Necrocultura
L’arcidiocesi inizia a offrire opzioni di sepoltura «ecologiche»
L’arcidiocesi di Chicago ha svelato le prime opzioni di sepoltura «ecologiche» in uno dei suoi cimiteri, citando un «riflesso di una crescente coscienza ambientale tra gli americani».
Verso la fine della scorsa settimana, l’arcidiocesi cattolica di Chicago ha annunciato l’introduzione di una «opzione di sepoltura naturale» che offrirà «inumazioni ecologiche». Lo riporta LifeSite.
«Siamo onorati di offrire una nuova opzione di sepoltura naturale che non solo rispetta l’ambiente, ma è anche in linea con gli insegnamenti cattolici per trattare il corpo umano con dignità», ha annunciato Ted Ratajczyk, direttore esecutivo dei cimiteri cattolici dell’arcidiocesi di Chicago. «Questa iniziativa riflette il nostro impegno nel fornire scelte che onorano la dignità della vita, le esigenze della nostra comunità e i valori della nostra fede».
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Catholic Cemeteries Chicago scrive sul suo sito web che «le sepolture naturali rinunciano a fluidi per imbalsamazione aggressivi, bare tradizionali e contenitori per sepoltura esterni a favore di materiali biodegradabili, fibre organiche e tecniche di imbalsamazione ecologiche. Ciò riduce al minimo l’impatto ambientale e al contempo onora il ciclo naturale della vita e della morte».
La sepoltura presumibilmente «ecologica» fornirà «alle famiglie modi nuovi e significativi per onorare i propri cari», ha affermato l’arcidiocesi, aggiungendo che è stata la prima diocesi cattolica nello stato dell’Illinois a offrire tale opzione.
I lotti di sepoltura «ecologici» saranno situati su un acro di terra che l’arcidiocesi ha appositamente riservato nei prati presso il cimitero di San Michele Arcangelo a Palatine.
Annunciando il terreno appositamente designato, l’arcidiocesi ha affermato che l’area «offrirà uno spazio sacro e meraviglioso per una riflessione tranquilla e un contatto con la natura, dove le famiglie potranno fare visita e ricordare i propri cari».
«L’ambiente tranquillo sarà caratterizzato da sentieri tortuosi, piante autoctone e un mix di prati e terreni forestali», ha aggiunto l’arcidiocesi.
Le cosiddette sepolture «naturali» o «verdi» stanno diventando sempre più popolari nella società laica, e ora stanno riscuotendo successo anche tra i membri della Chiesa cattolica. L’arcidiocesi di Chicago ha descritto il processo come uno che “sottolineerebbe la semplicità e la responsabilità ambientale consentendo al corpo di tornare alla terra in modo naturale».
«La pratica», ha aggiunto l’arcidiocesi del cardinale Cupich, «è in linea con gli insegnamenti cattolici sulla sacralità della vita e sul rispetto per l’ambiente e onora la fede cattolica nella Resurrezione, il ciclo di morte e rinascita».
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Descrivendo una sepoltura «naturale» come «un ritorno alla tradizione», il gruppo dei cimiteri ha affermato che la «Chiesa cattolica consente la sepoltura naturale, poiché è in linea con le pratiche funerarie cattoliche tradizionali ed è stata la norma per la maggior parte della storia umana. La Chiesa incoraggia il trattamento rispettoso del corpo e la sepoltura in luoghi sacri consacrati».
Invece di utilizzare una lapide verticale per ogni tomba, una tomba naturale utilizzerebbe un «monumento a livello del prato, un masso inciso o un masso con una targa in bronzo».
Piuttosto che un cimitero formale con tombe posizionate a distanze misurate, il sito Meadows of St. Kateri rappresenterà un campo, pieno di vegetazione naturale e di fauna selvatica: «i nostri cimiteri naturali offrono una splendida area per una riflessione silenziosa e un contatto con la natura. L’ambiente tranquillo presenta sentieri tortuosi, piante autoctone e un mix di prati e terreni forestali».
L’arcidiocesi di Chicago ha spiegato ulteriormente la sua nuova mossa facendo riferimento a una «crescente coscienza ambientale tra gli americani» che devono defungere.
Citando un rapporto del 2023 della National Funeral Directors Association, l’arcidiocesi chicagoana ha citato il riepilogo del rapporto per affermare che «il 60% sarebbe interessato a esplorare opzioni funerarie “verdi” a causa dei loro potenziali benefici ambientali e risparmi sui costi, rispetto al 55,7% del 2021».
Il suggerimento di Chicago di sepolture «verdi» non è una novità tra le diocesi cattoliche degli Stati Uniti. Nel 2021, l’allora arcivescovo ordinario locale Michael Jackels di Dubuque raccomandò ai cattolici di usare metodi meno «offensivi» per seppellire i morti.
Criticando sia la sepoltura che la cremazione perché presumibilmente non sono ecologiche, Jackels ha raccomandato di liquefare un cadavere. Ciò implicherebbe la combinazione di «acqua calda, liscivia, pressione dell’aria e circolazione» per «liquefare un cadavere in poche ore, che può poi essere tranquillamente versato nel terreno».
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Dell’acquamazione, Renovatio 21 aveva già parlato: la scelta fatta dal vescovo anglicano-mandeliano Tutu, che per non inquinare (bruciare un corpo produce CO2) ha voluto far dissolvere il suo corpo nell’acido, un po’ come accadeva, viene da pensare alle povere vittime della mafia Matteo Messina Denaro. Secondo quanto è dato di capire, i resti liquidi del cadavere vengono quindi gettati in fogna.
Il monsignore aveva anche suggerito il «recompositing», o ricomposizione, un metodo in cui il corpo «viene posto in un contenitore, coperto con trucioli di legno, paglia ed erba medica, usando il calore per uccidere i contagi e il flusso d’aria per la decomposizione. Dopo un mese, il risultato è terra».
Come riportato da Renovatio 21, l’ecologismo alla base «compostaggio umano» prevede nientemeno che la trasformazione del corpo del defunto in concime, che poi viene dato ai campi coltivati. Più Stati americani hanno già leggi in merito. Qualche lettore può capire che si tratta, di fatto, di reintrodurre il corpo umano nella catena alimentare: il prossimo passo potete dire voi quale potrebbe essere.
Jackels ha difeso l’idea controversa, dicendo che «la Chiesa chiede solo che il corpo sia trattato con rispetto e che venga deposto in un luogo benedetto dal clero, che sia nella terra, nell’acqua, nel fuoco o nell’aria, in un cimitero o meno». In una dichiarazione rilasciata l’anno scorso, intitolata «Sulla corretta disposizione dei resti corporei», la Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB) ha condannato la distruzione di corpi umani deceduti tramite compostaggio.
Attualmente, 12 stati degli Stati Uniti, tra cui Washington, Colorado, Oregon, Vermont, California, New York, Nevada, Arizona, Maryland, Delaware, Minnesota e Maine, hanno legalizzato la pratica del compostaggio dei defunti.
Nel 2016, il documento Ad resurgendum cum Christo della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) ha continuato ad allontanarsi dalla tradizionale condanna della cremazione da parte della Chiesa, diffusasi a partire dal Concilio, e liberalizzata, bizzarramente, come primo atto dall’elezione di Paolo VI.
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Tuttavia, il documento continuava a stabilire che la Chiesa «raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti siano sepolti nei cimiteri o in altri luoghi sacri», con una sepoltura tradizionale che è «il modo più appropriato per esprimere fede e speranza nella risurrezione del corpo».
La Chiesa «non può, pertanto, tollerare atteggiamenti o permettere riti che implichino concezioni erronee sulla morte, come quella di considerarla come l’annientamento definitivo della persona, o il momento della fusione con Madre Natura o con l’universo, o come una tappa nel ciclo della rigenerazione, o come la liberazione definitiva dalla “prigione” del corpo», ha dichiarato la CDF.
La cremazione è passata per lo sdoganamento cattolico definitivo quando l’anno scorso Bergoglio decise di omaggiare il defunto ex presidente comunista piddino, pure chiamato per qualche motivo «Re Giorgio», dichiarato falsamente dai diffusori di fake news come possibile figlio biologico di Umberto II di Savoia, Giorgio Napolitano nella Camera Ardente.
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Necrocultura
«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
L’incontro tra il capo della chiesa sinodale e il capo della chiesa d’Inghilterra avrà come punto culminante una preghiera ecumenica per la cura del Creato nella Cappella Sistina, all’insegna della retorica ambientalista del “grido della terra” e della “conversione ecologica”.… pic.twitter.com/9gBObOg2h9
— Arcivescovo Carlo Maria Viganò (@CarloMVigano) October 21, 2025
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Immagine di Luca Aless via Wikimedia CC BY-SA 3.0
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Immagine CC0 via Wikimedia
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Necrocultura
Materialismo e Necrocultura: il disastro italiano nelle relazioni personali
In un mondo dove la nostra religione cristiana sembra un accessorio sempre meno presente nelle nostre vite e i cattolici italiani sono in drastico calo e non conoscono più la loro fede, prende sempre più corpo una società fondata sul materialismo, una società che inneggia direttamente alla Necrocultura e a una visione orizzontale della vita, senza avere quella percezione verticale di trascendenza e spiritualità che ha caratterizzato, fino a qualche decennio fa, le precedenti generazioni.
Possiamo osservare un gretto materialismo individualista, dove tra i meno giovani, quando ci si confronta nell’ordinario, si tende a porre l’accento su quel primo obiettivo (e spesso come fosse un vanto) che è la posizione sociale e lavorativa, che viene misurata in quello che percepiamo in busta paga a fine mese.
È sempre più raro affermarsi nella nostra comunità per quello che effettivamente facciamo, per una prospettiva di crescita umana, culturale o spirituale. Conta solo il danaro che illude di essere migliori del prossimo. Una visione effimera, che colma, all’atto pratico, i nostri desideri più bassi quali le vacanze, la bella macchina, un abito firmato, un orologio o un gioiello, ma di certo non riempie in alcun modo il vuoto morale e culturale che ci portiamo dentro.
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Il materialismo della quotidianità sfocia anche nell’egoismo tradotto nell’individualismo «devo avere il diritto di vivere la mia vita» o del «devo rifarmi una vita». Quante volte abbiamo udito queste frasi che ci risuonano fin troppo spesso durante la pausa caffè con i nostri colleghi o seduti per un irrinunciabile aperitivo. Di fatto poi la vita ci pone dinanzi a delle responsabilità familiari. Gli obblighi morali verso nostra moglie, verso i figli e gli altri familiari.
Non vorrei addentrarmi nel discorso della disgregazione delle unioni sentimentali – che oggi più che mai ci appare come una nuova normalità – ma mi limito a citare i dati ISTAT relativi all’anno 2023: 139.887 matrimoni e 82.392 separazioni. Lascio a voi stilare la percentuale, ma il «diritto» a «rifarsi una vita» evidentemente è ben più forte del cercare di mantenere unita la famiglia.
Di contro abbiamo un «femminismo sfrenato» che urla le proprie libertà appoggiando incondizionatamente il «diritto all’aborto», in quanto sostiene che sia più importante il vivere in libertà la vita della donna, che la vita del figlio che brevemente si porta in grembo. Le istituzioni oggi avvallano questi «desideri», come in Inghilterra, dove il reato di aborto è stato definitivamente abrogato, capitolo recente dell’ascesa del gius-edonismo, «il diritto al piacere» prima di ogni altra cosa, caposaldo dell’utilitarismo.
L’utilitarismo si esprime anche in quella ricerca di felicità effimera tramite prolungamenti di una «movida» che non esiste più (parlo soprattutto della generazione dei quarantenni e cinquantenni), di «diversamente giovani» che tentano di allungare un periodo della loro esistenza che giocoforza appartiene al passato, perché è figlio di un’altra età oramai tramontata, che aveva la sua massima espressione in quegli anni leggeri e spensierati.
Riprodurre fasi giovanili della vita da over quaranta potrebbe risultare patetico e anacronistico, ma orde di cinquantenni sembrano non arrendersi e riempiono locali e bar dove si beve, si balla e si tenta una sorta di socializzazione – che, va detto, altrimenti è sostituita dai social network con la loro narrazione deviata della realtà, una visione patinata della realtà che si basa sull’invidia e il risentimento per il prossimo, ostentando in reel e stories foto di un effimero benessere.
Quel benessere deve essere perseguito a ogni costo e nel perseguirlo scorgiamo una società ipocrita nel suo professare carità e benevolenza nei confronti dei deboli e dei fragili, ma non accettando le difficoltà della vita.
Sempre più frequentemente – in una società che vive un inverno demografico senza precedenti e destinata inesorabilmente ad invecchiare – ci troviamo alle prese con l’anzianità dei nostri cari, i quali necessitano di compagnia, di affetto e di cure.
Nel 2022 il 2,6% degli ultra sessantacinque ha usufruito di un servizio residenziale all’interno di una RSA e un altro 3,2% ha ricevuto Assistenza Domiciliare Integrata (ADI). Se consideriamo gli over settantacinque siamo rispettivamente al 4,6% e al 5,3% di persone che sono state assistite. Dal 2017 al 2022 siamo passati dalle 296 mila persone con oltre sessantacinque anni residenti in RSA alle 362 mila.
In Italia, la solitudine degli anziani rappresenta una vera e propria emergenza sociale sottaciuta e nascosta, che con il passare degli anni rischia un sensibile peggioramento. Al momento, dati alla mano, circa 2,5 milioni di persone oltre i settantaquattro anni vivono da sole, una condizione che riguarda ben il 40% di essi. Viste le condizioni e il trend, i dati sono destinati a crescere nei prossimi anni.
Evidentemente molti figli o nipoti preferiscono le loro libertà, la loro indipendenza, la loro «crescita sociale», piuttosto che vivere o fare compagnia ai propri cari.
Troppe volte gli anziani appaiono come un peso, un ostacolo ai nostri desideri, un impiccio alla soddisfazione dei nostri effimeri egoismi. L’egoismo come ragion d’essere; «io voglio vivere la mia vita», «pretendo di vivere la mia vita», oscurati da qualsiasi afflato di bontà e carità verso il prossimo.
La disumanità che ci vede lasciare «i fragili» abbandonati a loro stessi, senza una telefonata, senza una visita, senza una carezza, senza una parola di conforto. Tutto questo in una società «moderna e inclusiva» è del tutto inaccettabile, ma evidentemente l’inclusività non deve ledere le libertà personali.
Coloro che oggi non si prendono cura dei propri nonni o dei genitori, domani che invecchieranno anche loro, chi li aiuterà e li sosterrà? Ci sono forti possibilità che il problema non gli si ponga, in quanto l’eutanasia, o meglio la «dolce morte» o il suicidio assistito – secondo la neo lingua del politicamente corretto – gli venga in soccorso.
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Uno Stato illuminato come il Canada si fa portabandiera della nuova necropolitica sociale e i dati ufficiali del governo ci mostrano che circa la metà dei cittadini che non sono malati terminali, desideravano porre fine alla propria vita tramite il suicidio assistito autorizzato dallo Stato (che laggiù chiamano MAiD), perché affermavano di sentirsi soli.
L’Europa si allinea agli echi d’oltreoceano, tanto che in il presidente del più grande fondo sanitario belga, Christian Mutualities (CM), ha chiesto una soluzione radicale al problema dell’invecchiamento della popolazione, dichiarando ai media che alle persone stanche della vita dovrebbe essere permesso di porvi fine.
Come riportato da Renovatio 21, in Olanda invece, il rapporto annuale per il 2023 dei comitati regionali di revisione dell’eutanasia (RTE), identificano un aumento del 4% delle eutanasie rispetto al 2022. Va ricordato che in quel Paese il termine eutanasia comprende l’iniezione letale e suicidio assistito. I 9.068 decessi rappresentano il 5,4% del totale dei deceduti.
Quando non siamo più utili a questo schema sociale, possiamo tranquillamente morire. Ce lo insegna bene il rock n’ roll, che nel corso delle ultime decadi ci ha educato con il suo spirito falsamente libero e ribelle. Le «vecchie cariatidi musicali», quando divengono anacronistiche per stare su un palco e non possono più gozzovigliare a loro piacimento, ecco che decidono di farsi un bel funerale laico prima della morte, che sia indotta o naturale.
«Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto chi può far perdere nella Geenna e anima e corpo» (Mt 10, 28).
Sempre con maggior enfasi la Necrocultura prolifera sui social con numerosi post della «generazione di mezzo» che esaltano l’eroismo di chi ha deciso di mettere fine alla propria vita. Una magnificazione della morte in antitesi con la nostra religione che ci dice che la morte non è altro che un passaggio verso la vita eterna.
Francesco Rondolini
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Gender
Pedofilo omosessuale ottiene un bambino tramite maternità surrogata. Bisogna stupirsi?
Unless a miracle happens, this child has almost no chance at a normal life. pic.twitter.com/dwwXaH4Nbi
— Derek Blighe (@BligheDerek) July 27, 2025
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«Concepire un bambino con l’intenzione di affidarlo a una famiglia senza madre per farlo crescere da queste due creature», ha scritto il commentatore cattolico youtuber Matt Walsh su X. «Assolutamente orribile. Una malvagità indescrivibile».How do sick degenerates like this get approved to be the guardian of a child?
As far as I’m concerned, anyone involved in their approval process should be in prison. https://t.co/j8blpeoLGY pic.twitter.com/mqKU0kwnYv — Riley Gaines (@Riley_Gaines_) July 28, 2025
Secondo quanto scrive Lifesite, non solo la coppia è riuscita ad ottenere il bambino nonostante i trascorsi sessuali criminali dell’uomo, ma pare che abbiano utilizzato l’app di crowdfunding GoFundMe per aiutarlo. «È stato rivelato che una coppia gay che ha finanziato tramite crowdfunding il proprio percorso di maternità surrogata ora ha la custodia di un bambino, nonostante uno dei partner (…) sia stato condannato per reati sessuali su minori, sfruttando una scappatoia della Pennsylvania per la maternità surrogata che aggira le restrizioni statali sull’adozione per i predatori registrati», ha riportato Right Angle News Network su X. «Orribile», ha scritto l’attivista pro-life Lila Rose, fondatrice di LiveAction. «Dopo la diffusione virale di un video di due uomini che baciavano un neonato acquistato tramite crowdsourcing, fecondazione in vitro e madre surrogata, gli investigatori di internet hanno scoperto che uno degli uomini era un molestatore sessuale registrato».Turns out this might be a surrogacy situation. That’s even worse. Conceiving a child with the intention of placing him in a motherless home to be raised by these two creatures. Absolutely horrifying. Evil beyond description.
— Matt Walsh (@MattWalshBlog) July 28, 2025
«Non è richiesto alcun processo di verifica per la maternità surrogata. Chiunque abbia soldi può comprare un bambino», ha detto Rose. «Non solo questo bambino è stato privato di una madre intenzionalmente, ma non sono stati messi in atto meccanismi di sicurezza per proteggerlo. I bambini non sono merci». «Vietate la maternità surrogata», ha aggiunto la Rose. La deputata repubblicana degli Stati Uniti Anna Paulina Luna ha chiesto al procuratore generale della Pennsylvania: «perché a questo molestatore di bambini è consentito adottare un bambino?» «Il fatto che quest’uomo stia sfruttando una scappatoia che consente l’adozione tramite maternità surrogata, pur essendo un molestatore sessuale registrato, è disgustoso. Dovrebbe essere FUORILEGGE», ha dichiarato. «Non mi interessa chi sei, qual è la tua razza o il tuo genere: se sei un molestatore sessuale registrato, non ti dovrebbe essere permesso di avvicinarti ai bambini, figuriamoci adottarli», ha detto la Luna.Horrific.
After a viral video of two men kissing a little baby boy who they bought via crowdsourcing, IVF and a surrogate, internet sleuths discovered one of the men was a registered sex offender. No vetting process is required for surrogacy. Anyone with money can buy a child.… pic.twitter.com/AkBYxJLy5I — Lila Rose (@LilaGraceRose) July 29, 2025
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