Connettiti con Renovato 21

Vaccini

La PAV e i vaccini: cannibalismo di feti umani & co.

Pubblicato

il

 

La tematica dei vaccini che oggi riempie i blog, le camere e i senati ha un aspetto davvero inquietante e di cui finora non si era mai parlato all’interno di questa rubrica: oltre a tutte le varie sfaccettature circa le reazioni avverse, la coercizione di stato, le farse sull’immunità di gregge e via di scorrendo, esiste qualcosa di molto più inquietante che implica una riflessione morale per i cattolici affiatati a sostenere la santa efficacia dei vaccini. 
È cosa ormai comprovata e scientificamente ammessa che certuni vaccini sono stati preparati con cellule provenienti da feti umani abortiti volontariamente. La cosa è talmente gravosa dal punto di vista morale che nel 2005 la Pontificia Accademia per la Vita fu costretta ad emettere un documento con annesse riflessioni rispetto a questa tematica così delicata
 . Lasciando perdere le conclusioni tratte dal documento, è bene soffermarsi sull’aspetto morale a proposito dell’utilizzo di vaccini con linee cellulari provenienti da procurato aborto, che dalla PAV (quella del 2005, è bene ribadirlo) viene ricordata come cooperazione al male formale o materiale, secondo la tradizionale teologia morale:
“La prima distinzione di principio che può essere fatto è quella fra formale e la cooperazione di materiale. La cooperazione formale si esegue quando l’agente morale coopera con l’azione immorale di un’altra persona, condividendo la cattiva intenzione della seconda. D’altra parte quando un agente morale coopera con l’azione immorale di un’altra persona, senza condividere la sua cattiva intenzione è il caso della cooperazione di materiale. 
La cooperazione di materiale può essere divisa ulteriormente nelle categorie di immediata (diretta) e mediata (indiretta), distinguendo se la cooperazione è nell’esecuzione dell’azione peccaminosa per se, o se l’agente agisce adempiendo alle condizioni – od offrendo strumenti o prodotti – che rendono possibili il commettere l’atto immorale. Inoltre, forme della cooperazione immediata e la cooperazione remota possono essere distinte, in relazione alla “distanza” tra (sia esso nelle condizioni di spazio temporale o collegamento di materiale) l’atto della cooperazione e l’atto peccaminoso commesso da qualcun altro. La cooperazione di materiale immediata è immediata sempre, la cooperazione di materiale mediata può essere immediata o remota”.

 

Il documento si sofferma poi parecchio sulla cooperazione formale – fra le due ovviamente la più grave -, tuttavia questo non è fondamentale ai fini del nostro discorso: è ovvio che qui trattasi di cooperazione materiale mediata.
Per farla breve e parlando chiaro: questa cooperazione al male – nel caso specifico dei vaccini – può essere lecita nonostante l’atto immorale adottato volontariamente da chi produce i vaccini. Però attenzione, questo è ciò che sostanzialmente il documento sui vaccini della PAV cerca di fare passare, esprimendo come motivo giustificante il rischio di salute non solo del singolo, ma anche della collettività:
“Comunque, se questi ultimi [i bambini NdA] sono a rischio di pericoli considerevoli alla loro salute, i vaccini con problemi morali che sono destinati a loro possono essere usati su una base provvisoria. La ragione morale è che il dovere di evitare la cooperazione di materiale passiva non è obbligatorio se c’è inconvenienza grave. Inoltre, noi troviamo, in tale caso, una ragione proporzionale per accettare l’uso di questi vaccini nella presenza del pericolo di favorire l’espansione dell’agente patologico, a causa della mancanza di vaccinazione di bambini”. 

 

Anche in chiusura di documento, nell’essenziale riassunto finale, viene ribadito lo stesso concetto:
“(…) Tale cooperazione accade in un contesto di coercizione morale della coscienza di genitori che sono costretti a scegliere di agire contro la loro coscienza o altrimenti, mettere la salute dei loro bambini e della popolazione nell’insieme a rischio. Questa è una scelta alternativa ed ingiusta che deve essere eliminata al più presto possibile”.

 

Dalle argomentazioni precedenti e da quelle di battuta finale, la PAV ribadisce che questa cooperazione può essere giustificabile – giacché non cooperazione formale e volontaria – laddove il rischio di astenersi per ragioni morali compromettesse la salute dei propri figli e di tutta la popolazione come già detto. Praticamente si dà per scontato che non vaccinare i propri figli, a prescindere dal movente, voglia dire mettere in pericolo la società. Questo non solo è erroneo da un punto di vista statistico, ma lo è anche da un punto di vista reale: non siamo dinnanzi a nessuna epidemia e questo comporta che ci sia una responsabilità ancor maggiore per chi decide di cooperare a questo male anche se in maniera materiale, mediata e passiva. La situazione alla quale l’Europa si trova davanti non è una situazione che segnali rischi di epidemie mortali o simili cose; tutt’altro. Ecco perché la questione si fa molto più spinosa, tenendo pure presente che i vaccini riallacciati a queste linee cellulari sono fra i più comuni (vaccini trivalenti MPR di tutto il mondo, vaccini contro la Varicella, vaccini contro l’Epatite-A, vaccini contro l’Herpes zoster, alcuni vaccini contro la Rabbia ed ancora in alcuni vaccini contro la Poliomielite, di cui dopo vedremo i precisi nomi delle linee).
Si è parlato fino ad ora di un documento datato 2005, a seguito del quale non vi è più stato un pronunciamento ufficiale della Chiesa. La CEI, a dire di quest’ultimo documento, auspicava che questa produzione illecita smettesse. Arrivati al 2017, ben dodici anni dopo, con un decreto che rende obbligatori dieci vaccini e altri li consiglia ancora fortemente, il problema si ripropone con una portata gigantesca, fino al punto di spingere grandi gruppi di cattolici a mobilitarsi per chiedere al Papa che possa essere riconosciuta l’obiezione di coscienza per i cattolici aventi figli in età vaccinale. Il motivo dell’aborto procurato implica ovviamente una muraglia etica – nonostante tutte le premesse – da parte di coloro i quali tengono alla difesa integrale della vita.
Per quanto in casi straordinari risulterebbe apparentemente lecito cooperare con questo male, salvo fatto che come detto qui non ci sarebbe giustificazione alcuna vista la zona “epidemia free”,questo non potrebbe mai lasciare indifferente una coscienza, ma anzi la turberebbe con grande morso morale ed etico.

 

Ecco ciò che ha spinto questi cattolici a rivolgersi direttamente al Papa per ottenere una sorta di “dispensa” dai vaccini incriminati. Il proposito non solo non ha ricevuto una risposta diretta, ma si è pure imbattuto nella risposta dell’attuale Presidente della Pontificia Accademia della Vita, il signor Vincenzo Paglia, che con una nota rilanciata qualche giorno fa anche da AgenSIR- uno dei più grandi organi di informazioni della CEI – ha respinto le obiezioni rassicurando tutti sulla infallibilità dei vaccini e sulla loro “pulizia” morale ed anche scientifica:
“Il difetto di vaccinazione della popolazione implica il grave rischio sanitario di diffusione di pericolose e spesso letali malattie infettive, debellate in passato, proprio grazie all’uso dei vaccini, come, ad esempio, il morbillo, la rosolia e la varicella”. 

 

Così inizia la nota, e casualmente si scorge subito che la lingua batte là dove il dente vuole: l’esaltazione del vaccino contro il morbillo e la rosolia, il famoso MMR tanto calato nell’uso comune dopo gli studi pubblicati dal Dottor Wakefield in Inghilterra.
Ma la nota diffusa dalla PAV insieme all’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della salute e all’Associazione medici cattolici italiani (Amci) non si limita ad avvalorare il rischio di epidemie inesistenti quali il morbillo e altre malattie come la varicella, ma continua affermando che non ci sono più problemi morali nell’uso di alcuni vaccino: “nel passato i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, oggi però le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali: i vaccini a cui si fa riferimento, fra quelli maggiormente in uso in Italia, sono quelli contro la rosolia, la varicella, la poliomielite e l’epatite A. Va considerato che oggi non è più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari, e che le linee cellulari sulle quali i vaccini in questione sono coltivati derivano unicamente dai due feti abortiti originariamente negli Anni Sessanta del Novecento”. 

 

La mancanza di contenuti, la banalità scientifica e morale con cui si è stesa questa nota è agghiacciante. E vediamo subito perché.
Per comprendere il problema è necessario anzitutto capire quali siano le due linee cellulari contenute nei vaccini a cui la PAV fa riferimento: il primo è della linea WI-38 (Istituto di Winstar 38), contenente fibroblasti diploidi di polmone umano, provenienti da un feto femmina che è stato abortito perché “la famiglia aveva troppi bambini” (G. al di et di Sven., 1969). Fu preparato e sviluppato da Leonard Hayflick nel 1964 (L. Hayflick, 1965; G. al di et di Sven., 1969). WI-38 è usato per la preparazione del vaccino storico RA 27/3 contro la rosolia (S.A. Al di et di Plotkin 1965).
La seconda linea di cellula umana è MRC-5 (Consiglio di Ricerca Medico 5) (umano, polmone, embrionale), con fibroblasti di polmone umano che provengono da un feto maschio di 14 settimane abortito per “ragioni psichiatriche” da una donna di 27 anni nel Regno Unito. MRC-5 è stato preparato e sviluppato da J.P. Jacobs nel 1966 (J.P. Al di et di Jacobs 1970).
Queste linee cellulari hanno prodotto questi specifici vaccini prodotti dalle seguenti case farmaceutiche (con la qual collaborazione il Ministro Lorenzin ha costruito il recente decreto) :
-vaccini monovalenti contro la rosolia Meruvax® (Merck U.S.), Rudivax® (Sanofi Pasteur, Fr.), ed Ervevax® (RA 27/3) (GlaxoSmithKline, Belgio);
– vaccino combinato contro la rosolia ed il morbillo, commercializzato col nome di M-R-VAX®(Merck, Stati Uniti) e Rudi-Rouvax® (AVP, Francia);
– vaccino combinato contro la rosolia e gli orecchioni introdotti sul mercato sotto il nome di Biavax® (Merck, U.S.),
– vaccino combinato MMR (morbillo, orecchioni, rosolia) contro la rosolia, gli orecchioni ed il morbillo, introdotto sul mercato sotto il nome di M-m-R® II (Merck, Stati Uniti), R.O.R.®, Trimovax® (Sanofi Pasteur, Fr.), e Priorix® (GlaxoSmithKline Regno Unito)(quest’ultimo usato attualmente in ITALIA, sottoposto a revisione nel 2004, dopo le gravi reazioni avverse causate dal MORUPAR).
-2 vaccini contro l’epatite A. Uno prodotto dalla Merck (VAQTA) e l’altro prodotto dalla GlaxoSmithKline (HAVRIX), entrambi sono preparati con la linea MRC-5;
– vaccino contro la varicella di pollo (il vaccino sta al pollo come la cavia sta al bambino) Varivax®, prodotto da Merck che usa WI-38 e MRC-5;
– vaccino contro la poliomielite, il vaccino contenente virus di polio inattivato Poliovax®(Aventis-Pasteur, Fr.) che usa MRC-5;
– vaccino contro la rabbia, Imovax®, prodotto da Aventis Pasteur, raccolto da celle diploidi umane ed infette, con ceppo di MRC-5;
-vaccino contro il vaiolo, AC AM 1000, preparato da Acambis che usa MRC-5, usato (pare) solo a livello sperimentale.

 

Ora, fatti nostri questi dati c’è da chiedersi con quale certezza la PAV possa presumere che le linee cellulari utilizzate per la composizione di questi vaccini possa essere talmente lontana da sollevare da ogni tipo di problema morale.
In più, anche se ciò fosse vero e le linee cellulari oggi esistenti risalissero ad embrioni umani morti non per aborto volontario, ci sarebbe da chiedersi con quale coraggio vada proclamata la liceità morale davanti al cannibalismo di cellule umane, volontario o involontario che sia. Tuttavia per la linea “pagliana” questo potrebbe essere più che normale, la vita essendo ormai stata sostituita con il suo contrario: la morte.

 

Un altro dato interessante sfugge nuovamente al Paglia e alla CEI, riguardante una nuova linea cellulare, molto più recente, che nella nota pro-vax non viene fatta comparire: manco l’ombra di una menzione.
Per ragioni di spazio parleremo però di questa nuova e recente linea in una prossima puntata della nostra rubrica. La paglia da bruciare non ci mancherà.

 

 

Cristiano Lugli

 

 

Articolo apparso precedentemente qui.

Continua a leggere

Vaccini

Un nuovo sondaggio rivela che 1 adulto su 10 è rimasto vittima di un grave danno da vaccino COVID

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Secondo un sondaggio nazionale condotto questo mese, circa il 10% degli adulti statunitensi che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 ha manifestato effetti collaterali «gravi», mentre oltre un terzo (36%) ha manifestato effetti collaterali «minori». Kristi Dobbs, gravemente ferita dal vaccino Pfizer contro il COVID-19, ha dichiarato al The Defender che i feriti causati dal vaccino «continuano a soffrire, a morire e a essere gettati nella spazzatura».

 

Secondo un sondaggio nazionale condotto questo mese, negli Stati Uniti un adulto su 10 che ha ricevuto il vaccino contro il COVID-19 ha manifestato effetti collaterali «gravi», mentre oltre un terzo (36%) ha manifestato effetti collaterali «minori».

 

Sulla base di una popolazione adulta statunitense di 258 milioni nel 2020, i risultati indicano che circa 17 milioni di adulti che hanno ricevuto il vaccino contro il COVID-19 hanno avuto gravi effetti sulla salute e circa 63 milioni hanno avuto effetti collaterali minori, ha affermato Rasmussen Reports, che ha condotto il sondaggio.

 

L’indagine, che ha coinvolto 1.292 adulti e ha avuto un errore di campionamento marginale di +/- 3 punti percentuali con un livello di confidenza del 95%, ha anche rivelato che il 46% degli adulti, sia vaccinati che non vaccinati, ritiene probabile che i vaccini contro il COVID-19 abbiano causato un numero significativo di decessi inspiegabili.

 

Questi numeri non sorprendono Christopher Dreisbach, direttore degli affari legali di React19, la cui missione è supportare i pazienti danneggiati dal vaccino contro il COVID-19. Ha dichiarato a The Defender:

Sostieni Renovatio 21

«Qualsiasi sorpresa riguardo alla frequenza e alla gravità di queste reazioni avverse è semplicemente il risultato di anni di censura a livello governativo e di piattaforma, che ha tenuto le esperienze dei feriti lontane dalla vista del pubblico».

 

A Dreisbach è stata diagnosticata una malattia neurologica debilitante e dolorosa dopo aver ricevuto il vaccino Pfizer contro il COVID-19.

 

Kristi Dobbs, che è rimasta gravemente ferita anche lei quando ha fatto la sua prima e unica dose di vaccino Pfizer contro il COVID-19 il 18 gennaio 2021, ha affermato che il governo degli Stati Uniti deve ancora garantire che questo tipo di gravi danni da vaccino non si ripetano in futuro.

 

Ad eccezione del Segretario alla Salute degli Stati Uniti Robert F. Kennedy Jr. e del senatore repubblicano wisconsino Ron Johnson, che si sono espressi apertamente sui danni causati dal vaccino contro il COVID-19, la maggior parte dei funzionari governativi «spera che saremo semplicemente messi a tacere e dimenticati», ha affermato Dobbs.

 

Ha affermato che lei e altri hanno «gridato dai tetti» da febbraio 2021, quando un gruppo di loro ha avvertito i National Institutes of Health che le iniezioni stavano causando danni ingenti.

 

Da allora, Dobbs ha contattato personalmente i Centers for Disease Control and Prevention, la Food and Drug Administration statunitense, la Stanford University e la Mayo Clinic.

 

«Le mie grida sono cadute nel vuoto per anni», ha detto. «I feriti causati dal vaccino continuano a soffrire, a morire e vengono gettati nella spazzatura».

 

Nikki Holland, responsabile della sensibilizzazione della comunità di REACT19, che ha subito danni a causa di un vaccino contro il COVID-19, ha dichiarato: «questo accade a persone reali in ogni comunità, non a statistiche rare. Se ci rifiutiamo di riconoscere e indagare onestamente su questi danni, miniamo i principi stessi che consentono alla medicina di evolversi e alla sicurezza dei pazienti».

 

Secondo OpenVAERS, al 29 agosto 2025 sono state registrate 1.666.646 segnalazioni di danni da vaccino COVID-19 nel Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) . Di queste, oltre 220.000 erano sufficientemente gravi da richiedere il ricovero ospedaliero e quasi 39.000 erano segnalazioni di decesso. Storicamente, il VAERS ha dimostrato di segnalare solo l’1% degli effettivi eventi avversi da vaccino.

 

Oltre alla sottostima degli infortuni causati dal vaccino contro il COVID-19, il mese scorso un’indagine condotta da The Defender ha rivelato che l’Occupational Safety and Health Administration, o OSHA (l’agenzia governativa che sovrintende alla sicurezza sul posto di lavoro), ha ordinato ai datori di lavoro del settore sanitario di non segnalare gli infortuni correlati ai vaccini contro il COVID-19, obbligatori per i lavoratori.

Aiuta Renovatio 21

Meno dello 0,3% delle richieste di risarcimento per infortuni causati dal COVID sono state risarcite

Un’indagine condotta ad agosto dall’avvocato Ray Flores e da The Defender ha scoperto che oltre 1,5 milioni di persone che avevano segnalato lesioni dovute al COVID-19 al programma di risarcimento del governo degli Stati Uniti sono state escluse dalla possibilità di presentare domanda di risarcimento.

 

Questo perché il Countermeasures Injury Compensation Program (CICP), che elabora le richieste di risarcimento per infortuni causati dal COVID-19, non accetta domande da parte di persone che hanno subito gli infortuni più comuni e non gravi.

 

Tra coloro che possono presentare una richiesta di risarcimento, le probabilità di essere risarciti rapidamente, in modo adeguato o addirittura di non essere risarciti sono scarse. Al 1° giugno, il CICP aveva ricevuto 13.836 richieste di risarcimento per danni da vaccino contro il COVID-19 e ne aveva risarcite solo 39, ovvero meno dello 0,3%.

 

A giugno, Kennedy ha dichiarato in un’intervista con Tucker Carlson che intende potenziare gli sforzi del governo per risarcire i danneggiati dal vaccino contro il COVID-19, possibilmente inserendo i vaccini contro il COVID-19 nel programma federale di risarcimento per danni da vaccino che elabora le richieste di risarcimento per danni relativi agli altri vaccini elencati nel programma del CDC, ma non ai vaccini contro il COVID-19, che sono ancora classificati come contromisure pandemiche, coperti dal CICP.

 

«Abbiamo appena assunto questa settimana un ragazzo che rivoluzionerà il programma nazionale di risarcimento per i danni da vaccino», ha detto Kennedy a Carlson. «Stiamo valutando modi per ampliare il programma in modo che le persone danneggiate dal vaccino COVID possano essere risarcite».

 

Il dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti non ha risposto immediatamente quando gli è stato chiesto quali misure abbia adottato Kennedy da allora.

Sostieni Renovatio 21

Il senatore Johnson è stato «attaccato» per aver messo in luce i danni del vaccino COVID

Potrebbe essere sempre più difficile ignorare i danni causati dal vaccino contro il COVID-19, poiché è dimostrato che il loro numero è in aumento.

 

Il dott. Joseph Varon, presidente e direttore sanitario dell’Independent Medical Alliance (IMA), ha osservato in un post su Substack in merito al sondaggio Rasmussen che i medici dell’IMA stanno ora segnalando un «notevole aumento dell’infiammazione cardiaca , di tumori insoliti e di altre condizioni preoccupanti» tra i destinatari del vaccino mRNA contro il COVID-19.

 

L’IMA, precedentemente FLCCC o Front Line COVID-19 Critical Care Alliance, è un’organizzazione no-profit creata per «salvare vite umane e promuovere il benessere a lungo termine attraverso un’assistenza basata sulla scienza e incentrata sul paziente».

 

«Stiamo ancora iniziando a capire come l’mRNA interagisce con l’organismo», ha scritto Varon. «Ecco perché il periodo di obbligo COVID è stato così problematico per l’assistenza sanitaria».

 

Il cardiologo dottor Peter McCullough ha affermato di gestire un «flusso infinito di pazienti con nuove malattie sviluppatesi dopo la vaccinazione contro il COVID-19».

 

Dobbs ha affermato di essere grata che Johnson, che presiede la sottocommissione permanente sulle indagini del Senato degli Stati Uniti, abbia tenuto a maggio un’udienza sulla copertura dei rischi del vaccino contro il COVID-19. «Ma anche Johnson è stato preso di mira nel corso degli anni», ha aggiunto.

 

Quasi cinque anni di lotta per farsi sentire hanno lasciato il segno, ha detto. «Abbiamo perso molte persone a causa del suicidio e del cancro».

 

Ciononostante, Dobbs ha affermato che continuerà a lottare per migliorare la situazione per le generazioni future. «Saremo visti, ascoltati e creduti».

 

Suzanne Burdick

Ph.D.

 

© 24 novembre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Questo articolo è stato aggiornato per chiarire che il bupropione (Wellbutrin) è un antidepressivo, ma non un SSRI. È un inibitore della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina, o NDRI.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 


 

 

Continua a leggere

Vaccini

Google ha censurato le informazioni sui vaccini molto prima del COVID: quali sono i suoi legami con le farmaceutiche?

Pubblicato

il

Da

Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.   Alphabet, la società madre di Google, ha ammesso al Congresso che l’amministrazione Biden ha fatto pressione su YouTube, di proprietà di Google, affinché rimuovesse video che non violavano nemmeno le sue policy sui contenuti. Alphabet, che ha profondi legami con il settore farmaceutico, ha definito la pratica «inaccettabile e sbagliata». Ma continua a verificarsi.   Durante la pandemia di COVID-19, le grandi aziende tecnologiche hanno collaborato con il governo per mettere a tacere il dissenso e le critiche ai lockdown e alla campagna di vaccinazione di massa coercitiva, censurando informazioni veritiere che non erano in linea con l’agenda politica.   Il ruolo dell’amministrazione Biden nel regime di censura è stato oggetto di un rapporto del Congresso del maggio 2024 intitolato «Il complesso industriale della censura».   Tre mesi dopo la pubblicazione del rapporto, il CEO di Meta Mark Zuckerberg ha ammesso in una lettera al Congresso che Facebook aveva censurato informazioni fattuali sotto pressione della Casa Bianca.   A settembre, la società madre di Google, Alphabet, ha risposto a una citazione in giudizio del Congresso con una lettera in cui rivelava in modo analogo come l’amministrazione Biden avesse fatto pressione su YouTube, di proprietà di Google, affinché rimuovesse video che non violavano nemmeno le sue norme sui contenuti.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

Alphabet ha definito la pratica «inaccettabile e sbagliata», insistendo sul fatto di aver resistito alla pressione e di aver applicato solo le proprie politiche contro la «disinformazione».   Questa difesa, tuttavia, elude il fatto che tali linee guida sui contenuti sono state create in collusione con le stesse «autorità sanitarie» che promuovono la governance autoritaria, come i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).   Il risultato è stato che le informazioni vere sono state censurate, mentre la disinformazione approvata dal governo ha potuto proliferare incontrastata.   Come ha ammesso un funzionario delle Nazioni Unite durante un incontro del World Economic Forum (WEF) del settembre 2022, Google stava aiutando le autorità governative a «appropriarsi della scienza» nei suoi risultati di ricerca su Internet.   Nella sua lettera al Congresso, Alphabet ha sottolineato che le politiche sui contenuti di YouTube si sono evolute nel frattempo. Ammettendo tacitamente come i creatori fossero stati messi a tacere per aver detto la verità, Alphabet ha promesso di ripristinare i canali YouTube sospesi per contenuti non più considerati disinformativi.   Alphabet ha quindi riconosciuto la censura, ma ha cercato di assolversi incolpando la Casa Bianca e le autorità sanitarie pubbliche.   La verità è che la censura di contenuti relativi alla salute da parte di Google, inclusi fatti scomodi sui vaccini, è precedente al COVID-19 e continua ancora oggi. Potrebbe essere dovuto al fatto che Alphabet ha profondi legami finanziari con l’industria farmaceutica e biotecnologica?   I legami di Alphabet con Big Pharma esistono attraverso numerose sue controllate, tra cui Calico, DeepMind, Isomorphic Labs e Verily Life Sciences. In questo articolo, ci concentreremo su quest’ultima, una delle società affiliate a Google.

Aiuta Renovatio 21

Google Ventures investe molto nel settore farmaceutico e biotecnologico

Nel 2009, Google ha lanciato Google Ventures (ora formalmente nota come GV), una società di capitale di rischio che ha subito iniziato a investire in aziende farmaceutiche e biotecnologiche.   Un esempio delle incursioni di Google nel settore medico è stato l’investimento in Flatiron Health, una startup che mirava a creare una piattaforma software per migliorare l’assistenza oncologica utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) per analizzare i dati dei pazienti.   I fondatori di Flatiron in precedenza erano proprietari di Invite Media, una società di pubblicità display acquisita da Google nel 2010. Non avevano alcuna esperienza nel settore sanitario, ma erano guidati da Krishna Yeshwant, medico e socio amministratore di Google Ventures.   Nel 2013, hanno raccolto 8 milioni di dollari per Flatiron, con GV come investitore principale, seguiti da altri 130 milioni di dollari l’anno successivo, sempre guidati da GV. Come parte di quest’ultimo accordo, il consiglio di amministrazione di Flatiron avrebbe incluso Andrew Conrad, direttore della ricerca e sviluppo tecnologico di Google X, una divisione di ricerca e sviluppo del gigante tecnologico.   Nel 2016, Flatiron ha raccolto un terzo round di finanziamenti, altri 175 milioni di dollari, guidati dalla multinazionale svizzera Roche Pharmaceuticals . Due anni dopo, Roche acquisì Flatiron dai suoi fondatori per 1,9 miliardi di dollari.   Altri esempi dei primi investimenti di GV in aziende biotecnologiche e di scienze della vita includono una partecipazione in DNAnexus, un’azienda di sequenziamento del DNA; SynapDx, che forniva servizi di analisi di laboratorio per aiutare i medici a rilevare l’autismo in fase precoce; e 23andMe, un’azienda nota soprattutto per i suoi kit per test del DNA da utilizzare a casa, ma che conduce anche ricerche biomediche con dati aggregati dei clienti.  

Il «laboratorio segreto» di Google collabora con l’industria farmaceutica per raccogliere dati genetici

Nel 2010, Google ha lanciato quello che viene comunemente chiamato il suo «laboratorio segreto», una divisione chiamata Google X (ora nota come X, The Moonshot Factory ). All’interno di Google X, è stato formato un team di “Scienze della vita” per promuovere le tecnologie mediche.   Tra i progetti “moonshot” di quel team c’era una tecnologia di «lenti intelligenti» per integrare microchip e altri dispositivi elettronici nelle lenti a contatto. La lente poteva misurare i livelli di glucosio nel fluido oculare ed essere monitorata in modalità wireless tramite un’app per smartphone.   Nel 2014, Google X ha concesso in licenza la sua tecnologia di lenti intelligenti alla multinazionale farmaceutica svizzera Novartis.   In precedenza importante sviluppatore di vaccini, nel 2015 Novartis ha venduto la sua attività di vaccini antinfluenzali a CSL (ora CSL Seqirus) e le restanti attività relative ai vaccini a GSK.   Dopo che il vaccino mRNA COVID-19 di Pfizer-BioNTech ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA) dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel dicembre 2020, Novartis ha fornito assistenza alla produzione.   Sempre nel 2014, Google X ha lanciato lo «Studio di base» per raccogliere dati genetici e molecolari da migliaia di volontari. I dati sarebbero stati analizzati per determinare biomarcatori di malattie con l’obiettivo finanziario di supportare lo sviluppo di farmaci.   I critici hanno percepito un conflitto di interessi legato alla politica sulla privacy di Google e al suo modello aziendale di raccolta dei dati degli utenti per venderli a scopo di lucro.   Come ha osservato il Wall Street Journal, «l’idea che Google possa conoscere la struttura del corpo di migliaia di persone, fino alle molecole all’interno delle loro cellule», ha sollevato notevoli preoccupazioni in materia di privacy.   Il team di Google Life Sciences ha anche sviluppato robot chirurgici. Il progetto si è concretizzato nel marzo 2015, quando Google ha stretto una partnership con l’azienda di dispositivi medici Ethicon, una divisione del colosso farmaceutico Johnson & Johnson (J&J).   Nel febbraio 2017, Google ha ampliato la sua partnership con J&J formando una nuova joint venture, Verb Surgica«. Dopo quella che ha definito “una collaborazione strategica di successo», J&J ha acquistato le azioni di Google, rendendo Verb Surgical una sussidiaria interamente controllata da J&J.

Iscriviti al canale Telegram

Google Life Sciences punta a «sconfiggere Madre Natura»

Nell’agosto 2015, Google ha annunciato una ristrutturazione aziendale e una nuova holding, Alphabet, con la quale Google è diventata una sussidiaria interamente controllata.   La prima nuova società creata sotto Alphabet, una scissione di Google X, si chiamava Google Life Sciences.   Come ha osservato Business Insider, la ristrutturazione ha indicato che «Google sta raddoppiando gli sforzi nel settore biotecnologico». Investor’s Business Daily ha riportato: «Google si riorganizza e si lancia nella tecnologia sanitaria».   Pochi mesi dopo la ristrutturazione aziendale, Google Life Sciences si è separata dal marchio Google ed è stata rinominata Verily Life Sciences.   Il co-fondatore e CEO di Verily era Conrad, che aveva diretto la ricerca e lo sviluppo tecnologico quando era ancora la divisione «scienze della vita» di Google X. Verily ha portato avanti gli sforzi di Google per progettare nuovi modi di raccogliere dati biometrici umani da riconfezionare in modo innovativo e vendere alle aziende biofarmaceutiche.   Riguardo al cambio di nome in sinonimo di «veramente», Conrad ha spiegato: «solo attraverso la verità sconfiggeremo Madre Natura».

Sostieni Renovatio 21

Verily collabora con GSK per sviluppare «medicinali bioelettronici»

GlaxoSmithKline, ora formalmente nota come GSK, è tra i produttori di vaccini autorizzati dalla FDA per l’uso negli Stati Uniti, con prodotti tra cui il vaccino contro la difterite, il tetano e la pertosse acellulare (DTaP) Infanrix e il vaccino bivalente contro il papillomavirus umano (HPV) Cervarix.   Nell’agosto 2016, Verily e GSK hanno annunciato una nuova joint ventureGalvani Bioelectronics, per sviluppare «medicinali bioelettronici», dispositivi impiantabili che modulano i segnali elettrici del sistema nervoso.   Nel consiglio di amministrazione di Galvani entrò anche il presidente di Global Vaccines di GSK, Moncef Slaoui, che in seguito divenne anche membro del consiglio di amministrazione di Moderna, che sviluppò il suo vaccino mRNA contro il COVID-19 in collaborazione con i National Institutes of Health (NIH).   Nel maggio 2020, Slaoui ha lasciato Moderna per supervisionare «Operation Warp Speed», l’iniziativa della prima amministrazione Trump volta a fornire un ingente sussidio dei contribuenti alle aziende biofarmaceutiche per il rapido sviluppo di vaccini contro il COVID-19.  

Verily lancia una joint venture con un “leader nei vaccini”

Nel settembre 2016, Verily ha lanciato una joint venture con la multinazionale farmaceutica francese Sanofi, che si definisce «leader nel settore dei vaccini da oltre 100 anni».   Lo scopo della nuova azienda, Onduo, era quello di sviluppare dispositivi, software di analisi e farmaci per la gestione del diabete, con particolare attenzione all’assistenza virtuale, come il coaching sullo stile di vita online, le consulenze telefoniche o video con i medici e la prescrizione a distanza.   Onduo monitora i dati sanitari dei pazienti tramite dispositivi indossabili connessi a un’app mobile. Ad esempio, l’app si collega a un monitor di glucosio continuo per monitorare i livelli di zucchero nel sangue.   Alla fine del 2019, Sanofi ha concluso il suo ruolo operativo in Onduo, ma ha continuato a investire nell’azienda. Da allora, Onduo è diventata una sussidiaria interamente controllata da Verily, con il marchio «Verily Onduo» ora presente sul suo sito web come «soluzione di gestione dell’assistenza virtuale» per pazienti affetti da diabete e ipertensione.   Nel 2021, Google ha acquisito Fitbit, produttore di dispositivi indossabili per la raccolta dati. Da allora, Verily ha integrato in Onduo un tracker da polso Fitbit e un programma di fitness trainer basato su abbonamento.   E mentre Sanofi si è ritirata dalla sua joint venture con Verily, ha lanciato una nuova partnership con Google nel giugno 2019, descritta come «un nuovo laboratorio di innovazione virtuale».   L’obiettivo era quello di utilizzare le capacità di analisi di Google e la Google Cloud Platform per estrarre informazioni dai dati dei pazienti per lo sviluppo di farmaci.   Come riportato da Fierce Pharma, Sanofi sperava anche di utilizzare la tecnologia AI di Google «per aiutare a prevedere le vendite e ottimizzare le attività di marketing e della catena di fornitura».  

L’app «Verily Me» di Google chiede agli utenti: «Quando ho fatto l’ultima vaccinazione antinfluenzale?»

Sotto il marchio Verily operava anche Baseline Study, l’iniziativa di Google X volta a raccogliere dati sanitari da un’ampia popolazione di volontari per promuovere lo sviluppo di farmaci.   Nell’aprile 2016, il CEO di Verily, Andrew Conrad, è stato criticato per aver assegnato un contratto di ricerca Baseline Study al California Health & Longevity Institute, una clinica di lusso di cui era in gran parte proprietario.   STAT ha spiegato come Verily potrebbe trarre profitto dal progetto «vendendo il tesoro di dati sanitari che intende raccogliere”. La sussidiaria di Alphabet era “già in trattative con i giganti farmaceutici per vendere l’accesso a quei dati».   Un anno dopo, l’operazione di data mining è stata riavviata con il nome di «Project Baseline», che Verily ha annunciato sarebbe iniziato con uno studio inaugurale per raccogliere un’ampia gamma di dati sanitari da 10.000 partecipanti nel corso di almeno quattro anni.   Tra i partner del progetto figuravano la Stanford Medicine e la Duke University School of Medicine, che hanno ospitato siti di reclutamento volontari. Un altro partner del Progetto Baseline era l’ American Heart Association (AHA). L’AHA ha lanciato una campagna per convincere le donne negli Stati Uniti a offrirsi volontarie come soggetti di ricerca.   Google ha fornito funzionalità di analisi e la Google Cloud Platform, dove i dati de-identificati sarebbero stati messi a disposizione degli scienziati per contribuire allo sviluppo dei farmaci.   Come riportato da MIT Technology, «Google conosce ogni dettaglio delle tue abitudini e dei tuoi interessi online. Ora Verily, la spin-off della società di ricerca specializzata in salute, chiede a 10.000 americani di fornirti una conoscenza approfondita del loro corpo».   Nel maggio 2019, Verily ha annunciato un’alleanza strategica con le aziende farmaceutiche Novartis, Otsuka, Pfizer e Sanofi per utilizzare Project Baseline nei programmi di ricerca clinica. L’obiettivo era accelerare il processo di approvazione dei nuovi prodotti da parte della FDA.   Solo negli ultimi mesi, Google ha nuovamente riavviato Project Baseline, questa volta ribattezzandolo «Verily Me» con un «Verily Lifelong Health Study» a corredo. Il suo precedente sito web, projectbaseline.com, ora reindirizza a verilyme.com, dove i visitatori possono scaricare un’app mobile gratuita per ricevere consigli personalizzati sulle opzioni di trattamento da discutere con il medico curante dell’utente.   L’app dispone anche di una funzione di registrazione dei pasti che fornisce feedback e suggerimenti, oltre a un chatbot AI, «Violet», addestrato a rispondere a domande sui dati sanitari, tra cui: «Quando è stata la mia ultima vaccinazione antinfluenzale?»   L’app richiede il consenso degli utenti affinché i loro dati sanitari e le loro cartelle cliniche vengano raccolti da Verily e condivisi con i suoi partner terzi. Gli utenti sono inoltre incoraggiati a partecipare al Verily Lifelong Health Study per contribuire a «portare sul mercato nuovi trattamenti e terapie».   L’iscrizione è semplice, si vanta il sito web, e gli utenti possono abbandonare lo studio in qualsiasi momento. Tuttavia, i dati degli utenti, come chiarisce la pagina delle FAQ, rimangono a Verily.  

Come Alphabet ha supportato i lockdown

La manipolazione degli algoritmi di ricerca da parte di Google e la messa a tacere del dissenso da parte di YouTube non sono stati gli unici mezzi con cui Alphabet ha sostenuto la strategia finale del lockdown, ovvero la vaccinazione di massa forzata.   All’inizio, i sostenitori del lockdown avevano auspicato lo sviluppo di un sistema di «passaporto vaccinale», in base al quale sarebbe stata richiesta la prova della vaccinazione per poter viaggiare, lavorare o frequentare l’università.   Il WEF, ad esempio, ha sostenuto lo sviluppo di un’app mobile per il «passaporto sanitario digitale», «CommonPass», che fungerà da prova della vaccinazione contro il COVID-19, un requisito previsto per i viaggi aerei.   Microsoft ha collaborato con altre aziende tecnologiche e organizzazioni sanitarie per la «Vaccine Credential Initiative». IBM ha collaborato con l’OMS in un’iniziativa simile. L’amministrazione Biden ha collaborato con aziende private per raggiungere l’obiettivo di un sistema nazionale di passaporti vaccinali.   Come spiegato dal Washington Post nell’aprile 2021, i «passaporti vaccinali» sarebbero stati forniti sotto forma di app mobili contenenti «parti delle vostre informazioni sanitarie, in particolare il vostro stato di vaccinazione contro il coronavirus». Il Post ha definito un peccato che l’implementazione del sistema fosse «un grattacapo tecnico».   STAT ha segnalato la resistenza all’idea da parte dei titolari di attività commerciali, che temono le reazioni negative dei clienti, e il timore, tra gli esperti sanitari, che l’imposizione effettiva delle vaccinazioni possa minare la fiducia del pubblico nei vaccini.   Per supportare l’agenda autoritaria, Google ha collaborato con Apple per integrare un software di «contact tracing» negli smartphone, in modo da monitorare lo stato di infezione auto-segnalato dagli utenti e la vicinanza ai dispositivi Bluetooth di altri utenti che avevano aderito. Gli utenti venivano avvisati se entravano in contatto ravvicinato con qualcuno infetto.   dati sono stati forniti anche alle «autorità sanitarie pubbliche».   Dopo essere stata invitata dalle agenzie governative all’inizio di marzo 2020 a contribuire alla risposta alla pandemia, Verily ha anche sostenuto il programma sul passaporto vaccinale.   Fino a poco tempo fa, la pagina «Informazioni» di Verily vantava il suo «Programma Healthy at Work», incentrato sullo sviluppo di un’app per telefoni cellulari che forniva ai datori di lavoro l’accesso a dati aggregati anonimizzati per lo screening quotidiano dei sintomi dei lavoratori e i test PCR.   L’app è stata utilizzata in modo simile dalle università per monitorare gli studenti.   Dopo la distribuzione dei vaccini contro il COVID-19 nell’ambito dell’autorizzazione all’immissione in commercio (EUA) della FDA, l’app è stata aggiornata per monitorare anche lo stato vaccinale di lavoratori e studenti.   Successivamente, a Verily è stato assegnato un contratto da 38 milioni di dollari per supportare il National Wastewater Surveillance System del CDC, che monitora le acque reflue alla ricerca di virus per prevedere epidemie di malattie infettive.   Verily si unisce inoltre a una lunga lista di aziende farmaceutiche e biotecnologiche che hanno collaborato con l’NIH e la FDA per accelerare lo sviluppo e l’autorizzazione all’immissione in commercio di farmaci e terapie, la cosiddetta «Accelerating Medicines Partnership» o AMP.   Tra gli altri partner del programma di sovvenzioni fiscali figurano i produttori di vaccini GSK, Merck, Pfizer e Sanofi.

Iscriviti al canale Telegram

Google «possiede» ancora la scienza

Quando Alphabet ha risposto al Congresso ammettendo come le informazioni veritiere fossero state censurate durante la pandemia di COVID-19, ha attribuito la colpa direttamente alla Casa Bianca e ha definito il problema come limitato al mandato presidenziale di Joe Biden.   Si trattava di una narrazione comoda da proporre all’opinione pubblica e al Congresso controllato dai repubblicani durante l’attuale secondo mandato dell’esecutore dell’«Operazione Warp Speed», il presidente Donald Trump.   La realtà è che la censura di Google è precedente alla pandemia e persiste ancora oggi.   Con l’aiuto di Google, i sostenitori dell’autoritarismo globale continuano a «possedere la scienza».   Gli account YouTube di molti creatori banditi per aver detto la verità, tra cui Children’s Health Defense, restano sospesi.   La pressione esercitata dall’amministrazione Biden non è né sufficiente né necessaria per spiegare la censura di Google. È ampiamente spiegata dalle operazioni di data mining e dalle innovazioni tecniche di Alphabet nei redditizi servizi offerti all’industria biofarmaceutica e alle agenzie governative.   Qui ci siamo concentrati su Verily, ma i tentacoli di Alphabet vanno ancora più in profondità, anche attraverso le sussidiarie Calico, Isomorphic Labs e DeepMind.   Per rimanere aggiornati sugli ulteriori articoli di The Defender sul regime di censura e sullo stato di sorveglianza, e per ricevere un e-book gratuito su come i sostenitori del consenso informato vengono presi di mira e messi a tacere, iscriviti qui.   Jeremy R. Hammond   © 19 novembre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.   Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
 
 
Continua a leggere

Vaccini

Nuovi studi collegano i vaccini COVID a malattie renali e problemi respiratori

Pubblicato

il

Da

Due nuovi importanti studi lanciano l’allarme sui potenziali rischi che i vaccini contro il COVID-19 possono comportare non solo per le malattie respiratorie, ma anche per i danni renali. Le ricerche sono state pubblicate rispettivamente sull’International Journal of Infectious Diseases (IJID) e sull’International Journal of Medical Science (IJMS).

 

Il primo ha esaminato le richieste di rimborso assicurativo e i registri vaccinali dell’intera popolazione della Corea del Sud, filtrando i casi di infezione prima dell’inizio dell’epidemia per un bacino di oltre 39 milioni di persone, riferendo che i vaccini contro il COVID erano correlati a impatti contrastanti su altre patologie respiratorie.

 

Un «calo temporaneo seguito da una recrudescenza delle infezioni delle vie respiratorie superiori (URI) e del raffreddore comune è stato osservato durante e dopo la pandemia di COVID-19», ha concluso. «Nel periodo post-pandemico (gennaio 2023-settembre 2024), il rischio di infezioni delle vie respiratorie superiori e raffreddore comune è aumentato con dosi più elevate di vaccino contro il COVID-19», ha osservato.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

In particolare, i bambini, notoriamente esposti al rischio più basso di contrarre il COVID, presentavano probabilità significativamente più elevate di eventi avversi con il numero maggiore di iniezioni effettuate. Ricevere quattro o più iniezioni era associato a una probabilità del 559% maggiore di raffreddore, del 91% maggiore di polmonite, dell’83% maggiore di infezioni delle vie respiratorie superiori e del 35% maggiore di tubercolosi.

 

Il secondo studio ha esaminato le cartelle cliniche di 2,9 milioni di adulti americani, metà dei quali ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il COVID e l’altra metà no.

 

«La vaccinazione contro il COVID-19 è stata associata a un rischio maggiore di successiva disfunzione renale, tra cui insufficienza renale acuta (AKI) e trattamento dialitico», ha rilevato, citando 15.809 casi contro 11.081. «L’incidenza cumulativa di disfunzione renale è stata significativamente più alta nei pazienti vaccinati rispetto a quelli non vaccinati [(..) Al follow-up a un anno, il numero di decessi tra gli individui vaccinati è stato di 7.693, mentre il numero di decessi tra gli individui non vaccinati è stato di 7.364». In particolare, lo studio non ha rilevato differenze nel «tipo di vaccino COVID-19 somministrato».

 

I ricercatori sottolineano che non si tratta semplicemente di una questione di correlazione, ma che è già stato indicato un meccanismo causale per tali risultati.

 

«Studi precedenti hanno indicato che i vaccini contro il COVID-19 possono danneggiare diversi tessuti», spiegano.

 

«Il principale meccanismo patofisiologico delle complicanze correlate al vaccino contro il COVID-19 coinvolge la distruzione vascolare. La vaccinazione contro il COVID-19 può indurre infiammazione attraverso le interleuchine e la famiglia di recettori nod-like contenente il dominio pirinico 3, un biomarcatore infiammatorio. In un altro studio, sono stati osservati episodi di trombosi in pazienti che hanno ricevuto diversi vaccini contro il COVID-19. Inoltre, i vaccini a mRNA contro il COVID-19 sono stati associati allo sviluppo di miocardite e complicanze correlate».

 

«Lo sviluppo di disfunzione renale può essere influenzato da diversi fattori biochimici» prosegue il paper. «A sua volta, l’insufficienza renale acuta (IRA) può aumentare l’infiammazione sistemica e compromettere la vascolarizzazione e l’aggregazione dei globuli rossi. Dato che il meccanismo alla base delle complicanze correlate al vaccino contro il COVID-19 corrisponde alla fisiopatologia della malattia renale, abbiamo ipotizzato che la vaccinazione contro il COVID-19 possa causare disfunzione renale, il che è stato supportato dai risultati di questo studio».

Aiuta Renovatio 21

All’inizio di agosto, il segretario della Salute USA Roberto F.Kennedy jr. aveva annunciato che il governo avrebbe «ridotto al minimo» i progetti sui vaccini a mRNA per un valore di quasi 500 milioni di dollari e avrebbe respinto future esplorazioni della tecnologia a favore di vaccini più convenzionali. L’HHS ha revocato le autorizzazioni all’uso di emergenza (EUA) per i vaccini anti-COVID, utilizzate per giustificare i mandati da tempo revocati e aggirare altri ostacoli procedurali, e al loro posto ha rilasciato un’«autorizzazione all’immissione in commercio» per coloro che soddisfano una soglia minima di rischio per i seguenti vaccini a mRNA: Moderna (6+ mesi), Pfizer (5+) e Novavax (12+).

 

«Questi vaccini sono disponibili per tutti i pazienti che li scelgono dopo aver consultato i propri medici», ha affermato Kennedy, mantenendo la promessa di «porre fine agli obblighi sui vaccini COVID, mantenere i vaccini disponibili alle persone che li desiderano, in particolare i più vulnerabili, richiedere alle aziende sperimentazioni controllate con placebo» e «porre fine all’emergenza».

 

Come riportato da Renovatio 21, tre mesi fa Kennedy ha annullato contratti da mezzo miliardo di dollari per i vaccini mRNA.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

Continua a leggere

Più popolari