Geopolitica
La proposta di Zelens’kyj: si dice pronto a dimettersi a condizione che Kiev entri nella NATO

Il leader ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha espresso la sua disponibilità a «scambiare» la sua posizione con l’adesione alla NATO e a dimettersi se necessario per raggiungere la pace in Ucraina.
Intervenendo al forum «Ucraina. Anno 2025» a Kiev sabato, Zelens’kyj ha affermato che non intende rimanere al potere per molti anni.
«Se c’è pace per l’Ucraina, se avete davvero bisogno che io lasci il mio posto, allora sono pronto. Posso scambiarlo con la NATO, se ci sono tali condizioni. Mi sto concentrando sulla sicurezza dell’Ucraina oggi, non tra 20 anni, e non ho intenzione di essere al potere per decenni», ha affermato lo Zelens’kyj.
La proposta colpisce per la sua illogicità: l’entrata dell’Ucraina della NATO è il motivo per cui la Russia è entrata in guerra, è la causa di centinaia di migliaia di morti. Come può pensare che ciò equivalga alla presenza della sua persona al governo? Pensa forse, per qualche ragione, di essere al centro di tutta la storia?
Il leader ucraino ha anche parlato della disputa in corso con gli Stati Uniti in merito a un proposto accordo sulle terre rare, in base al quale Washington chiede il rimborso per gli aiuti militari forniti con i guadagni derivanti dalle risorse naturali dell’Ucraina.
Il presidente-attore ha confermato di aver ricevuto la proposta di accordo, presentata da Washington dopo che la prima bozza era stata bocciata da Kiev, che prevede una somma di 500 miliardi di dollari.
«È diventato chiaro che stiamo parlando di un debito, che questo non è un investimento… Se questo denaro va al fondo e nulla arriva dall’estero, allora stiamo saldando il debito», ha affermato. Avevamo 100. Non sono pronto a pagare 500. E non sono nemmeno pronto a fissarlo al traguardo dei 100 [miliardi], perché non riconoscerò le sovvenzioni come debiti. Non dovremmo pagare il debito», ha aggiunto.
Rimborsare cifre del genere significherebbe indebitare dieci generazioni di ucraini, il che rende l’accordo del tutto inaccettabile, ha continuato lo Zelens’kyj.
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Il mandato presidenziale dello Zelens’kyj è scaduto a maggio 2024; i critici hanno accusato il presidente ucraino di cercare di prolungare l’ostilità per aggrapparsi al potere. Mosca ha affermato di non considerarlo un legittimo rappresentante del Paese e che non ha il potere di firmare alcun accordo di pace globale.
Questa settimana, Trump ha sottolineato anche la dubbia posizione legale di Zelens’kyj, definendolo un «dittatore senza elezioni» e affermando che attualmente ha un indice di gradimento estremamente basso nel suo Paese.
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Immagine di EPP Group via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Orban: Bruxelles vuole la guerra per imporre un debito comune e prendersi ancor più potere

Brussels wants war to impose a common debt and seize more power, stripping competences from the member states. The arms industry wants war for profit. Meanwhile, powerful lobbies want to exploit war to expand their influence. In the end, everyone is trying to cook their own meal… pic.twitter.com/9GPzyH5SCS
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 2, 2025
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Brussels has chosen a strategy of wearing Russia down through endless war. This means pouring billions into Ukraine, sacrificing Europe’s economy, and sending hundreds of thousands to die at the front.
❌ Hungary rejects this. Europe must negotiate for peace, not pursue endless… pic.twitter.com/iA5LmpuDLI — Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 2, 2025
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Geopolitica
Il Venezuela segnala un volo «illegale» di un F-35 USA vicino ai suoi confini

Il Venezuela ha accusato gli Stati Uniti di aver effettuato voli «illegali» con caccia F-35 vicino ai suoi confini, in un contesto di crescenti tensioni nei Caraibi.
Il ministro degli Esteri Yvan Gil Pinto ha dichiarato che l’«incursione illegale» è stata rilevata giovedì a circa 75 chilometri dalla costa, vicino alla città di Maiquetia. Ha definito le manovre una «provocazione che minaccia la sovranità nazionale e viola il diritto internazionale».
Il ministro della Difesa Vladimir Padrino Lopez ha riferito che almeno cinque F-35 sono stati avvistati in volo a una velocità di 400 nodi e a un’altitudine di 35.000 piedi, sottolineando che si tratta della prima volta che aerei di questo tipo sono stati impiegati nella regione.
Le tensioni sono aumentate il mese scorso, quando gli Stati Uniti hanno intercettato quattro imbarcazioni venezuelane in acque internazionali, accusate di trasportare presunti trafficanti di droga.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha successivamente dispiegato una flotta navale nella regione, accusando Caracas di collaborare con cartelli «narco-terroristici» per colpire gli Stati Uniti. Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha respinto le accuse, promettendo di difendere il suo Paese da qualsiasi aggressione.
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Lunedì, il New York Times ha riportato che i principali collaboratori di Trump lo hanno esortato a destituire Maduro. Il presidente statunitense ha negato piani per un cambio di regime, pur avendo imposto dure sanzioni al Venezuela durante il suo primo mandato.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Caracas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
Settimane fa il presidente venezuelano ha definito il premier britannico Keir Starmer come «pazzo diabolico». I rapporti sono tesi anche con Buenos Aires, con Milei a chiedere alla Corte Penale Internazionale l’arresto del Maduro.
Due settimane fa l’account di Maduro è stato rimosso da YouTube.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Jeffrey Sachs: USA «regime fantoccio» di Israele, Washington «governo del Mossad»

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