Connettiti con Renovato 21

Gender

La terapia ormonale crea un rischio di ictus per i transgender

Pubblicato

il

 

 

Gli ormoni somministrati alle persone peril cambio di sesso rappresentano un rischio significativo di coaguli di sangue e ictus tra le donne transgender: lo rivela uno studio su individui transgender riportato qualche tempo fa da Reuters.

 

Il rischio di un pericoloso tipo di coagulo di sangue, chiamato tromboembolismo venoso, quasi raddoppia per le persone che passano da maschio a femmina rispetto a uomini e donne non transgender, i ricercatori hanno riportato in un numero di Annals of Internal Medicine.

 

Il rischio di un pericoloso tipo di coagulo di sangue, chiamato tromboembolismo venoso, quasi raddoppia per le persone che passano da maschio a femmina rispetto a uomini e donne non transgender

Il rischio sembra venire dalla terapia ormonale.

Tra le donne (cioè: uomini che voglion diventare donne) transgender che avevano iniziato la terapia, il rischio di coaguli era cinque volte più alto dopo due anni di follow-up rispetto agli uomini non transgender e tre volte superiore rispetto alle donne non transgender.

 

E anche se le donne hanno tassi più bassi di malattie cardiache rispetto agli uomini, le probabilità di ictus e infarto per i transgender rimangono le stesse che sarebbero se non avessero fatto la transizione.

 

I tassi di coagulazione erano due volte più alti per tutti i transgender da maschio a femmine. Ma nel sottogruppo chiave che aveva iniziato la terapia con estrogeni, le probabilità di sviluppare un coagulo potenzialmente pericoloso erano 5,1 volte maggiori dopo due anni rispetto ai maschi non transgender.

 

Quando si è trattato del rischio di sviluppare un ictus causato da un coagulo di sangue, le probabilità per le donne transgender erano 9,9 volte più alte rispetto agli uomini nel gruppo di controllo e 4,1 volte superiori rispetto alle donne nel gruppo di controllo, sulla base di un follow-up periodo di oltre sei anni.

 

Quando si è trattato del rischio di sviluppare un ictus causato da un coagulo di sangue, le probabilità per le donne transgender erano 9,9 volte più alte rispetto agli uomini nel gruppo di controllo e 4,1 volte superiori rispetto alle donne nel gruppo di controllo

Prendendo la terapia ormonale come una donna transgender non ha aumentato le probabilità di un attacco di cuore rispetto agli uomini non transgender nel gruppo di controllo. Il rischio era 2,4 volte più alto rispetto al gruppo di  controllo femminile, ma le donne hanno meno probabilità di avere un infarto in quella fascia di età.

 

Ci sono voluti circa due anni perché i rischi diventassero chiari e sono aumentati nel tempo.

«Questo è il primo grande studio che dice che dobbiamo essere consapevoli di questo (rischio cardiovascolare) e molte domande senza risposta sulla durata, il tipo e il dosaggio della terapia devono essere risoltiìe», ha detto a Reuters la dottoressa Alice Chang, assistente professore nella divisione di endocrinologia, metabolismo, diabete e nutrizione presso la Mayo Clinic di Rochester (Minnesota).

.

Continua a leggere

Gender

Stoltenberg promette che la NATO difenderà i «diritti LGBT»

Pubblicato

il

Da

La NATO difenderà i diritti delle persone LGBTQ, ha dichiarato venerdì il Segretario generale Jens Stoltenberg.

 

È stato tra centinaia di funzionari pubblici, istituzioni e organizzazioni occidentali a rilasciare una dichiarazione a favore della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (IDAHOBIT).

 

«La NATO esiste per difendere 32 nazioni e il diritto dei nostri popoli a vivere liberamente e in pace», ha scritto lo Stoltenberg su X. «Nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, e ogni giorno: tutto l’amore è uguale. Le persone LGBTQ+ meritano rispetto e dignità e sono orgoglioso di definirmi tuo alleato».

 

Sostieni Renovatio 21

La stragrande maggioranza delle risposte ai post di Stoltenberg, riporta RT, è stata tuttavia negativa.

 

«E il rapporto tra un’alleanza militare di mutua difesa e i diritti di alcune minoranze è…?» si è chiesto un utente X. Altri hanno parlato delle guerre offensive del blocco contro la Jugoslavia (1999) e la Libia (2011), e del fatto che ha trascorso 20 anni in Afghanistan aiutando gli Stati Uniti a «sostituire i talebani con i talebani».

«Mi avete semplicemente fatto sostenere un po’ di più la Russia», si legge in un’altra risposta, mentre qualcun altro si chiedeva se i russi fossero riusciti in qualche modo ad hackerare l’account di Stoltenberg.

 

Un altro utente di social media lo ha accusato di «dipingere in modo rosa i crimini di guerra e il guerrafondaio», usando un termine che descrive individui o organizzazioni che abbracciano l’agenda LGBTQ per distogliere l’attenzione dal loro cattivo comportamento.

 

IDAHOBIT è stato concepito nel 2004 da un attivista gay francese. Organizzazioni come l’Associazione Internazionale Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans e Intersessuali (ILGA), la Commissione Internazionale per i Diritti Umani di Gay e Lesbiche (IGLHRC), il Congresso Mondiale degli Ebrei LGBT e la Coalizione delle Lesbiche Africane hanno approvato il progetto, portando a la prima celebrazione nel 2005.

 

Come data è stata scelta il 17 maggio, per commemorare la rimozione dell’omosessualità dalla classificazione internazionale delle malattie da parte dell’OMS nel 1990.

 

Al nome è stato aggiunto «transfobia» nel 2009, seguito da «bifobia» – che dovrebbe significare la repulsione per i bisessuali, fenomeno che, un po’ come la bisessualità organizzata in genere, non sapevamo esistere – nel 2015, dando vita all’acronimo nella sua forma attuale.

 

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di California National Guard via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

Continua a leggere

Gender

Il Perù classifica i transgender come «malati di mente»

Pubblicato

il

Da

Il governo peruviano ha ufficialmente classificato le persone transgender e intersessuali come «malate di mente», cosa che secondo il ministero della sanità è l’unico modo in cui i servizi sanitari pubblici del Perù possono garantire «la copertura completa delle cure mediche per la salute mentale». Lo riporta il giornale britannico Telegraph.   Le condizioni ora riconosciute come disturbi di salute mentale includono il transessualismo, il travestitismo a doppio ruolo, il disturbo dell’identità di genere nell’infanzia, altri disturbi dell’identità di genere, il travestitismo feticista e l’orientamento sessuale egodistonico.   La classificazione è teoricamente in linea con il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), che classifica la «disforia di genere» come un disturbo mentale.   Il decreto del Perù fa seguito alla pubblicazione della decima edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD) da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.   «Dall’esame delle diagnosi ICD-10 incluse nel Piano di assicurazione sanitaria essenziale, relative alla condizione di persona con un problema di salute mentale, è stata identificata l’omissione di sette (07) diagnosi ICD-10», hanno scritto i funzionari. «In questo senso, è necessario modificare il Piano di assicurazione sanitaria essenziale incorporando sette (07) diagnosi ICD-10».

Sostieni Renovatio 21

Il Ministero della Sanità (MINSA) ha successivamente rilasciato una dichiarazione in cui afferma che questi individui non dovrebbero necessariamente sottoporsi a «terapie di riconversione».   L’influencer transgender Dylan Mulvaney, noto per una serie di pubblicità per marchi come Nike e Bud Light – con quest’ultima a subire come conseguenza un collasso delle vendite – era fuggito in Perù «per sentirsi al sicuro» sulla scia del boicottaggio nazionale della birra. Finora non ha rilasciato dichiarazioni.   L’Associazione degli Psichiatri Americana (APA) che pubblica il prestigioso DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, nel 1973 aveva, dietro pressioni enormi da parte di attivisti e lobby, rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Prima di allora l’omosessualità era considerata una deviazione sessuale, cioè una patologia.   Nel 1973 fu quindi introdotta la distinzione tra omosessualità ego-distonica e omosessualità ego-sintonica – a seconda di come la propria inclinazione sia percepita dal soggetto, se con disagio o meno – e soltanto la prima rimane catalogata come devianza, per essere poi nell’80 derubricata a «disturbo dell’orientamento sessuale», e infine nell’87 diventare anch’essa una mera «forma del comportamento sessuale», cioè una normale variante della sessualità umana.   Il transessualismo sta seguendo, anche in termini medici, il medesimo tracciato di normalizzazione: con la differenza che l’affermazione della medicina transessuale comporta giocoforza trattamenti con ormoni sintetici ed operazioni chirurgiche di castrazione, mutilazione, etc.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine di Yssa Olivencia via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International 
Continua a leggere

Arte

Attrici giapponesi che si vestono da uomini bullizzano collega fino a spingerla al suicidio

Pubblicato

il

Da

Dal Giappone arriva l’eco di un episodio di bullismo e violenza sistematica sfociati in un suicidio all’interno di una struttura esclusivamente femminile. Una sorta di suicidio femminicida, ma ad opera di femmine.

 

Teatro della vicenda è per il corpo teatrale Takarazuka, un’istituzione più che secolare nel mondo dello spettacolo giapponese. Il concetto alla base del corpo teatrale è che sono soltanto attrici a salire in scena, interpretando anche i ruoli maschili. Tale idea, di per sé spiazzante, inverte completamente la tradizione del teatro tradizionale Kabuki, dove sono gli attori maschi a ricoprire tutti i ruoli.

 

Gli spettacoli del Takarazuka sono tuttavia distanti anni luce dal rigido formalismo del Kabuki: qui si tratta di musical che attingono dalle fonti più disparate, da West Side Story all’Evgenij Onegin, spesso spingendo a tavoletta su elementi che qualche anno fa si definivano camp o kitsch, in italiano lo si potrebbe semplicemente chiamare «pacchianeria», benché estremamente professionale e ben fatta.

 

 

Sostieni Renovatio 21

Il seguito che hanno questi spettacoli nel contesto nipponico è impressionante, ancora di più perché per la grandissima maggioranza femminile: lo scrivente ricorda di essersi imbattuto in una lunghissima coda in attesa di entrare nel teatro di Tokyo – in zona centralissima, vicino al palazzo imperiale – dove si esibisce la compagnia. Si poteva constatare che gli uomini tra la folla erano appena una manciata.

 

Un ambiente quindi quasi completamente femminile, al sicuro da patriarcato e maschilismo tossico.

 

E allora, come si spiegano allora vessazioni di gruppo, ustioni procurate con le piastre per i capelli, carichi di lavoro insostenibili assegnati al solo scopo di umiliare e di lasciare soltanto tre ore di sonno al giorno? È questa l’ordalia che ha portato la 25enne Aria Kii a gettarsi nel vuoto per porre fine alla sua vita nel settembre del 2023.

 

La vicenda era stata prontamente insabbiata dall’azienda che gestisce la compagnia teatrale ma è stata riportata a galla dall’ineffabile Shuukan Bunshun, testata con una lunga e gloriosa tradizione di caccia agli scheletri negli armadi. Nella primavera di quest’anno i dirigenti dell’azienda in questione hanno pubblicamente ammesso la loro responsabilità nel non essere stati in grado di vigilare adeguatamente l’ambiente lavorativo delle attrici.

 

Duole dire che per la società giapponese uno scenario così è tutto fuorché inconsueto: il proverbio «il chiodo che sporge verrà martellato» illustra ancora con una certa fedeltà le dinamiche sociali che si formano all’interno delle istituzioni giapponesi – siano esse scuole, aziende, partiti.

 

Negli ultimi tempi c’è un evidente cambiamento in atto soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro, ma il bullismo allo scopo di creare coesione all’interno di un gruppo è una pratica a cui i giapponesi ricorrono abitualmente e che non sembra soffrire di particolare disapprovazione sociale.

 

Dal Giappone ci chiediamo con sincerità come un giornalista italiano – di area woke, ma anche solo attento a seguire i dettami del politicamente corretto elargiti ai corsi di deontologia dell’Ordine – potrebbe riportare la notizia della triste morte di Aria, con lo stuolo di angherie subite in un contesto esclusivamente femminile.

 

Taro Negishi

Corrispondente di Renovatio 21 da Tokyo

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine screenshot da YouTube

Continua a leggere

Più popolari