Chiarissimo.
E infine è arrivata lei, la magnifica, ad esprimere sollievo per la revoca del Daspo nei confronti della studentessa abitatrice perché «il diritto allo studio è un diritto fondamentale e inalienabile della persona e, come rettrice, ritengo vada garantito». Quanta magnanimità istituzionale. Quale afflato democratico. Nel nome supremo del «diritto allo studio». Magnifico.
Che dire? Non si ricordano altrettanto magnifiche parole della magnifica quando a essere esclusi dall’ateneo, dalle biblioteche, dai teatri e da tutti i luoghi di cultura di Venezia erano gli studenti – anch’essi regolarmente iscritti e domiciliati in città, come Margherita – privi di lasciapassare verde, ovvero di una tessera politica marchiata a fuoco sulla propria carne.
Non si ricordano nemmeno chiarissime parole di solidarietà di chiarissimi docenti. Men che meno arringhe di bravi studenti impegnati e ribelli. Anzi, si ricordano chiarissime insolenze, chiarissime denigrazioni, chiarissime intimidazioni e, da parte della magnifica, magnifici silenzi in risposta a molte cortesi richieste di incontro, o di semplice interlocuzione.
In tutto questo, il patriarcato tace. Lo capiamo. Sua eccellenza reverendissima avrà pensato che ci mancava pure quello.
Quesito d’esame. Dica il candidato: tra le due, qual è stata la protesta vera e genuina, e quale quella falsa e teleguidata?
Grazie, magnifica, per aver suggerito la soluzione a voce alta. Noi la sapevamo già.
Elisabetta Frezza
Articolo previamente apparso su Ricognizioni.
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Immagine screenshot da YouTube
Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche
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Ambiente
Donna afferma che il datacenter AI di Zuckerberg le ha inquinato l’acqua del rubinetto
Una pensionata della Georgia rurale ha accusato il nuovo centro dati AI di Meta, situato a circa 360 metri da casa sua, di inquinarle l’acqua. Lo riporta la BBC.
La cittadina Beverly Morris ritiene che la costruzione del data center del gigante della tecnologia abbia danneggiato il suo pozzo d’acqua privato, causando un accumulo di sedimenti. «Ho paura di bere quell’acqua, ma la uso comunque per cucinare e per lavarmi i denti», ha detto Morris. «Se mi preoccupa? Sì».
Meta ha negato queste accuse, dichiarando alla BBC che «essere un buon vicino è una priorità». L’azienda ha commissionato uno studio sulle falde acquifere, scoprendo che il suo data center «non ha influito negativamente sulle condizioni delle falde acquifere nella zona».
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L’incidente evidenzia come un’imponente spinta alla costruzione di infrastrutture per supportare modelli di Intelligenza Artificiale incredibilmente dispendiosi in termini di energia, stia sconvolgendo i vari ecosistemi che vedono il nascere di questi data center. Stiamo solo iniziando a comprendere l’enorme impatto ambientale della tecnologia di intelligenza artificiale, dall’enorme consumo di acqua all’enorme impronta di carbonio dovuta alle emissioni in aumento.
La situazione non fa che peggiorare, con aziende come OpenAI, Google e Meta che continuano a investire decine di miliardi di dollari nella costruzione di migliaia di data center in tutto il mondo. Recentemente i ricercatori hanno stimato che la domanda globale di intelligenza artificiale potrebbe arrivare a consumare fino a 1,7 trilioni di galloni d’acqua all’anno entro il 2027, più di quattro volte il prelievo idrico totale di uno stato come la Danimarca.
Da allora gli attivisti hanno segnalato il rischio di pericolosi deflussi di sedimenti derivanti dai lavori di costruzione, che potrebbero riversarsi nei sistemi idrici, come potrebbe accadere al pozzo della signora Morris.
Resta da vedere quanto l’industria dell’Intelligenza Artificiale si impegnerà per la cosiddetta sostenibilità. Dopo aver dato grande risalto ai propri sforzi per ridurre le emissioni all’inizio del decennio, l’aumento di interesse per l’intelligenza artificiale ha cambiato radicalmente il dibattito.
E man mano che i modelli di intelligenza artificiale diventano più sofisticati, necessitano di energia esponenzialmente maggiore, e questa situazione non potrebbe che aggravarsi.
Come riportato da Renovatio 21, il CEO di Meta Mark Zuckerberg, nel suo tentativo sempre più disperato di tenere il passo nella corsa all’IA, sta espandendo l’infrastruttura dei data center il più velocemente possibile, con Meta che sta «prioritizzando la velocità sopra ogni altra cosa» allestendo delle «tende» per aggiungere ulteriore capacità e spazio ai suoi campus dei data center. I moduli prefabbricati sono progettati per ottenere la potenza di calcolo online il più velocemente possibile, sottolineando la furiosa corsa di Meta per costruire la capacità di modelli di intelligenza artificiale sempre più richiedenti energia.
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Un nuovo rapporto del Berkeley Lab – che analizza la domanda di elettricità dei data center – prevede che questa stia esplodendo da un già elevato 4,4% di tutto il consumo di elettricità in ambito statunitense, a un possibile 12% di consumo di elettricità in poco più di tre anni, entro il 2028.
Il fenomeno è globale: in Irlanda, i data center consumano già il 18% della produzione totale di elettricità. Secondo il rapporto, il consumo di energia dei data center è stato stabile con una crescita minima dal 2010 al 2016, ma ciò sembra essere cambiato dal 2017 in poi, con l’uso dei data center e dei «server accelerati» per alimentare applicazioni di Intelligenza Artificiale per il complesso militare-industriale e prodotti e servizi di consumo.
Vista l’enormità di energia richiesta da questi Centri di elaborazione dati, vi è una corsa verso l’AI atomica e anche Google alimenterà i data center con sette piccoli reattori nucleari nel prossimo futuro.
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Ambiente
Cringe vaticano ai limiti: papa benedice un pezzo di ghiaccio tra Schwarzenegger e hawaiani a caso
.@Pontifex blesses a block of ice at Vatican CLIMATE CHANGE event. pic.twitter.com/gk9J2OVmVf
— Sign of the Cross (@CatholicSOTC) October 1, 2025
NEW: Pope Leo XIV blesses a block of ice before a blue tarp is rolled out and waved by people, including Arnold Schwarzenegger, at the Raising Hope for Climate Justice conference.
“We will raise hope by demanding that leaders act with courage, not delay.” “Will you join with… pic.twitter.com/PSVVwTB79V — Collin Rugg (@CollinRugg) October 1, 2025
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