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Gender

L’Uganda approva la legge anti-gay

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Dopo mesi di annunci e polemiche mondiali, il presidente ugandese Yoweri Museveni ha finalmente firmato l’Anti-Homosexuality Act che che gli attivisti hanno definito una delle leggi anti-LGBTQ più dure al mondo.

 

Il disegno di legge, approvato a marzo, proponeva originariamente 20 anni di carcere per la semplice identificazione come LGBTQ, ma il presidente lo aveva rinviato al Parlamento a fine aprile.

 

«Abbiamo ascoltato le preoccupazioni della nostra gente e legiferato per proteggere la santità della famiglia», ha dichiarato lunedì Anita Annet Among, portavoce del Parlamento ugandese. La legge ugandese servirebbe quindi «difendere la cultura, i valori e le aspirazioni del nostro popolo», è stato dichiarato.

 

La portavoce ha quindi incoraggiato le forze dell’ordine ad eseguire i loro mandati per garantire che l’Anti-Homosexuality Act sia applicato in «modo equo, costante e fermo».

Una versione modificata del disegno di legge, approvata dal Parlamento all’inizio di questo mese, chiariva che chi si identificava come LGBTQ senza compiere atti omosessuali non sarebbe criminalizzato.

 

Come riporta RT, la maggior parte delle caratteristiche della legge che hanno fatto sussultare la comunità internazionale pro-LGBT sono, tuttavia, rimaste: ad esempio la pena di morte per «omosessualità aggravata», che includerebbe fare sesso con un minore, fare sesso mentre si è sieropositivi e l’incesto omofilo.

 

L’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha insistito sul fatto che la legge anti-gay, che ha definito «draconiana e discriminatoria», è una «ricetta per violazioni sistematiche dei diritti» delle persone omosessuali e della popolazione in generale.

 

«È in conflitto con la Costituzione e i trattati internazionali e richiede un urgente controllo giudiziario», ha twittato l’ufficio ONU.

 

In una dichiarazione congiunta di lunedì, il Fondo Globale per la Lotta contro l’AIDS, la Tubercolosi e la Malaria, il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS e il Piano di emergenza del presidente degli Stati Uniti per il soccorso contro l’AIDS, hanno affermato che la legislazione mette i progressi di Kampala nella risposta all’HIV in «grave pericolo».

 

Washington ha precedentemente avvertito l’Uganda di potenziali «ripercussioni» economiche se la legislazione fosse entrata in vigore.

 

«Stiamo certamente osservando questo molto da vicino e dovremmo dare un’occhiata se potrebbero esserci o meno ripercussioni che dovremmo subire, forse in modo economico, se questa legge venisse effettivamente approvata e promulgata», ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, che è lesbica dichiarata, lo scorso marzo.

 

Il portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale USA, l’ammiraglio John Kirby, aveva rincarato la dose arrivando a dire che «i diritti LGBT sono una parte fondamentale della nostra politica estera».

 

Tuttavia il presidente Museveni ha esortato i legislatori a dimostrare «patriottismo», opporsi all’omosessualità e prepararsi al potenziale impatto dei tagli agli aiuti sul Paese.

 

Come riportato da Renovatio 21, Museveni nelle scorse settimane aveva dimostrato la sua totale opposizione alla promozione globale dell’agenda LGBT da parte delle Nazioni occidentali, affermando che l’Occidente «dovrebbe smetterla di sprecare il tempo dell’umanità imponendoci le loro pratiche sociali», esortando anche gli altri Paesi africani, convenuti in Uganda per un forum sulla famiglia, a «salvare il mondo» dal programma mondiale omosessualista.

 

L’Uganda ha anche respinto pubblicamente la proclamazione delle Nazioni Unite (ONU) secondo cui l’aborto è un «diritto» umano. A febbraio, vescovi e sacerdoti cattolici in Uganda hanno incoraggiato i laici a pentirsi del peccato dell’omosessualità durante la Quaresima ea respingere l’ideologia di genere che permea il mondo occidentale.

 

A fine 2022 era già emerso come un membro del Parlamento ugandese si era opposto alle disposizione pro-omosessualiste e pro-aborto che potrebbero essere incluse nell’aggiornamento di un accordo commerciale tra UE ed alcuni Paesi africani.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Uganda ha appena stretto accordi con la Russia – un altro Paese considerato omofobo dal mondo LGBT – con interesse anche per la tecnologia nucleare.

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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Vescovo austriaco nominato da Bergoglio assume omosessuale «sposato» come segretario personale

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Un vescovo austriaco ha nominato un uomo dichiaratamente omosessuale e civilmente «sposato» come suo segretario personale. Lo riporta Novus Ordo Watch.

 

Il vescovo Johannes Freitag, vescovo ausiliare della diocesi di Graz-Steckau, avrebbe assunto D. K.-W. come suo segretario particolare. Monsignor Freitag è stato nominato vescovo ausiliare di Graz-Steckau il 31 gennaio 2025 da Bergoglio.

 

Una foto sul profilo Instagram del partner dell’uomo li mostra mentre celebrano il loro quarto anniversario di «matrimonio». Una foto sul sito web della Salinenmusik Altaussee documenta la cerimonia, avvenuta il 21 luglio 2018.

 

Prima di diventare segretario di monsignro Freitag, K.W. avrebbe lavorato come segretario generale della comunità ebraica di Graz, come indica una versione archiviata del sito web. Non è chiaro se aderisca o meno ai principi dell’ebraismo, della fede cattolica o di un altro credo.

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Il sito web della diocesi indica K.-W. come segretario e maestro di cerimonie di Freitag, riporta LifeSite.

 

L’uomo possiederebbe anche competenze sartoriali professionali e le avrebbe dimostrate disegnando i costumi per un evento LGBT Pride austriaco chiamato Tuntenball, come sarebbe rivelato un articolo della rivista arcobaleno Panthera del febbraio 2016

 

La diocesi di Graz-Steckau è guidata dal vescovo Wilhelm Krautwaschl che, nel dicembre 2023, ha accolto con favore il documento vaticano sulle «benedizioni» per le persone dello stesso sesso, Fiducia Supplicans.

 

«Chiunque chieda una benedizione dimostra di aver bisogno della presenza salvifica di Dio, e questa benedizione non deve essere negata», ha affermato Krautwaschl.

 

Il presule austriaco ha sostenuto che l’ultimo documento vaticano è una continuazione del metodo di «cura pastorale» praticato da papa Francesco fin dalla sua lettera post-sinodale Amoris Laetitia, che sembrava dare autorità alla Comunione per i divorziati «risposati».

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Immagine degli interni barocchi del Duomo di Graz

Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

 

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Il cardinale Zen condanna il «pellegrinaggio» LGBT nella Basilica di San Pietro: «offesa a Dio»

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Il cardinale Joseph Zen ha denunciato il pellegrinaggio LGBT in Vaticano e si è unito agli appelli di altri vescovi affinché compiano riparazioni per la profanazione della Basilica di San Pietro. Lo riporta LifeSite.   In una dichiarazione in lingua cinese pubblicata mercoledì, Zen ha scritto: «recentemente è emersa la notizia che un’organizzazione LGBTQ+ ha organizzato un evento per l’Anno Santo, in cui i partecipanti sono entrati nella Basilica di San Pietro a Roma per attraversare la Porta Santa».   «Ostentavano oggetti di scena color arcobaleno, indossavano abiti con slogan e coppie dello stesso sesso si tenevano per mano con passione: era puramente un’azione di protesta», ha osservato il vescovo emerito di Hong Kong.   «Questo non era un pellegrinaggio giubilare (in cui i credenti rinnovano i voti battesimali, si pentono dei peccati e si impegnano a riformarsi). Tali azioni offendono gravemente la fede cattolica e la dignità della Basilica di San Pietro: una grave offesa a Dio!»

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«Il Vaticano era a conoscenza di questo evento in anticipo, ma non ha poi emesso alcuna condanna. Troviamo ciò davvero incomprensibile!»   Zen ha sottolineato che «coloro che provano attrazione per persone dello stesso sesso» dovrebbero essere trattati con beneficenza; tuttavia, «non possiamo dire loro che il loro stile di vita è accettabile».   «Non siamo Dio», ha continuato. «Dio ci chiama a trasmettere ciò che Gesù ci ha insegnato: il vero amore per loro. Dobbiamo aiutarli a ottenere la grazia attraverso la preghiera e i sacramenti per resistere alla tentazione, vivere virtuosamente e percorrere la via verso il cielo».   Zen ha fatto riferimento alla richiesta di atti di riparazione avanzata da quattro vescovi: il vescovo Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan; il vescovo Joseph Strickland, vescovo emerito di Tyler, Texas; il vescovo Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito di Coira, Svizzera; e il vescovo Robert Mutsaerts, ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, Paesi Bassi.   Il porporato cinese ha affermato di sostenere fermamente questo appello e ha suggerito che, dopo la Festa di metà autunno in Cina, i fedeli dovrebbero «riunirsi con i parrocchiani vicini per tre giorni per recitare le preghiere allegate».   «Inoltre, compite un atto di abnegazione o un atto di carità per offrire riparazione davanti a Dio per i peccati dei nostri fratelli e sorelle che hanno sbagliato», ha concluso.   Il cardinale Zen ha allegato al suo messaggio la preghiera di riparazione compilata dai quattro vescovi e recitata alla Conferenza sull’identità cattolica lo scorso fine settimana.   Il vescovo emerito di Hong Kong si aggiunge alla lista dei prelati ortodossi che hanno pubblicamente condannato il «pellegrinaggio LGBT» in Vaticano. Oltre ai quattro vescovi che hanno redatto la preghiera di riparazione, l’evento è stato criticato anche dal cardinale Gerhard Müller, che ha affermato che si trattava «indubbiamente» di un sacrilegio.   Come riportato da Renovatio 21, il cardinale Zen la scorsa estate aveva scritto che «il Dio misericordioso è così disgustato dai comportamenti sessuali tra persone dello stesso sesso perché questo crimine è troppo lontano dal piano di Dio per l’uomo (…) Il Suo piano è che un uomo e una donna si uniscano in un solo corpo con un unico ed eterno amore e cooperino con Dio. Una nuova vita può nascere e crescere nel calore della famiglia».

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Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato lo Zen si era scagliato contro Fiducia Supplicans arrivando a chiedere le dimissioni dell’autore del testo, il cardinale Victor «Tucho» Fernandez, eletto da Bergoglio a capo del Dicastero per la Dottrina della Fede.   Il porporato in questi mesi ha attaccato con estrema durezza il Sinodo sulla Sinodalità, accusando Bergoglio di usare i sinodi per «cambiare le dottrine della Chiesa», nonché «rovesciare» la gerarchia della Chiesa per creare un «sistema democratico».   Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni fa il cardinale Zen ha celebrato una messa tradizionale per la festa del Corpus Domini e ha guidato una processione per le strade di Hong Kongo, città dove le autorità, ora dipendenti da Pechino, lo hanno arrestato ed incriminato, nel silenzio più scandaloso del Vaticano (mentre, incredibilmente, il Parlamento Europeo esorta la Santa Sede a difenderlo!), con il papa Bergoglio a rifiutarsi di difendere il cardinale in nome del «dialogo» con la Cina comunista che lo perseguita.

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Immagine di Rock Li via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported; immagine tagliata 
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Trump prende in giro l’ideologia transgender «woke» nell’incontro con il premier del Canada

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Durante un incontro di persona con il primo ministro canadese Mark Carney, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha trattenuto le sue critiche, attaccando apertamente l’ideologia transgender estrema e «woke», in particolare la partecipazione di uomini negli sport femminili e le mutilazioni genitali sui minori.

 

«Non abbiamo sport maschili e femminili. Voglio dire, cose basilari. Non ti porteremo via un figlio e non gli cambieremo il sesso», ha dichiarato a Carney alla Casa Bianca.

 

Trump ha poi rincarato la dose, dicendo al primo ministro canadese: «Non faremo cose del genere. Quello che stanno facendo al Paese è incredibile. E l’hanno fatta franca, con tutta la loro roba woke, e ora è finita. E noi abbiamo un Paese che si basa sul buon senso, sulla forza e sull’intelligenza».

 

 

 

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Carney ha una figlia che si identifica come non binaria. Il governo federale liberale canadese, precedentemente guidato da Justin Trudeau e ora da Carney, ha investito miliardi per promuovere l’agenda LGBT.

 

Carney si trovava a Washington per discutere di accordi commerciali con Trump. Al termine dell’incontro, ha dichiarato che il Canada intende investire 1.000 miliardi di dollari negli Stati Uniti nei prossimi anni, a condizione che si raggiunga un’intesa commerciale.

 

In passato, Trump ha proposto pesanti dazi doganali sui prodotti canadesi e ha più volte suggerito che il Canada diventi uno stato americano, spesso accompagnando tali dichiarazioni con l’introduzione o la discussione di dazi sui prodotti canadesi.

 

Durante il vertice del G7 di giugno, tenutosi nella zona di Kananaskis, in Alberta, Carney ha lodato la «leadership» mondiale di Trump, nonostante avesse espresso critiche significative nei suoi confronti durante la campagna elettorale.

 

Le evidenze indicano che le persone sottoposte a procedure di «transizione di genere» hanno un rischio maggiore di suicidio rispetto a coloro che non si sottopongono a tali interventi irreversibili. Oltre a sostenere la falsa convinzione che il sesso di una persona possa essere modificato, gli interventi chirurgici e i farmaci per le persone transgender sono stati associati a danni fisici e psicologici permanenti, tra cui malattie cardiovascolari, perdita di densità ossea, cancro, ictus, coaguli di sangue e infertilità.

 

Nel frattempo, uno studio sugli effetti collaterali degli interventi chirurgici di «cambio di sesso» ha rilevato che l’81% di coloro che vi si sono sottoposti negli ultimi cinque anni ha riferito di aver provato dolore anche con i normali movimenti nelle settimane e nei mesi successivi, oltre a numerosi altri effetti collaterali negativi.

 

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