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La Svezia innalzerà l’età minima per il richiamo militare a 70 anni
La Svezia prevede di aumentare drasticamente l’età massima di coscrizione per gli ex ufficiali militari nell’ambito di un ampio sforzo per espandere le sue forze armate, ha riferito domenica l’emittente statale SVT. La proposta arriva mentre il Paese impegna miliardi di dollari per il potenziamento delle sue forze armate.
Il mese scorso, i leader della NATO hanno concordato di aumentare l’obiettivo di spesa per la difesa dal 2% al 5% del PIL, destinando il 3,5% direttamente alle forze armate e il resto a iniziative di sicurezza più ampie. Bruxelles aveva precedentemente presentato il programma ReArm Europe da 800 miliardi di euro.
Secondo il reportage, Stoccolma aumenterà il limite di età per richiamare gli ex ufficiali al servizio militare da 47 a 70 anni.
La proposta proviene da una commissione nominata dal governo incaricata di affrontare il reclutamento militare a lungo termine. Il gruppo propone di abolire l’attuale norma che rimuove gli ex militari dal registro militare dopo dieci anni senza addestramento, consentendo agli ufficiali con almeno un anno di servizio attivo o di riserva di rimanere idonei alla chiamata fino all’età di 70 anni.
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Secondo quanto riferito, la modifica proposta ripristinerebbe migliaia di nomi che erano stati rimossi dal registro in base ai limiti attuali, che finora hanno fissato a 47 anni l’età minima per la coscrizione.
La proposta fa parte di un piano più ampio per potenziare le forze armate. La Svezia, entrata a far parte della NATO nel marzo 2024, si è impegnata a quasi raddoppiare il proprio personale militare, portandolo a 115.000 unità entro il 2030, rispetto alle 60.000 unità del 2023.
Il Paese ha reintrodotto la coscrizione obbligatoria nel 2017, dopo quasi un decennio di servizio esclusivamente volontario, adducendo preoccupazioni per la sicurezza regionale.
Tutti i partiti parlamentari hanno inoltre sostenuto l’impegno a stanziare altri 300 miliardi di corone (31,4 miliardi di dollari) per la difesa, in aggiunta ai crescenti bilanci annuali.
Questo sviluppo riflette una più ampia spinta alla militarizzazione tra gli stati membri europei della NATO, che affermano di dover aumentare i propri bilanci per la difesa per contrastare quella che descrivono come una minaccia proveniente dalla Russia. Mosca ha negato che rappresenti una minaccia per questi paesi, accusando i funzionari occidentali di alimentare la paura per giustificare l’impennata delle spese militari e il calo del tenore di vita in tutto il continente.
Come riportato da Renovatio 21, Paesi come Germania, Gran Bretagna, Croazia sono tra quelli che hanno proposto la reintroduzione della naja.
La Danimarca, in grande stile di equità sociale nordica, è andata oltre estendendo il servizio militare anche alle donne.
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Immagine di Chief, National Guard Bureau via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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La Chiesa pubblica le sue statistiche annuali
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USA, applicata i critici di Israele la legge per impedire le proteste all’aborto
Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’azione legale civile contro diversi manifestanti anti-israeliani, facendo ricorso a una legge tradizionalmente utilizzata per proteggere le donne che accedono alle cliniche per l’aborto dai dimostranti pro-life.
La denuncia, depositata lunedì dalla divisione per i diritti civili del dipartimento di Giustizia, potrebbe essere la prima di una serie di casi futuri, ha dichiarato il Procuratore Generale Aggiunto Harmeet Dhillon durante una conferenza stampa. Dhillon ha affermato che il Freedom of Access to Clinic Entrances Act (FACE) del 1994 era stato precedentemente «armato» contro gli attivisti pro-life, mentre coloro che interrompevano pratiche religiose non venivano perseguiti.
Il caso nasce da un episodio avvenuto a novembre 2024 a West Orange, nel New Jersey. La sinagoga della Congregazione Ohr Torah ospitava una fiera immobiliare per promuovere la vendita di case negli insediamenti ebraici nella Cisgiordania occupata. Il dipartimento di Giustizia sostiene che si trattasse di «un evento religioso incentrato sull’obbligo ebraico di vivere nella Terra di Israele».
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Circa 50 manifestanti filo-palestinesi hanno organizzato una protesta all’esterno, descritta da Dhillon come una «folla». Ne è scaturito uno scontro tra l’organizzatore Moshe Glick e il suo socio David Silberberg. La denuncia afferma che un manifestante ha suonato una vuvuzela a pochi centimetri dall’orecchio di Glick, un gesto che, secondo i pubblici ministeri, equivale a una «aggressione fisica» per il potenziale danno all’udito.
I media locali hanno riportato a febbraio che Glick e Silberberg sono stati incriminati in relazione alla rissa, dopo che Glick avrebbe usato spray al peperoncino su un manifestante e lo avrebbe colpito alla testa con una torcia elettrica. Tuttavia, la denuncia del Dipartimento di Giustizia ha descritto tali azioni come legittima difesa. Uno degli imputati è accusato di aver strangolato Silberberg e di averlo atterrato.
La fiera era uno dei numerosi eventi negli Stati Uniti che promuovevano la vendita di proprietà negli insediamenti, suscitando proteste filo-palestinesi mentre Israele intensificava le operazioni militari a Gaza. Gli insediamenti ebraici nei territori occupati sono considerati illegali dal diritto internazionale e rappresentano un punto di tensione nel più ampio conflitto mediorientale.
Secondo quanto riferito, l’applicazione del FACE Act è stata ridotta all’inizio del mandato del presidente Donald Trump. A giugno, la Commissione Giustizia della Camera ha esaminato un disegno di legge, presentato quest’anno dal deputato Chip Roy, per abrogare completamente la normativa.
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Immagine di James McNellis via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
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La testa di Tommaso Moro verrà offerta al culto dai fedeli?
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