Animali
L’India schiera «api soldato» lungo il confine con il Bangladesh

L’Indian Border Security Force (BSF) ha installato alveari lungo la frontiera di 4.096 km del paese con il Bangladesh per scoraggiare il contrabbando di bestiame e altri crimini, fornendo al contempo mezzi di sussistenza alla popolazione rurale, hanno riferito i media locali. Lo riporta Sputnik.
Le cassette delle api vengono posizionate a intervalli regolari sulla recinzione di confine in lega nelle aree del Bengala Occidentale soggette al contrabbando, ha detto un funzionario all’agenzia di stampa PTI. L’iniziativa è partita dal 32° battaglione della BSF.
Il governo indiano considera la criminalità transfrontaliera e l’immigrazione clandestina lungo la frontiera con il Bangladesh un grave problema. Nel distretto di Nadia, nel Bengala occidentale, dove vengono installati gli alveari, il contrabbando di bestiame, oro, argento e narcotici è dilagante, hanno detto i funzionari alla PTI. Hanno aggiunto che i criminali avevano precedentemente violato la recinzione «tagliandola o tentando di tagliarla».
I funzionari della BSF hanno avvertito che gli attacchi di sciami di api potrebbero «ferire gravemente» chiunque tenti di attraversare illegalmente il confine.
Aimed at completely securing India-Bangladesh border fencing from Bangladeshi infiltrators and smugglers, the Border Security Force (BSF) has started a scheme of beekeeping-a move expected to play an important role in preventing the fence from being cut: BSF pic.twitter.com/GUH0cqtQ4H
— ANI (@ANI) November 6, 2023
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L’idea è stata ideata da Sujeet Kumar, il comandante del 32° battaglione della BSF. Ha detto a PTI di essere stato ispirato dal «Vibrant Village Program» del governo indiano, che si concentra su idee innovative per generare mezzi di sussistenza a livello di villaggio.
La BSF ha collaborato con il Ministero federale Ayush, che promuove l’educazione e la ricerca in ayurveda, yoga, naturopatia e altri antichi sistemi di medicina.
Il ministero ha fornito gli alveari e ha fornito al personale della BSF competenze su come installarli lungo il confine.
Il ministero fornisce anche al personale di sicurezza piante medicinali con fiori che vengono posizionate attorno alle cassette delle api, «in modo che le api possano impollinare in abbondanza». Le forze di sicurezza garantiranno che gli apicoltori locali possano accedere agli alveari.
Come riportato da Renovatio 21, la militarizzazione degli invertebrati è qualcosa di scientemente perseguito negli anni dalle ricerche dell’esercito americano, che hanno finanziato un progetto di ingegneria genetica chiamato «insetti alleati». Il progetto DARPA da 27 milioni di dollari chiamato «Insect Allies» sta fondamentalmente cercando di sfruttare la naturale capacità degli insetti di diffondere malattie delle colture, ma invece di portare geni che causano malattie, porterebbero tratti protettivi delle piante.
«I recenti progressi nell’editing genetico, incluso il sistema relativamente economico e semplice noto come CRISPR (che sta per ripetizioni palindromiche raggruppate regolarmente intervallate), potrebbero potenzialmente consentire ai ricercatori di personalizzare i virus per raggiungere un obiettivo specifico nella pianta infetta» ha spiegato il Washington Post.
Il virus ingegnerizzato potrebbe attivare o disattivare alcuni geni che, ad esempio, controllano il tasso di crescita di una pianta, che potrebbe essere utile durante una siccità inaspettata e grave.
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Scienziati e studiosi di diritto mettono in discussione la logica per l’uso degli insetti per disperdere i virus infettivi OGM progettati per modificare i cromosomi nelle piante, avvertendo che la tecnologia potrebbe essere facilmente utilizzata come arma. Il documento «Ricerca agricola o un nuovo sistema di armi biologiche?» pubblicato il 4 ottobre 2018, sulla rivista Science mette in discussione il progetto Insect Allies della DARPA (il ramo ricerca e sviluppo del Pentagono), affermando che potrebbe essere percepito come una minaccia dalla comunità internazionale e che se la modifica delle piante fosse davvero l’obiettivo finale, potrebbe essere utilizzato un sistema molto più semplice.
Come riportato da Renovatio 21, da anni avanza un progetto di alterazione genetica massiva delle zanzare. Esemplari geneticamente modificati per programmare l’estinzione della specie. Il progetto è, ovviamente, finanziato da Bill Gates – oltre che dal Pentagono (e, pareva anni fa, anche da Google) – e ha affrontato qualche difficoltà, tuttavia sono stati effettuati vari rilasci in varie parti del mondo. In Brasile, tuttavia, invece che estinguersi, le zanzare avrebbero sviluppato quello che si chiama un «vigore ibrido»: per eterogenesi dei fini, gli scienziati hanno ottenuto al contrario una razza più forte.
Uno degli scienziati che ha a lungo lavorato sulle zanzare GM ora siede nel Parlamento italiano tra i banchi del PD.
Alcuni sostengono ora che le zanzare geneticamente modificate potrebbero essere utilizzate per implementare la politica dei «vaccini auto propaganti», compiere cioè vaccinazioni di massa senza alcun consenso della popolazione. Altri ancora si interrogano sul ruolo che le zanzare CRISPR avranno nelle prossime pandemie.
È curioso che gli stessi che cercano di piegare la natura all’ingegneria genetica, sono quelli che poi parlano di «ecosistemi» e che predicano l’idea dell’equilibrio ecologico del pianeta che non va turbato onde riceverne la tremenda vendetta.
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Animali
Il Canada vuole eutanasia di massa anche per gli struzzi

Una controversia legata alla gestione di un focolaio di influenza aviaria ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica canadese. Tutto ha avuto inizio nel 2024, quando i proprietari di un’azienda agricola a conduzione familiare nella Columbia Britannica hanno rilevato sintomi compatibili con l’influenza aviaria in alcuni struzzi del loro allevamento. La malattia si è diffusa rapidamente tra gli uccelli, causando la morte di 69 esemplari nel giro di un mese.
Gli struzzi rimasti, tuttavia, non hanno mostrato segni di malattia nei mesi successivi, suggerendo lo sviluppo di una possibile immunità naturale. Nonostante ciò, l’Agenzia canadese per l’ispezione alimentare (CFIA) ha disposto l’abbattimento dell’intero stormo sopravvissuto, considerandolo un rischio per la salute pubblica e per l’industria avicola nazionale.
La decisione ha suscitato una forte reazione da parte della famiglia proprietaria dell’allevamento, che da mesi si oppone al provvedimento attraverso vie legali e mediatiche. La vicenda ha avuto un nuovo sviluppo lo scorso mercoledì, quando la Corte Suprema del Canada ha concesso una sospensione temporanea dell’abbattimento, bloccando l’operazione in attesa di ulteriori decisioni giudiziarie.
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Nonostante la sospensione, gli agenti della CFIA – coadiuvati da oltre 100 agenti di polizia – continuano a presidiare la proprietà, impedendo ogni accesso non autorizzato agli animali. Secondo i proprietari, l’agenzia ha anche vietato loro di effettuare test diagnostici indipendenti sugli uccelli sopravvissuti, con la minaccia di sanzioni che includono multe fino a 200.000 dollari e pene detentive fino a sei mesi per ogni esemplare testato senza autorizzazione.
La CFIA sostiene che la presenza degli struzzi costituisca ancora una minaccia biologica. Tuttavia, alcuni osservatori hanno sollevato dubbi sulle modalità di gestione della situazione. In particolare, è stato segnalato che, nei giorni iniziali dell’intervento, alcuni operatori dell’agenzia sarebbero entrati nell’area senza adeguati dispositivi di protezione individuale, adottando misure di sicurezza più rigorose solo successivamente. Anche le forze dell’ordine, secondo quanto riferito, non avrebbero utilizzato equipaggiamenti protettivi durante le operazioni di sorveglianza.
La famiglia proprietaria della fattoria, denuncia quella che definisce una violazione dei propri diritti. La figlia dei titolari, ha dichiarato: «Non si tratta solo dei nostri struzzi. È una questione più ampia che riguarda i diritti degli agricoltori e la libertà di gestire le proprie terre».
Il caso ha acceso un dibattito pubblico sull’equilibrio tra misure di biosicurezza e diritti individuali, sollevando interrogativi sulla proporzionalità dell’intervento governativo e sulla trasparenza delle valutazioni scientifiche alla base delle decisioni.
Rimane il fatto che il Canada, anche per i grandi pennuti, è capitale dell’eutanasia di Stato che si dirige verso l’eliminazione dei bambini autistici (anche senza consenso dei genitori), dei malati mentali in genere, dei disabili, dei depressi da lockdown, degli angosciati, dei poveri – etc. Con contorno di record per le predazioni di organi.
Due anni fa il Canada registrò che una persona su 25 moriva per MAiD, il nome della pubblica eutanasia canadese.
Come riportato da Renovatio 21, un altro caso di eutanasia animale sconvolse gli USA, forse spostando anche qualche voto delle presidenziali: quello dello scoiattolo Peanut, strappato dalle amorevoli braccia del suo addestratore ed eutanatizzato dalle autorità statunitensi.
Perché per il malvagio squirrello che invece terrorizza la California, al momento, non è richiesta la morte di Stato?
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Immagine di Mostafameraji via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Animali
Scoiattolo malvagio terrorizza intero quartiere

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A California neighborhood has been overtaken by an aggressive squirrel that has attacked nearly half a dozen residents. One local woman told @ElisePrestonTV of the moment the squirrel suddenly jumped on her leg and ended up sending her to the ER.
“It was biting and scratching,”… pic.twitter.com/fuwomCV0Xj — CBS Evening News (@CBSEveningNews) September 28, 2025
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